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Quanto vale Federico Chiesa ?

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Quanto vale Federico Chiesa ?

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Chiariamo subito una cosa. Federico Chiesa è uno dei giovani più forti che il calcio italiano abbia visto esplodere negli ultimi dieci anni. E probabilmente è anche uno dei talenti italiani più ambiti in campo nazionale e internazionale. Federico Chiesa è, al netto degli equivoci, un calciatore squisito. Lo è perché a soli ventun’anni di età si è meritato una fascia di capitano pesantissima, perché si è imposto naturalmente a leader tecnico e emotivo all’interno di una squadra che si è rivelata fragilissima e soprattutto perché è riuscito a diventare un giocatore con la G maiuscola. Oltretutto, senza che venisse scomodato un paragone alquanto azzardato come quello con suo padre Enrico, stella del calcio made in Italy degli anni ’90.

Dopo la scomparsa di Davide Astori sono stati German Pezzella e Federico Chiesa a ereditare la fascia di capitano. I nuovi leader di un gruppo scosso dall’addio prematuro del proprio capitano e che è ancora a caccia di certezze.

“E’ stata un’emozione ricordare Davide. Il primo giorno in ritiro i primi ad accogliermi furono Astori e Bernardeschi. Davide ci ha trasmesso valori che portiamo avanti sempre, noi così come tutto il calcio italiano. E’ sempre con noi, ogni giorno.”

Enrico e Federico Chiesa hanno molte cose in comune, ma la più importante è senza dubbio l’enorme quantità di talento, un tratto genetico di fronte al quale è impossibile rimanere indifferenti. La postura, l’atletismo, il dinamismo di Federico ricordano quelle del padre che di soddisfazioni, in carriera, se n’è tolte tantissime. Per esplodere Enrico, però, attende addirittura i 26 anni: nella stagione 1995-96 realizza la bellezza di 22 reti con la maglia della Sampdoria, vola con la Nazionale ad Euro ’96 e poi passa al leggendario Parma del “Dream Team” con il quale alza Coppa Italia e Coppa Uefa. Dopo una sfortunata parentesi alla Lazio, Chiesa senior chiude la sua bellissima carriera al Siena. Una carriera che forse lo ha visto esplodere tardi, ed è qui la prima grande e sostanziale differenza con Chiesa junior. Federico esordisce in Seria A a 18 anni allo Juventus Stadium, lanciato tra i titolari da Paulo Sousa e raggiunge la maglia azzurra a 19. L’esterno della Fiorentina è agli occhi di tutti il miglior talento del nuovo ciclo azzurro di Roberto Mancini (prima compagno poi allenatore del padre Enrico), su di lui sono riposte le speranze di rinascita di una Nazionale che di talenti ultimamente ne ha visti davvero pochi ed è proprio per questo motivo che dai suoi piedi, educatissimi e raffinati, e dalle sue giocate, sempre imprevedibili, ci si aspetta qualcosa in più.

Federico Chiesa si è sin da subito imposto all’interno del progetto azzurro di Roberto Mancini. Ha collezionato fin qui 11 presenze, esordendo il 23 Marzo 2018 nell’amichevole persa 2-0 contro l’Argentina. Nonostante la giovanissima età, Chiesa non si è mai nascosto e in campo è sempre stato tra i migliori e i più propositivi. Il futuro è qui.

Una premessa necessaria per poter sgomberare eventuali critiche ad un’analisi che, invece, verte più che altro sui numeri di una stagione, quella appena passata, che lo ha visto rendere al di sotto delle aspettative. L’annata anonima, a tratti disastrosa, della Fiorentina ha per forza di cose influenzato il rendimento del numero 25 della Fiorentina che però non è mai riuscito, soprattutto nel finale di stagione, a prendersi sulle spalle una squadra smarrita e debole sotto tutti i punti di vista. Al netto di quanto appena detto, oggi, è difficile non contestare la valutazione del cartellino di Chiesa che ne fa la Fiorentina. Siamo sicuri che Federico Chiesa valga davvero 70 milioni di euro?

TALENTO INESPRESSO

Una cosa è certa: la stagione della Fiorentina è stata una delle peggiori che si ricordi degli ultimi anni. La Viola ha chiuso l’anno 2018-2019 al sedicesimo posto, 41 punti in classifica come Cagliari e Parma, registrando un clamoroso -16 rispetto ai punti totalizzati lo scorso anno, chiuso invece all’ottavo posto. Per una squadra di grande tradizione come la Fiorentina che ha abituato i suoi tifosi a lottare quantomeno per un posto in Europa League, rischiare la retrocessione fino all’ultima partita è stato sicuramente qualcosa di sorprendente, oltre che di deludente. Lo 0-0 dell’ultima giornata con il quale sia Fiorentina sia Genoa hanno portato a casa una faticosissima salvezza ha assunto le sembianze di un “biscotto” che ha imbarazzato un po’ tutti. In tutto questo emergono dati e numeri che per la Fiorentina paiono assurdi ma che forse sono le uniche armi oggettive in grado di fotografare una situazione che a Firenze è sempre più delicata.

L’ultima vittoria della Fiorentina risale al 17 Febbraio, arrivata a Ferrara con un sonoro 1-4, comunque sofferto e che vide il VAR grande protagonista. Per l’ultima vittoria casalinga, invece, bisogna riavvolgere il nastro fino al 30 Gennaio, quando gli uomini di Pioli surclassarono sotto una pioggia battente la Roma di Di Francesco con un 7-1 in Coppa Italia. E’ stato questo il miglior momento della stagione vissuto dalla squadra toscana, che dopo aver tramortito i giallorossi hanno faticato tantissimo al “Franchi”, spesso rivelatosi campo difficile per tutti, anche per gli stessi giocatori viola. Nelle ultime 11 partite, dopo l’ultima pausa per la Nazionale, la Fiorentina ha racimolato solamente 4 punti, perdendo ben sette partite, tra cui le sconfitte casalinghe con Frosinone, Sassuolo e Milan e cadendo alla penultima contro il Parma.

In un contesto contornato da numeri così inquietanti come quello della Fiorentina è impossibile non dare spazio al giocatore di maggior talento della rosa, quel Federico Chiesa oggetto della nostra analisi. E’ innegabile che da Chiesa ci si aspettasse qualcosa in più, al suo terzo anno tra i pro e chiamato alla naturale consacrazione. La prima e la seconda stagione in maglia viola ci avevano presentato un Chiesa potenzialmente fortissimo, in grado di spaccare le partite con una delle sue classiche accelerazioni, un giovane talento in erba al quale bastava solo un po’ di esperienza tra i grandi per poter ambire a diventare uno dei più forti giocatori del panorama italiano. Ma anche in questo caso per andare a comprendere quanto in realtà sia stata al di sotto delle aspettative la stagione del gioiello della Fiorentina ci vengono in aiuto i numeri e le statistiche, fredde sì ma mai fini a sé stesse.

Il primo grande limite che a Chiesa è stato fatto sempre notare è la scarsa vena realizzativa. Si vince segnando un gol in più degli avversari, e se si hanno difficoltà davanti la porta evidentemente c’è un problema da risolvere. Persino il C.T. Mancini, che su Chiesa ci ha puntato da subito, gli ha spesso contestato la poca concretezza sotto porta, un fattore tutt’altro che irrilevante per un giocatore che di fatto gioca prevalentemente nella trequarti avversaria. Nel corso della stagione appena conclusa il talento classe ’97 ha realizzato 6 gol e 3 assist. Numeri che andrebbero bene per giocatori “normali”, ma che se parliamo di Chiesa ci lasciano un po’ interdetti. Soprattutto per un giocatore valutato ben 70 milioni. I dati rilevati dal sito di analisi statistica understat.com pone l’accento sulla notevole differenza tra i gol segnati, 6, e gli xG (expected goal), il cui valore si attesta sui 9.37. Eppure la stagione di Chiesa ha vissuto un momento che dal punto di vista realizzativo ha sorpreso tutti. Nel primo scorcio di 2019 il 21enne figlio d’arte è stato l’uomo copertina del campionato e della Coppa Italia, competizione che ha visto i Viola fermarsi solo in semifinale. E torneo nel quale Chiesa è stato grande protagonista con 6 reti, tutte messe a segno tra ottavi, quarti e semifinali, eguagliando il record di Dybala nella stagione 2016-17.

https://twitter.com/IFTVofficial/status/1100870869302169601?s=20

Dopo una prima parte di stagione almeno convincente, da marzo in poi il rendimento dell’attaccante fiorentino è calato improvvisamente. L’ultimo gol realizzato da Chiesa è datato 15 marzo, a Cagliari. Poi in circa due mesi e mezzo il 21enne nativo di Genova é letteralmente sparito. Da quel momento non c’è ombra né di un gol né di un assist di Federico Chiesa, appiattitosi completamente così come la Fiorentina. Il turning point della stagione è da ricercare, ovviamente, nelle dimissioni di Stefano Pioli arrivate all’indomani della clamorosa sconfitta casalinga subita con il Frosinone. L’arrivo di Montella non ha provocato nessuno scossone all’interno di una squadra e di una società che, al contrario, si sono ritrovate in una condizione addirittura peggiore. La squadra si è sciolta emotivamente e psicologicamente, e Chiesa non è riuscito, suo malgrado, a dare quel qualcosa in più che avrebbe garantito ai toscani un finale di campionato sicuramente più sereno.

La grande esplosività in accelerazione e la grande abilità nel capovolgere un’azione da difensiva a offensiva sono spesso rese vane dalla poca lucidità al tiro di Chiesa. Ciò che manca al talento viola, infatti, è la capacità di leggere al meglio certe situazioni di gioco e prendere la decisione giusta. A volte troppo frenetico, a volte istintivo nella sua voglia di spaccare il mondo. L’età è dalla sua parte e Chiesa ha tutto il tempo a disposizione per poter valere fino in fondo questi famosi 70 milioni.

Le sole sei reti in campionato messe a segno da Chiesa sono il segnale di un cinismo ancora lontano dal raggiungersi. Anche considerando l’elevato numero di tiri scagliati verso la porta avversaria. Sempre secondo understat.com, dei 133 tiri tentati verso la porta, ben 64 sono arrivati da fuori area. E solo in due occasioni i tentativi in porta si sono trasformati in rete. Entrambe le volte, peraltro, è accaduto a Milano a San Siro.

La rete realizzata da Chiesa lo scorso Dicembre in occasione di Milan-Fiorentina 0-1. Sulla sinistra con un dribbling secco converge verso il centro e lascia partire un tiro di destro sul quale Donnarumma non può nulla.

Prima contro l’Inter – la deviazione decisiva di Skriniar ha indotto la Lega ad assegnare l’autogol al difensore slovacco- e poi contro il Milan, beffando Donnarumma con un tiro forte e preciso. In ogni caso la percentuale di realizzazione è bassissima, e in alcuni casi è evidente come Chiesa abbia abusato del tiro dalla lunga distanza, fondamentale sul quale dovrà lavorare. Non a caso si parla di un giocatore che tira mediamente 4 volte a partita ma che ha trovato la rete solo il 5% delle volte.

Mappa che ci mostra tutti i tiri tentati da Chiesa verso la porta avversaria. Come è possibile notare, i tiri verso lo specchio sono quasi equamente distribuiti tra area e fuori area, mentre quelli vincenti (pallini verdi) sono stati realizzati per lo più in area di rigore.

La media del campionato di xG per tiro tra le ali e i centrocampisti arriva al 10%. La media di Chiesa, invece, è significativamente inferiore. Un dato che poco ha a che fare con le difficoltà della Fiorentina, ma che invece ci porta a considerare il classe ’97 quasi un tiratore compulsivo. Il suo ruolo in campo lo porta, infatti, ad essere sempre pericoloso, è uno dei giocatori della Serie A che ha creato più occasioni da gol, ma allo stesso tempo proprio il suo ruolo da attaccante esterno dovrebbe spingerlo a trovare con più facilità la porta. A destra, più che a sinistra, Federico Chiesa ha dato il meglio di sé, sfruttando la sua innata qualità nel dribbling (174 in tutto il campionato, 2.1 tentativi riusciti a partita), il suo atletismo e la sua inconfondibile progressione palla al piede. Un altro aspetto sul quale Chiesa dovrà lavorare molto riguarda la gestione della palla, a volte troppo imprecisa e frenetica. Non è un caso che rispetto alle sue prime due stagioni in Serie A la media di key passes a partita sia scesa da 1.72 del 2017-18 a 1.60 dell’anno appena concluso, e altrettanto bassa è la percentuale di precisione dei passaggi che supera di poco il 70%; anche il numero di palle perse è aumentato a dismisura, arrivando a toccare la media di 3 palle perse per gara.

E GLI ALTRI?

Il prezzo e la valutazione di  un giocatore oggi lo fa il mercato più che le società. La Fiorentina valuta Federico Chiesa circa 70 milioni ma è interessante capire quale sia la valutazione di altri giocatori simili per caratteristiche a Chiesa ma che hanno vissuto stagioni migliori e sui quali pende una valutazione diversa. Il sito statsbomb.com propone un paragone molto interessante con la scorsa stagione di Malcolm. L’anno scorso, l’attuale giocatore del Barcellona ha infatti trascinato il suo Bordeaux ad un campionato molto positivo. Malcolm e Chiesa, con caratteristiche diverse, ricoprono il ruolo di ala destra e soprattutto lo fanno per società di grande tradizione come il Bordeaux e la Fiorentina. Il grafico di cui sotto ci mostra però le differenze del rendimento dei due, in cui il brasiliano è sploso in Ligue 1 con 12 gol e 7 assist mentre il numero 35 della Fiorentina si è fermato alla metà dei gol e degli assist del collega. Eppure Malcolm, protagonista dello scorso mercato estivo di un intrigo tra Barcellona e Roma, ha la stessa età del nostro Chiesa e quest’anno è stato poco utilizzato. Un altro calciatore del quale si potrebbe parlare a proposito è Richarlison, ala d’attacco brasiliana acquistata dall’Everton per circa 40 milioni, che a 22 anni  si è affermato definitivamente in Inghilterra.

Il sito statsbomb.com ha realizzato questa grafica in cui confronta la passata stagione del brasiliano Malcolm e quella corrente di Chiesa. Il primo aspetto che salta all’occhio è l’elevato numero di tiri a partita del giocatore della Fiorentina, che alza di conseguenza anche la quota degli xG90(0.29). I due giocatori hanno, dunque, numeri simili ma valutazioni completamente diverse. Il brasiliano è stato acquistato dal Barcellona per 40 milioni, che invece non basterebbero affatto per assicurarsi le prestazioni di Chiesa.

E in Italia? In Italia due esempi che potrebbero calzare a pennello potrebbero essere quelli di Riccardo Orsolini e Matteo Politano. Orsolini, la cui stagione ha preso una piega decisamente diversa con l’arrivo in panchina di Mihajlovic, ha trascinato il Bologna alla salvezza negli ultimi mesi. Classe ’97, perno della Nazionale under 21, con 8 gol e 5 assist ha contribuito in maniere determinante a portare il Bologna fuori dalle sabbie mobili chiudendo addirittura in decima posizione, impossibile da immaginare per come si era messa la stagione. Orsolini verrà definitivamente acquistato dal Bologna per 15 milioni di euro e il suo futuro potrebbe tingersi di rossonero, con il Milan sulle sue tracce. Il futuro di Matteo Politano invece è già scritto: l’Inter riscatterà il cartellino dal Sassuolo e lo farà spendendo tra i 20 e i 30 milioni a seconda delle contropartite tecniche in gioco. Dunque si parla di due giocatori di grande talento, titolari inamovibili delle proprie squadre ma il cui valore di mercato è ben lontano dai 70 milioni che invece la Fiorentina pretenderebbe per il proprio gioiello.

Julian Brandt è stato acquistato dal Borussia Dortmund che ha pagato la sua clausola rescissoria di 25 milioni. Classe ’96, ha vestito la maglia del Bayer Leverkusen dal Gennaio 2014, 215 presenze totali, 42 gol e 51 assist. Dopo la débâcle della Germania in Russia, Brandt è diventato insostituibile anche in Nazionale con la quale ha collezionato 24 presenze e 2 reti. Un giocatore di assoluto talento pagato un terzo della cifra che la Fiorentina chiede per Chiesa. Troppo pochi i 25 milioni o troppo “fuori mercato” i 70 milioni?

I casi più emblematici, a nostro modo di vedere, sono quelli di Julian Brandt e Thorgan Hazard. Entrambi sono stati appena acquistati dal Borussia Dortmund, che per avere entrambi ha speso poco più di 50 milioni. E considerando le cifre che girano sul mercato, quello del BVB è senza dubbio un doppio grande affare.

Il confronto con l’ultima stagione di Julian Brandt non regge. Il tedesco è praticamente in vantaggio in tutte le statistiche. Spicca l’elevato numero di kP90(key passes), 2.88 a partita e di xA90 (expected assist) 0.32 a gara, che meglio sottolineano la centralità di Brandt all’interno dell’ultimo Bayer Leverkusen. L’unica voce che vede avanti l’italiano riguarda la media di tiri a partita,3.94 a 2.18.

UN FUTURO TUTTO DA SCRIVERE

Con quale maglia giocherà il prossimo anno Chiesa ancora non si sa. Giusto così, anche perché la delicata annata della Fiorentina si è appena conclusa ed è giusto prendersi il tempo per riflettere, per tirare le somme, per valutare cosa può offrire il futuro. In Toscana il probabile cambio di presidenza può portare anche a rivoluzioni tecniche: Commisso, imprenditore italo-americano vicino all’acquisizione della società, crede fortemente di poter rilanciare la Viola nel calcio italiano e mondiale. Per farlo, però, è difficile voglia privarsi del suo miglior giocatore, Federico Chiesa.

La Juventus lo segue da quando praticamente ha esordito in Serie A, mentre dall’altra parte c’è l’Inter di Conte, il quale su Chiesa sembra voglia puntarci tantissimo. Due filosofie diverse, due modi di vedere il calcio antitetiche che però non hanno nessuna intenzione di volersi sfuggire un potenziale fuoriclasse che oggi, numeri alla mano, costa troppo, domani chissà.

 

 

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Futuro di Zurkowski ancora incerto: difficile il riscatto dell’Empoli dallo Spezia

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ZURKOWSKI EMPOLI – Szymon Zurkowski si sta ritrovando all’Empoli. Dopo il periodo difficile tra Fiorentina e Spezia, il polacco è tornato all’Empoli nel mercato di riparazione e ha avuto un impatto molto importante sulla stagione dei toscani, con 4 gol nelle prime due uscite in maglia azzurra – memorabile la tripletta segnata contro il Monza alla prima da titolare, dopo la rete all’esordio contro il Verona – che lo rendono tuttora il miglior marcatore stagionale dell’Empoli nonostante l’arrivo a metà campionato. Il suo rendimento è un po’ calato nelle ultime settimane, in cui – complice un infortunio alla caviglia – è apparso lievemente in ritardo, ma l’Empoli vorrebbe puntare su di lui anche nella prossima stagione.

ZURKOWSKI RESTA ALL’EMPOLI? IL RISCATTO È DIFFICILE

Sarà difficile, però, confermare il classe ’97 in rosa: la formula con cui si è trasferito nella finestra invernale, infatti, è quella del prestito con diritto di riscatto fissato a 5 milioni di euro ed esercitabile dagli azzurri a fine stagione. Questa valutazione, però è considerata eccessiva dai dirigenti del club toscano, che sembrano propensi a non esercitare il riscatto del polacco per poi trattare con lo Spezia per un nuovo accordo. La volontà dell’Empoli sarebbe quella di ottenere un nuovo prestito, ma resta da vedere se lo Spezia è disposto a rimandare in prestito il calciatore senza monetizzare da una sua cessione. Bisogna anche considerare, però, che in caso di cessione a titolo definitivo c’è una percentuale abbastanza importante che lo Spezia dovrebbe riconoscere alla Fiorentina, club da cui ha acquistato il calciatore nel 2023.

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Anche il Milan si inserisce nella corsa a Dorgu: sarebbe il vice-Theo

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IL MILAN GUARDA IN CASA LECCE, PUNTATO DORGU – A Milanello, come espressamente richiesto da RedBird, è il momento di continuare a tenere i conti a posto. Per farlo, bisogna ricorrere quasi obbligatoriamente a delle plusvalenze intelligenti e oculate. Ecco perché si vocifera che Patrick Dorgu sia finito nel mirino del Milan. É il profilo perfetto per quanto riguarda la filosofia di Moncada e Furlani: giocatore giovane, ma con alcune presenze tra i grandi, in rampa di lancio e con ottime potenzialità. Ed ovviamente il fattore che interessa maggiormente: il costo è contenuto e accessibile.

PATRICK DORGU, NUMERI E CARATTERISTICHE

Patrick Dorgu è un classe 2004, proveniente dal Nordsjaelland. Arrivato in Italia per circa 200mila euro, ora vale indicativamente 4/5 milioni. É l’ennesima genialata di quella vecchia volpe di Pantaleo Corvino, che con il suo fiuto per le grandi occasioni l’ha riconosciuta immediatamente e ha portato il calciatore a Lecce. Inizialmente impiegato in Primavera, durante questa stagione D’Aversa lo ha valutato durante il ritiro e gli ha concesso ben 21 presenze. Finora il ricordo che è rimasto più impresso di lui è lo spettacolare gol del 3-2 in un Lecce-Fiorentina, dove i salentini hanno clamorosamente ribaltato il risultato durante i minuti di recupero.

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Bremer potrebbe arricchire le casse del Toro con il suo addio alla Juve: i dettagli

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Gleison Bremer, giocatore della Juventus - Serie A, Coppa Italia

In queste ultime ore si sono infittite le voci che vedono il Manchester United interessato a Gleison Bremer della Juventus. Il prezzo non è stato specificato, ma sul centrale dei bianconeri pende una clausola rescissoria di 70 milioni (che sarà valida, però, dalla prossima stagione). E il Torino può sfregarsi le mani.

È anche vero che molto dirà la finestra di mercato estiva: la Juventus dovrà mantenere i propri capi saldi e fare cassa per rinforzarsi a centrocampo. Si tratta di un restyling che dovrà essere fatto bilancio alla mano. Bremer, però, è di quelli che la Juventus vorrebbe trattenere. Il discorso potrebbe cambiare con l’attivazione della clausola a partire dalla stagione 2025-2026: il pagamento di questa somma di denaro per l’acquisto del difensore brasiliano potrebbe arricchire non solo la Juventus, ma anche il Torino.

Al momento del passaggio dal Torino alla Juventus, nel contratto per l’acquisto di Bremer è stata sottoscritta una percentuale di rivendita pari al 10%. Dunque i granata potrebbero guadagnare 7 milioni da poter reinvestire sul mercato, nel caso in cui venisse esercitata la clausola da 70 milioni di euro.

Potrebbe essere un bel guadagno per un difensore non più granata da due stagioni. Questo introito sarebbe oro per il Torino che ha sostituito la sua solidità difensiva con un ‘canterano‘, Alessandro Buongiorno.

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Attenta Inter! Per Bento l’affare non è ancora chiuso: c’è concorrenza internazionale per il portiere

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L’Inter è al lavoro per pianificare il futuro della propria porta. Sommer ha 35 anni e nonostante continui a essere un portiere di sicura affidabilità, l’età comincia pesare. Ecco che da un bel po’ di tempo i dirigenti nerazzurri avrebbero sondato il terreno per Bento, portiere che milita nell’Athletico Paranaense. A questo proposito erano trapelate notizie che davano per chiuso l’affare con gli ultimi dettagli da perfezionare. Per tutta risposta, a gelare l’ambiente nerazzurro, è arrivata l’indiscrezione riportata dal quotidiano brasiliano Globo Esporte. Infatti, benché tra i nerazzurri e la squadra brasiliana ci sia un principio di accordo verbale, la trattativa è ancora lontana dall’andare in porto. Tra le cause c’è soprattutto l’interesse di altri club europei che avrebbero preso contatti informativi con l’Athletico Paranaense.

Tra le squadre che avrebbero bussato alla porta del club carioca per Bento ci sarebbe pure il Milan, il quale potrebbe farci pure un pensierino in caso di partenza di Maignan. Tuttavia a preoccupare la Beneamata è soprattutto la concorrenza dei club stranieri. Nella lista delle squadre interessate ci sarebbero il Chelsea, che è alla ricerca di un estremo difensore, il Wolverhampton e il Nottingham Forrest. L’inserimento dei club di Premier League potrebbe scatenare un’asta internazionale per Bento, cambiando di fatto le carte in tavola. La partita per avere Bento rimane ancora tutta da giocare per l’Inter che, però, ha già fatto i primi passi importanti per sbaragliare la folta concorrenza.

 

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