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Come cambierà il ranking UEFA la prossima stagione? Inter già davanti alla Juve, ci prova anche la Roma

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Come cambierà il ranking UEFA la prossima stagione? Inter già davanti alla Juve, ci prova anche la Roma

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Lautaro

Terminato il tour de force delle coppe europee, con l’arrivo dei verdetti finali. Tre finali molto particolari, poiché dopo 30 anni ci saranno 3 squadre italiane. Con la fine delle semifinali si può osservare già una proiezione del ranking UEFA della prossima stagione: le 3 squadre di Serie A in finale spingono l’Italia in classifica. Solo l’Inghilterra ha fatto meglio in questa annata, ma i risultati delle 3 gare secche possono cambiare le carte in tavola. Il ranking dovrebbe premiare l’Inter, che ha conquistato la possibilità di giocarsi la finale di Champions League, dopo lo storico Triplete del 2010.

Al momento è ancora la Juventus a fare da capolista nella classifica delle squadre italiane, ma, a partire dalla stagione 2023-24 uscirà il conteggio senza più considerare la stagione 2018-19, dove i bianconeri avevano preso maggior margine rispetto alle avversarie italiane. Grazie al successo contro il Milan nell’Euroderby della semifinale, l’Inter scavalcherebbe i rivali di sempre, cosa che non si verificava dal 2014. Se la stagione premiasse anche la Roma, grazie ad un successo nella finale di Europa League, allora anche i giallorossi scavalcherebbero la Juventus, che, in caso di estromissione per mano della giustizia sportiva, farebbe 0 punti.

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Champions League

Calhanoglu ha confessato il suo personale sogno: le dichiarazioni

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Calhanoglu

In vista della finale di Champions League contro il Manchester City, in programma tra nove giorni, il centrocampista dell’Inter Hakan Calhanoglu si è concesso ad un’intervista al sito dell’UEFA. Lui che ad Istanbul sarà padrone di casa ha confessato di avere un sogno… turco.

ISTANBUL –Amo Istanbul, è la più bella città per me. Mi piace ogni volta che ci vado, anche perché la nostra cultura è molto interessante. Non vedo l’ora di essere lì, sono molto felice di giocare in Turchia“.

PASSAGGIO DAL MILAN ALL’INTER – “Il primo giorno che arrivai tutti sapevano che per me non era un passo facile, ma la società e i compagni mi hanno accolto benissimo e sono stato subito felice”.

DUELLO CON GUNDOGAN – “È il capitano del Manchester City, ho grande rispetto per lui. Non sarà facile neanche per lui però, anche se è un ottimo calciatore, lo rispetto visto che è più esperto di me, ma farò di tutto per batterlo”.

SOGNO CHAMPIONS – “Siamo così vicini che sognare un po’ è normale. Sapevo che avremmo potuto arrivare qui, sono sincero. Voglio essere il primo turco a vincere una Champions, poi a Istanbul… Speriamo che il sogno si realizzi”.

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Champions League

Maxischermo a San Siro per Man City-Inter: le info su biglietti e pre-partita

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San Siro

Mancano nove giorni, poco più di 216 ore, alla tanto attesa finale di Champions League 2022/23, che vedrà contrapposte Manchester City e Inter. Nel frattempo, arriva una positiva conferma per i tifosi nerazzurri: a San Siro verrà installato un maxischermo per permettere ai sostenitori della Beneamata di riunirsi nella propria casa per assistere alla gara.

La decisione è stata ufficializzata attraverso un comunicato in cui vengono anche fornite tutte le informazioni sui biglietti e viene presentato il programma del pre-partita:

San Siro si colora di nerazzurro per l’ultimo ed emozionante appuntamento della stagione 2022-23: i tifosi interisti potranno infatti vivere la finale di UEFA Champions League tra Manchester City e Inter allo stadio Giuseppe Meazza, che apre eccezionalmente per far sentire i propri tifosi sempre più parte di questa storica sfida. Per l’occasione verrà infatti montato un maxischermo all’interno dello stadio, permettendo così anche ai fan nerazzurri rimasti a Milano di vivere insieme questo speciale appuntamento.

In corrispondenza del primo anello arancio verrà installato un maxischermo di più di 400 metri quadrati, per offrire ai tifosi un’esperienza immersiva di visione della partita, che li faccia sentire ancora più vicini alla squadra. I biglietti saranno in vendita a partire da martedì 6 giugno su vivaticket.com. Gli spettatori potranno accomodarsi nei settori rosso, verde e blu e nel prato. Il primo anello e il parterre costeranno 20€, il secondo anello 14€ e il terzo anello potrà essere acquistato al prezzo di 10€.

I cancelli apriranno alle ore 19 e il pre-partita verrà animato dall’intrattenimento di Radio 105, Official Radio del Club. Ci sarà inoltre un filo diretto tra Milano e Istanbul, con collegamenti e immagini dalla capitale turca che porteranno a San Siro l’emozione pre-partita dell’Atatürk Olympic Stadium.

Al termine della gara i tifosi dovranno come di consueto defluire dallo stadio, indipendentemente dal risultato della partita“.

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Champions League

Inzaghi svela il fattore che ha aiutato l’Inter in UCL

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Si avvicina sempre di più il 10 giugno, data in cui si disputerà la finale di Champions League tra Manchester City ed Inter. L’attesa cresce di ora in ora, e porta con sé molta ansia e paura di sbagliare sul più bello.

Sulla carta, i pronostici tendono a favore dei Citiziens, ma la Beneamata ha saputo stupire in questa stagione, come sottolineato da mister Inzaghi. Il tecnico nerazzurro ha rilasciato delle dichiarazioni ai microfoni dell’UEFA Champions League Magazine, riportate di seguito.

LE DICHIARAZIONI DI INZAGHI

SULLA FINALE – “Quello visto in campo è stato un percorso lungo e difficile, ma è una finale conquistata con pieno merito. È un motivo di grande orgoglio, è tanto tempo che un’italiana non giocava una finale di Champions. Non partiremo sicuramente con i favori del pronostico, ma il calcio è bello per questo. Incontriamo una delle squadre più forti del mondo, con un allenatore che conosciamo tutti. Tutti insieme abbiamo dimostrato che si può raggiungere tutto, ora dobbiamo coronare tutto quello che abbiamo fatto fin qui con questa finale che sarà molto emozionante da vivere”.

SULL’EURODERBY – “Abbiamo fatto di tutto per arrivare a questa finale. Sapevamo che sarebbe stata una semifinale diversa rispetto ai quarti e agli ottavi, era un derby e quindi ci sarebbe stato tanto dietro. Abbiamo avuto un approccio straordinario, all’andata abbiamo fatto due gol e potevamo farne qualcuno in più. Abbiamo passato il turno con merito, grazie ai ragazzi che hanno avuto la determinazione e la voglia di portare a casa questa finale immensa”.

SUGLI OTTAVI E I QUARTI DI FINALE – “Avevo chiesto alla squadra di stare tutti insieme, bisognava formare un unico blocco. Conoscevo la forza del Porto e dell’allenatore che negli ultimi anni aveva fatto una ‘strage’ di squadre italiane, le aveva eliminate tutte. Aver fatto due clean sheet con loro ci ha aiutati tantissimo. Con il Benfica a San Siro abbiamo fatto una grande gara, è stato un quarto di finale difficilissimo ma superato con merito”.

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Calcio e dintorni

ESCLUSIVA – Errico Porzio: “Il segreto del successo? Dare spazio all’estro, ma con dedizione”

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ESCLUSIVA ERRICO PORZIO – Il tema dell’alimentazione ha spesso generato molti dubbi e polemiche nel suo rapporto con il mondo dello sport, creando molte discussioni su diete sane e bilanciate per mantenere la miglior condizione possibile. Tuttavia, spesso ci si interroga su quale sia la relazione ideale tra cibo ed attività fisica, ma in pochi riescono a fornire una soluzione ben determinata.

La redazione di Numero Diez ha avuto il piacere di affrontare questo argomento con Errico Porzio, grande esperto della sfera alimentare. Porzio è un pizzaiolo campano molto celebre sui social network, sui quali conta complessivamente 1.5 milioni di follower. Oltre ad essere un pizzaiolo molto celebre, è un grande tifoso del Napoli e, ai nostri microfoni, ha espresso le sue sensazioni ed emozioni in merito a questa stagione molto positiva per i partenopei.

L’INTERVISTA AD ERRICO PORZIO

L’alimentazione, per un atleta, è uno step cruciale per avere successo nell’attività fisica. In qualità di figura esperta nel campo alimentare, cosa pensa di tutte quelle leggende e tabù su diete rigorose e sull’imposizione di limiti per il consumo di prodotti come la pizza?

“Oltre che un pizzaiolo io sono stato e sono tuttora uno sportivo. La cosa importante è affidarsi a persone che capiscono davvero di equilibrio alimentare, e non ad improvvisati o appassionati. Io, ad esempio, quando vado in palestra potrei sempre mangiare una pizza. Per chi non fa attività fisica, non si può abusare di carboidrati in generale e bisogna sapersi controllare. Condanno assolutamente chi elimina la pizza dalle diete, e te lo dico da persona che andando in palestra può mangiarla anche 3 volte a settimana”.

I suoi locali hanno mai ospitato dei giocatori? Se sì, c’è qualche aneddoto che vorrebbe raccontarci?

“L’ultimo aneddoto molto curioso riguarda Alessandro Zanoli. È stato mio ospite nel locale sul lungomare di Napoli e mi ha chiesto lui la foto. È stato un episodio molto simpatico, sembrava quasi mi volesse prendere in giro, ma mi ha fatto enormemente piacere. Però in realtà lui già mi conosceva e si era ricordato che ero stato a Castel Volturno qualche giorno prima per seguire gli allenamenti del Napoli. Inoltre abbiamo avuto clienti in passato come Ancelotti, che ordinava da casa, Pepe ReinaGabbiadiniCallejon, che abitava a poche centinaia di metri dalla pizzeria”.

In una sua recente intervista lei ha dichiarato: “Nelle pizze, vale come per il calcio: conta l’estro. Ogni calciatore ha un ruolo diverso, e, allo stesso modo, esistono diversi tipi di pizzaiolo con varie qualità”. Alla luce di questa dichiarazione, quanto è importante, secondo lei, esaltare le capacità individuali di un professionista e farle coesistere con il lavoro di squadra?

“È davvero importante. Io feci il paragone con una squadra di calcio, in cui trionfa il gioco di squadra, però è anche normale che al suo interno si esaltino le singole qualità. In questa stagione, per esempio, il Napoli ha avuto Osimhen come finalizzatore, Kvaratskhelia che faceva la differenza, Lobotka Anguissa che a centrocampo sono stati maestosi. Quindi, oltre al gioco di squadra bisogna dare sempre spazio all’estro e alla personalità. Anche nel caso del pizzaiolo, saper ascoltare ed individuare chi all’interno di un gruppo può fare la differenza e affidargli determinate responsabilità, altrimenti saremmo tutti uguali. Invece, c’è il personaggio più conosciuto, il più veloce, quello bravo a fare la pizza, quello veloce a fare gli impasti…

La cosa perfetta sarebbe trovare colui che, a prescindere da tutto, si intravede abbia qualità importanti, per dargli sicuramente più spazio e permetterti di fare la differenza all’interno di un locale. Ovviamente questo discorso vale per ogni lavoro di squadra, è una caratteristica generale della vita. Io uso sempre l’espressione “s’adda sape’ fa'” per esprimere questo concetto ed è riferito a qualsiasi elemento della vita. Se c’è qualcuno che ha estro e si applica con spirito di sacrificiodedizione passione, allora sicuramente può aiutare. Quindi, oltre alla bravura serve anche molta dedizione per fare bene”.

Nelle ultime settimane lei ha girato per tutta Italia a causa di eventi importanti a cui ha partecipato, come a Milano. Che atmosfera si respirava in città in attesa della finale di Champions League che affronterà l’Inter?

“Io sono stato a Milano il giorno del ritorno dell’euroderby. Già in quel momento c’era un umore ottimista da parte dei tifosi dell’Inter, meno da parte dei tifosi del Milan, che si erano già rassegnati dopo lo 0-2 dell’andata. Da parte interista, ovviamente, c’è grande entusiasmo e soprattutto consapevolezza che dall’altro lato c’è una squadra che ha battuto l’altra probabile finalista, che era il Real Madrid. Il caso ha voluto che si sono scontrate in una semifinale, ma in realtà si pensava che una vera finale fosse stata proprio quella. E non c’è stata partita”. 

La finale è una partita secca e fa storia a sé. Un episodio può indirizzarla verso una o l’altra strada, ma tutti siamo consapevoli che dall’altro lato c’è il Manchester City, una squadra di un livello superiore. Se dovessimo parlare di percentuali, personalmente direi 70% Manchester City 30% Inter. Il calcio, come dicevamo prima, è un gioco di squadra, però effettivamente i Citiziens, oltre che la squadra, hanno 15/16 fenomeni“.

Lei è un grande tifoso del Napoli, come attestato dalla produzione di giacche personalizzate per lei e il suo staff, oltre alla pizza inedita per celebrare la vittoria del campionato di Serie A. Ci racconta come ha vissuto i festeggiamenti e i momenti più belli della stagione?

“Sembrerà strano, ma uno dei momenti più belli della stagione è stato Napoli-Liverpool del girone di UCL. Fino a quel momento il Napoli macinava vittorie e bel gioco, ma fino a quel momento non aveva mai avuto un rivale di alto livello. Dopo quella partita, mi sono auto-convinto che il Napoli avrebbe vinto lo scudetto. Registrai un video con un membro del mio staff tifoso del Milan in cui dicevo che il Napoli avrebbe vinto il campionato con un mese o due mesi di anticipo sarebbero arrivato tra le prime 4 di Champions. Mi sono sbagliato solo in quest’ultimo caso, ma ci siamo andati molto vicini, anche a causa della sfortuna nelle due partite contro il Milan. Comunque, Napoli-Liverpool mi diede la consapevolezza che il Napoli quest’anno sarebbe stato inarrivabile.

Il titolo non è mai stato in discussione ed era solo questione di tempo. Abbiamo vinto con 5 giornate d’anticipo, ma già 6 giornate prima era tutto fatto, anche in caso di eventuale spareggio contro la Lazio, se le avesse vinte tutte. La vittoria molto anticipata ha fatto sì che i festeggiamenti ci fossero tutte le settimane, già dopo Juventus-Napoli 0-1, ben 7 giornate prima della fine del campionato, e si impazziva. Io ero all’aeroporto tra i 10/15mila tifosi ad accogliere la squadra rientrante e c’era aria di festa, si gridava, si cantava. Ho vissuto tutti i 3 scudetti del Napoli: il primo non si scorda mai, ma l’ultimo appena conquistato ha avuto una durata così lunga che ci siamo quasi stancati di festeggiarlo.

Il presidente De Laurentiis è molto bravo ad organizzare feste e celebrare le vittorie e in ogni vicolo e quartiere di Napoli si respirava l’aria di gioia che si aspettava da 33 anniIn particolare, Udinese-Napoli rimarrà nella storia. I miei figli e i miei fratelli mi hanno portato un pezzo di prato dallo stadio di Udine e questo è un ricordo storico”.

Per rimanere in tema Napoli e festeggiamenti, come festeggerà domenica 4 giugno la premiazione ufficiale degli azzurri?

“Non so se andrò allo stadio. Io preferisco stare per strada tra la gente, cantare e divertirsi piuttosto che trattenersi dopo la partita. Ripeto, stiamo festeggiando da due mesi e, arrivati ad un certo punto, si preferisce festeggiarlo in modo diverso. Le partite del Napoli ormai sono un obbligo di proseguire il campionato, ma danno al mister la possibilità di provare nuovi giocatori. Effettivamente ogni partita del Napolisia in casa che fuoriè una festa. Questo mi rende molto orgoglioso da tifoso e tutto ciò ha dato nuova linfa non solo alla Campania, ma a tutto il Sud Italia.

Girando spesso per il Paese da Nord a Sud, devo essere sincero, ogni tifoso si è dimostrato felice della vittoria del Napoli. Vincere a Napoli non è come farlo in altre città: solo chi ci vive sa cosa significa. Siamo molto felici di questa vittoria, soprattutto perché arrivata in modo schiacciante. A volte l’organizzazione conta più del potere“.

Cosa pensa dell’addio di Spalletti e chi le piacerebbe come allenatore per la prossima stagione?

Spalletti ha dato delle motivazioni più che valide. Non ha detto di lasciare Napoli per allenare un’altra squadra, anche perché dopo uno scudetto e tutto quel che ha vissuto in due anni, sarebbe stato molto difficile da digerire, soprattutto se avesse trovato squadra in Italia. Lui va via per restare con la famiglia e godersela, per stare più sereno. Effettivamente vincere a Napoli ed esserne l’allenatore comporta molte responsabilità. In strada si è osannati se si va bene, ma si può essere disprezzati molto se si va male. Quest’anno l’atmosfera di grossa responsabilità si è sentita sin da subito, per fortuna dei tifosi, ma sfortunatamente per lui. Essere tra i favoriti comporta di non poter sbagliare e, secondo me, è davvero molto stressante ed intenso, soprattutto per lui che non si sposta mai da Castel Volturno.

Come prossimo allenatore del Napoli ho un altro “sogno nel cuore”. Ci sono 3 allenatori che apprezzo in ordine crescente. Al terzo posto Thiago Motta, che mi piace tanto e sta facendo cose importanti a Bologna, dimostrando di poter essere un buon allenatore. Poi, al secondo posto metterei De Zerbi, ma ha una clausola molto alta e difficilmente può avverarsi. Al primo posto, nonostante tutti facciano i nomi di Italiano, Benitez, Conceiçao, io considero Jurgen Klopp l’allenatore ideale per una piazza come Napoli. Sembrerebbe che a fine anno possa divorziare con il Liverpool e lo vedrei veramente molto bene a Napoli”.

                                                              Fonte immagine di copertina: profilo instagram di Errico Porzio                           

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