Ci proverà ancora una volta Hervè, proverà a riconquistare quel trofeo che ormai sente suo, in quella che ormai é casa sua.
Stiamo parlando di Hervé Renard, cinquantenne da due mesi, sulla panchina del Marocco da due anni. Dopo aver conquistato la Coppa d’Africa nel 2012, alla guida dello Zambia, e come allenatore della Costa d’Avorio nel 2015, questa estate l’obiettivo é battere un record da lui stesso stabilito.Nessun allenatore, infatti, era riuscito a vincere il più ambito trofeo continentale africano con due selezioni diverse, prima del giramondo Hervè.
A giugno si disputerà la CAN in Camerun e il Marocco appare come la favorita per la vittoria finale.

LE CONCORRENTI
Gli addetti ai lavori vedono nei maghrebini qualcosa in più dei diretti concorrenti.
La vicina Algeria, dopo l’exploit del Mondiale 2014, ha visto molti talenti sui quali riponeva aspettative perdersi senza sbocciare.Un esempio lampante é fornito da Taider, Bentaleb, Mesbah, Belfodil, sparsi per l’Europa, anche in buoni club, ma che hanno reso meno di quanto sperato. La Costa d’Avorio sta mutando pelle, con talenti come Pepe e Kessiè forse non ancora pronti per caricarsi la squadra sulle spalle come i predecessori Touré, Drogba o Kalou.
Nigeria, Sudafrica e Guinea non sembrano pretendenti attrezzate, così come i padroni di casa del Camerun, guidato da Clarence Seedorf. Caso a parte è quello dell’Egitto, potenzialmente squadra di grande talento, ma afflitta da problemi interni emersi anche in Russia la scorsa estate.

RIPROVACI HERVÉ
Per queste ragioni può essere l’anno del Marocco, che coniuga l’eperienza di capitan Benatia e Ambrabat alla freschezza e alla voglia di emergere definitivamente di Boufal e Harit.
E poi c’é Hervé. Dopo un passato da calciatore modesto nelle serie minori dell’hexagone, si è realizzato in Africa. La accusa mossa a Renard é però quella di non essere un buon tecnico al di fuori proprio del continente africano, accusa a ben vedere non infondata.
Pur avendo acquisito esperienza su diverse panchine in tutti i continenti, esclusa l’Oceania, arrivando addirittura a Shangai, per poi passare a Cambridge, i veri successi li ha ottenuti con le selezioni di Zambia e Costa d’Avorio, oltre a buoni risultati sulla panchina angolana.
Si sono rivelate negative le avventure sui “bancs” dei club della sua nazione. Sia a Sochaux che Lilla, Renard non ha centrato gli obiettivi, rimanendo solo due mesi presso il club del nord della Francia.
L’avventura in Marocco non è iniziata nel migliore dei modi. Dopo essere stato eletto allenatore più bello della competizione, sul campo non ha saputo trasmettere le idee giuste ai suoi, terminando all’ultimo posto del Girone C, addirittura dietro la poco blasonata Iran.
Ottenuta la riconferma, a giugno, nel suo habitat, nella sua competizione non potrà più sbagliare, per entrare nella storia.
