Dopo anni di lacrime e brucianti sconfitte europee, nella notte di Tallin l’Atletico Madrid di Diego Simeone e German Burgos conquista la terza Supercoppa Uefa della sua storia superando il nuovo Real Madrid di Lopetegui per 4 a 2 e ponendo la parola ‘fine’ alla serie di sconfitte in finale contro gli odiati cugini. In un botta e risposta emozionante ad averla vinta è la grinta e la fame dei Colchoneros, a discapito di un Real Madrid poco brillante.
PRIMO TEMPO
Avvio shock per la squadra di Lopetegui: dopo 49 secondi Diego Costa, in un’azione simile a quella del primo dei due gol segnati nell’esordio mondiale contro il Portogallo, vince un contrasto aereo con Sergio Ramos stranamente in versione tenera, supera in velocità Varane e trafigge con il destro un Keylor Navas non esente da colpe. Il gol realizzato a freddo permette ai colchoneros di disputare un match perfettamente incline alle proprie caratteristiche e pone il Real dinanzi ad una salita piuttosto ripida. Per scalare questo Everest, i Blancos si affidano alla tecnica individuale del pacchetto offensivo messo in campo e a quei giocatori che, nonostante si tratti del primo match stagionale, hanno una condizione fisica già invidiabile. L’identikit di questo prototipo di calciatore corrisponde a Gareth Bale che, al 27esimo appena scoccato, svernicia Juanfran in progressione e pennella un cross che cade sulla testa di un lesto Benzema. Il canovaccio del match non cambia e, pochi minuti dopo il gol del pareggio, Bale mette in porta anche Asensio che però, complice un primo controllo imperfetto, spreca la ghiotta occasione. Senza altri acuti degni di nota le due squadre vanno al riposo sull’1 a 1.
SECONDO TEMPO
La ripresa prosegue sulla falsariga dei primi 45 minuti: il Real mantiene il pallino del gioco e l’Atletico si affida allo strapotere fisico di Diego Costa e a qualche strappo di Lemar per pungere in contropiede. Al 57′ un Griezmann incolore abbandona il campo per far posto a Correa e, dall’altra parte, Modric infoltisce il centrocampo subentrando ad Asensio. Sei minuti dopo, Juanfran alimenta il festival dell’orrore delle difese e regala un calcio di rigore agli avversari. Sergio Ramos si presenta dinnanzi ad Oblak, lo spiazza con freddezza glaciale ed in pieno clima derby provoca i tifosi biancorossi. Se fino a qualche anno fa l’Atletico non sarebbe mai riuscito ad alzare il baricentro e a schiacciare il Real nella sua metà campo, oggi, grazie alla crescita qualitativa della rosa, i ragazzi di Simeone riescono a creare apprensione con costanza agli avversari. Il fragile muro dei bianchi di Madrid crolla a 10 minuti dal termine quando un’ingenuità di Marcelo permette a Juanfran e Correa di confezionare per Diego Costa il più facile dei gol. Con il 2-2 maturato nei 90 minuti servono i supplementari per decretare la vincitrice dell’incontro e del trofeo.
SUPPLEMENTARI
L’equilibrio dei tempi supplementari viene rotto dalla caparbietà di Thomas che prima recupera palla al limite dell’area avversaria, poi scambia con Diego Costa ed infine libera al tiro Saul per il superbo goal del 3 a 2. Il Real è alle corde e un perfetto contropiede rifinito da Diego Costa e Vitolo regala a Koke l’opportunità di scrivere anche il suo nome nel tabellino dei marcatori. I secondi 15 minuti aggiungono poco alla storia di un match che vede capitan Godin alzare nel cielo estone il suo primo trofeo da capitano dei Colchoneros.
NUOVO REAL, SOLITO ATLETICO
I primi 45 minuti hanno mostrato in maniera chiara la prima bozza di Real targato Lopetegui. Partito Ronaldo, il tecnico spagnolo ha accantonato il 4-3-1-2 fluido di Zidane, dando vita ad un 4-2-3-1 più quadrato e iperoffensivo. Ciò che è più saltato all’occhio è la centralità di Bale in questo schieramento tattico, decisivo con i suoi cambi di passo per disordinare le difese avversarie. In un modo di giocare più propenso alle fiammate e alla verticalità, Isco, complice anche una condizione fisica non esaltante, è apparso fuori partita. Nella ripresa, l’ingresso di Modric ha rimesso il palleggio in cima alle priorità dei Blancos. Il tempo ci dirà se Lopetegui vorrà perseguire la strada del doble pivote e i quattro uomini offensivi o cercare vie alternative.
L’acquisto di Thomas Lemar sarà determinante per la produzione offensiva della squadra di Simeone e la partita di oggi, anche se in piccola parte, ne è stata una dimostrazione. In molte occasioni per ovviare ad un centrocampo più d’aggressione che di palleggio, l’esterno francese si è abbassato per facilitare la circolazione della palla e questo ha reso meno farraginosa la manovra dell’Atletico. Per il resto, l’undici biancorosso ha bilanciato la mancanza di condizione di alcuni uomini fondamentali (Griezmann in primis) con la grinta e la fame che ha contraddistinto i loro molteplici successi.
TABELLINO
REAL MADRID (4-3-3): Navas 5; Carvajal 5,5, Varane 4,5, Ramos 6, Marcelo 5; Casemiro 6,5 (76′ Ceballos 5,5), Kroos 6 (102′ Borja Mayoral 6), Isco 5,5 (83′ Lucas Vazquez 6); Asensio 5,5 (57′ Modric 5,5), Bale 6,5, Benzema 6,5
ATLETICO MADRID (4-4-2): Oblak 6; Hernandez 6, Godin 6,5, Savic 5,5, Juanfran 5,5, Lemar 6 (91′ Thomas 6,5), Rodrigo 6 (71′ Vitolo 6,5), Saul 7, Koke 7, Griezmann 5 (57′ Correa 6,5), Diego Costa 8 (109′ Gimenez 6)
RETI: 1′ Diego Costa (A), 27′ Benzema (R), 63′ Rig. Sergio Ramos (R), 79′ Diego Costa (A), 98′ Saul (A), 104′ Koke (A)
AMMONIZIONI: Asensio, Marcelo, Ceballos, Modric, Sergio Ramos (R), Correa, Diego Costa, Vitolo (A)