Dopo aver archiviato la qualificazione agli ottavi di Champions, ora Mourinho e i suoi ragazzi potranno concentrarsi quasi esclusivamente sul campionato. Nonostante il distacco (che questa sera potrebbe riassestarsi sugli 8 punti) dai cugini del Manchester City, c’è un fattore che può far sorridere lo Special one: il rendimento di questo inizio di stagione di Anthony Martial, capace di esprimersi ad alti livelli nonostante non sia considerato tra i titolari e soprattutto ritrovare voglia e motivazioni per conquistarsi stabilmente un posto in squadra a dispetto della folta concorrenza. Consapevole, maturo, decisivo, il giovane talento francese pare finalmente lanciato verso un avvenire assicurato, lo stesso che gli addetti ai lavori gli prospettavano sin dai tempi in cui incantava tutti con il Lione e poi con il Monaco.
COME GIOCA
Mourinho lo ha impiegato in tutti i ruoli d’attacco, prima o seconda punta o esterno in un tridente d’attacco a seconda delle esigenze tattiche. Quest’anno si è fatto sempre trovare pronto. Da esterno sinistro, Martial riesce a dare maggior sfogo alle sue caratteristiche, avendo più spazio per correre e potendo giocare maggiormente l’uno contro uno per creare superiorità numerica rispetto a quando fa il terminale offensivo.
Quando Martial riceve palla largo e decide di puntare l’avversario, diventa davvero difficile per il difensore non farsi saltare, soprattutto se il francese ha spazio per poter scegliere dove dribblarlo: riesce a saltare l’uomo agevolmente sia all’interno che all’esterno, sia accentrandosi che andando lungo linea. Quando punta il fondo del campo, spesso, può scegliere di accentrarsi anche dopo essersi lasciato il diretto marcatore alle spalle per andare al tiro, o mettere palla a rimorchio per il tapin del centrocampista o della punta.
Il suo primo gol con la maglia dei Red Devils è lo specchio di quanto detto: velocità, dribbling, imprevedibilità, precisione e quel pizzico di sfrontatezza che gli permette di scrollarsi di dosso i dubbi (il teenager più pagato di sempre) dei giorni appena successivi all’acquisto. Riceve palla alle spalle di Clyne, porta palla fino all’area di rigore, 1 contro 1 con Skrtle, lo salta netto e appoggia di piattone in rete. 3 a 1 e partita chiusa.
Con la partenza di Rooney e l’infortunio di Ibrahimovic è stato schierato anche prima punta per far rifiatare Lukaku. Da terminale offensivo, ovviamente, è costretto a svolgere un lavoro diverso. Riceve e gioca spesso spalle alla porta o deve giocare palle alte che lo mettono spesso in difficoltà (i 181 cm d’altezza non lo aiutano in questo caso). Quando svaria sul fronte offensivo, invece, andando a cercarsi lo spazio dove ricevere il pallone sulle fasce, lascia la parte centrale dell’attacco libera per gli inserimenti dei suoi compagni rendendosi così più pericoloso.
Resta il fatto che comunque qualcosa da migliorare ci sia, spesso infatti la fase difensiva è altalenante soprattutto quando gioca esterno: in alcune partite si sacrifica e rincorre il terzino avversario con continuità, in altre invece lo fa a fasi alterne. Questo porta i manager in panchina, prima Van Gaal ora Mourinho a cambiargli fascia a match in corso, magari spostandolo dal lato del terzino meno propenso a sovrapporre.
SPAZIO AI NUMERI
Spesso i numeri riassumono meglio il concetto, rispetto ad una passata stagione che non lo ha visto costante, quest’anno Martial sta facendo registrare 5 gol e 2 assist in 12 presenze in Premier League e 1 gol e 3 assist in 5 presenze di Champions League. Un gol ogni 89 minuti in Premier League dove solamente 5 volte su 12 è partito dall’inizio. Sempre a segno partendo inizialmente dalla panchina, a dimostrazione di una grande capacità di calarsi mentalmente nella partita in pochi minuti, come accaduto in occasione della rete decisiva al Tottenham nello scontro diretto dello scorso 28 ottobre.
Insofferente e poco coinvolto l’anno scorso, ha risentito molto degli 80 milioni spesi per lui nel Deadline Day dell’estate 2015, oggi Martial sta dimostrando maturità nell’accettare di buon grado i consigli e le pungolature di Mourinho, tecnico con il quale il rapporto è sempre stato tutt’altro che idilliaco, come dimostrano le parole dello scorso febbraio.
Ha fatto abbastanza per stare in panchina, ma deve fare di meglio di tutti gli altri che giocano nel suo stesso ruolo; in quella posizione abbiamo molti calciatori. Sono i giocatori a conquistarsi il posto, io sono qui per analizzare quello che fanno ed essere onesto con loro.
Parole che a quanto pare sono servite per far maturare il ragazzo, che meno di un mese fa commentava così il suo rapporto con l’allenatore portoghese
Mourinho è duro con tutti di noi e lo è anche con me, non c’è dubbio, ma so che è per il mio bene e so anche che gli piaccio come persona, quindi non ci sono problemi. Il suo obiettivo è quello di avere tutti i giocatori in buone condizioni, in grado di giocare ogni partita e questo è quello che io aspiro a fare. All’inizio non ci conoscevamo bene, ma con il tempo questo è cambiato. Lui conosce i miei punti di forza e le mie debolezze, ma la cosa importante è che in partita diamo il massimo.
21 anni ancora per qualche giorno, una splendida carriera davanti, una maturazione che sembra acquisita anzitempo. Ottimo lavoro di Mourinho, buon lavoro del ragazzo, quello che conta, come lui stesso ha dichiarato e che si dia il massimo. I gol e gli assist stanno arrivando, qualche panchina di troppo anche, ma il destino di Martial è quello di diventare punto fisso di questo Manchester United.
Il Barcellona continua la propria rincorsa alla volta del primo posto della classifica della Liga. I catalanti si trovano al momento al terzo posto in classifica, condiviso con l’Atletico Madrid che però ha una gara in meno. Domani sera in programma proprio la sfida rovente tra le due compagini, per decretare chi sarà, almeno per il momento, la principale forza inseguitrice alle spalle di Real Madrid e Girona, in tandem al primo posto e con un margine di vantaggio di 4 punti.
Si attende dunque la gara tra Atletico Madrid e Barcellona, quella che per alcuni sarà una sfida nella sfida (in primis per Joao Felix) e che per entrambi i gruppi squadra sarà l’occasione per mettere alla prova se stessi e le proprie ambizioni.
A proposito di ambizioni, è tornato a parlare Ilkay Gundogan. Il centrocampista, dopo aver lasciato il Manchester City da protagonista nelle vittorie dei tantissimi trofei degli ultimi anni e soprattutto della Champions League 2022/23, si è accasato in Catalogna. La scelta di approdare al Barcellona è dipesa dalla volontà di trovare nuovi stimoli, nuova voglia, una sfida ambiziosa e proiettata verso l’alto. La sua voce all’interno dello spogliatoio conta già molto, con i giovani che possono soltanto imparare dai gesti e dalle parole di un campione assoluto come Gundogan.
In particolare, le parole pronunciate dal centrocampista dopo la sconfitta con il Real Madrid sono diventate argomento di discussione pubblica. Nel corso di un’intervista ai microfoni di BeIN Sports, Gundogan è tornato sulla vicenda. Di seguito le sue dichiarazioni.
OPINIONE GUNDOGAN –“Non posso mettermi nei panni degli altri per sapere come l’hanno recepita, ma ho semplicemente detto onestamente la mia opinione e la mia intenzione non era quella di attaccare niente e nessuno. Voglio dire, ogni volta che critico la mia squadra, per qualunque cosa, includo me stesso. Comincio sempre da me stesso. Penso di avere abbastanza esperienza per sapere come funziona questo gioco, ma prima mi guardo sempre allo specchio e giudico prima me stesso e non gli altri. Voglio che facciamo il meglio che possiamo perché vedo in questo squadra con molto potenziale e molta qualità“.
L’ex difensore e capitano del Barcellona, Gerard Piquè, è stato intervistato al Marca business sport Forum. L’argomento principale sicuramente quello riguardo la possibile riduzione delle squadre in Liga. Lo spagnolo è favorevole a questa iniziativa, prendendo come esempio i format usati in America, in particolare con la NFL.
LE DICHIARAZIONI
NUOVO FORMAT – “Alla fine, lo sport sta andando verso competizioni più brevi e uniche. L’esempio chiaro è la NLF, ci sono quattro mesi di competizione e il Paese è paralizzato. Avete record di ascolti. Penso che il calcio dovrebbe andare in quella direzione.”
TROPPE PARTITE – “Serve che tutte le organizzazioni si riuniscano e dicano: ‘non è possibile che ci siano 80 partite in un anno’. Ci sono troppe partite e la gente non sa nemmeno cosa si gioca. E poi a livello sportivo il livello scende.”
NUOVO CALENDARIO – “Servirebbe un calendario con meno partite che però sarebbe più competitive. Invece di campionati da 20 squadre, passare a 16 o anche 14.”
LE PAROLE DI MAX ALLEGRI IN CONFERENZA ALLA VIGILIA DI MONZA-JUVENTUS – Max Allegri ha parlato in conferenza alla vigilia del match tra Monza e Juventus. In attesa dell’esito del big match di giornata di domenica sera tra Napoli e Inter, i bianconeri, vincendo a Monza, potrebbero portarsi in testa alla classifica. Un campo tosto quello dei brianzoli che nella scorsa stagione hanno fatto bottino pieno contro la Juve. La squadra allenata da Max Allegri è ancora alle prese con diversi infortuni. Il tecnico toscano si è soffermato su questo aspetto, fornendo aggiornamenti su diversi giocatori oltre che approfondire anche il discorso riguardante il proprio futuro sulla panchina del club. Di seguito, tutte le dichiarazioni di Allegri alla vigilia di Monza-Juventus:
LE PAROLE DI MAX ALLEGRI ALLA VIGILIA DI MONZA-JUVENTUS
DERBY D’ITALIA – “Cammino in discesa dopo il derby d’Italia? Sarebbe commettere un errore inspiegabile, noi sappiamo i nostri limiti. La classifica è buona, ma non si è fatto ancora nulla, appena lasci un attimo approccio e intensità rischi di perdere. Vincere partite non è facile, ne abbiamo 6 da qui al girone d’andata, di cui 4 sono trasferte. Ancora è tutto da giocare e bisogna fare un passo per volta. Il Monza fa la differenza nella fase difensiva e lo dicono i numeri: sarà una partita molto difficile”.
OBIETTIVI – “Ottimismo sullo scudetto? Io in spogliatoio non ci entro, è sacro. Il desiderio più importante deve essere la partita di domani. Non scordiamoci che rimanere fuori dalla Champions quest’anno è stato un danno tecnico ed economico. Noi abbiamo il dovere di costruire un’annata per tornare all’obiettivo minimo: giocare la Champions l’anno prossimo. Domani voglio vedere la Juve delle prime 13 giornate. Non possiamo permetterci di sottovalutare nessuno, ci vuole grande rispetto per tutti e dobbiamo giocare sempre da squadra come fatto finora. Noi guardiamo la quinta, bisogna scappare da chi c’è dietro e non guardare davanti. Resta motivo di orgoglio essere a 2 punti dall’Inter, ma bisogna guardare dietro perché nel calcio le cose cambiano in fretta. Non bisogna mantenere, ma migliorare di giorno in giorno”.
INFORTUNI –“Monza imbattuto in casa? Oltre che imbattuti, il Monza ci ha portato via 6 punti l’anno scorso e abbiamo fatto 0 gol a loro. Sarà una partita difficile e importante come quelle a seguire. È importante per dare seguito al pari con l’Inter. Danilo e Alex Sandro saranno a disposizione, seppur non al 100%. Per Locatelli valuteremo oggi, è un problema di dolore, l’altro giorno è entrato, vediamo oggi. Oggi dovrò vedere l’allenamento per capire su Manuel e su Nicolussi-Caviglia, che ha fatto una gara importante. Se no troveremo una soluzione e in qualche modo faremo”.
ATTACCO – “Monza imbattuto in casa? Oltre che imbattuti, il Monza ci ha portato via 6 punti l’anno scorso e abbiamo fatto 0 gol a loro. Sarà una partita difficile e importante come quelle a seguire. È importante per dare seguito al pari con l’Inter. Danilo e Alex Sandro saranno a disposizione, seppur non al 100%. Per Locatelli valuteremo oggi, è un problema di dolore, l’altro giorno è entrato, vediamo oggi. Oggi dovrò vedere l’allenamento per capire su Manuel e su Nicolussi-Caviglia, che ha fatto una gara importante. Se no troveremo una soluzione e in qualche modo faremo. Settimo attacco? 5 Vlahovic, 4 Chiesa, mancano quelli di Kean, Milik, Yildiz… L’importante è vincere le partite. Stiamo lavorando sui gol delle punte, cerchiamo di migliorare”.
GALLIANI –“Un amico, ci diamo del tu ormai, ci siamo dati del lei per tanti anni. È un dirigente di altissimo valore, sono fortunato ad aver lavorato con lui e ad avere ancora oggi un rapporto con lui. Siamo legati da un bel rapporto affettivo”.
PALLADINO – “Galliani come al solito non ha sbagliato allenatore. Sta facendo molto bene Palladino e sono certo che nella sua evoluzione può solo crescere, non parlo solo di campo. Potrà fare un’ottima carriera, ci son dei giovani allenatori bravi. E poi accanto ha Galliani, che è un dirigente di grande genialità”.
Serata di Champions dalle mille emozioni per Inter e Napoli. Primo tempo da dimenticare per i nerazzurri, sotto 3-0 all’intervallo col Benfica grazie alla tripletta dell’ex JoaoMario. Al rientro dagli spogliatoi, grande reazione gli uomini di Inzaghi che riescono a trovare una super rimonta con il 3-3 finale. Succede di tutto anche al Bernabeu. In casa del Real Madrid, il Napoli prima la sblocca, poi la riprende con Anguissa e, alla fine perde 4-2. I resoconti dei match.
IL RESOCONTO BENFICA-INTER
Serata che parte malissimo per l’Inter. Al Da Luz sembra essere la serata dell’ex Joao Mario, capace di annichilire i nerazzurri con una tripletta nei primi 34 minuti di gioco. La serata di grazia del portoghese si apre dopo soli 5 minuti, quando è abile a raccogliere la sponda di Tengstedt e mettere il pallone all’angolino. Il raddoppio del Benfica arriva in maniera anche abbastanza fortunosa: palla persa da Asllani a centrocampo e ripartenza culminata con un rimpallo tra Bisseck e Rafa. Il pallone arriva poi tra i piedi di Joao Mario che non sbaglia. La timida risposta interista è rappresentata dall’errore di Arnautovic nell’uno contro uno con Trubin. I padroni di casa non si fermano e arriva anche il 3-0, sempre propiziato da un ispiratissimo Tengstedt. Stavolta l’attaccante danese serve un cross delizioso sempre per Joao Mario che, da due passi, mette in rete di testa.
Quella del secondo tempo è tutta un’altra Inter. Gli uomini di Inzaghi ci mettono carattere e riescono a tornare in partita con il tap in vincente di Arnautovic. Sull’onda dell’entusiasmo arriva anche il 3-2 firmato da Frattesi. Gran gol dell’ex Sassuolo che, su cross di Acerbi, trova la rete con un gran tiro al volo. Dopo aver corso un enorme rischio con il salvataggio di Bisseck su Tengstedt, arriva il clamoroso 3-3. Pestone in area di Otamendi su Thuram: dal dischetto va un glaciale Alexis Sanchez che non sbaglia e trova un insperato pareggio. Emozioni anche nel finale con il grande intervento di Audero su Di Maria e l’espulsione di Antonio Silva. Match che però si chiude con un pirotecnico 3-3.
IL RESOCONTO DI REAL MADRID-NAPOLI
Avvio pazzesco al Bernabeu dove, dopo soli 9 minuti, a passare è il Napoli. I partenopei trovano il gol grazie a una bella azione chiusa con l’appoggi di DiLorenzo per Simeone, bravo a farsi trovare pronto e mettere in rete. Giusto il tempo di ribattere e il Real ha già pareggiato: azione solitaria di Rodrygo e gran destro all’incrocio. Spinti dal proprio pubblico i Blancos trovano anche il raddoppio con il solito Bellingham. L’inglese si inserisce alle spalle di un incerto Natan e, di testa, batte Meret sfruttando al meglio il perfetto lancio di Alaba.
Dopo l’equilibrio di fine primo tempo, al rientro dagli spogliatoi ricominciano le emozioni ancora grazie al Napoli. La squadra di Mazzarri trova il pareggio grazie ad un gran destro di Anguissa che, dopo un primo tentativo murato, trova un grande angolo da posizione defilata. Il Real Madrid riesce a ritagliarsi subito l’opportunità per il nuovo vantaggio ma Joselu, da pochi passi, non riesce a coordinarsi. Il Napoli lotta ma crolla nel finale. Il Real, grazie ad una vistosa incertezza di Meret, trova prima il 3-2 con il destro dalla distanza di Nico Paz. Poi, mette anche il punto esclamativo con il tap in di Joselu su assist di Bellingham. 4-2 il risultato finale.
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