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Quando Juventus-Roma è storia

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Quando Juventus-Roma è storia

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Ogni volta che Juventus e Roma si affrontano l’hype sale. Fra i vari superclassici della Serie A quello che mette difronte la compagine campione d’Italia e la squadra della capitale è uno scontro carico di significato. Questa sera all’Allianz Stadium le due squadra si troveranno una di fronte l’altra, con i padroni di casa che avranno l’obiettivo di ufficializzare davanti ai propri tifosi il titolo di campioni d’inverno, mentre i romanisti dovranno rialzare la testa per non perdere la scia-Champions del Milan.

Quali sono però i migliori precedenti? Quale il match più bello in assoluto messo in piedi dalle due squadre? Qual è il migliore dal punto di vista bianconero? E quello dal punto di vista giallorosso? Scopriamoli.

IL CAPOLAVORO: JUVENTUS-ROMA 3-2 – 05/10/14

Famosa come la gara delle polemiche, addirittura l’arbitro Gianluca Rocchi fu chiamato in tribunale a parlare. Quella che si disputa a ridosso dell’inverno è una gara che vale tantissimo. Le due compagini arrivano una contro l’altra da prime della classe, appaiate in classifica a pari punti.

La Roma di Francesco Totti contro la Juventus di Andrea Pirlo.

Undici minuti sul cronometro e la vecchia signora chiede un calcio di rigore per un fallo di Holebas su Marchisio, ma il fischietto lascia correre.

Quasi mezzora e Pirlo va sul pallone: è la sua mattonella. L’arbitro dice agli uomini in barriera “attenti alle mani”. L’ex Milan e Inter la mette dentro e Maicon la tocca di braccio. L’arbitro indica il dischetto fra chi dice che è dentro e chi dice che è fuori area.

Dagli undici metri va Tevez che fa 1-0, mentre Rudi Garcia viene cacciato anzitempo dopo aver mimato il violino come a dire “sempre la stessa musica”.

Passano pochi minuti e Lichsteiner placca Totti a palla lontana in area di rigore su cross a spiovere del giallorosso Miralem Pjanic. Per Rocchi stavolta il penalty è per la squadra della capitale. I calciatori bianconeri non ci stanno e sbracciano, ma l’uomo in maglia fluo non ci ripensa. Sul pallone è capitan Francesco Totti a pareggiare i conti.

Manca un minuto prima del duplice fischio e Gervinho serve egregiamente un compagno in avanti: la retroguardia bianconera dorme e Iturbe, che si era inserito benissimo fra le linee, batte Buffon. Allo Juventus Stadium la Roma è in vantaggio.

Emozioni fino all’ultimo secondo: la squadra capitolina riparte veloce e, mentre Caceres si infortuna, Gervinho ha sui suoi piedi il pallone per chiudere la gara anzitempo, ma sbaglia tutto. Allora ripartono i padroni di casa con Pogba che prova a inserirsi in are di rigore ma viene steso da Pjanic: per Rocchi è ancora calcio di rigore. Gli ospiti si lamentano e il bosniaco assicura fosse fuori area mentre Tevez, allo scadere, fa 2-2.

Dopo il tè caldo, Pjanic si divora un gol e la Juventus prende piede.

Quella storica gara si risolverà solamente a cinque dalla fine, con Bonucci che, direttamente da calcio d’angolo, farà partire un bolide da fuori area che trafiggerà l’incolpevole Skorupski, fra le proteste della difesa giallorossa, che chiede una posizione di fuorigioco attiva del centrocampista cileno Arturo Vidal.

All’ultimo c’è anche il tempo per due cartellini rossi, quelli dati a Morata e Manolas, che si appiccicano nel finale. Quella gara darà il via alla Juventus per raggiungere il quarto scudetto di fila. I capitolini chiuderanno al secondo posto ma con diciassette punti in meno della prima classificata.

IL MIGLIORE PER I BIANCONERI: JUVENTUS ROMA 4-0 – 22/04/12

La stagione 2011-12 è ufficialmente la prima annata in cui la Juventus torna ad esser quella ruggente signora che noi tutti conoscevamo. E lo fa chiamando la bandiera bianconera Antonio Conte in panchina, dopo la gavetta a Siena, Bari e Bergamo.

Il calciomercato della squadra di Torino è corposo e mirato: in cabina di regia viene prelevato dal Milan Andrea Pirlo, a centrocampo arriva dal Leverkusen Arturo Vidal, sulla corsia laterale la Juve punta sulla corsa dello svizzero Lichtsteiner, reduce da una stagione ottima in maglia laziale; infine davanti tutto il peso dell’attacco viene consegnato a Mirko Vucinic, centravanti montenegrino che a Roma segna e stupisce.

Quando Roma e Juventus si affrontano in quel di marzo i padroni di casa sono lanciati verso lo scudetto. Il Milan, fresco campione d’Italia, è l’unico vero ostacolo da superare. I giallorossi, invece, crollano settimana dopo settimana, colpa di una gestione dirigenziale errata specialmente in sede di mercato.

E difatti la vecchia signora di sconti non ne fa: il grande ex Mirko Vucinic scambia con De Ceglie e pesca Arturo Vidal al centro dell’area di rigore che col piattone fa secco Stekelemburg.

Non c’è tempo di respirare che all’ottavo minuto i padroni di casa raddoppiano: Quagliarella sbatte contro De Rossi. Il centrocampista romano si sbraccia per chiedere un fallo ma l’arbitro fa segno di no; il pallone arriva ancora a Vucinic che vede con la coda dell’occhio Vidal e lo serve. L’autore della prima marcatura di prima intenzione da posizione defilata segna ancora.

In campo c’è solo una squadra ed è strisciata: Marchisio allarga per Lichtsteiner che pesca in mezzo Mirko Vucinic ma stavolta ci arriva il gigante olandese estremo difensore della Roma.

Se su Vucinic ci è arrivato, lo stesso non si può dire su Marchisio: una manciata di minuti e il montenegrino serve il principe al centro dell’area; l’inserimento è ottimo e Stekelemburg non può far altro che travolgere il centrocampista, procurando il calcio di rigore e prendendosi anche il cartellino rosso diretto.

Dal dischetto va Andrea Pirlo che prima se lo fa parare dal neoentrato Curci ma su ribattuta non sbaglia: 3-0.

La Juventus per due volte sfiora il poker, prima con De Ceglie da fuori e dopo con Quagliarella in girata. Alla fine la quarta marcatura arriva davvero: il gol dell’umiliazione lo segna un giovane Claudio Marchisio con un perfetta diagonale da fuori area.

A fine stagione quella Juventus vincerà il campionato, tornando sul tetto d’Italia dopo sei anni (ufficialmente otto), mentre la Roma chiuderà la peggior stagione della sua storia perdendo anche la finale di Coppa Italia contro gli odiati cugini laziali.

LA MIGLIORE PER I GIALLOROSSI: JUVENTUS ROMA 1-2 – 23/01/10

La Juventus ormai è abituata nei derby: quando arrivano gli ultimi minuti ecco la rete decisiva e la grande beffa per il Torino. Da diversi anni ormai succede. Nella storia, però, anche i bianconeri hanno subito delle reti nella famosa zona-Cesarini che hanno segnato momenti storici negativi.

Ci avviamo verso la fine del primo mese dell’anno e Juventus-Roma è il match di cartello in calendario. La Roma è terza. Corre e sta correndo, ma davanti le due milanesi paiono imprendibili. La Juventus, invece, dalla parte opposta, viene dagli incubi di Verona contro il Chievo.

Primi minuti e già tutti restano a bocca aperta: Totti resta in panchina, mentre davanti il trio titolare giallorosso è Taddei-Vucinic-Perrotta a supporto del bomber Luca Toni.

I bianconeri, invece, giocano con l’attacco a due Del Piero-Amauri, supportati dal trequartista Diego.

Nemmeno il tempo di iniziare a giocare che l’ex viola Toni si fa male. Il ginocchio non regge e mister Claudio Ranieri manda in campo capitan Totti.

Il primo tempo è tanta tensione e poca intensità: la Juventus non ha un gioco limpido e fatica ad arrivare dalle parti di Julio Sergio; i capitolini, invece, concretizzano poco, con Vucinic che sbaglia davvero troppo.

Ranieri è sulla panchina giallorossa da quando è subentrato a Luciano Spalletti, scappato in Russia per allenare lo Zenit. Ha preso una squadra da metà-bassa classifica e l’ha trasformata in una compagine da Champions League.

La Roma lotta e combatte su ogni pallone ma dopo sei minuti dall’inizio del nuovo tempo sono i bianconeri a far gol: Del Piero trova la rete della domenica, incassando botte ma trovando comunque lo specchio. Rete bellissima che vale il vantaggio dei padroni di casa.

I giocatori della Roma chiedono all’arbitro di annullarlo per fuorigioco di Pinturicchio, ma mister Ranieri mette in chiaro che il gol è valido.

Dopo il vantaggio torinese è la Roma a gettarsi in avanti è al 67′ Chiellini disattento si perde Taddei e Grosso è costretto a stenderlo: calcio di rigore!

Dagli undici metri si presenta Francesco Totti e pareggia i conti. Non aveva mai segnato prima contro la Juventus.

E a questo punto sale in cattedra quello che ad oggi è ancora considerato un eroe dai tifosi romanisti: John Arne Riise. Il “roscio” scappa via sulla fascia e si immola verso la porta bianconera. Gianluigi Buffon è costretto ad uscire dalla sua area di rigore e lo stende come ultimo uomo: cartellino rosso.

Entra Manninger.

Al 92′, però, il risultato è ancora fermo sull’1-1. E Riise lo racconta così:

“Probabilmente il gol alla Juventus è quello che mi ha semplificato la carriera a Roma. Pizarro aveva preso il pallone, ho subito pensato che era l’ultimo minuto e di buttarmi in area. L’area era vuota, non c’erano Totti, Vucinic, Perrotta e ho pensato di andare. Ho sbracciato per farmi vedere da Pizarro e fargli capire che ero solo sul secondo palo, lui con la sua grande visione di gioco mi ha servito una palla perfetta. Mentre la palla scendeva ho pensato per un attimo di rimetterla al centro per un compagno, oppure stopparla e tirare, ma come si avvicinava ho pensato di colpirla di testa. Vedere la palla entrare è stato… non sapevo nemmeno cosa fare. Ho cominciato a correre verso la curva, non vedevo i compagni, feci loro solo segno di seguirmi”.

Quella Roma sarà un vero e proprio miracolo: partendo da un malus inimmaginabile, Ranieri recuperò l’armata interista, sconfiggendola con la rete di Luca Toni e superandola in classifica la notte del derby. Quella rincorsa da sogno, però, finirà con la sconfitta contro la Sampdoria di Pazzini, che farà crollare i sogni scudetto di una piazza che lo aspettava da quasi un decennio.

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Flash News

Piquè favorevole alla riduzione di squadre in Liga: “Meno partite e più competitive”

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barcellona

L’ex difensore e capitano del Barcellona, Gerard Piquèè stato intervistato al Marca business sport Forum. L’argomento principale sicuramente quello riguardo la possibile riduzione delle squadre in Liga. Lo spagnolo è favorevole a questa iniziativa, prendendo come esempio i format usati in America, in particolare con la NFL.

LE DICHIARAZIONI

NUOVO FORMAT “Alla fine, lo sport sta andando verso competizioni più brevi e uniche. L’esempio chiaro è la NLF, ci sono quattro mesi di competizione e il Paese è paralizzato. Avete record di ascolti. Penso che il calcio dovrebbe andare in quella direzione.”

TROPPE PARTITE“Serve che tutte le organizzazioni si riuniscano e dicano: ‘non è possibile che ci siano 80 partite in un anno’. Ci sono troppe partite e la gente non sa nemmeno cosa si gioca. E poi a livello sportivo il livello scende.”

NUOVO CALENDARIO“Servirebbe un calendario con meno partite che però sarebbe più competitive. Invece di campionati da 20 squadre, passare a 16 o anche 14.”

 

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Flash News

Monza-Juventus, Allegri: “Da Locatelli e l’attacco al mio futuro, vi dico tutto”

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LE PAROLE DI MAX ALLEGRI IN CONFERENZA ALLA VIGILIA DI MONZA-JUVENTUS – Max Allegri ha parlato in conferenza alla vigilia del match tra Monza e Juventus. In attesa dell’esito del big match di giornata di domenica sera tra Napoli e Inter, i bianconeri, vincendo a Monza, potrebbero portarsi in testa alla classifica. Un campo tosto quello dei brianzoli che nella scorsa stagione hanno fatto bottino pieno contro la Juve. La squadra allenata da Max Allegri è ancora alle prese con diversi infortuni. Il tecnico toscano si è soffermato su questo aspetto, fornendo aggiornamenti su diversi giocatori oltre che approfondire anche il discorso riguardante il proprio futuro sulla panchina del club. Di seguito, tutte le dichiarazioni di Allegri alla vigilia di Monza-Juventus: 

LE PAROLE DI MAX ALLEGRI ALLA VIGILIA DI MONZA-JUVENTUS

DERBY D’ITALIA – “Cammino in discesa dopo il derby d’Italia? Sarebbe commettere un errore inspiegabile, noi sappiamo i nostri limiti. La classifica è buona, ma non si è fatto ancora nulla, appena lasci un attimo approccio e intensità rischi di perdere. Vincere partite non è facile, ne abbiamo 6 da qui al girone d’andata, di cui 4 sono trasferte. Ancora è tutto da giocare e bisogna fare un passo per volta. Il Monza fa la differenza nella fase difensiva e lo dicono i numeri: sarà una partita molto difficile”.

OBIETTIVI – “Ottimismo sullo scudetto? Io in spogliatoio non ci entro, è sacro. Il desiderio più importante deve essere la partita di domani. Non scordiamoci che rimanere fuori dalla Champions quest’anno è stato un danno tecnico ed economico. Noi abbiamo il dovere di costruire un’annata per tornare all’obiettivo minimo: giocare la Champions l’anno prossimo. Domani voglio vedere la Juve delle prime 13 giornate. Non possiamo permetterci di sottovalutare nessuno, ci vuole grande rispetto per tutti e dobbiamo giocare sempre da squadra come fatto finora. Noi guardiamo la quinta, bisogna scappare da chi c’è dietro e non guardare davanti. Resta motivo di orgoglio essere a 2 punti dall’Inter, ma bisogna guardare dietro perché nel calcio le cose cambiano in fretta. Non bisogna mantenere, ma migliorare di giorno in giorno”.

INFORTUNI – “Monza imbattuto in casa? Oltre che imbattuti, il Monza ci ha portato via 6 punti l’anno scorso e abbiamo fatto 0 gol a loro. Sarà una partita difficile e importante come quelle a seguire. È importante per dare seguito al pari con l’Inter. Danilo e Alex Sandro saranno a disposizione, seppur non al 100%. Per Locatelli valuteremo oggi, è un problema di dolore, l’altro giorno è entrato, vediamo oggi. Oggi dovrò vedere l’allenamento per capire su Manuel e su Nicolussi-Caviglia, che ha fatto una gara importante. Se no troveremo una soluzione e in qualche modo faremo”.

ATTACCO – “Monza imbattuto in casa? Oltre che imbattuti, il Monza ci ha portato via 6 punti l’anno scorso e abbiamo fatto 0 gol a loro. Sarà una partita difficile e importante come quelle a seguire. È importante per dare seguito al pari con l’Inter. Danilo e Alex Sandro saranno a disposizione, seppur non al 100%. Per Locatelli valuteremo oggi, è un problema di dolore, l’altro giorno è entrato, vediamo oggi. Oggi dovrò vedere l’allenamento per capire su Manuel e su Nicolussi-Caviglia, che ha fatto una gara importante. Se no troveremo una soluzione e in qualche modo faremo. Settimo attacco? 5 Vlahovic, 4 Chiesa, mancano quelli di Kean, Milik, Yildiz… L’importante è vincere le partite. Stiamo lavorando sui gol delle punte, cerchiamo di migliorare”.

GALLIANI – “Un amico, ci diamo del tu ormai, ci siamo dati del lei per tanti anni. È un dirigente di altissimo valore, sono fortunato ad aver lavorato con lui e ad avere ancora oggi un rapporto con lui. Siamo legati da un bel rapporto affettivo”.

PALLADINO – “Galliani come al solito non ha sbagliato allenatore. Sta facendo molto bene Palladino e sono certo che nella sua evoluzione può solo crescere, non parlo solo di campo. Potrà fare un’ottima carriera, ci son dei giovani allenatori bravi. E poi accanto ha Galliani, che è un dirigente di grande genialità”.

 

 

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Champions League

Rimonta da urlo dell’Inter, il Napoli crolla nel finale: i resoconti

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Inter

Serata di Champions dalle mille emozioni per Inter e Napoli. Primo tempo da dimenticare per i nerazzurri, sotto 3-0 all’intervallo col Benfica grazie alla tripletta dell’ex Joao Mario. Al rientro dagli spogliatoi, grande reazione gli uomini di Inzaghi che riescono a trovare una super rimonta con il 3-3 finale. Succede di tutto anche al Bernabeu. In casa del Real Madrid, il Napoli prima la sblocca, poi la riprende con Anguissa e, alla fine perde 4-2. I resoconti dei match.

IL RESOCONTO BENFICA-INTER

Serata che parte malissimo per l’Inter. Al Da Luz sembra essere la serata dell’ex Joao Mario, capace di annichilire i nerazzurri con una tripletta nei primi 34 minuti di gioco. La serata di grazia del portoghese si apre dopo soli 5 minuti, quando è abile a raccogliere la sponda di Tengstedt e mettere il pallone all’angolino. Il raddoppio del Benfica arriva in maniera anche abbastanza fortunosa: palla persa da Asllani a centrocampo e ripartenza culminata con un rimpallo tra Bisseck e Rafa. Il pallone arriva poi tra i piedi di Joao Mario che non sbaglia. La timida risposta interista è rappresentata dall’errore di Arnautovic nell’uno contro uno con Trubin. I padroni di casa non si fermano e arriva anche il 3-0, sempre propiziato da un ispiratissimo Tengstedt. Stavolta l’attaccante danese serve un cross delizioso sempre per Joao Mario che, da due passi, mette in rete di testa.

Quella del secondo tempo è tutta un’altra Inter. Gli uomini di Inzaghi ci mettono carattere e riescono a tornare in partita con il tap in vincente di Arnautovic. Sull’onda dell’entusiasmo arriva anche il 3-2 firmato da Frattesi. Gran gol dell’ex Sassuolo che, su cross di Acerbi, trova la rete con un gran tiro al volo. Dopo aver corso un enorme rischio con il salvataggio di Bisseck su Tengstedt, arriva il clamoroso 3-3. Pestone in area di Otamendi su Thuram: dal dischetto va un glaciale Alexis Sanchez che non sbaglia e trova un insperato pareggio. Emozioni anche nel finale con il grande intervento di Audero su Di Maria e l’espulsione di Antonio Silva. Match che però si chiude con un pirotecnico 3-3.

IL RESOCONTO DI REAL MADRID-NAPOLI

Avvio pazzesco al Bernabeu dove, dopo soli 9 minuti, a passare è il Napoli. I partenopei trovano il gol grazie a una bella azione chiusa con l’appoggi di Di Lorenzo per Simeone, bravo a farsi trovare pronto e mettere in rete. Giusto il tempo di ribattere e il Real ha già pareggiato: azione solitaria di Rodrygo e gran destro all’incrocio. Spinti dal proprio pubblico i Blancos trovano anche il raddoppio con il solito Bellingham. L’inglese si inserisce alle spalle di un incerto Natan e, di testa, batte Meret sfruttando al meglio il perfetto lancio di Alaba.

Dopo l’equilibrio di fine primo tempo, al rientro dagli spogliatoi ricominciano le emozioni ancora grazie al Napoli. La squadra di Mazzarri trova il pareggio grazie ad un gran destro di Anguissa che, dopo un primo tentativo murato, trova un grande angolo da posizione defilata. Il Real Madrid riesce a ritagliarsi subito l’opportunità per il nuovo vantaggio ma Joselu, da pochi passi, non riesce a coordinarsi. Il Napoli lotta ma crolla nel finale. Il Real, grazie ad una vistosa incertezza di Meret, trova prima il 3-2 con il destro dalla distanza di Nico Paz. Poi, mette anche il punto esclamativo con il tap in di Joselu su assist di Bellingham. 4-2 il risultato finale.

COME CAMBIANO LE CLASSIFICHE DEI GIRONI

GRUPPO D

  1. Real Sociedad 11
  2. Inter 11
  3. Salisburgo 4
  4. Benfica 1

GRUPPO

  1. Real Madrid 15
  2. Napoli 7
  3. Braga 4
  4. Union Berlino 2

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Calcio Internazionale

Mazzarri torna in Champions dopo undici anni: a che punto è il suo Napoli per l’esame Real Madrid?

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Napoli - Real Madrid

Il Napoli si prepara alla grande sfida di Champions League contro il Real Madrid al Bernabeu. Dopo la sfida di andata vinta dai Blancos per 2-3, dove il Napoli aveva dato comunque dimostrazione di potersela giocare con una delle migliori squadre d’Europa, questa volta ci sarà un’importante differenza, ovvero chi si siederà nella panchina degli attuali campioni d’Italia. Walter Mazzarri torna nel palcoscenico più importante d’Europa a distanza di 11 anni, quando con i partenopei, riuscì a far sognare i tifosi anche nella massima competizione europea.

Il magico trio Lavezzi-Cavani-Hamsik, trascinatori del primo Napoli di Mazzarri, aveva infatti riportato dopo 21 anni gli azzurri in Champions League, trovando un girone ostico con Bayern Monaco, Manchester City e Villarreal. Nonostante il grande livello, i campani riuscirono a piazzarsi in seconda posizione, trovando quindi l’accesso agli ottavi di finale per la prima volta nella storia. Con il Chelsea si sfiorò l’impresa: all’andate al San Paolo finì 3-1 con doppietta di Lavezzi e un gol di Cavani. Allo Stamford Bridge poi la disfatta, con la vittoria da parte dei futuri campioni d’Europa di Roberto Di Matteo per 4-1 ai tempi supplementari con il decisivo gol di Ivanovic.

Come si farà trovare la formazione di Mazzarri?

LA SITUAZIONE NEL GIRONE

Il girone C composta da Real Madrid, Napoli, Braga e Union Berlino vede le prime due squadre in prima e seconda posizione, rispettivamente a 12 e 7 punti. La formazione di Carlo Ancelotti è infatti a punteggio pieno fino a questo momento. Il Napoli ha portato a casa due vittorie, la sconfitta appunto con il Real Madrid e l’ultimo risultato che è il pareggio con l’Union Berlino, che aveva già fatto mettere in dubbio la definitiva posizione di Rudi Garcia, che da lì a pochi giorni verrà esonerato da Aurelio De Laurentiis. Il patron del Napoli ha quindi deciso di affidare la panchina ad un traghettatore. Un uomo di fiducia, che come raccontato in precedenza, ha già portato buoni risultati e conosce l’ambiente.

“Quando mi ha chiamato gli ho fatto capire che una squadra così importante l’avrei allenata ancora volentieri, e lui avrà pensato che ero l’allenatore giusto. Col presidente c’è stato un po’ di gelo per un paio d’anni dopo che sono andato via, ma ora è un amico, mi ha chiamato anche in occasioni diverse, magari per chiedermi consigli sui giocatori. C’è un rapporto di stima reciproca e considerazione. Domani sarebbe bellissimo se riuscissimo a fare risultato e passare il turno già domani, però se non dovesse essere così ci sarà l’ultima che sarà come una finale. Contro un’avversaria di valore, ma non come il Real Madrid”.

Walter Mazzarri, intervista a Sky Sport

Con la fiducia dell’importante esordio con vittoria di Bergamo per 2-1 contro l’Atalanta, Mazzarri dovrà affrontare qualche dubbio di formazione per affrontare una della favorite al titolo.

“Continuità dopo i segnali di Bergamo? Quello lo vedremo. Siamo coscienti di giocare contro una squadra top nel mondo contro un allenatore bravissimo che ha vinto tutto. Conosciamo le difficoltà ma questo è affascinante e bello e speriamo di fare il meglio possibile”.

LA FORMAZIONE

Mazzarri pronto a confermare il 4-3-3 che ha convinto per compattezza del gruppo contro l’Atalanta in campionato. In porta torna Meret, in difesa Di Lorenzo a destra, centrali confermati Rrahmani e Natan. Sulla sinistra visto il grave infortunio di Olivera, è pronto Juan Jesus. A centrocampo con tutta probabilità verrà riproposto la mediana con Anguissa, in ripresa vista l’ottima prestazione di Bergamo, Lobotka e Zielinski.

In attacco ecco il grande dubbio: sono confermati Politano e Kvaratskhelia confermati come due ali d’attacco, resta da capire il grande dubbio su Raspadori e Osimhen. Il nigeriano è rientrato nello scorso turno di campionato ma anche Mazzarri ha voluto chiarire la situazione:

“Osimhen partirà titolare? Gli devo parlare. Quando ci sono partite così ravvicinate bisogna parlare con i ragazzi. Anche con chi ha fatto una partita intensa a Bergamo: devo capire se stanno bene. Di sicuro Osimhen non ha i 90′ nelle gambe: se partirà dall’inizio o giocherà a partita in corso lo deciderò dopo aver parlato con lui e con lo staff medico”.

Walter Mazzarri, intervista a Sky Sport

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