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Rade Krunic merita di più

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Rade Krunic merita di più

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All’interno della stagione travagliata dell’Empoli, ci sono state diverse note positive. La squadra toscana ha giocato per diversi tratti del torneo un calcio moderno portando in campo una proposta interessante, ma tutto questo non è bastato a salvarsi. All’interno di questo sistema sono state diverse le individualità ad emergere. Come è facile immaginare da una squadra improntata sul possesso, i giocatori più in vista sono stati i gestori del gioco. Così, mentre Di Lorenzo è già di proprietà del Napoli e Ismael Bennacer è conteso da grandi squadre italiane e non (ad esempio l’Arsenal), di Rade Krunic non si sta parlando troppo in sede di mercato. L’età non ancora giovanissima (26 anni ad ottobre) non basta a spiegare questa situazione (il terzino destro ormai suo ex-compagno è suo coetaneo). La stagione appena trascorsa ha messo definitivamente in luce l’incursore bosniaco, che aveva già bazzicato la Serie A con la maglia azzurra, ma solo quest’anno ha messo assieme partite e numeri degni di nota.

PREMESSA

Imboccando il viale iniziale di questa stagione, Rade Krunic rappresentava il perfetto profilo del talentuoso giocatore inespresso. Dopo i primi anni da professionista spesi tra Bosnia e Serbia, arriva in Italia nel 2014 grazie all’Hellas Verona, ma non riesce mai a vedere il campo con la maglia gialloblu; alla società veneta manca il posto da extracomunitario, così è costretta a lasciarlo al Donji Srem, società dal quale intendeva prelevarlo, mantenendo un’opzione di tesseramento. L’opzione non viene esercitata, così, nel luglio 2015, il centrocampista bosniaco approda all’Empoli, con cui sigla un contratto triennale. Le prime due stagioni in Serie A non promettono bene; pochi gol, discontinuità e poca propensione al sacrificio lo caratterizzano. Sono pochi i lampi di talento, che tuttavia si intravede, come in questo gol contro la Lazio.

L’Empoli scende in B e decide di mantenerlo, formando una trequarti ingiocabile per la categoria assieme a Zajc. Probabilmente è durante questa stagione che scatta qualcosa nella testa del classe 1993, che, a 24 anni, passa attraverso quel battesimo col fuoco con la categoria inferiore che molti ragazzi spesso hanno prima. La Serie B, si sa, tempra il carattere e forgia soprattutto i giocatori più “leggeri”. Basti notare che lo stesso Zajc, nonostante il fisico quasi filiforme, non abbia avuto troppi problemi di sorta quest’anno col salto di categoria. Il bosniaco inizia la stagione appena conclusa sapendo che è l’ultima chiamata per un calcio di alto livello e riesce ad essere presente nell’arco di tutta la stagione.

IL FARO

Krunic è stato uno dei principali riferimenti dell’intera stagione empolese. Lo slavo ha giocato tutte le partite in cui è stato a disposizione, saltandone 5 (3 per squalifica, le ultime 2 per infortunio). Nelle 33 partite in cui il numero 33 è stato presente sul terreno di gioco, la squadra di Andreazzoli/Iachini ha avuto una media di 1,03 punti a partita; nelle 5 partite senza Krunic, l’Empoli ha effettuato 0,8 punti a partita. Questo significa che, con Krunic in campo, la squadra di proprietà di Corsi si sarebbe salvata per il rotto della cuffia. Lungo tutto il campionato, l’ex-Verona ha rappresentato il gancio perfetto tra la fase difensiva e quella offensiva, tra centrocampo e attacco. Infatti, ha spesso ciondolato tra la posizione di mezzala sinistra e quella di trequartista libero di svariare; questo sia nel 3-5-2 di Iachini, che nel rombo (o albero di Natale) di mister Andreazzoli.

La heatmap di Krunic (fonte Sofascore). Il centrocampista parte da sinistra per poi svariare in tutto il campo

A COSA SERVE KRUNIC

Nell’Empoli di quest’anno Rade Krunic ha assolto diversi compiti. Il bosniaco ha rappresentato la soluzione alternativa per la risalita del pallone alle verticalizzazioni di Bennacer e ai dribbling in conduzione di Traorè, con le sue progressioni palla al piede. Nonostante non sia così portentoso fisicamente, la dominanza di Krunic si esprime anche nell’intelligenza dei tocchi che fa, nello spostare il pallone al momento giusto. Quando prende palla e si dirige verso la porta avversaria non è così avvolgente, piuttosto sembra una volpe capace con la giusta dose di atletismo e colpo di reni di sfuggire ai predatori. In questo particolare, potrebbe far pensare (senza fare paragoni blasfemi) al miglior Ricardo Kakà. Un gol molto à-la Kakà il bosniaco l’ha segnato contro il Sassuolo.

Sebbene la passività della difesa neroverde sia un fattore fondamentale per arrivare al gol, è da ammirare la lucidità davanti alla porta dopo più di 30 metri di campo palla al piede.

Più in generale, ad oggi Krunic è il giocatore più vicino ad un altro trequartista di Serie A, cioè Zielinski, con alcune leggere differenze. Non a caso i due sono stati compagni di squadra durante la prima stagione di Krunic in Italia. Interpellato in tal merito, il bosniaco ha dichiarato:

(Con Zielinski) Siamo rimasti in contatto e siamo legati. Ci sentiamo sempre dopo le nostre prestazioni migliori e ci scambiamo i complimenti. È un tipo di giocatore che mi piace molto e ammetto di stare provando a diventare come lui. […] Perché è il classico centrocampista moderno e ha caratteristiche simili alla mie. Ma lui è più forte. Fa tutto per la squadra e non gli manca nulla: ha corsa, tecnica e tiro.

I punti in comune sono diversi: la capacità di salire palla al piede, le qualità nello stretto, l’intelligenza negli inserimenti profondi in area di rigore e soprattutto un tiro dalla distanza che è sempre pericolosissimo. Queste ultime due qualità sono quelle che caratterizzano definitamente Krunic. I suoi gol sono arrivati dall’una o dall’altra cosa; è sempre bravo a leggere lo svolgimento dell’azione ed inserirsi sul secondo palo ad aspettare la respinta, la palla sporca o il passaggio lungo dall’altro lato, in una maniera molto gasperiniana. Il tiro, anche: il trequartista della nazionale dei Dragoni è il classico giocatore che in gergo viene definito con la dinamite tra i piedi. Tenta spesso la soluzione personale: per lui sono 1,7 tiri ogni 90 minuti, che non si discostano troppo da quelli di alcuni dei top del ruolo (2,1 per Nainggolan, 2,2 per Khedira, 2,4 per Zaniolo, 2,5 per Zielinski e addirittura 2,8 per Savic). I tiri, inoltre, sono distribuiti esattamente a metà tra quelli all’interno dell’area e quelli fuori area.

Un chiaro esempio delle capacità balistiche dello slavo.

Per l’Empoli Krunic è stato importantissimo anche per quanto riguarda la rifinitura. Sebbene non rimandi all’accezione di trequartista classico, il numero 33 riesce ad imbeccare spesso i compagni, più grazie all’istintività che all’effettiva visione di gioco (dettaglio in cui ricorda Radja Nainggolan). Inoltre, con il rombo di centrocampo, ha dovuto migliorare le ricezioni e più in genere la tecnica in corsa, affinando un controllo palla che è sensibilmente migliorato quest’anno. Krunic effettua 1,7 passaggi chiave p90, spesso indirizzati a Caputo; dei 7 assist realizzati, 4 sono arrivati occupando la posizione di trequartista, che è stata occupata molto meno di quella da mezzala (ennesima dimostrazione della sua bravura sul corto, come dimostrano i 51 kP corti su 52 totali). In questo senso si discosta da quello che è uno dei suoi riferimenti principali, cioè Kevin de Bruyne, capace di giocare palloni millimetrici anche sul lungo. I passaggi di Krunic sono (molto) spesso pericolosi: infatti, tra i centrocampisti centrali ed i trequartisti della Serie A che hanno giocato almeno la metà dei minuti in campionato è quello ad avere il miglior rapporto ExpectedAssist/KeyPasses p90min, equivalente a 0,13, assieme a Dennis Praet.

Alcuni dei suoi assist. Il primo ha su scritto Nainggolan a caratteri cubitali.

In questo caso il posizionamento tra le linee e la ricezione della palla sono perfetti: la postura del corpo è ideale per lanciare Caputo (che poi segnerà).

In quest’ultima occasione si sbarazza di un avversario semplicemente avanzando di forza, per poi abbattere un altro opponente in corsa. Of course, anche qui Caputo segnerà.

FUTURO

I rumors degli ultimi giorni non sono così positivi per Krunic. La stampa lo sta associando ragionevolmente al Genoa, che assumerà Aurelio Andreazzoli alla sua guida tecnica. Il tecnico ex-Roma desidera portare in Liguria sia lui che Ismael Bennacer, suoi pupilli assoluti che in questa stagione gli hanno permesso di mettersi in luce come uno degli allenatori più interessanti della Serie A. Rimane un grande dubbio sulla progettualità del Genoa: quanto tempo a disposizione avrà Andreazzoli per far fruttare i suoi princìpi di gioco? La pazienza non è mai stata la qualità principale di Preziosi, che se vedesse i primi risultati negativi potrebbe decidere di esonerare il mister: se lo ha fatto Corsi, che negli ultimi anni ha svezzato allenatori di altissimo livello come Sarri e Giampaolo, dando loro tempo e mezzi a disposizione, non è difficile immaginare che possa farlo anche il vulcanico patron del Grifone. In questo scenario preoccupa la situazione di Rade e del suo compagno algerino: entrambi meritano un livello di gioco ben più alto, il primo per i numeri in zona gol (5 reti e 7 assist in 33 presenze), il secondo per la completezza in regia. Le società a cui è stato accostato il bosniaco hanno un progetto e delle idee che ben si sposano col suo stile di gioco, come Watford e soprattutto Eintracht Francoforte. Nonostante ciò, la squadra più desiderata dal 26enne potrebbe essere la Lazio. In occasione del secondo gol in assoluto nel massimo campionato italiano, segnato ai biancocelesti nel 2017, Krunic si espresse in questi termini:

Sono felice per la mia rete. Era il mio sogno arrivare in Serie A. Da bambino guardavo Mihajlovic e Stankovic che giovano nella Lazio e ora, ironia del destino, ho segnato contro la squadra per cui tifavo nell’infanzia.

Krunic rappresenterebbe il perfetto rimpiazzo per Milinkovic-Savic, dato per partente quest’estate, andando ad occupare la casella ibrida tra mezzala e trequartista. Se Igli Tare decidesse di acquistarlo farebbe felici molti appassionati di calcio. Ma forse, prima di tutti, farebbe felice Rade Krunic.

I numeri raccolti da Krunic in questa stagione. Fonte grafico: @fderiu

(Fonte immagine in evidenza: profilo Instagram ufficiale di Rade Krunic)

Fonte dati: Whoscored & Understat

Calciomercato

Il Barcellona punta Savinho del Girona: la situazione

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Xavi

BARCELLONA SAVINHO – Il Girona è una delle sorprese più significative di questa prima metà di stagione. Il club catalano ha sorpreso tutti, soprattutto per quel che riguarda la continuità dei risultati ottenuti, che ha permesso loro di restare nelle posizioni élitarie della classifica de LaLiga.

Ovviamente, le ottime prestazioni dei giocatori cruciali della rosa di Michel hanno attirato l’interesse dei top club del calcio mondiale, come nei casi di Tsygankov, DobvykHerrera e Savinho. In particolare, su quest’ultimo è forte l’attenzione dei rivali conterranei del club, ossia il Barcellona. Infatti, secondo quanto riportato da Diario Sport, i blaugrana hanno già avuto un confronto con gli agenti del giocatore, cercando di comprendere la disponibilità dell’approdo del giocatore presso il Camp Nou.

Al momento non si parla di cifre, né di trattativa avviata tra il Barcellona e Savinho, sottolineando la mancanza di punti di vista del giocatore stesso e del club proprietario del cartellino, focalizzato sul proseguimento di un sogno fiabesco.

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La Fiorentina punta la Roma: in dubbio Nico Gonzalez, ma non è l’unico a rischio

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Fiorentina

Dopo la vittoria ai calci di rigore con il Parma ed essere riuscita ad accedere ai quarti di finale della Coppa Italia, la Fiorentina deve tornare a concentrarsi sul campionato e sull’imminente impegno con la Roma.

Vincenzo Italiano affronta Josè Mourinho nel match di domenica sera dell’Olimpico ed entrambe le squadre cercano un posto in zona Champions. I Viola, sesti, vogliono tentare il sorpasso sui giallorossi, al momento al quarto posto, sperando in un passo falso del Napoli in casa della Juventus. Il tecnico dei toscani deve però fare i conti con gli infortunati e con dei giocatori che in questo momento sono in dubbio, tra cui Nico Gonzalez.

LA SITUAZIONE INFORTUNI IN CASA FIORENTINA

Secondo quanto riportato dall’Ansa, le condizioni di Nico Gonzalez devono essere valutate nei prossimi giorni. L’attaccante argentino ha saltato Salernitana e Parma perché alle prese con un risentimento muscolare e la sua presenza con la Roma non è certa. L’obiettivo dei Viola è quello di recuperarlo per il delicato match dell’Olimpico e vogliono attendere fino a sabato per capire la situazione.

Non solo il Bicho, anche Ikonè e Kouamè sono a rischio per la partita con i giallorossi. Il primo ha un po’ di febbre, mentre l’ivoriano ha accusato un fastidio al ginocchio. Si appresta invece a tornare in campo Lucas Martinez Quarta, squalificato per il turno di coppa.

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Angelozzi sul mercato al Frosinone: “Reinier è venuto grazie a Braida”

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Reinier

In questo avvio di Serie A, una delle sorprese del campionato è sicuramente il Frosinone. I Ciociari sono una delle 3 neopromosse e sono al momento al dodicesimo posto con 18 punti. A trascinare i gialloblù ben distanti dalla zona retrocessione è Eusebio Di Francesco, un allenatore in cerca di riscatto e bravo nel lavorare con una rosa giovane.

Infatti, nella sessione di mercato estiva Guido Angelozzi ha costruito una squadra di giocatori di talento e che vogliono crescere senza troppe pressioni per lanciarsi nella propria carriera. Fino ad ora l’operato del Direttore Sportivo ha portato i frutti sperati e il dirigente del Frosinone si è raccontato ai microfoni di Sky Sport. Di seguito le sue parole riportate da gianlucadimarzio.com.

LE DICHIARAZIONI DI ANGELOZZI

LA SUA SQUADRA – “Per me il Frosinone è il Real Madrid”

LA CARRIERA – “Sono stato sempre in società povere e mi sono sempre inventato diversi tipi di operazione. Qundo devi scegliere un giocatore guardo sempre come si allena, come si comporta e se ci posso parlare provo a capire le sue ambizioni. È importante il contatto diretto con la persona per capire tanti aspetti”

MATIAS SOULE’ – “Lo abbiamo corteggiato come si fa con una bella donna, con telefonate e inviti a cena del procuratore. Quest’anno abbiamo fatto un altro tipo di filosofia: prendiamo dei ragazzi in prestito, così se va bene ci salviamo ma se va male non ci inguaiamo economicamente”.

ARIEDO BRAIDA – “Un procuratore mi manda il profilo di Reinier e pensavo fosse impossibile prenderlo al Frosinone. Un giorno in un pranzo c’era anche Ariedo Braida e gli chiedo, visto il suo rapporto con Ancelotti di contattarlo lui. Allora viene fuori che lo potevano mandare a giocare ma dovevano decidere dove. Quindi due giorni dopo Ancelotti ha chiamato Ariedo dicendogli che aveva parlato bene di noi. Reinier aveva parlato con Kaio Jorge perché non sapeva cosa fosse il Frosinone, gli ha spiegato che è una società piccola ma bella, una famiglia, quindi è venuto e ci sta dando delle soddisfazioni”.

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Flash News

Jankto si racconta: “Coming out? Volevo mandare un messaggio, è andata molto bene”

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sampdoria, Jankto è in partenza

JANKTO – Dopo le esperienze al Getafe e allo Sparta Praga, Jakub Jankto ha scelto di tornare a giocare in Italia, dove aveva vestito le maglie di Udinese e Sampdoria, e iniziare un’avventura con il Cagliari. Il centrocampista ceco è stato intervistato da ESPN e ha parlato della sua nuova squadra, dei tifosi e del suo coming out annunciato qualche mese fa. Di seguito le sue parole riportate da TuttoCagliari.

LE DICHIARAZIONI DI JANKTO

IL COMING OUT – “La gente vuole che io sia il capitano di una certa comunità. Io dico sempre: guardate, io rispetto tutti, tutta la comunità, tutte le persone. Ma io voglio solo concentrarmi su me stesso, sulla mia squadra, sul Cagliari, forse anche sulla Nazionale. Non posso decidere per gli altri. Se vogliono parlare, bene, parlino. Volevo solo dare un messaggio a tutti. Penso che sia andata molto, molto bene. È finita lì. Volevo solo dare un messaggio e, sì, ora andiamo avanti”.

LO SPOGLIATOIO – “Di calcio. C’è differenza tra lo spogliatoio e il campo di allenamento. Dipende anche dalle persone: con i ragazzi di 18, 19, 20 anni forse non si può parlare di politica. Quando si è giovani, c’è un po’ di paura, troppo rispetto. Ora sono più rilassato, ho più esperienza. Ho una responsabilità maggiore. Ma non mi sento un capitano. Leonardo Pavoletti, Viola, Gianluca Lapadula: questi sono i leader. Un’ora prima della partita siamo qui a pensare a quello che può succedere”.

I TIFOSI –“I tifosi sono vicini: intensi, rumorosi, un 12° giocatore. Quando ci siamo trovati in una brutta situazione, non hanno fischiato, non hanno detto nulla. Invece ci sostengono. Qualche settimana fa, eravamo sotto per 3-0 e abbiamo sentito questa energia. Abbiamo vinto 4-3”.

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