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Resurrezione faraonica

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Resurrezione faraonica

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Gol come quelli li facevo io di solito.

Firmato Re di Roma, nonché Francesco Totti.

Già questo basterebbe per coronare una serata da sogno come quella che ha vissuto ieri Stephan El Shaarawy, il talento italo-egiziano che sembra pian piano ritrovare la strada che pareva spianata qualche anno fa, la strada che porta alla consacrazione. Un gol da cineteca, un sinistro al volo sotto l’incrocio dei pali nato da un calcio d’angolo sontuoso di Lorenzo Pellegrini, che ha pescato l’ex Milan e Monaco – colpevolmente lasciato solo dalla retroguardia del Bologna – sul secondo palo. Questo è bastato ieri alla Roma per vincere, questo è bastato a El Shaarawy per prendersi la scena dello Stadio Olimpico.

https://youtu.be/jl7o4ulq5fg

Detto dei complimenti di Totti e della cena che si è svolta in seguito tra il buon Stephan, l’ex capitano della Roma e un altro 10 niente male come Alex Del Piero, c’è da parlare del numero 92 giallorosso: dopo qualche problemino fisico ad inizio stagione e l’inizio folgorante del Mono Perotti, sembrava essere iniziato l’ennesimo capitolo cupo e triste della carriera di El Sha; da anni in un limbo straziante tra l’esplodere definitivamente e l’anonimato più affliggente, il classe ’92 si è sempre ritrovato in mezzo al fuoco incrociato delle critiche, che non lo vedono più come quel talento che sembrava ai tempi di Genoa, Padova e Milan (specialmente nella prima stagione) e che tendono a non esaltarne più le prestazioni più altisonanti.

Arrivato nella capitale dopo la pessima esperienza oltralpe, nel Principato di Monaco, il talento nativo di Savona pareva pian piano aver ripreso possesso delle sue enormi potenzialità, ed anche i numeri giocano a suo favore: sono 20 i gol in 62 presenze in tutte le competizioni nel suo primo anno e mezzo giocato in giallorosso, che lo hanno visto parziale protagonista del gran gioco e degli eccellenti risultati della gestione Spalletti. Spesso il tecnico toscano lo ha usato sulla fascia sinistra, per sfruttarne le doti tecniche nel rientrare e nel calciare in porta, ma non ha disdegnato neanche il farlo giocare sul lato opposto in assenza di Mohamed Salah, andando a cercare la sua velocità ed il suo spunto per servire Edin Dzeko, motivo per il quale anche il numero delle assistenze è molto elevato.

E con Di Francesco?

Al suo arrivo si è tanto discusso della questione esterni: El Shaarawy ha qualche acciacco, Perotti è padrone assoluto della fascia sinistra dopo un ottimo precampionato svolto interamente con la squadra e Salah, invece, se n’è andato direzione Liverpool. Però nemmeno a destra pareva esserci spazio, perché il designato per l’out destro era Florenzi (al suo rientro), sia per il suo spirito di sacrificio, sia perché il suo avanzamento lasciava spazio nel ruolo di terzino destro a Bruno Peres e Karsdorp, al quale facciamo un enorme “in bocca al lupo”. Inoltre, a mercato in corso, sono arrivati per una cifra intorno ai 60 milioni due giocatori come Schick e Defrel, che non nascono come esterni destri d’attacco, ma che sono in grado di partire da quella posizione per far male agli avversari.

Poi è arrivata finalmente una luce favorevole, non tanto per la Roma quanto per l’italo-egiziano: Schick si fa male, Florenzi rientra gradualmente ma sembra essere ancora considerato un terzino, mentre Defrel – fino a quel momento l’esterno destro titolare – non convince appieno. Complice anche qualche acciacco fisico di Diego Perotti, tocca proprio ad El Sha farsi trovare pronto, ed è con la doppietta all’Udinese che si rimette nei radar dei tifosi giallorossi, che finalmente iniziano a vederlo non soltanto come una valida alternativa, ma come un potenziale titolare. Sarà un caso o sarà una conseguenza, ma col ritorno in campo di El Shaarawy la Roma ha iniziato ad ingranare: a parte i 3 gol in 8 partite giocate, ma Di Francesco apprezza tantissimo la disponibilità al sacrificio del suo numero 92, caratteristica che all’inizio della carriera non faceva parte del bagaglio calcistico del ragazzo, ma che col tempo è riuscito ad aggiungere. E nel gioco degli esterni dell’ex mister del Sassuolo è vitale. 

El Shaarawy sembra dunque essersi calato al meglio nella dimensione giallorossa di Di Fra, ha deciso di mettersi alle spalle un passato a tinte scure per ridare linfa ad una carriera che è rimasta fin troppo a lungo in una fase di stallo. Corsa, sacrificio, talento e voglia di mettere sempre di più nelle condizioni di segnare il buon Dzeko. E se possiamo aggiungerci anche altri gol come quelli di ieri, tanto meglio.

Il Faraone sta tornando grande, in silenzio e lavorando a testa bassa. Il suo rientro a pieno regime aiuta tutta la Roma ed in primis Diego Perotti, che può dare riposo al suo talento tanto cristallino quanto discontinuo, diventando una freccia devastante nella grande faretra di Di Francesco. Il Faraone corre, passa e segna. Risorto dalle sue stesse ceneri, e pronto a ritornare più influente che mai.

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Parolo contro Mancini: “Retegui? Una forzatura. A lui preferisco Kean”

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Kean Juventus

Mateo Retegui è tra i giocatori più chiacchierati delle ultime settimane. Le due reti in Nazionale nelle sfida di qualificazione a Euro 2024, contro e Inghilterra e Malta, sono bastate per mettere d’accordo buona parte degli scettici di fede azzurra.

Ciononostante, al termine del match tra Juventus e Verona, Marco Parolo ha espresso, negli studi di DAZN, il proprio parere riguardo le ultime convocazioni di Roberto Mancini, soffermandosi sull’assenza di Moise Kean:

Tra Retegui e Kean scelgo Kean. Retegui è stata una forzatura, anche se ha segnato due gol, ma non so se messo in Italia possa fare i gol dei nostri attaccanti italiani. I gol li ha fatti Orsolini, Scamacca, Raspadori, Kean. Quando segnano si parla di attaccante del futuro e Immobile viene messo da parte, ma qui parliamo di qualcosa di diverso“.

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Szczesny: “Il calendario è stimolante, ora pensiamo alla semifinale”

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Szczesny

La Juventus ha superato 1-0 il Verona grazie a Kean: dopo il match, il portiete bianconero Szczesny è intervenuto ai microfoni di DAZN.

Il momento è buono, stasera forse non abbiamo brillato ma dopo la sosta le partite sono sempre pericolose. Alla fine conta portare a casa i tre punti, siamo contenti del risultato ma non molto della prestazione. Il calendario è bello e stimolante per arrivare a giocarci tutte le competizioni. Europa League e Coppa Italia sono due obiettivi: in campo abbiamo conquistato 59 punti, siamo a +9 sul’Inter, anche se nemmeno noi sappiamo quale sia la vera situazione. Ora pensiamo alla semifinale di Coppa Italia, è bello, non vediamo l’ora di affrontare questo mese. Portare a casa un trofeo europeo sarebbe stimolante“.

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Allegri: “Stiamo facendo qualcosa di importante. Inter? Non può sempre perdere”

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serie A

La Juventus ha superato 1-0 l’Hellas Verona grazie al gol di Moise Kean: le parole del tecnico Massimiliano Allegri dopo la vittoria dei suoi ragazzi.

LA GARA – “Era una partita complicata, sporca, il Verona ti fa giocare male, ti pressa a tutto campo. Siamo stati fermi nei primi 25 minuti, poi abbiamo iniziato a creare situazioni favorevoli. Forse potevamo fare meglio negli ultimi 10 minuti, senza concedere loro la possibilità di avvicinarsi all’area. In questo dobbiamo migliorare ma credo che i ragazzi stiano facendo qualcosa di importante”.

SU KEAN E LOCATELLI – “In Nazionale? Mancini ha esperienza nel chiamare i giocatori, io credo che alcuni giocatori della Juventus abbiano qualità importanti e che possano essree chiamati. Ma le convocazioni poi le fa Roberto, che chiama chi secondo lui è meglio. Locatelli? Ha reagito bene alla mancata convocazione in Nazionale, è cresciuto bene sul piano tattico, è più mobile nella circolazione della palla anche se deve ancora migliorare in certi tipi di giocate. Come tutta la squadra, anche Locatelli ha cuore e passione. Poi possiamo sbagliare e giocare meno bene, ma alla squadra sicuramente sotto questo aspetto non si può dire niente”.

LA SITUAZIONE DI CLASSIFICA – “Dopo la sentenza dei 15 punti abbiamo giocato a Salerno, poi abbiamo superato le altre davanti e in classifica reale siamo al settimo posto. Vincendo abbiamo staccato quelle dietro. La classifica vera fatta sul campo meritatamente dice che abbiamo 7 punti più della Lazio, 9 sull’Inter e 11 sul Milan. Questo è un bel risultato. L’Inter e le altre non possono sempre perdere, per ora siamo a -4 dal quarto posto ma vedremo Milan e Roma. Di obiettivi ne abbiamo tanti, l’importante è essere lucidi. Del Piero? Grandissimo giocatore, ha rappresentato la Juventus per tantissimi anni e ci ha fatto piacere che sia venuto allo stadio. In dirigenza? Queste cose spettano alla società, noi dobbiamo pensare la campo e non è facile”: 

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Zaffaroni: “Abbiamo creato seri presupposti per far gol: c’è rammarico”

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Verona

Ha parlato al termine del match tra Juventus e Verona, vinto 1-0 dai bianconeri, Marco Zaffaroni, tecnico dei gialloblù.

Di seguito, le sue parole ai microfoni di Sky Sport.

LE DICHIARAZIONI

PARTITA –Nella fase di finalizzazione, negli ultimi metri, abbiamo creato i presupposti per far gol. Purtroppo ci manca ancora cattiveria in quelle zone del campo. Abbiamo creato seri presupposti per segnare e c’è rammarico per questo. I ragazzi sono stati bravi soprattutto nel primo tempo, giocando alla pari. Poi abbiamo cercato di pareggiare in ogni modo, ma non è bastato nonostante la prestazione. I tifosi sono importanti, hanno bisogno di prestazioni di questo tipo, dove la squadra dà tutto e i tifosi lo riconoscono. Dobbiamo raggiungere la qualità che ci manca per ottenere i punti per raggiungere la salvezza“.

GAICH –È un ragazzo con voglia di lavorare e che sta crescendo. Gli manca ancora la capacità di scelta, di tenere la palla, di smarcarsi in maniera efficace. Deve crescere da questo punto di vista, ma ha qualità. Quando giochi con difensori di alto livello, però, risulta tutto più difficile“.

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