Connect with us
Real Sociedad-Inter 1-1, le pagelle: Mendez illude, Lautaro salva i nerazzurri

Champions League

Real Sociedad-Inter 1-1, le pagelle: Mendez illude, Lautaro salva i nerazzurri

Pubblicato

:

Camano Inter, il procuratore del Toro spaventa il tifo nerazzurro sul rinnovo dell'argentino

Non comincia benissimo la campagna europea 2023/24 dell’Inter. A San Sebastián finisce 1-1. La partita inizia come peggio non si poteva per i nerazzurri. Bastoni perde un pallone sanguinoso al limite dell’area, e Brais Mendez deve solo scegliere l’angolo giusto per battere Sommer. Nel resto del primo tempo sono sempre gli spagnoli che creano, con l’Inter che fatica a creare qualcosa di concreto. Sul finale di prima frazione Le Normand non trova il 2-0 e Oyarzabal colpisce una traversa a gioco fermo.

Nella ripresa è sempre la Real Sociedad a fare la partita e ha più occasioni per chiudere il match. Sommer salva due volte i nerazzurri e alla terza ci pensa la traversa su un colpo di testa di Merino. Dopo che il portiere svizzero ha salvato l’Inter, ci pensa Lautaro Martinez a quattro minuti dal termine a pareggiare il match. Un risultato non così negativo, vedendo come si era messa la partita.

LE PAGELLE DELLA REAL SOCIEDAD

Remiro 5.5: non deve mai intervenire e gli unici movimenti che fa sono per anticipare gli attaccanti avversari in uscita Sul gol magari è un po’ in ritardo, ma l’errore è della difesa.

Traoré 6: poco da segnalare nel match dell’ex Rennes, che spinge troppo poco in attacco, ma dopo il vantaggio iniziale non ce n’era neanche un gran bisogno.

Zubeldia 6: se la difesa spagnola non corre quasi mai rischi, gran parte del merito è suo, che insieme al suo compagno mantiene sempre compatta la linea difensiva. Nel finale soffre, come tutto il reparto, l’aumento della pressione dell’Inter.

Le Normand 6.5: sul finale del primo tempo, dopo una buona prestazione difensiva, ha un’occasione per raddoppiare per i suoi, ma il suo colpo di testa finisce fuori.

Tierney 6: ottima partita la sua, senza spunti particolari, ma senza errori. Lascia il campo acciaccato nella ripresa dopo un pestone subito nel primo tempo. (dal 61′ Muñoz 6: dà seguito al buon lavoro svolto dal suo compagno sostituito).

Merino 6.5: la sua fisicità è impossibile da contenere per il centrocampo piccolo dell’Inter e infatti il possente giocatore spagnolo fa quello che vuole in mezzo al campo.

Zubimendi 7: detta i tempi di gioco e dimostra tutta la sua maturità, nonostante la giovane età, all’esordio in Champions. Una prestazione da campione per colui che in estate era ormai promesso sposo del Barcellona.

Brais Mendez 7.5: ruba il pallone a Bastoni dopo pochi minuti e spiazza Sommer per aprire il match. Il primo gol della stagione europea degli spagnoli è suo. Nel resto del match appare comunque il più pericoloso degli uomini di Alguacil. (dall’85’ Pacheco sv)

Oyarzabal 6.5: il capitano guida l’attacco nei contropiedi e in fase di pressione. La qualità del giocatore importante si vede e dimostra di poter giocare nel calcio che conta. (dal 72′ Sadiq 5.5: non protegge mai il pallone in avanti da quando entra).

Kubo 6: ci si aspettava qualcosa in più dal giovanissimo giapponese, ma qualche spunto dei suoi ce lo fa vedere. Un cross pericolosissimo nel primo tempo non viene trasformato in gol, ma nel complesso difficile andare oltre la sufficienza. (dal 72′ Odriozola 5.5: il suo ingresso è per dare un’impronta difensiva, ma non porta gli effetti sperati).

Barrenetxea 6.5: reduce dal gol al Bernabeu, gioca un’altra partita molto positiva, con degli spunti interessanti per un classe 2001. (dal 61′ Cho 5.5: molto goffo nei dribbling e poco servito da quando entra).

Alguacil 6.5: prepara la partita come meglio non poteva, tant’è che la prima pressione portata dai suoi mette sempre in difficoltà gli avversari. Il primo gol ne è la prova, con Brais Mendez e Oyarzabal che fanno salire la squadra per disturbare il palleggio nerazzurro. A rovinare la festa sono i cambi, decisamente troppo difensivi. La squadra si chiude dietro e l’Inter aumenta la pressione, che si trasforma nel gol del pari.

LE PAGELLE DELL’INTER

Sommer 6.5: salva l’Inter due volte a inizio ripresa ed evita il doppio svantaggio ai suoi. Sul primo gol non può assolutamente nulla.

Bastoni 4.5: l’errore che condanna i nerazzurri ad una partita di rincorsa è il suo e incide veramente troppo ai fini del risultato finale. Lascia il campo a inizio ripresa, per provare a dare una scossa alla squadra. (dal 55′ Dimarco 6.5: dà freschezza sulla fascia sinistra i cross diventano più pericolosi da quando entra lui).

Pavard 5.5: poteva andare meglio il suo esordio con la maglia dell’Inter, ma la sconfitta è frutto di una prestazione insufficiente soprattutto dal punto di vista difensivo. Il francese non commette errori, ma l’insicurezza della difesa è una novità per i nerazzurri.

De Vrij 5: spesso insicuro in copertura, come mai l’abbiamo visto in queste prime uscite, lascia il campo acciaccato. (dal 76′ Acerbi sv)

Dumfries 5: per il periodo di forma del giocatore ci si aspettava qualcosa di più, ma delude anche lui, come tutti i suoi compagni. Prova qualche cross, ma negli inserimenti non è quello delle ultime settimane.

Barella 5: il VAR gli toglie un’espulsione che sarebbe stata ingiusta, ma la sua partita ricorda il Barella dell’inizio della scorsa stagione. Troppo occupato nelle proteste e poco concentrato per una partita di questa importanza.

Asllani 5: sostituire Calhanoglu in questo momento non è facile, ma soffre molto i duelli fisici con i centrocampisti della Real Sociedad. L’inesperienza si fa sentire.(dal 55′ Frattesi 6: conferma l’ottimo periodo con qualche break a centrocampo, ma i suoi compagni non sfruttano le sue imbucate).

Mkhitaryan 5: veniva dai due gol in un derby giocato da protagonista, ma oggi appare fin da subito fuori dalla partita. Lascia il campo per non rischiare l’espulsione nella ripresa. (dal 70′ Sanchez 6: porta vivacità tra le linee, che è quello che serviva all’Inter).

Carlos Augusto 6: il suo esordio in Europa non è memorabile, ma riesce a trovare qualche traversone interessante, non sfruttato dagli attaccanti e da Dumfries sul secondo palo.

Lautaro Martinez 6.5: dopo una partita piena di errori, il Toro si fa perdonare a quattro minuti dal termine con la rete del pareggio con il sinistro.

Arnautovic 5: il ritorno da titolare con la maglia dell’Inter in Champions non è dei migliori. Prova a mettersi a disposizione della squadra, ma la sua prestazione è decisamente opaca. (dal 55′ Thuram 6.5: trova la rete del pareggio, ma è tutto inutile. Il gol viene annullato per fuorigioco).

Inzaghi 5.5: per una squadra reduce da quattro vittorie su quattro in campionato e un derby vinto in quella maniera, era lecito aspettarsi molto di più all’esordio in Champions League. La partita si mette male subito, con la rete presa dopo appena cinque minuti e prova a cambiare la squadra a inizio ripresa, ma le sue mosse non portano gli effetti sperati. Il pareggio arriva nel finale, ma resta quanto detto prima.

 

Continue Reading
Commenta

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Champions League

Per Leao tra oggi e domani nuovi esami: in panchina con l’Atalanta?

Pubblicato

:

Leao

A Milanello la situazione Leao è chiaramente di primaria importanza. Il portoghese era stato fermato da una lesione al bicipite femorale destro nei primi minuti di Lecce-Milan. I rossoneri si stanno avvicinando a due sfide di alto livello e l’interesse attorno alla possibile presenza del numero 10 è di vitale importanza. L’Atalanta sabato e il Newcastle mercoledì prossimo: questi i due match che attendono Pioli e i suoi ragazzi.

SITUAZIONE LEAO – I PROSSIMI STEP

Come riporta la Gazzetta dello Sport, il portoghese tra oggi e domani si sottoporrà ad ulteriori esami strumentali, gli stessi che gli hanno impedito di mettersi a disposizione per l’ultima di campionato. Sarà così valutata la lesione al femorale dell’attaccante, che se sarà debellata potrà portarlo a compiere  i prossimi passi nel programma di recupero.

In primis, in caso di esito positivo, Leao a metà settimana potrebbe tornare ad allenarsi in modo personalizzato, con l’obiettivo finale di riacquisire la condizione atletica necessaria per riunirsi al gruppo squadra. Si andrebbe quindi incontro ad uno scenario di immediato utilizzo, seppur con prudenza.

È infatti ipotizzabile che si accomodi in panchina contro l’Atalanta per poi giocare dal 1′ contro il Newcastle. Da ricordare infatti che il Milan ha ancora delle speranze nell’ottica di un passaggio del turno in Champions, e battere gli inglesi è un imperativo per coltivare delle speranze.

C’è quindi attesa per l’esito degli esami di Leao, che faranno chiarezza sul percorso di recupero della stella della formazione rossonera.

Continua a leggere

Champions League

Sneijder non dimentica: “Ingiusto il pallone d’oro a Messi nel 2010”

Pubblicato

:

Sneijder

Wesley Sneijder è tornato a parlare del famoso Pallone D’oro assegnato a Lionel Messi nel 2010. Intervistato da Alhaya TV, l’olandese si è tolto qualche sassolino dalla scarpa. Molti calciatori, addetti ai lavori e appassionati ritengono ingiusta la vittoria della Pulce durante quella annata. Nel 2010, la Spagna vinse il mondiale e l’Inter il triplete e in molti pensano che dovesse vincere proprio Sneijder. Wesley, oltre all’annata devastante con l’Inter, arrivò in finale del mondiale con la sua Olanda, vedendosi scappare la coppa del mondo solo al 116’ minuto quando Iniesta segnò il gol vittoria per la Spagna.

LE PAROLE DI SNEIJDER

PALLONE D’ORO – “Credo sia stato un po’ ingiusto che non sia stato io a vincerlo e che alla fine sia andato a Messi. Non sono una persona che rimugina su queste genere di cose, preferisco vincere i trofei di squadra rispetto a quelli individuali. Sicuramente potendo scegliere, la mia preferenza andrebbe sempre alla Champions League che ho vinto rispetto al Pallone d’Oro. Sono davvero contentissimo per quel trofeo vinto con l’Inter”.

Continua a leggere

Calcio Internazionale

Preferisco la Coppa: Coppa dei Campioni 1979/80

Pubblicato

:

Il 29 agosto 1979 prende il via la Coppa dei Campioni 1979/80, con l’ormai consueto turno preliminare, visto il numero dispari (33) di squadre partecipanti alla competizione.
La sfida sorteggiata per dare inizio al torneo, però, assume sin dal sorteggio un’aura di tensione e pericolo, visto che le squadre sono Dundalk e Linfield, rispettivamente Campioni d’Irlanda e Irlanda del Nord.
Inutile rivangare il momento storico che vivono i due paesi, perennemente in lotta tra di loro per motivi religiosi e politici; tutto fa pensare, però, che per due serate la situazione possa rimanere tranquilla, ma non sarà così.

LA BATTAGLIA DI ORIEL PARK

Il match d’andata si gioca ad Oriel Park, teatro delle partite casalinghe del Dundalk, in un ambiente blindato, con le due società che si sono immediatamente attrezzate per evitare scontri tra le tifoserie.
Le misure di sicurezza, però, non riescono ad arginare il terribile pomeriggio che la città irlandese sta per passare, con i tifosi del Linfield che entrano in contatto per le strade della città con quelli del Dundalk e poi proseguono nello scontro sugli spalti dell’impianto.
Le scene a cui assistono i poliziotti antisommossa e tutti i presenti sono terribili, la mega rissa, che poi passerà alla storia come The Battle Of Oriel Park rappresenta uno dei momenti più sanguinosi mai visti in terra irlandese a margine di un evento sportivo.
Dopo che la squadra del Linfield, guidata dal proprio allenatore, Roy Coyle, entra in campo e fa appello ai propri sostenitori per fermare la mattanza e per far svolgere regolarmente la partita.
L’incontro, dopo un primo tempo senza emozioni, con le due squadre ancora scosse dalle scene viste sugli spalti, vede gli ospiti, a sorpresa, in vantaggio ad inizio ripresa grazie al gol di Feeney.
Il vantaggio calma ulteriormente i tifosi del Linfield e la partita sembra scorrere via senza altri problemi, fino al gol del pareggio del Dundalk, siglato all’80’ da Devine, che riaccende gli animi.
Gli ultimi minuti della partita, di fatto, non si giocano, con le due squadre che decidono di chiudere così e rimandare tutto al ritorno, mentre sugli spalti continuano gli scontri.
Dopo una gara d’andata giocata in un clima del genere, la UEFA decide di multare il Dundalk per le pessime misure di sicurezza adottate, mentre con il Linfield sceglie la mano pesante.
Il club nordirlandese, infatti, non potrà giocare a Belfast le due successive partite in campo europeo e dovranno indennizzare il Dundalk per i danni causati e per le spese che avrebbero sostenuto per il viaggio verso il ritorno.
Sette giorni più tardi, il 5 settembre, la sfida di ritorno si gioca all’Harleem Stadium, in Olanda, visti i buoni rapporti tra il Linfield e la squadra locale.
L’incontro viene giocato in uno stadio praticamente deserto, con meno di mille spettatori presenti e viene vinto agevolmente dal Dundalk, grazie alla doppietta di Muckian.

IL TONFO DEL MILAN

Dopo un preliminare così intenso, soprattutto sugli spalti, la Coppa dei Campioni 1979/80 può finalmente iniziare, con subito molte sorprese nel primo turno.
Come nella scorsa edizione, il Liverpool esce ai sedicesimi, questa volta contro la Dinamo Tbilisi, ormai presenza fissa della rubrica.
I Reds vincono 2-1 ad Anfield, ma vengono clamorosamente surclassati al ritorno con un 3-0 che non ammette repliche.
Se il Liverpool esce mestamente, l’Ajax torna prepotentemente tra le candidate al titolo, rifilando un sontuoso 16-2 ai poveri finlandesi dell’HJK Helsinki.
Vincono i loro confronti agevolmente anche i Campioni in carica del Nottingham Forest (3-1 all’Östers e il Real Madrid (3-0 al Levski Sofia), ma la vera sorpresa arriva da San Siro, dove il Milan cade contro il Porto.
I rossoneri, con Massimo Giacomini in panchina, iniziano la loro avventura europea all’Estádio das Antas, riuscendo a contenere le offensive dei padroni di casa e portando a casa uno 0-0 prezioso in vista del ritorno.
Due settimane dopo, però, il Milan è irriconoscibile e sciupone, mentre il Porto capitalizza al meglio una delle poche occasioni avute, con Duda che buca Albertosi (non perfetto) su calcio di punizione.
Il risultato non cambia più e per i rossoneri la Coppa dei Campioni è già finita, tra l’incredulità generale.
Purtroppo per il Milan questa non sarà la notizia peggiore della stagione, visto che, in seguito allo Scandalo del TotoNero i rossoneri verrano retrocessi d’ufficio in Serie B, per la prima volta nella loro storia.

LA RISCOSSA DELLE BIG

I Dragoes escono al turno successivo, gli ottavi, quando il Real Madrid di Vujadin Boskov riesce a superare i portoghesi con il brivido.

I Blancos escono sconfitti dall’Estádio das Antas per 2-1, ma la rete siglata da Cunningham nella ripresa lascia aperto uno spiraglio in vista del ritorno al Bernabeu.
Il 7 novembre 1979 basta un gol di Benito ad un quarto d’ora dalla fine agli spagnoli per superare il turno.
Il Real non è l’unica big europea che, nella Coppa dei Campioni 1979/80 sembra decisa a tornare a splendere, visto che anche l’Ajax sembra essere tornato ai fasti di inizio decennio.
I Lancieri, dopo aver superato l’HJK Helnsiki pescano i ciprioti dell’Omonia Nicosia agli ottavi.
Il match d’andata si gioca il 24 ottobre, il giorno prima dell’arrivo, nelle sale italiane, di “Alien”, uno dei capolavori della filmografia di Ridley Scott e dell’intera cinematografia mondiale.
La doppia sfida tra Ajax e Omonia è senza storia, con gli olandesi che vincono addirittura 10-0 all’andata, sospinti da un magistrale Søren Lerby, autore di 5 reti. Al ritorno i ciprioti vinceranno 4-0 contro un Ajax in versione decisamente soft.
Le due corazzate passano anche i quarti di finale, con i Lancieri che rifilano un secco 4-0 allo Strasburgo, mentre il Real Madrid fatica più del dovuto contro il rivitalizzato Celtic, che vince 2-0 in Scozia all’andata, facendo correre più di un brivido lungo la schiena dei Blancos.
Gli spagnoli, però, ribaltano tutto al Bernabeu, con una prestazione splendida chiusa con un 3-0 firmato da Santillana, Stielike e Juanito.
Dunque Ajax e Real Madrid raggiungono le semifinali e non finiscono accoppiate assieme, facendo già pensare ad un epico scontro nella finalissima che si giocherà proprio nella tana degli spagnoli…

POTENZA TEDESCA

Il Real Madrid fa il suo dovere all’andata delle semifinali, quando supera per 2-0 l’Amburgo grazie a una doppietta di Santillana nel finale.
Il vantaggio ottenuto in casa fa pensare ai madrileni già in finale, ma i tedeschi hanno piani ben diversi.
Cresciuto esponenzialmente negli ultimi anni, l’Amburgo può contare su una formazione di tutto rispetto, con alcuni giocatori ormai in pianta stabile della Die Mannschaft, come Manfred Kaltz e Horst Hrubesch, oltre al talentoso Felix Magath, fantasista della squadra.
Oltre ai talenti locali, i tedeschi possono contare anche sulla qualità di Kevin Keegan, ex fenomeno del Liverpool di inizio anni ’70.
È proprio l’inglese, il 23 aprile 1980, a guadagnarsi il calcio di rigore che sblocca il match al ritorno, dopo dieci minuti di gioco. Dal dischetto Kaltz batte senza problemi Garcia e porta avanti i tedeschi.
La spinta dell’Amburgo alla ricerca della rimonta è incessante e dopo qualche minuto arriva il 2-0 con Hrubesch che riceve un bel cross di Reimann e mette in rete di testa.
A questo punto, con il punteggio in perfetta parità, il Real ha l’unico sussulto della sua partita, con Cunningham che sfrutta un’uscita decisamente maldestra del portiere tedesco Kargus e realizza il 2-1 con un delicato pallonetto. La rete subita spezzerebbe le gambe a molte squadre, specie dopo l’avvio magnifico messo in atto dal’Amburgo, invece i padroni di casa continuano ad attaccare e capitalizzano al meglio le occasioni create.
Al 37’ Kaltz si regala un’altra gioia con un siluro dalla distanza, mentre poco prima del duplice fischio tocca a Hrubesch realizzare la propria doppietta, ancora di testa, su cross di Memering.
Il secondo tempo è una pura formalità per l’Amburgo, che trova anche il 5-1 con lo stesso Memering nel finale.
Dunque l’Amburgo è la prima finalista, mentre la seconda verrà fuori dalla sfida tra l’Ajax e i campioni uscenti del Nottingham Forest.

LO SCHERZO CONTINUA…

Il 9 aprile 1980 al City Ground va in scena l’andata della semifinale tra i Tricky Trees e i Lancieri, in un match che solo pochi anni prima sarebbe stato totalmente assurdo vista la storia dei due club.
Gli inglesi di Clough dimostrano di non avere nessun timore reverenziale nei confronti degli olandesi e partono a spron battuto, trovando il vantaggio poco dopo la mezz’ora con Francis, ben appostato durante un corner dalla sinistra.
La partita è a senso unico e solo l’imprecisione del Nottingham permette all’Ajax di rimanere a galla, fino al 61’, quando un’uscita spericolata di Schrijvers su Francis induce l’arbitro a concedere un rigore ai padroni di casa, trasformato da Robertson.
Due settimane dopo in Olanda l’Ajax tenta di rientrare in partita, ma riesce solamente a trovare uno striminzito 1-0, firmato da Søren Lerby.
Nonostante l’uscita dei Lancieri, il danese si porta a quota 10 reti in Coppa dei Campioni e si laurea capocannoniere della competizione.
Al fischio finale è festa per il Nottingham, che per la seconda volta consecutiva è in finale.

DUE SU DUE

28 maggio 1980, da cinque giorni i cinema proiettano uno dei più grandi film horror di sempre, “Shining” che mette in luce uno strepitoso e incontenibile Jack Nicholson, diretto dal genio di Stanley Kubrick.
Al Santiago Bernabeu di Madrid va in scena la finale della Coppa dei Campioni 1979/80, tra Amburgo e Nottingham Forest.
Purtroppo per gli appassionati entrambe le formazioni sono prive dei loro bomber, infatti Horst Hrubesch, soprannominato “Testa di Mostro”, vista la sua proverbiale e letale capacità nel realizzare gol di testa è costretto in panchina da un fastidioso problema fisico, mentre Trevor Francis, l’uomo che aveva deciso la finale dell’edizione precedente, è ai box dopo la rottura del tendine d’achille, il primo di una lunga serie di infortuni che mineranno la carriera del centravanti inglese, che giocherà anche in Serie A con Sampdoria e Atalanta.
La partita è decisamente dimenticabile, visto che Brian Clough ha deciso di giocare un match difensivo, visto il potenziale delle bocche di fuoco dell’Amburgo.
Nonostante l’atteggiamento remissivo sono proprio gli inglesi ad aprire le marcature al 20’, con Robertson che chiude un triangolo con Birtles e fulmina Kargus dal limite.
L’1-0 regge per tutto l’incontro, coronando per la seconda volta consecutiva il Nottingham Forest come Campione d’Europa, unica squadra ad aver vinto più Coppe dei Campioni che campionati nazionali.

Dopo l’exploit doppio dei Tricky Trees è tempo di tornare a ruggire per le big europee, che cannibalizzeranno la Coppa dei Campioni 1980/81. Appuntamento tra tre settimane per la prossima puntata.

Continua a leggere

Champions League

Bennacer: “Mi mancano ancora fiato e ritmo. Ibra? Sarei contento di un suo ritorno”

Pubblicato

:

Milan, Bennacer ha concesso una lunga intervista a GOAL

Ismael Bennacer, centrocampista del Milan, ha rilasciato una lunga intervista a GOAL, in cui ha trattato vari argomenti. Ha iniziato l’intervista, commentando un possibile ritorno al Milan come dirigente di Ibrahimovic, con il quale ha vinto uno scudetto nel 2022. Dopo aver fatto un breve commento sull’accoglienza di San Siro a Donnarumma, ha parlato di Camarda, attaccante futuro dell’Italia (si spera) e dei rossoneri. Successivamente ha rilasciato alcune dichiarazioni sulla sua esperienza all’Arsenal, per poi concentrarsi sul suo infortunio rimediato nell’Euroderby di Champions League contro l’Inter il 10 maggio 2023. Infine, ha concluso l’intervista parlando di Provedel, suo ex compagno di squadra ai tempi dell’Empoli, e delle sue ambizioni, sia in Champions con il Milan che in Coppa d’Africa con la “sua” Algeria.

L’INTERVISTA

IBRAHIMOVIC – “Certo che sarei contento del suo ritorno, perché Zlatan è veramente una leggenda nel club, come giocatore. Sarei molto contento del suo ritorno con noi perché ha sempre aiutato la squadra, la società. Sono sicuro che se torna farà il possibile per fare del suo meglio. Siamo sempre in contatto, è più di un ex compagno”.

DONNARUMMA – Gigio sapeva cosa sarebbe successo, poi fa parte del calcio. Il mondo del calcio è così: sul campo devi togliere tutta questa pressione dovuta all’atmosfera. Non è che i tifosi del Milan non vogliano bene a Donnarumma, è che quando hai giocato per il Milan e hai vinto qualcosa fa sempre male quando vai via. Magari c’è qualcosa che non sappiamo e che non sapremo mai. Magari è stato un po’ tosto, ma ogni giocatore può vivere queste cose”.

CAMARDA – “Spero che diventi un grande giocatore. Lo conoscevo solo dal nome, ora si allena sempre con noi e da quello che ho visto è un vero attaccante. Cerca sempre il goal, prova a far vedere il suo senso della rete. Deve fare di tutto perché ci sono un paio di giocatori che mancano, adesso, e c’è Olivier Giroud che non gioca contro il Frosinone. Avrà la sua possibilità e deve coglierla perché non c’è età: penso che diventerà un vero attaccante e che farà tanti goal”.

ARSENAL – Non ci sono rimpianti nella mia esperienza all’Arsenal: quando prendo una decisione, per me è quella giusta. All’Arsenal ho vissuto due anni belli, ho ricevuto una bella formazione che era quella che volevo, perché ad Arles, dove giocavo e dove sono nato, non l’ho avuta. All’Arsenal sì, poi non ho avuto la fortuna di giocare con la prima squadra: volevo andare via anche se mi mancavano 3 o 4 anni di contratto. È una scelta che ho preso e che oggi non rimpiango”.

INFORTUNIO – “Se ho avuto fretta di ritornare in campo o pazienza? Entrambe le cose, dipendeva dal momento. Mi piace lavorare: tutti dicono che sono tornato prima, ma in realtà i tempi di recupero dell’infortunio erano tra i 6 e i 9 mesi e noi siamo al settimo, quindi siamo nei tempi. Volevamo essere sicuri che il ginocchio sul campo rispondesse bene, poi mi mancavano fiato e ritmo, che mi mancano ancora oggi, ma ho guadagnato tempo lavorando tantissimo sulla bici e su sistemi simili”.

PROVEDEL – “Se ho visto il goal di Provedel? Vero, non gli ho mandato un messaggio, lo faccio adesso: ‘Ivan, sei veramente un grande. Te lo dicevo già’. È sempre raro che un portiere faccia goal, e ha fatto anche un bel goal, da attaccante. Sono contento per lui, anche perché sta facendo bene alla Lazio”.

CHAMPIONS – “Quest’anno sarà dura perché non abbiamo il nostro destino nelle nostre domani, ma faremo il meglio possibile per vincere l’ultima partita, perché non sappiamo come andrà. Anche se era un gruppo tosto, siamo il Milan: magari abbiamo fatto un po’ male in una o due partite, ma è il calcio, ora ci crediamo anche per noi e per i nostri tifosi. Daremo tutto nell’ultima partita”.

COPPA D’AFRICA – “Se si può vincere la Coppa d’Africa? Certo. Tutti i giocatori quando si va in una competizione così, e poi siamo anche una bella squadra, hanno in testa di vincerla, altrimenti non avrebbe senso. L’abbiamo già vinta: andiamo e faremo di tutto per ripeterci. Parlo al “Noi” perché magari ci sono, magari no, ma rimane la mia squadra, ma faremo di tutto per provare a vincerla”.

 

Continua a leggere

I nostri approfondimenti

Giovani per il futuro

Esclusive

Fantacalcio

Serie A

Trending

Scarica L'App

Copyright © 2022 | Testata giornalistica n.63 registrata presso il Tribunale di Milano il 7 Febbraio 2017 | numero-diez.com | Applicazione e testata gestita da Número Diez SRL 12106070969