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Questo Bayern Monaco può davvero essere battuto?

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Questo Bayern Monaco può davvero essere battuto?

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L’imbattibilità è stata la caratteristica che ha accomunato le più grandi armate della storia. Gli eserciti più gloriosi che giungono alla nostra conoscenza sono quelli che raramente hanno conosciuto il sapore della sconfitta. Proprio come il Bayern Monaco, che non inciampa in una sconfitta in gare ufficiali – dalle quali è dunque omessa la sfida amichevole persa 5-2 contro il Norimberga lo scorso 11 gennaio – dallo scorso 7 dicembre 2019.

Da quel KO esterno per 2-1, incassato in casa del Borussia Monchengladbach, i tedeschi campioni di Germania hanno inanellato una striscia di 34 risultati utili consecutivi tra campionato e Champions League. Numeri da vera macchina da guerra, che dopo essersi portata a casa il triplete nella scorsa stagione ha già messo un nuovo trofeo in bacheca: la Supercoppa Europea, conquistata nella serata di ieri alla Puskas Arena contro il Siviglia, mentre il mirino si è ancora spostato in direzione Mondiale per Club.

Fonte: profilo Twitter Bayern Monaco

 

LA CURA FLICK

C’è un fattore da tenere obbligatoriamente in considerazione quando si analizza questo “Bayern 2020”: il cambio in panchina, con l’addio di Niko Kovac e l’arrivo di Hans-Dieter Flick, datato 3 novembre 2019. Sin dalle prime settimane di lavoro, il tecnico riesce a restituire allo spogliatoio una forma mentis e un atteggiamento degno di una squadra abituata a vincere, operazione tutt’altro che semplice da attuare avendo a che fare con giocatori già stracolmi di titoli e in avvicinamento alla fine di un glorioso ciclo. “The turn of the tide”, nelle parole di Winston Churchill: una vera e propria inversione della marea che dal momento dell’entrata in scena dell’allenatore classe ’65 porterà Muller e compagni a sbarazzarsi di tutti i rivali incontrati sul proprio cammino.

Da quando si è seduto sulla panchina dei Rossi, Flick ha commesso un solo passo falso, già citato, contro il Gladbach. Da quel match, è come se i suoi giocatori avessero nuovamente imparato a dominare. Basti pensare che ha chiuso la scorsa Bundesliga al primo posto di ogni statistica (o quasi): dal possesso palla (61,5%) ai duelli aerei vinti (54,2%), passando per i tiri effettuati a partita (18,1) e per la precisione nei passaggi (86,9%, alla pari col Dortmund) fino al rating (7,15%).

Immancabile il capocannoniere in casa: Robert Lewandowski, autore di 34 reti su 100 totali messe a segno dai bavaresi. Insomma un dominio in lungo e in largo quello esercitato da quella che può essere definita una delle migliori formazioni della storia recente del calcio, capace di umiliare nel verso senso della parola anche avversari con cui, almeno sulla carta, avrebbero dovuto giocarsela ad armi pari.

dal profilo IG @_rl9

LA FORMA PERFETTA

In sostanza, questa squadra è perfetta. E lo è a comiciare dalla rosa a disposizione: tra i pali figura un intramontabile Manuel Neuer, che dopo qualche scaramuccio con la società dovuto alla trattativa per il rinnovo del contratto si è ripreso la porta bavarese, difendendola come soltanto un vero leader sa fare. L’estremo difensore originario di Gelsenkirchen è rientrato prepotentemente in quella che, cestisticamente parlando, potremmo definire “Goat conversation”: in materia di migliore al mondo nel suo ruolo, è nuovamente obbligatorio citarlo.

Il pacchetto arretrato che Flick ha a disposizione vanta un mix tra esperienza e spregiudicatezza: Il coriaceo Jerome Boateng rappresenta ancora una montagna complicata da scalare, un punto fermo ed una guida per i più giovani Sule e Kouassi. Sugli esterni, Benjamin Pavard, Lucas Hernandez e soprattutto Alphonso Davis macinano chilometri su chilometri ed offrono un prezioso supporto in fase offensiva, oltre che crescente solidità in difesa. In più, la capacità di adattamento di un veterano come David Alaba concede versatilità alla struttura del reparto.

Il centrocampo bavarese è altrettanto ricco di talento, muscoli e elevato QI calcistico: orfano di Thiago Alcantara, ceduto al Liverpool, ora è tutto nei piedi di Goretzka e Kimmich, mentre Martinez e Tolisso offrono alternative di livello. Dalle retrovie, occhio a Michael Cuisance: classe ’99, talento da vendere.

Il reparto offensivo, quest’anno, è ancora più letale: con l’arrivo di Leroy Sané, da tempo oggetto dei desideri della dirigenza tedesca, Flick avrà un’arma in più da poter utilizzare. La macchina da gol rossa, che ha chiuso la scorsa Bundesliga a quota 100, vanta due tra i migliori al mondo nell’interpretazione del ruolo come Robert Lewandowski e Thomas Muller, maestri nel fabbricare reti ed assist in ogni modo possibile. Il reparto si completa con due incursori letali, Gnabry e Coman, spina nel fianco di qualsiasi difesa.

Fonte: profilo Twitter Bayern Monaco

L’EGEMONIA SI ARRESTERA’?

Flick ha ereditato una squadra di campioni con scarse motivazioni, le ha restituito lustro e questa l’ha ricompensato applicando alla perfezione le sue idee di calcio. Il Bayern regola l’andamento della partita, ne gestisce il ritmo con un palleggio dalle sfumature guardioliste. Quest’anno, come già scritto, sarà orfano di un metronomo come Thiago Alcantara, ma sarebbe un azzardo, almeno per il momento, parlare di cali qualitativi.

Quando non ha la palla, il primo pensiero nella testa dei tedeschi è, ovviamente: riconquistarla. Nella scorsa stagione, il pressing asfissiante – il famoso Gegenpressing – ha portato alla riconquista della palla il 34,7% del tempo. La fisicità e la condizione fisica, tenuta in ottimo stato anche durante il periodo di lockdown, sono fattori chiave che hanno reso questo Bayern imbattibile in uno dei momenti più complessi della storia del calcio. Inoltre, le rotazioni perfette degli uomini di Flick permettono di uscire da qualsiasi genere di situazione difficile.

La domanda che sorge spontanea è: questa squadra ha davvero dei punti deboli? In base a quanto visto dallo scorso dicembre ad oggi, sembrerebbe di no. Ogni grande armata della storia ha trovato, presto o tardi, un avversario sul proprio cammino capace di porre fine alla propria capacità di conquista. In alcune occasioni, solo il tempo ne è stato abile: sarà questo il caso del Bayern Monaco di Flick? Ai posteri l’ardua sentenza.

Immagine di copertina dal sito ufficiale del Bayern Monaco

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Pronostico Chelsea-Brighton, statistiche e consigli per la partita

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Dove vedere Chelsea-Brighton in tv e streaming

Domani alle 15 andrà in scena Chelsea-Brighton, partita valida per la 14′ giornata di Premier League dalle molteplici interpretazioni.
I ragazzi di De Zerbi, in caso di vittoria, aggancerebbero in zona Europa League il Tottenham, impegnato contro il Manchester City nel posticipo. I Seagulls, che non perdono dal 21 ottobre, vogliono continuare a stupire. Discorso diverso, invece, per i Blues, reduci dal pesante 4-1 subito contro il Newcastle, che cercano punti per avvicinarsi alle zone nobili della classifica.

I PRECEDENTI

La sfida di domani sarà appena il diciassettesimo confronto tra i due club e solamente il tredicesimo in Premier League. Il bilancio parla di 9 vittorie del Chelsea, l’ultima lo scorso 23 settembre in Carabao Cup (1-0, gol di Jackson), 5 pareggi e appena due affermazioni del Brighton.
L’ultimo incontro di Premier ha visto la vittoria dei Seagulls per 2-1 a Stamford Bridge, lo scorso 15 aprile, grazie alle reti di Welbeck ed Enciso, dopo l’iniziale vantaggio dei Blues con Gallagher.

PRONOSTICO CHELSEA-BRIGHTON

Il pronostico della vigilia pende decisamente in favore della squadra di De Zerbi, reduce dalla vittoria contro l’AEK Atene in Europa League e, in generale, in serie positiva da sette partite. La vittoria per il Chelsea, invece, manca dal 6 novembre (1-4 al Tottenham).

Nonostante questo, i bookmakers quotano la vittoria dei padroni di casa a 1.65, mentre il 2 è attualmente a quota 4.20, poco più alto del pareggio, fermo a 4.

Il consiglio della redazione, invece, cade su un Over 2,5quotato a 1,57, visto lo spettacolo che la partita promette e la propensione offensiva delle due squadre, che hanno visto questo risultato verificarsi nel 66% delle partite disputate finora.

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Preferisco la Coppa: Coppa dei Campioni 1979/80

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Il 29 agosto 1979 prende il via la Coppa dei Campioni 1979/80, con l’ormai consueto turno preliminare, visto il numero dispari (33) di squadre partecipanti alla competizione.
La sfida sorteggiata per dare inizio al torneo, però, assume sin dal sorteggio un’aura di tensione e pericolo, visto che le squadre sono Dundalk e Linfield, rispettivamente Campioni d’Irlanda e Irlanda del Nord.
Inutile rivangare il momento storico che vivono i due paesi, perennemente in lotta tra di loro per motivi religiosi e politici; tutto fa pensare, però, che per due serate la situazione possa rimanere tranquilla, ma non sarà così.

LA BATTAGLIA DI ORIEL PARK

Il match d’andata si gioca ad Oriel Park, teatro delle partite casalinghe del Dundalk, in un ambiente blindato, con le due società che si sono immediatamente attrezzate per evitare scontri tra le tifoserie.
Le misure di sicurezza, però, non riescono ad arginare il terribile pomeriggio che la città irlandese sta per passare, con i tifosi del Linfield che entrano in contatto per le strade della città con quelli del Dundalk e poi proseguono nello scontro sugli spalti dell’impianto.
Le scene a cui assistono i poliziotti antisommossa e tutti i presenti sono terribili, la mega rissa, che poi passerà alla storia come The Battle Of Oriel Park rappresenta uno dei momenti più sanguinosi mai visti in terra irlandese a margine di un evento sportivo.
Dopo che la squadra del Linfield, guidata dal proprio allenatore, Roy Coyle, entra in campo e fa appello ai propri sostenitori per fermare la mattanza e per far svolgere regolarmente la partita.
L’incontro, dopo un primo tempo senza emozioni, con le due squadre ancora scosse dalle scene viste sugli spalti, vede gli ospiti, a sorpresa, in vantaggio ad inizio ripresa grazie al gol di Feeney.
Il vantaggio calma ulteriormente i tifosi del Linfield e la partita sembra scorrere via senza altri problemi, fino al gol del pareggio del Dundalk, siglato all’80’ da Devine, che riaccende gli animi.
Gli ultimi minuti della partita, di fatto, non si giocano, con le due squadre che decidono di chiudere così e rimandare tutto al ritorno, mentre sugli spalti continuano gli scontri.
Dopo una gara d’andata giocata in un clima del genere, la UEFA decide di multare il Dundalk per le pessime misure di sicurezza adottate, mentre con il Linfield sceglie la mano pesante.
Il club nordirlandese, infatti, non potrà giocare a Belfast le due successive partite in campo europeo e dovranno indennizzare il Dundalk per i danni causati e per le spese che avrebbero sostenuto per il viaggio verso il ritorno.
Sette giorni più tardi, il 5 settembre, la sfida di ritorno si gioca all’Harleem Stadium, in Olanda, visti i buoni rapporti tra il Linfield e la squadra locale.
L’incontro viene giocato in uno stadio praticamente deserto, con meno di mille spettatori presenti e viene vinto agevolmente dal Dundalk, grazie alla doppietta di Muckian.

IL TONFO DEL MILAN

Dopo un preliminare così intenso, soprattutto sugli spalti, la Coppa dei Campioni 1979/80 può finalmente iniziare, con subito molte sorprese nel primo turno.
Come nella scorsa edizione, il Liverpool esce ai sedicesimi, questa volta contro la Dinamo Tbilisi, ormai presenza fissa della rubrica.
I Reds vincono 2-1 ad Anfield, ma vengono clamorosamente surclassati al ritorno con un 3-0 che non ammette repliche.
Se il Liverpool esce mestamente, l’Ajax torna prepotentemente tra le candidate al titolo, rifilando un sontuoso 16-2 ai poveri finlandesi dell’HJK Helsinki.
Vincono i loro confronti agevolmente anche i Campioni in carica del Nottingham Forest (3-1 all’Östers e il Real Madrid (3-0 al Levski Sofia), ma la vera sorpresa arriva da San Siro, dove il Milan cade contro il Porto.
I rossoneri, con Massimo Giacomini in panchina, iniziano la loro avventura europea all’Estádio das Antas, riuscendo a contenere le offensive dei padroni di casa e portando a casa uno 0-0 prezioso in vista del ritorno.
Due settimane dopo, però, il Milan è irriconoscibile e sciupone, mentre il Porto capitalizza al meglio una delle poche occasioni avute, con Duda che buca Albertosi (non perfetto) su calcio di punizione.
Il risultato non cambia più e per i rossoneri la Coppa dei Campioni è già finita, tra l’incredulità generale.
Purtroppo per il Milan questa non sarà la notizia peggiore della stagione, visto che, in seguito allo Scandalo del TotoNero i rossoneri verrano retrocessi d’ufficio in Serie B, per la prima volta nella loro storia.

LA RISCOSSA DELLE BIG

I Dragoes escono al turno successivo, gli ottavi, quando il Real Madrid di Vujadin Boskov riesce a superare i portoghesi con il brivido.

I Blancos escono sconfitti dall’Estádio das Antas per 2-1, ma la rete siglata da Cunningham nella ripresa lascia aperto uno spiraglio in vista del ritorno al Bernabeu.
Il 7 novembre 1979 basta un gol di Benito ad un quarto d’ora dalla fine agli spagnoli per superare il turno.
Il Real non è l’unica big europea che, nella Coppa dei Campioni 1979/80 sembra decisa a tornare a splendere, visto che anche l’Ajax sembra essere tornato ai fasti di inizio decennio.
I Lancieri, dopo aver superato l’HJK Helnsiki pescano i ciprioti dell’Omonia Nicosia agli ottavi.
Il match d’andata si gioca il 24 ottobre, il giorno prima dell’arrivo, nelle sale italiane, di “Alien”, uno dei capolavori della filmografia di Ridley Scott e dell’intera cinematografia mondiale.
La doppia sfida tra Ajax e Omonia è senza storia, con gli olandesi che vincono addirittura 10-0 all’andata, sospinti da un magistrale Søren Lerby, autore di 5 reti. Al ritorno i ciprioti vinceranno 4-0 contro un Ajax in versione decisamente soft.
Le due corazzate passano anche i quarti di finale, con i Lancieri che rifilano un secco 4-0 allo Strasburgo, mentre il Real Madrid fatica più del dovuto contro il rivitalizzato Celtic, che vince 2-0 in Scozia all’andata, facendo correre più di un brivido lungo la schiena dei Blancos.
Gli spagnoli, però, ribaltano tutto al Bernabeu, con una prestazione splendida chiusa con un 3-0 firmato da Santillana, Stielike e Juanito.
Dunque Ajax e Real Madrid raggiungono le semifinali e non finiscono accoppiate assieme, facendo già pensare ad un epico scontro nella finalissima che si giocherà proprio nella tana degli spagnoli…

POTENZA TEDESCA

Il Real Madrid fa il suo dovere all’andata delle semifinali, quando supera per 2-0 l’Amburgo grazie a una doppietta di Santillana nel finale.
Il vantaggio ottenuto in casa fa pensare ai madrileni già in finale, ma i tedeschi hanno piani ben diversi.
Cresciuto esponenzialmente negli ultimi anni, l’Amburgo può contare su una formazione di tutto rispetto, con alcuni giocatori ormai in pianta stabile della Die Mannschaft, come Manfred Kaltz e Horst Hrubesch, oltre al talentoso Felix Magath, fantasista della squadra.
Oltre ai talenti locali, i tedeschi possono contare anche sulla qualità di Kevin Keegan, ex fenomeno del Liverpool di inizio anni ’70.
È proprio l’inglese, il 23 aprile 1980, a guadagnarsi il calcio di rigore che sblocca il match al ritorno, dopo dieci minuti di gioco. Dal dischetto Kaltz batte senza problemi Garcia e porta avanti i tedeschi.
La spinta dell’Amburgo alla ricerca della rimonta è incessante e dopo qualche minuto arriva il 2-0 con Hrubesch che riceve un bel cross di Reimann e mette in rete di testa.
A questo punto, con il punteggio in perfetta parità, il Real ha l’unico sussulto della sua partita, con Cunningham che sfrutta un’uscita decisamente maldestra del portiere tedesco Kargus e realizza il 2-1 con un delicato pallonetto. La rete subita spezzerebbe le gambe a molte squadre, specie dopo l’avvio magnifico messo in atto dal’Amburgo, invece i padroni di casa continuano ad attaccare e capitalizzano al meglio le occasioni create.
Al 37’ Kaltz si regala un’altra gioia con un siluro dalla distanza, mentre poco prima del duplice fischio tocca a Hrubesch realizzare la propria doppietta, ancora di testa, su cross di Memering.
Il secondo tempo è una pura formalità per l’Amburgo, che trova anche il 5-1 con lo stesso Memering nel finale.
Dunque l’Amburgo è la prima finalista, mentre la seconda verrà fuori dalla sfida tra l’Ajax e i campioni uscenti del Nottingham Forest.

LO SCHERZO CONTINUA…

Il 9 aprile 1980 al City Ground va in scena l’andata della semifinale tra i Tricky Trees e i Lancieri, in un match che solo pochi anni prima sarebbe stato totalmente assurdo vista la storia dei due club.
Gli inglesi di Clough dimostrano di non avere nessun timore reverenziale nei confronti degli olandesi e partono a spron battuto, trovando il vantaggio poco dopo la mezz’ora con Francis, ben appostato durante un corner dalla sinistra.
La partita è a senso unico e solo l’imprecisione del Nottingham permette all’Ajax di rimanere a galla, fino al 61’, quando un’uscita spericolata di Schrijvers su Francis induce l’arbitro a concedere un rigore ai padroni di casa, trasformato da Robertson.
Due settimane dopo in Olanda l’Ajax tenta di rientrare in partita, ma riesce solamente a trovare uno striminzito 1-0, firmato da Søren Lerby.
Nonostante l’uscita dei Lancieri, il danese si porta a quota 10 reti in Coppa dei Campioni e si laurea capocannoniere della competizione.
Al fischio finale è festa per il Nottingham, che per la seconda volta consecutiva è in finale.

DUE SU DUE

28 maggio 1980, da cinque giorni i cinema proiettano uno dei più grandi film horror di sempre, “Shining” che mette in luce uno strepitoso e incontenibile Jack Nicholson, diretto dal genio di Stanley Kubrick.
Al Santiago Bernabeu di Madrid va in scena la finale della Coppa dei Campioni 1979/80, tra Amburgo e Nottingham Forest.
Purtroppo per gli appassionati entrambe le formazioni sono prive dei loro bomber, infatti Horst Hrubesch, soprannominato “Testa di Mostro”, vista la sua proverbiale e letale capacità nel realizzare gol di testa è costretto in panchina da un fastidioso problema fisico, mentre Trevor Francis, l’uomo che aveva deciso la finale dell’edizione precedente, è ai box dopo la rottura del tendine d’achille, il primo di una lunga serie di infortuni che mineranno la carriera del centravanti inglese, che giocherà anche in Serie A con Sampdoria e Atalanta.
La partita è decisamente dimenticabile, visto che Brian Clough ha deciso di giocare un match difensivo, visto il potenziale delle bocche di fuoco dell’Amburgo.
Nonostante l’atteggiamento remissivo sono proprio gli inglesi ad aprire le marcature al 20’, con Robertson che chiude un triangolo con Birtles e fulmina Kargus dal limite.
L’1-0 regge per tutto l’incontro, coronando per la seconda volta consecutiva il Nottingham Forest come Campione d’Europa, unica squadra ad aver vinto più Coppe dei Campioni che campionati nazionali.

Dopo l’exploit doppio dei Tricky Trees è tempo di tornare a ruggire per le big europee, che cannibalizzeranno la Coppa dei Campioni 1980/81. Appuntamento tra tre settimane per la prossima puntata.

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Annuncio inaspettato di Giroud: “Se vinciamo l’Europeo mi ritiro”

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Pronostico Olanda-Francia

Interpellato, come molti altri, sul sorteggio dei gironi di EURO2024, il centravanti del MilanOlivier Giroud, ha fatto il punto sulla situazione della sua Francia ai microfoni di RMC Sport.

“Siamo un gruppo compatto e unito, vado d’accordo con tutti, anche con i più giovani di cui potrei essere padre. Il Mondiale perso in quel modo ha fatto male, se avessimo vinto avrei smesso, ora faccio una promessa: se dovessimo vincere l’Europeo mi ritirerò“.

CAMBIO DELLA GUARDIA

Giroud, in pianta stabile nella rosa della Francia dal 2011, miglior marcatore dei Bleus con 56 gol e terzo per presenze dietro a Lloris e Thuram, ha vissuto diverse esperienze con la maglia della sua Nazionale.
Dai primi tornei importanti, EURO2012 Brasile2014, dove la Francia iniziava a porre le basi per il futuro, fino ad arrivare alla vittoria del Mondiale di Russia 2018, apice della carriera del centravanti. Ma oltre ai successi sono state molte anche le delusioni, in primis le sconfitte in finale a EURO 2016, giocato in casa e a Qatar 2022.
Una lunga pagina di storia francese e del calcio in generale sta dunque per terminare.

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Il programma delle partite della fase ad eliminazione diretta di Euro2024: le partite fino alla finalissima

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Dopo il sorteggio dei gironi di Euro2024, in programma in Germania tra i mesi di giugno e luglio, è il momento di guardare i calendari, specialmente quelli della fase ad eliminazione diretta, dove passeranno le prime due di ogni raggruppamento e le quattro migliori terze.

Quello che segue è dunque lo schema ufficiale della manifestazione. Vi ricordiamo che l’Italia è capitata nel girone B con Spagna, Croazia ed Albania: proprio con quest’ultima ci sarà l’esordio per la squadra di Spalletti, poi Spagna e infine Croazia.

OTTAVI DI FINALE

sabato 29 giugno 2024 – 2A vs 2B (partita 37)
sabato 29 giugno 2024 – 1A vs 2C (partita 38)
domenica 30 giugno 2024 – 1C vs 3D/E/F (partita 39)
domenica 30 giugno 2024 – 1B vs 3A/D/E/F (partita 40)
lunedì 1 luglio 2024 – 2D vs 2E (partita 41)
lunedì 1 luglio 2024 – 1F vs 3A/B/C (partita 42)
martedì 2 luglio 2024 – 1D vs 2F (partita 43)
martedì 2 luglio 2024 – 1E vs 3A/B/C/D (partita 44)

QUARTI DI FINALE

venerdì 5 luglio 2024 – W41 vs W42 (partita 45)
venerdì 5 luglio 2024 – W39 vs W37 (partita 46)
sabato 6 luglio 2024 – W43 vs W44 (partita 47)
sabato 6 luglio 2024 – W40 vs W38 (partita 48)

SEMIFINALI

martedì 9 luglio 2024 – W45 vs W46 (partita 49)
mercoledì 10 luglio 2024 – W47 vs W48 (partita 50)

FINALISSIMA

domenica 14 luglio 2024 – W49 vs W50

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