In principio furono le big spagnole, Real Madrid e Barcelona, ha tirar fuori dal cilindro questa formula che permetteva loro di cedere un loro gioiello, anche a titolo definitivo, per poi poterlo ricomprare ad una cifra leggermente superiore già pattuita, e dopo qualche anno (uno, massimo due). In Italia è scontato dire quale società ha usufruito di questa metodologia di cessione con annessa possibilità di nuovo acquisto dello stesso calciatore, la Juventus che per prima arriva in ogni ambito economico, gestionale e sportivo.
Potremmo partire dai casi Morata tra Real e Juventus, Deulofeu al Barcellona, per poi passare dai vari Zaza, Berardi, Pjaca fino ad arrivare a Magnani della Juventus. I casi di recompra ormai sono tanti ed interessanti: cedere un giocatore talentuoso ad una cifra invitante, permettergli di giocare con un minutaggio superiore e con la testa quasi totalmente concentrata sul club di appartenenza, con uno sguardo fugace ed elettrico verso la casa madre che, per riprendere il giocatore in questione, dovrà sborsare quanto ricevuto più una somma di denaro già pattuita in precedenza.
Ed in tempi di Fair Play Finanziario, poter vendere un giocatore sapendo, un giorno, magari quando le casse del club saranno più auree, di poterlo ricomprare ad una cifra appena superiore è un grosso vantaggio.
E infatti è proprio una delle squadre che ha lanciato questa “moda” che ha usufruito nuovamente di questa formula: il Real Madrid di Lopetegui, che ha riportato a casa l’attaccante che da tempo si stava cercando.
IL NOME CHE NON TI ASPETTI
Non è Lewandowski, non è Harry Kane, non è neanche Griezmann, Neymar o chissà chi. Non gioca in nazionale e quindi non era ai mondiali, non ha giocato nella stagione passata in Champions e non arriva neanche a 50 gol tra i professionisti.
Nessun errore. Il Real Madrid ha usufruito della recompra per riportare alla casa base Mariano Diaz Mejia dall’Olympique Lyonnais per una cifra che oscilla intorno ai 22 milioni di euro. Spieghiamo meglio: il Lione nella scorsa stagione ha sborsato 8 milioni per acquistare Mariano dai blancos, che si sono riservati però una specie di recompra, e diciamo specie proprio perchè è leggermente diversa; nel caso in cui l’OL avesse ricevuto – ed accettato – un’offerta da un’altra società (in questo caso il Siviglia che ha offerto circa 30 milioni), il Real avrebbe avuto 48 ore per decidere se assicurarsi il giocatore ad una cifra inferiore del 35% rispetto all’offerta dell’altra squadra interessata. Ed ecco perchè 22 milioni.

Tutto questo rigirìo per Mariano Diaz?
Sì, perchè stiamo parlando di un attaccante dalla storia di certo non comune e magari poco conosciuta, ma che ha pur sempre segnato 21 gol e 7 assist alla sua prima stagione da titolare in Francia e con una maglia gloriosa come quella dell’OL che ha fatto strada sia in campionato che in Europa League.
Classe 1993, padre spagnolo e madre dominicana (una presenza in nazionale ma in amichevole, dunque può ancora scegliere la Spagna), che oggi è il nuovo attaccante del Real nonostante sia nato a Barcellona. Unica nota positiva, non ha mai giocato nel Barça, visto che è cresciuto tra i settori giovanili di Espanyol, Premia, Sanchez Libre e Badalona, e proprio con quest’ultima ha fatto l’esordio in prima squadra. Una carriera iniziata in sordina, senza i riflettori delle grandi società attorno, fino al 2012 quando è il Real Madrid a farsi avanti per acquistarlo: non per la squadra A, non per la B, ma addirittura per la squadra C.
A 19 anni al Real Madrid C, i presupposti non sembrano i migliori. Però in una stagione e mezzo segna 18 gol, meritandosi l’attenzione della squadra B, che a sua volta lo fa giocare nel campionato di Segunda B (la nostra serie C) dandogli modo di realizzare addirittura 27 reti in 33 partite tra campionato e playoff. Perseveranza e fiducia nei suoi mezzi lo portano addirittura ad allenarsi in prima squadra, non tanto come giovane talentuoso, ma come premio al lavoro svolto in 3 anni. Zidane è l’allenatore che lo premia, facendolo esordire nel 2016-17 e dandogli modo di esprimersi in Coppa del Re: 5 partite e 4 gol nella coppa nazionale di Spagna, un gol anche in Liga in soli 8 spezzoni di gara, e anche lo sfizio di una presenza in Champions League.
Il nome di Mariano Diaz inizia a circolare non solo in terra iberica, ma anche oltre i Pirenei, dove proprio il Lione lo acquista per i già citati 8 milioni. In 5 stagioni dal Real C alle vette del calcio francese, niente male.
https://www.youtube.com/watch?v=iDh1f7V5zG0
LA BÊTE IN MINIATURA
In Francia gli è bastata una stagione per farsi apprezzare come uno degli attaccanti più ostici da affrontare, tanto da meritarsi l’appellativo di la bête, ossia la bestia. Il tutto a dispetto del suo fisico. Con un soprannome del genere ti aspetteresti un gigante corpulento e massiccio, di quelli che non sposteresti neanche a mettertici di impegno; invece Mariano Diaz è alto poco meno di 180 cm e pesa circa 76 kg, ma il suo baricentro basso e la sua compattezza lo rendono un avversario particolarmente abile nella protezione della palla e nello scontro prettamente fisico.
Capace di far salire la squadra nei momenti di difficoltà, velocissimo in fase di contropiede: è scattante, ha grande forza nelle gambe ed esplosività che lo rende implacabile in campo aperto, il che gli permette di essere letale in partite dove la sua squadra dovrà giocare più di ripartenza (al Real non succederà spesso). Un attaccante frizzante, di quelli che un difensore non vorrebbe mai affrontare, perchè ti pressano, ti disturbano, sono ovunque e pericolosi in ogni zona di campo: Lopetegui lo ha fortemente voluto, scelto per avere un’alternativa davanti, non solo numerica ma anche nelle caratteristiche.
Se Benzema sarà il solito attaccante di manovra, quello elegante e tecnico, che se decide di tornare ad essere Karim the Dream può anche segnare caterve di gol, Mariano Diaz sarà invece quello più grezzo, più concreto e meno dedito all’estetica ma interessato al risultato.
Per una volta il Real Madrid ha probabilmente aguzzato gli occhi e lanciato uno sguardo in casa Atletico Madrid: se si osserva attentamente il modo in cui Mariano Diaz scende in campo e combatte su ogni pallone, ricorda molto Diego Costa, un attaccante che non conosce l’estetica, che sa come si combatte e che non ha paura di farlo, chiunque sia l’avversario. Sono giocatori che apparentemente non piacciono, perchè non sono quelli dal tocco di fino, dal passo elegante e statuario o che vedresti bene anche per una pubblicità di uno smoking. Ma chiedete ad un tifoso della Juventus quanto ami un Mario Mandzukic, e capirete cosa intendiamo.
Mariano Diaz è tornato, un ritorno quasi inatteso, ma finalmente ha la sua chance con i blancos, con quella maglia che tante volte ha sudato nelle categorie inferiori e che finalmente può indossare sui palcoscenici più importanti di Spagna e di Europa. Per conquistarsi magari anche la maglia roja della selezione spagnola.
