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La svolta del Red Bull Salisburgo

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La svolta del Red Bull Salisburgo

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Fra discussioni e critiche, inutile dirlo, il modello-Red Bull applicato al calcio è decisamente un esperimento riuscito. Da New York a Salisburgo passando per il Brasile e Lipsia, il Toro Rosso è presente da anni in pianta stabile nei panorami europei del calcio medio, medio-alto. E a casa loro, in Austria, la Red Bull ha compiuto forse uno dei miracoli maggiori.

Acquisita nel 2005, l’attuale Red Bull Salisburgo è stata la prima società calcistica rilevata dal brand austriaco, che è riuscito a portare nella città del Salzach – il fiume che divide il centro cittadino in due sfere – quattordici titoli nazionali. La squadra è notevolmente migliorata negli anni e i risultati, non solo sportivi, sono visibili anche a chi non è propriamente esperto di calcio austriaco. Oltre a nove campionati austriaci vinti, la Red Bull Salisburgo ha attivato in queste stagioni una positiva campagna europea che ha visto il club austriaco arrivare pure nei ranghi alti dell’Europa League. Nota in precedenza come Austria Salisburgo, il suo palmares è notevolmente cambiato dopo l’acquisizione da parte del brand della bevanda: i campionati vinti sono passati da quattro a tredici, mentre le Coppe d’Austria da due che erano sono diventate addirittura sette. Eppure, il miglioramento dalle parti della Red Bull Arena – che ha ovviamente surclassato il nome locale dell’impianto, il più romantico “Stadion Wals-Siezenheim” – ha coinvolto non solo l’aspetto finanziario-gestionale ma pure quello tecnico, con un netto surplus in termini di valore della rosa: da un tesoro tecnico dal peso di 103 milioni dopo che nel 2005 il valore era di appena 29,55 milioni.

La Red Bull Arena di Salisburgo ha una capienza di 42’959 spettatori. Inaugurato nel 2000, è stato ristrutturato nel 2015

METODO

La rapida bildung del Salisburgo ha portato il club ad avere un potenziale tecnico di prestigio, innestando un meccanismo che nonostante sia soverchiato dall’abbagliante mercato del gemello Lipsia, rimane comunque un gran lavoro di organizzazione e capacità. La riqualificazione delle strutture, dei campi ma anche di staff e organigrammi ha portato a Salisburgo professionisti capaci, che hanno permesso alla squadra di migliorarsi negli anni fino a raggiungere i risultati attuali. Infatti non è un caso che il Red Bull Salisburgo sia giunto a essere un club noto e stimato in tutta Europa, e che in Italia, agevolato da due doppi confronti con la Lazio (uno nella stagione 2009/2010 e uno nella scorsa stagione), è diventato sinonimo di una formazione ostica e arcigna. La Red Bull Arena è apparso definitivamente come un campo difficile.

https://www.youtube.com/watch?v=y2q3qgZlpgc

La dirigenza della Red Bull Salisburgo ha trasformato i propri giovani in fonte di autosostenimento economico. Il sistema del comprare-crescere-vendere è una catena che oramai non è difficile rintracciare nei vari campionati europei, anche a livelli importanti (il Siviglia di Monchi è probabilmente l’esempio più mainstream). Come con cifre maggiori è successo pure al più sponsorizzato Leipzig , che ciò sia stato fatto riuscendo a finanziare l’intero sistema del club è particolarmente esplicativo delle enormi risorse gestionali dell’azienda austriaca. Quest’estate il Salisburgo ha venduto Valon Berisha alla Lazio per 7,50 milioni di euro, mentre la cessione più succosa è stata quella del difensore Caleta-Car al Marsiglia per 19 milioni.

SQUADRA

Sono cifre molto importanti per un club di massima divisione, che seppur importante entro i suoi confini non ha in ogni caso la disponibilità per poter competere con i maggiori club europei. D’altronde, l’obbiettivo del “piccolo” Salisburgo non sarebbe quello di arrivare ai livelli di Barcellona o Bayern Monaco, nonostante la squadra austriaca abbia degli ottimi precedenti con l’Europa: nella stagione 1993-1994 l’Austria Salisburgo era riuscito ad arrivare in finale di Coppa UEFA, perdendola nel doppio confronto con l’Inter; tuttavia la semifinale di Europa League raggiunta la scorsa stagione è un simbolico traguardo per l’attuale gruppo di Marco Rose. L’interno di centrocampo Amadou Haidara, un classe 1998, è riuscito addirittura a entrare fra i selezionati del Trofeo Kopa, il Pallone d’Oro per i giocatori under 21. Oltre al talento maliano, nella rosa austriaca si stanno mettendo in mostra il difensore centrale croato Marin Pongracic e il terzino destro austriaco Stefan Lainer; idolo della tifoseria del Salisburgo è il centravanti israeliano Munas Dabbur. Il lavoro di Rose sui suoi giocatori, unito all’ancor più profondo piano di gestione tecnica delle giovanili, ha condotto sia a risultati di gruppo come la semifinale di Europa League che a traguardi singoli qual è attualmente quello di Haidara (la cui valutazione attualmente è di circa venti milioni).

OBBIETTIVI

Il Salisburgo è campione d’Austria ininterrottamente da cinque stagioni, in un campionato che ha visto i soli Strum Graz e le squadre di Vienna a contendere il titolo ai leader targati Red Bull. Il raggiungimento della semifinale di Europa League ha testimoniato certificato la qualità del gioco degli austriaci, mettendo in mostra in Europa quello che egregiamente hanno fatto vedere a livello nazionale (81 gol fatti e 29 subiti in un campionato a dieci squadre). Inevitabile dire che il titolo nazionale è un discorso il più delle volte già chiuso con largo anticipo, e ciò permette alla squadra di arrivare agli incontri internazionali con uno slancio e una condizione migliori.

I giocatori del Red Bull Salisburgo festeggiano dopo aver eliminato nel doppio confronto il Borussia Dortmund nella scorsa Europa League. Successivamente, gli austriaci sono stati eliminati dalla finalista Marsiglia.

Una squadra che gioca un calcio rapido e studiato, con un pressing alto organizzato e una forma di gioco offensivo che richiama molto alla nuova generazione di allenatori tedeschi. Una squadra giovane (età media di 23,39 anni) e con un gioco frizzante, che anche senza i pilastri dello scorso campionato – ceduti appunto in estate – ha ancora ambizioni europee. Merito del lavoro e della programmazione. E ovviamente, dello sponsor.

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Diez allo stadio

Ascoli-Spezia 1-2, le pagelle: Bellusci risponde al rigore di Verde, ma nel finale Hristov regala la vittoria allo Spezia

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Esposito

Al Del Duca lo Spezia batte l’Ascoli 2-1. Nella ripresa Giuseppe Bellusci risponde al rigore di Daniele Verde, ma nel finale arriva l’incornata di Hristov a decidere il match.

Il primo squillo del match arriva all’ottavo minuto quando Verde illumina per Kouda, ma trova la respinta attenta di Viviano. L’Ascoli reagisce e, dopo un rischio autorete di Muhl, Botteghin ha l’occasione da due passi, ma spreca. L’episodio chiave arriva al 20′ quando il direttore di gara Marchetti viene richiamato alla review per un tocco di mano di Di Tacchio all’interno dell’area e concede il rigore. Dal dischetto Verde spiazza Viviano. I marchigiani non si perdono d’animo, Mendes ci prova con un diagonale impreciso. Al 38′ si vede Kouda con un colpo di testa che Viviano respinge in angolo. Nel finale di primo tempo, sugli sviluppi un calcio di punizione, la spizzata di Botteghin favorisce Rodriguez che non angola a sufficienza. Prima dell’intervallo Kouda costringe Viviano al miracolo.

Nella ripresa l’Ascoli è più cattivo e trova il pareggio con Bellusci. I marchigiani inizialmente continuano a spingere ma è Kouda a spaventare Viviano che blocca senza problemi. Da lì lo Spezia prende coraggio e si espone alle ripartenze fulminee dell’Ascoli. Nel finale l’incornata di Hristov da calcio di punizione fissa il punteggio sul 2-1. Dopo un tentativo di Di Tacchio, termina così, lo Spezia batte l’Ascoli e ottiene tre punti pesantissimi.

Ecco le pagelle della gara, direttamente dalla tribuna stampa dello Stadio Del Duca.

LE PAGELLE DELL’ASCOLI

Viviano 6,5: una sua respinta sulla conclusione di Kouda prima dell’intervallo, mantiene in gara l’Ascoli.

Bellusci 7: regala il momentaneo pareggio all’Ascoli con una conclusione dal limite. Per il resto, tutto il reparto difensivo mostra una buona coesione. Riceve un’ammonizione per una sbracciata nel primo tempo. (dal 82′ Haveri s.v.)

Botteghin 6: si divora la rete del vantaggio dopo pochi minuti, ma in fase difensiva non sbaglia nulla.

Quaranta 6: anche per lui vale il discorso fatto per i compagni di reparto. Difende bene sugli attaccanti liguri.

Adjapong 6: lotta e spinge sulla destra, inizialmente crea qualche pericolo, ma viene raddoppiato per tutto il resto della gara. (dal 64′ Bayeye: Dà freschezza alla fascia destra. Apporto sufficiente).

Milanese 6: gioca solo il primo tempo, convince solo a tratti per qualità e per carattere. Giocando con continuità potrebbe diventare una buona arma per Castori, che però lo sostituisce nell’intervallo. (dal 46′ D’Uffizi 6,5: entra con coraggio e voglia di dimostrare, anche se mostra nervosismo in qualche circostanza. Approccio positivo).

Di Tacchio 5: commette ingenuamente, ma anche sfortunatamente, il fallo da rigore.

Falasco 6: insidioso palla al piede soprattutto con le traiettorie velenose da calcio piazzato.

Masini 6: il solito Masini che agisce a sostegno delle due punte, si fa vedere tra le linee, ma oggi non incide. (dal 86′ Giovane s.v.)

Mendes 6: a lui è affidata la reazione marchigiana, ma viene contenuto dai difensori avversari. Nella ripresa si trasforma in assist-man per Bellusci.

Rodriguez 6: la sua velocità mette in difficoltà i marcatori spezzini, ma manca di concretezza nella finalizzazione. (dal 82′ Millico s.v.)

All. Castori 5,5: la squadra è viva e resta in partita nonostante un avvio complicato, ma nel finale la squadra è ingenua. A gennaio urgono rinforzi.

LE PAGELLE DELLO SPEZIA

Zoet 6: trasmette sicurezza al reparto difensivo pur senza dover compiere miracoli.

Amian 6: da quella parte Milanese e Falasco spingono molto, ma lui si disimpegna senza troppi problemi.

Muhl 6: rischia un autogol nel primo tempo, ma per il resto è impeccabile. (dal 63′ Hristov 7: entra per dare freschezza al reparto e decide la sfida).

Nikolaou 6,5: sforna una prestazione perfetta nel limitare Mendes.

Elia 6,5: spinge molto sulla sinistra. Nei primi minuti fatica a mantenere le misure su Adjapong, ma viene aiutato dai ripiegamenti di Kouda.

Cassata 6: riceve un’ammonizione ingenua nel primo tempo che potrebbe condizionargli la gara, ma dà tanto al centrocampo di D’Angelo. (dal 63′ Zurkowski 6: entra per incidere nel reparto offensivo con qualche inserimento, ma nulla  di particolare da segnalare)

Salvatore Esposito 5,5: deve fare gioco, ma è impreciso nel gestire un paio di ripartenze.

Bandinelli 6: anche per lui vale la pagella di Cassata, ma senza l’ammonizione. Il contributo dell’ex Empoli è fondamentale per l’equilibrio del reparto.

Verde 7: è freddo dal dischetto portando in vantaggio i suoi. Quando si illumina crea qualche problema alla difesa marchigiana. (dal 70′ Antonucci 6: entra con tanta voglia di fare, ma il finale non gli permette di colpire.

Kouda 6,5: spazia molto su tutto il fronte offensivo arrivando più volte alla conclusione.. Importantissimo è il suo contributo in fase difensiva in aiuto ad Elia.

Pio Esposito 6: gara di sofferenza perchè viene risucchiato dal trio difensivo marchigiano, ma ha il merito di guadagnarsi il rigore del vantaggio.

All: D’Angelo 6,5: vittoria doveva essere e vittoria è stata, ma poteva gestire meglio il vantaggio. Dopo un buon primo tempo, la squadra pensa ad un secondo tempo di puro contenimento e paga. Dopo il gol del pareggio cerca e trova il gol vittoria.

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Carlos Augusto: “Sono stato sempre umile, non ho mai mollato. E sull’Inter…”

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Carlos Augusto
L’Inter si prepara alla sfida di questa sera contro l’Udinese. L’obiettivo principale dei nerazzurri rimane quello di rispondere presente alla vittoria di ieri sera della Juventus, che avendo la meglio sul Napoli è balzata momentaneamente in cima alla classifica.

Alcuni dubbi di formazione per mister Simone Inzaghi, alle prese con alcune assenze pesanti soprattutto nelle retrovie. In dubbio la presenza di Alessandro Bastoni, che ha saltato la trasferta di Napoli dell’ultimo turno in via precauzionale e dovrebbe essere arruolabile per il match odierno. In caso di fortfait, spazio a Carlos Augusto.

Proprio il brasiliano è intervenuto al Match-day Programme ufficiale dell’Inter parlando della sua carriera: dai primi passi mossi in patri fino all’arrivo in Italia, l’esperienza formativa a Monza e infine il salto di qualità compiuto nell’ultima sessione di calciomercato. Di seguito le parole di Carlos Augusto.

ORIGINI – “Appena ho iniziato a giocare ho chiesto a mio papà di iscrivermi in una scuola calcio, poi a 15 anni ho capito che sarei potuto diventare un calciatore professionista. Sono stato umile, ho sempre lavorato tanto e non ho mai mollato e questo mi ha portato fino a qui. Per me l’amore per il calcio è la cosa più importante, mi piace giocare, allenarmi, poi quando si arriva allo stadio e si vedono tutti i tifosi che incitano la squadra, solo questo ti dà una carica incredibile”.

INIZI IN BRASILE – “Sono diversi i momenti che hanno segnato il mio percorso, la consapevolezza acquisita a 15 anni, poi la finale vinta con la Primavera in Brasile, ricordo che c’erano 45.000 tifosi, abbiamo vinto ed è stato importante. Il primo gol con la Prima Squadra è un altro momento che non dimenticherò, è stato nel match contro la Chapecoense, ricordo che non riuscivo neanche a parlare dopo perché ero troppo felice e sono andato a festeggiare con la mia famiglia”.

APPRODO ALL’INTER – “L’Inter è una squadra importantissima, è un onore indossare questa maglia. Da qui sono passati grandi campioni, Ronaldo è stato devastante, è quello che mi ha ispirato e poi c’è stato Roberto Carlos che nel mio ruolo è stato incredibile. Fuori dal calcio Michael Jordan è un punto di riferimento, è stato impressionante come professionista e come persona, ho letto molto su di lui. Non si è mai arreso e anche quando era il migliore del mondo ha sempre voluto migliorarsi. Cos’è importante per me? La famiglia e la squadra che sono concetti molto simili, conta essere uniti e aiutarsi, soprattutto nei momenti difficili”.

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Big della Premier pronte all’assalto per Calhanoglu: la posizione dell’Inter

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Calhanoglu

Uno degli uomini copertina dello scoppiettante inizio di stagione dell’Inter è Hakan Calhanoglu. Da quando Inzaghi lo ha reinventato regista, il turco è diventato perno inamovibile della mediana nerazzurra. Centrocampista tuttofare, infallibile dal dischetto, Calhanoglu conta già 6 gol in questo primo scorcio di campionato, di cui l’ultimo ha spalancato la strada verso la vittoria contro il Napoli. Il rendimento del giocatore ex Milan non è passato inosservato all’estero, dove non mancano le lusinghe per il turco, soprattutto dalla Premier League. Infatti, secondo quanto riferisce l’edizione odierna di Tuttosport, due big del massimo campionato inglese sarebbero pronte a farsi avanti in estate per Calhanoglu. Trattasi nel dettaglio di Chelsea e Liverpool.

La posizione dell‘Inter è però piuttosto netta: Calhanoglu non si tocca, a meno di offerte da capogiro. I nerazzurri sono tutelati da un contratto, recentemente firmato, che lega l’ex rossonero all’Inter fino al 2027. D’altra parte, il turco si è calato alla perfezione nella realtà nerazzurra e il rapporto con compagni e allenatore è ottimo. Cambiare aria significherebbe un azzardo anche per lo stesso giocatore che dell‘Inter è ormai uno dei leader tecnici. Già la scorsa estate, gli interessamenti dall’Arabia non fecero breccia nella testa di Calhanoglu che in questo momento è pienamente focalizzato sulla conquista delle suo primo scudetto.

Le intenzioni delle parti sembrano quindi ben chiare e nonostante l’Inter, per esigenze di bilancio, possa privarsi di un big quest’estate, Calhanoglu non è affatto in discussione. Il sodalizio tra il turco e l’Inter sembra destinato ad andare avanti.

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Si ferma Vlahovic: costretto al cambio in Juventus-Napoli

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La Juve si allena davanti ai tifosi

Problemi per Dusan Vlahovic durante Juventus-Napoli, il serbo è stato sostituito al 70° minuto al suo posto Milik. Secondo quanto riportato da DAZN, potrebbe essere un falso allarme e solamente questione di crampi o indurimento del muscolo.

La Juventus è in vantaggio 1-0 grazie al gol di testa di Gatti, il terzo in stagione.

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