Col mercato di Gennaio alle porte, la Juventus sta provando a guardarsi intorno per migliorare la rosa in vista degli impegni targati 2018, dall’impegno in Champions League contro il Tottenham sino alla serrata lotta per il campionato che sembra coinvolgere molte più squadre rispetto allo scorso anno. Tra i ruoli migliorabili della rosa juventina, il corridoio di sinistra sembra il più indiziato a ricevere delle modifiche: nonostante un Alex Sandro riconosciuto come top player, il brasiliano non ha convinto per approccio e verve durante alcune gare importanti e non viene più considerato incedibile come negli anni precedenti. Lo dimostra il fatto che abbia equamente diviso i suoi minuti di gioco con quelli di Kwadwo Asamoah, tornato comunque ad ottimi livelli dal punto di vista fisico, come dimostrato in Juventus-Inter. I bianconeri, però, non si accontentano ed è per questo che hanno messo gli occhi su Riza Durmisi, terzino sinistro del Real Betis, classe 1993. Andiamo quindi ad analizzare quali siano le caratteristiche del danese e come potrebbe adattarsi nelle rotazioni di Allegri.
RIZA DA VICINO
Nome: Riza
Cognome: Durmisi
Data di nascita: 8 Gennaio 1994
Luogo: Ishøj (Copenhaghen)
Ruolo: Terzino sinistro
Squadre: Brøndby IF
Punti forti: Velocità, dribbling, precisione nei cross e nei tiri
Punti deboli: Contrasti;
Riza Durmisi nasce ad Ishøj, un comune periferico e confinante con Copenhaghen, da una famiglia albanese. Non si muove dalla capitale danese e si forma interamente nel Brøndby IF, in uno dei migliori settori giovanili di Danimarca, nell’omonimo quartiere di Brøndbyvester. È presente ormai nella Hall of Fame del club danese assieme a tanti prospetti del calcio di questo paese come Daniel Wass (Celta Vigo ex Brescia), Daniel Agger e Michael Krohn-Dehli. Diventa calciatore dell’anno nel 2015 e si fa notare soprattutto per la sua velocità e completezza tecnica, approdando così al Betis Siviglia per 2 milioni di euro.
In Danimarca, Durmisi sfidò uno sprinter per testare la sua velocità.
Arrivato nella capitale andalusa piuttosto in sordina, Riza Durmisi ha fatto presto a guadagnarsi il rispetto e la stima del pueblo verdiblanco grazie alle sue sgroppate sulla fascia sinistra ed alla voglia di non arrendersi mai, nonostante l’inizio a rilento della sua squadra che attraversa il periodo peggiore durante la transizione tra Gus Poyet e Victor Sanchez del Amo alla guida tecnica nel Novembre 2016. È stato uno dei pochi ad avere minutaggio con ambo gli allenatori e a non aver subito il classico “cambio di rotta”, tanto che con del Amo ha riposato solo 4 volte nelle ultime 24 uscite della stagione. Ha sfornato partite di un’intensità incredibile senza tralasciare l’aspetto tecnico ma anche tattico di supporto ai suoi centrocampisti, soprattutto contro il Barcellona ed il Siviglia nel Febbraio 2017.
Nella fattispecie contro il Barcellona, Durmisi ha prodotto il suo miglior biglietto da visita che sarà stato sicuramente visionato in Corso Galileo Ferraris.
A livello di sovrapposizioni, la sua rapidità gli permette di farsi trovare subito pronto per lo scarico degli attaccanti o dei centrocampisti senza che i difensori possano bloccarlo:
Qui Ruben Castro riceve palla e Durmisi parte per la sovrapposizione.
In quattro secondi Durmisi è già pronto per lo scarico, creando così parità numerica.
Permettendo a Castro il tiro.
Qui invece riceve palla:
E di prima mette in mezzo:
A seconda poi dell’azione, Durmisi spesso decide se crossare o utilizzare il suo sinistro come arma letale, come in questo caso:
Riceve palla da Castro.
Punta Aleix Vidal e scarica subito il tiro.
A tutto ciò, Durmisi calcia gli angoli e i calci di punizione grazie al suo sinistro. Nell’ultimo derby di Siviglia, giocato il 25 Febbraio allo stadio Benito Villamarin, il danese si è fatto notare così:
https://youtu.be/LoTSXF2mujA
E se difensivamente viene spesso tacciato di scarsa costanza, aspetto che andrà migliorato per potersi mettere in luce nel nostro calcio, quando Durmisi difende lo fa bene e toglie spesso le castagne dal fuoco ai suoi.
In questo caso, dopo aver rubato palla
Il danese batte sul tempo il suo avversario
Parte in velocità
Salta in velocità un altro avversario e scarica:
Anche a livello di pressing in caso di perdita del pallone:
PROBLEMATICHE
Dopo aver tessuto le lodi del 23enne, uno dei migliori prospetti tra i terzini sinistri circolanti in Europa, bisogna evidenziare come un eventuale approdo di Durmisi alla Juventus potrebbe costare un lungo periodo di adattamento, rivelandosi di fatto un acquisto errato se fatto nella finestra di Gennaio. Il perché? Perché Durmisi ad ora, nella stagione 2017/18, non è riuscito a mantenere gli stessi livelli della scorsa stagione, un po’ per il carico affidatogli dalla squadra e dai tifosi e forse un po’ per la volontà di cambiare aria per raggiungere un nuovo livello della sua carriera quando, a 23 anni, sta vivendo sicuramente il suo periodo migliore. La Coppa del Mondo in Russia, raggiunta con la sua Danimarca, gli permetterà maggiore visibilità ed è forse una delle cause del calo psico-fisico. A parte ciò, l’arrivo di Durmisi significherebbe quindi tornare ad acquistare un tipo di terzino capace di svolgere (al momento) il solo ruolo di left back senza poter contare su di lui come quinto di centrocampo. Al momento, tra Brøndby e Betis, ha solo giocato come difensore nei quattro senza mai essere provato a centrocampo: potrebbe essere Allegri l’allenatore giusto per questo cambiamento vista la tendenza offensiva del ragazzo?
Sul giocatore, quindi, non si discute, e anche se la sua valutazione è cresciuta esponenzialmente negli ultimi anni la Juventus potrebbe spuntarla sulle altre (vedi il Liverpool) con una cifra intorno ai 10 milioni, un investimento piuttosto ingente che potrebbe rivelarsi una previsione azzeccata qualora il danese si ambientasse in tempi brevi nella squadra bianconera.
Mateo Retegui è tra i giocatori più chiacchierati delle ultime settimane. Le due reti in Nazionale nelle sfida di qualificazione a Euro 2024, contro e Inghilterra e Malta, sono bastate per mettere d’accordo buona parte degli scettici di fede azzurra.
Ciononostante, al termine del match tra Juventus e Verona, Marco Parolo ha espresso, negli studi di DAZN, il proprio parere riguardo le ultime convocazioni di Roberto Mancini, soffermandosi sull’assenza di Moise Kean:
“Tra Retegui e Kean scelgo Kean. Retegui è stata una forzatura, anche se ha segnato due gol, ma non so se messo in Italia possa fare i gol dei nostri attaccanti italiani. I gol li ha fatti Orsolini, Scamacca, Raspadori, Kean. Quando segnano si parla di attaccante del futuro e Immobile viene messo da parte, ma qui parliamo di qualcosa di diverso“.
La Juventus ha superato 1-0 il Verona grazie a Kean: dopo il match, il portiete bianconeroSzczesny è intervenuto ai microfoni di DAZN.
“Il momento è buono, stasera forse non abbiamo brillato ma dopo la sosta le partite sono sempre pericolose. Alla fine conta portare a casa i tre punti, siamo contenti del risultato ma non molto della prestazione. Il calendario è bello e stimolante per arrivare a giocarci tutte le competizioni. Europa League e Coppa Italia sono due obiettivi: in campo abbiamo conquistato 59 punti, siamo a +9 sul’Inter, anche se nemmeno noi sappiamo quale sia la vera situazione. Ora pensiamo alla semifinale di Coppa Italia, è bello, non vediamo l’ora di affrontare questo mese. Portare a casa un trofeo europeo sarebbe stimolante“.
La Juventus ha superato 1-0 l’Hellas Verona grazie al gol di Moise Kean: le parole del tecnico Massimiliano Allegri dopo la vittoria dei suoi ragazzi.
LA GARA –“Era una partita complicata, sporca, il Verona ti fa giocare male, ti pressa a tutto campo. Siamo stati fermi nei primi 25 minuti, poi abbiamo iniziato a creare situazioni favorevoli. Forse potevamo fare meglio negli ultimi 10 minuti, senza concedere loro la possibilità di avvicinarsi all’area. In questo dobbiamo migliorare ma credo che i ragazzi stiano facendo qualcosa di importante”.
SU KEAN E LOCATELLI –“In Nazionale? Mancini ha esperienza nel chiamare i giocatori, io credo che alcuni giocatori della Juventus abbiano qualità importanti e che possano essree chiamati. Ma le convocazioni poi le fa Roberto, che chiama chi secondo lui è meglio. Locatelli? Ha reagito bene alla mancata convocazione in Nazionale, è cresciuto bene sul piano tattico, è più mobile nella circolazione della palla anche se deve ancora migliorare in certi tipi di giocate. Come tutta la squadra, anche Locatelli ha cuore e passione. Poi possiamo sbagliare e giocare meno bene, ma alla squadra sicuramente sotto questo aspetto non si può dire niente”.
LA SITUAZIONE DI CLASSIFICA –“Dopo la sentenza dei 15 punti abbiamo giocato a Salerno, poi abbiamo superato le altre davanti e in classifica reale siamo al settimo posto. Vincendo abbiamo staccato quelle dietro. La classifica vera fatta sul campo meritatamente dice che abbiamo 7 punti più della Lazio, 9 sull’Inter e 11 sul Milan. Questo è un bel risultato. L’Inter e le altre non possono sempre perdere, per ora siamo a -4 dal quarto posto ma vedremo Milan e Roma. Di obiettivi ne abbiamo tanti, l’importante è essere lucidi. Del Piero? Grandissimo giocatore, ha rappresentato la Juventus per tantissimi anni e ci ha fatto piacere che sia venuto allo stadio. In dirigenza? Queste cose spettano alla società, noi dobbiamo pensare la campo e non è facile”:
Ha parlato al termine del match tra Juventus e Verona, vinto 1-0 dai bianconeri, Marco Zaffaroni, tecnico dei gialloblù.
Di seguito, le sue parole ai microfoni di Sky Sport.
LE DICHIARAZIONI
PARTITA – “Nella fase di finalizzazione, negli ultimi metri, abbiamo creato i presupposti per far gol. Purtroppo ci manca ancora cattiveria in quelle zone del campo. Abbiamo creato seri presupposti per segnare e c’è rammarico per questo. I ragazzi sono stati bravi soprattutto nel primo tempo, giocando alla pari. Poi abbiamo cercato di pareggiare in ogni modo, ma non è bastato nonostante la prestazione. I tifosi sono importanti, hanno bisogno di prestazioni di questo tipo, dove la squadra dà tutto e i tifosi lo riconoscono. Dobbiamo raggiungere la qualità che ci manca per ottenere i punti per raggiungere la salvezza“.
GAICH – “È un ragazzo con voglia di lavorare e che sta crescendo. Gli manca ancora la capacità di scelta, di tenere la palla, di smarcarsi in maniera efficace. Deve crescere da questo punto di vista, ma ha qualità. Quando giochi con difensori di alto livello, però, risulta tutto più difficile“.
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