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Roberto Piccoli, nerazzurro predestinato

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Roberto Piccoli, nerazzurro predestinato

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47 tiri, di cui 18 in porta. Un riassunto più che eloquente di una partita stregata, da lasciarsi alle spalle. Il pareggio pervenuto in Atalanta-Empoli lascia l’amaro in bocca ai tifosi della Dea, in una serata da dimenticare quanto prima.

Ma non tutto è da buttare. Un momento significativo per chi crede nei sogni colora un incontro a tinte fosche. Minuto 88, il Papu Gomez esce dal campo, con Gasperini che chiama dalla panchina un giovane, un classe 2001, destinato in quell’attimo a fare il suo esordio fra i grandi della Serie A.

L’ormai ex bomber della Primavera nerazzurra, dopo sole 5 panchine, entra nel momento più infuocato di una partita che può valere l’Europa per l’Atalanta. Il match si conclude con un pareggio, ma l’impressione è quella di aver dato l’input a qualcosa di speciale. Perchè poter calcare il terreno dell’Atleti Azzurri d’Italia dopo 11 anni di gavetta fra le giovanili della Dea rappresenta un traguardo che sa al tempo stesso di un punto di partenza. Verso un qualcosa di grande per la speranze dei tifosi nerazzurri. Roberto Piccoli compie un passo decisivo ed entra nel calcio che conta.

NERAZZURRO DOC

Il prologo della sua storia conduce in quel di Bergamo. A dirla tutta ciascun capitolo della sua storia si svolge nel capoluogo lombardo, almeno finora. La città l’ha visto nascere e muovere i primi passi. Nella vita e calcistici.

Dall’età di 7 anni, infatti, il giovane Roberto veste la maglia nerazzurra. I colori della Dea accompagnano passo dopo passo il suo percorso nelle giovanili, generando con la città e la società un legame inscindibile, di cui va orgoglioso. Il suo ruolo è l’attaccante, il suo destino uno solo: segnare. Le diverse categorie del vivaio bergamasco conducono a questa stagione, nella Primavera allenata da mister Brambilla.

Proprio con la formazione in testa alla classifica del campionato Primavera 1, Piccoli ha disputato 19 gare mettendo a segno 12 gol. Oltre alle reti, partita dopo partita, si è rivelato un giocatore fondamentale per il suo fisico e la sua duttilità: un punto di riferimento lì davanti ma anche sempre pronto a scendere in aiuto ai compagni. Un prototipo dell’attaccante moderno, insomma, con la consapevolezza di aver ancora tutto da imparare.

La 20esima gara del Campionato Primavera che gli si prospettava ha dovuto cedere il passo a un qualcosa di più grande. Giampiero Gasperini si è accorto delle sue qualità e ha deciso di credere in lui. Un passo alla volta, naturalmente, e il primo di questi gli è valso i primi allenamenti con la prima squadra, assieme a un suo idolo collega di reparto, un certo Duvan Zapata che non sta smettendo di sorprendere quest’anno.

Ma nel frattempo Piccoli non è certo stato con le mani in mano. Il figlio di Bergamo è da qualche tempo nel giro delle Nazionali minori. Degna di nota è la stagione 2016/2017, anno in cui con gli Allievi Nazionali segna 24 reti in 26 match. Il CT Guidi, mister dell’Under 19, ha quindi creduto in lui, concedendogli 8 presenze. L’Azzurrino non ha deluso le aspettative, siglando finora 2 reti. Una serie di premesse fra le più promettenti, insomma. Uno scenario che fa da sfondo all’atto successivo, forse quello decisivo. Le prime convocazioni, la doverosa gavetta tra le fila di un club sempre più ambizioso come l’Atalanta, infine l’esordio contro l’Empoli. La ciliegina su una torta fatta di una fiducia conquistata a suon di tappe bruciate e speranze ripagate. La speranza è che questo sia solamente l’inizio.

“GIOCARE SOTTO LA NORD E’ TANTA ROBA”

L’emozione di subentrare in un momento così delicato della partita ad un campione come Alejandro Gomez è quasi indescrivibile, soprattutto quando lo si fa in casa, davanti agli spettatori che un tempo comprendevano anche lui. Le sue parole nel post partita sono inevitabilmente ricche di significato.

“E’ stata un’emozione molto forte, indescrivibile, soprattutto da bergamasco. Abbiamo creato tante occasioni per tutta la partita, peccato per il pareggio ma avremmo meritato di vincere. Giornata sfortunata, è mancata l’occasione.
La dedica va alla mia famiglia, ringrazio il presidente e la società che hanno creduto sempre in me anche dopo una stagione quella passata piena di infortuni.

Il mio modello è Zapata, e mi piace anche Mandzukic; abbiamo caratteristiche simili. Sono una punta che ama sfruttare la profondità mentre a livello tecnico posso e devo ancora migliorare naturalmente. Giocare sotto la Nord è tanta roba. È stato un esordio a sorpresa e spero di avere altre occasioni da qui alla fine. Giocare altrove l’anno prossimo? No, spero tanto di restare qui“.

Parole di un predestinato che non sognava e aspettava altro se non poter vestire in Serie A la maglia della sua squadra del cuore.

LA DEA DEL NUOVO MILLENNIO

L’espressione “il lupo perde il pelo ma non il vizio” risulta utile in questa circostanza per descrivere l’intuito di Gasperini. Un fiuto per i giovani, il suo, che difficilmente sbaglia.

L’Atalanta “made in Gasp”, del resto, vince, convince ed esalta i tifosi bergamaschi e non solo. L’intera Serie A è fiera di una squadra capace di esprimere un calcio spettacolare, mai fine a se stesso, in grado di esaltare il gruppo nella sua interezza verso la vittoria. Il tutto guardando al futuro. Perchè se le giovanili bergamasche sono una miniera di talenti, con la Primavera che domina nel campionato giovanile, la prima squadra non è da meno.

Il giovane attaccante è il secondo 2000 mandato in campo in questa stagione dal mister nerazzurro. Prima è stata la volta di Kulusevksi, ora di Roberto Piccoli. Dopo le 4 presenze concesse al 18enne di Stoccolma, ecco l’ennesimo talento – per di più italiano e bergamasco – a calcare il prato del campionato italiano. Un segnale importante, una decisione coraggiosa e audace, che fa bene al movimento azzurro nel suo insieme.

Perchè l’espressione “i giovani rappresentano il futuro“, in fondo, è più vera che mai.

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Diez allo stadio

Ascoli-Spezia 1-2, le pagelle: Bellusci risponde al rigore di Verde, ma nel finale Hristov regala la vittoria allo Spezia

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Esposito

Al Del Duca lo Spezia batte l’Ascoli 2-1. Nella ripresa Giuseppe Bellusci risponde al rigore di Daniele Verde, ma nel finale arriva l’incornata di Hristov a decidere il match.

Il primo squillo del match arriva all’ottavo minuto quando Verde illumina per Kouda, ma trova la respinta attenta di Viviano. L’Ascoli reagisce e, dopo un rischio autorete di Muhl, Botteghin ha l’occasione da due passi, ma spreca. L’episodio chiave arriva al 20′ quando il direttore di gara Marchetti viene richiamato alla review per un tocco di mano di Di Tacchio all’interno dell’area e concede il rigore. Dal dischetto Verde spiazza Viviano. I marchigiani non si perdono d’animo, Mendes ci prova con un diagonale impreciso. Al 38′ si vede Kouda con un colpo di testa che Viviano respinge in angolo. Nel finale di primo tempo, sugli sviluppi un calcio di punizione, la spizzata di Botteghin favorisce Rodriguez che non angola a sufficienza. Prima dell’intervallo Kouda costringe Viviano al miracolo.

Nella ripresa l’Ascoli è più cattivo e trova il pareggio con Bellusci. I marchigiani inizialmente continuano a spingere ma è Kouda a spaventare Viviano che blocca senza problemi. Da lì lo Spezia prende coraggio e si espone alle ripartenze fulminee dell’Ascoli. Nel finale l’incornata di Hristov da calcio di punizione fissa il punteggio sul 2-1. Dopo un tentativo di Di Tacchio, termina così, lo Spezia batte l’Ascoli e ottiene tre punti pesantissimi.

Ecco le pagelle della gara, direttamente dalla tribuna stampa dello Stadio Del Duca.

LE PAGELLE DELL’ASCOLI

Viviano 6,5: una sua respinta sulla conclusione di Kouda prima dell’intervallo, mantiene in gara l’Ascoli.

Bellusci 7: regala il momentaneo pareggio all’Ascoli con una conclusione dal limite. Per il resto, tutto il reparto difensivo mostra una buona coesione. Riceve un’ammonizione per una sbracciata nel primo tempo. (dal 82′ Haveri s.v.)

Botteghin 6: si divora la rete del vantaggio dopo pochi minuti, ma in fase difensiva non sbaglia nulla.

Quaranta 6: anche per lui vale il discorso fatto per i compagni di reparto. Difende bene sugli attaccanti liguri.

Adjapong 6: lotta e spinge sulla destra, inizialmente crea qualche pericolo, ma viene raddoppiato per tutto il resto della gara. (dal 64′ Bayeye: Dà freschezza alla fascia destra. Apporto sufficiente).

Milanese 6: gioca solo il primo tempo, convince solo a tratti per qualità e per carattere. Giocando con continuità potrebbe diventare una buona arma per Castori, che però lo sostituisce nell’intervallo. (dal 46′ D’Uffizi 6,5: entra con coraggio e voglia di dimostrare, anche se mostra nervosismo in qualche circostanza. Approccio positivo).

Di Tacchio 5: commette ingenuamente, ma anche sfortunatamente, il fallo da rigore.

Falasco 6: insidioso palla al piede soprattutto con le traiettorie velenose da calcio piazzato.

Masini 6: il solito Masini che agisce a sostegno delle due punte, si fa vedere tra le linee, ma oggi non incide. (dal 86′ Giovane s.v.)

Mendes 6: a lui è affidata la reazione marchigiana, ma viene contenuto dai difensori avversari. Nella ripresa si trasforma in assist-man per Bellusci.

Rodriguez 6: la sua velocità mette in difficoltà i marcatori spezzini, ma manca di concretezza nella finalizzazione. (dal 82′ Millico s.v.)

All. Castori 5,5: la squadra è viva e resta in partita nonostante un avvio complicato, ma nel finale la squadra è ingenua. A gennaio urgono rinforzi.

LE PAGELLE DELLO SPEZIA

Zoet 6: trasmette sicurezza al reparto difensivo pur senza dover compiere miracoli.

Amian 6: da quella parte Milanese e Falasco spingono molto, ma lui si disimpegna senza troppi problemi.

Muhl 6: rischia un autogol nel primo tempo, ma per il resto è impeccabile. (dal 63′ Hristov 7: entra per dare freschezza al reparto e decide la sfida).

Nikolaou 6,5: sforna una prestazione perfetta nel limitare Mendes.

Elia 6,5: spinge molto sulla sinistra. Nei primi minuti fatica a mantenere le misure su Adjapong, ma viene aiutato dai ripiegamenti di Kouda.

Cassata 6: riceve un’ammonizione ingenua nel primo tempo che potrebbe condizionargli la gara, ma dà tanto al centrocampo di D’Angelo. (dal 63′ Zurkowski 6: entra per incidere nel reparto offensivo con qualche inserimento, ma nulla  di particolare da segnalare)

Salvatore Esposito 5,5: deve fare gioco, ma è impreciso nel gestire un paio di ripartenze.

Bandinelli 6: anche per lui vale la pagella di Cassata, ma senza l’ammonizione. Il contributo dell’ex Empoli è fondamentale per l’equilibrio del reparto.

Verde 7: è freddo dal dischetto portando in vantaggio i suoi. Quando si illumina crea qualche problema alla difesa marchigiana. (dal 70′ Antonucci 6: entra con tanta voglia di fare, ma il finale non gli permette di colpire.

Kouda 6,5: spazia molto su tutto il fronte offensivo arrivando più volte alla conclusione.. Importantissimo è il suo contributo in fase difensiva in aiuto ad Elia.

Pio Esposito 6: gara di sofferenza perchè viene risucchiato dal trio difensivo marchigiano, ma ha il merito di guadagnarsi il rigore del vantaggio.

All: D’Angelo 6,5: vittoria doveva essere e vittoria è stata, ma poteva gestire meglio il vantaggio. Dopo un buon primo tempo, la squadra pensa ad un secondo tempo di puro contenimento e paga. Dopo il gol del pareggio cerca e trova il gol vittoria.

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Carlos Augusto: “Sono stato sempre umile, non ho mai mollato. E sull’Inter…”

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Carlos Augusto
L’Inter si prepara alla sfida di questa sera contro l’Udinese. L’obiettivo principale dei nerazzurri rimane quello di rispondere presente alla vittoria di ieri sera della Juventus, che avendo la meglio sul Napoli è balzata momentaneamente in cima alla classifica.

Alcuni dubbi di formazione per mister Simone Inzaghi, alle prese con alcune assenze pesanti soprattutto nelle retrovie. In dubbio la presenza di Alessandro Bastoni, che ha saltato la trasferta di Napoli dell’ultimo turno in via precauzionale e dovrebbe essere arruolabile per il match odierno. In caso di fortfait, spazio a Carlos Augusto.

Proprio il brasiliano è intervenuto al Match-day Programme ufficiale dell’Inter parlando della sua carriera: dai primi passi mossi in patri fino all’arrivo in Italia, l’esperienza formativa a Monza e infine il salto di qualità compiuto nell’ultima sessione di calciomercato. Di seguito le parole di Carlos Augusto.

ORIGINI – “Appena ho iniziato a giocare ho chiesto a mio papà di iscrivermi in una scuola calcio, poi a 15 anni ho capito che sarei potuto diventare un calciatore professionista. Sono stato umile, ho sempre lavorato tanto e non ho mai mollato e questo mi ha portato fino a qui. Per me l’amore per il calcio è la cosa più importante, mi piace giocare, allenarmi, poi quando si arriva allo stadio e si vedono tutti i tifosi che incitano la squadra, solo questo ti dà una carica incredibile”.

INIZI IN BRASILE – “Sono diversi i momenti che hanno segnato il mio percorso, la consapevolezza acquisita a 15 anni, poi la finale vinta con la Primavera in Brasile, ricordo che c’erano 45.000 tifosi, abbiamo vinto ed è stato importante. Il primo gol con la Prima Squadra è un altro momento che non dimenticherò, è stato nel match contro la Chapecoense, ricordo che non riuscivo neanche a parlare dopo perché ero troppo felice e sono andato a festeggiare con la mia famiglia”.

APPRODO ALL’INTER – “L’Inter è una squadra importantissima, è un onore indossare questa maglia. Da qui sono passati grandi campioni, Ronaldo è stato devastante, è quello che mi ha ispirato e poi c’è stato Roberto Carlos che nel mio ruolo è stato incredibile. Fuori dal calcio Michael Jordan è un punto di riferimento, è stato impressionante come professionista e come persona, ho letto molto su di lui. Non si è mai arreso e anche quando era il migliore del mondo ha sempre voluto migliorarsi. Cos’è importante per me? La famiglia e la squadra che sono concetti molto simili, conta essere uniti e aiutarsi, soprattutto nei momenti difficili”.

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Big della Premier pronte all’assalto per Calhanoglu: la posizione dell’Inter

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Calhanoglu

Uno degli uomini copertina dello scoppiettante inizio di stagione dell’Inter è Hakan Calhanoglu. Da quando Inzaghi lo ha reinventato regista, il turco è diventato perno inamovibile della mediana nerazzurra. Centrocampista tuttofare, infallibile dal dischetto, Calhanoglu conta già 6 gol in questo primo scorcio di campionato, di cui l’ultimo ha spalancato la strada verso la vittoria contro il Napoli. Il rendimento del giocatore ex Milan non è passato inosservato all’estero, dove non mancano le lusinghe per il turco, soprattutto dalla Premier League. Infatti, secondo quanto riferisce l’edizione odierna di Tuttosport, due big del massimo campionato inglese sarebbero pronte a farsi avanti in estate per Calhanoglu. Trattasi nel dettaglio di Chelsea e Liverpool.

La posizione dell‘Inter è però piuttosto netta: Calhanoglu non si tocca, a meno di offerte da capogiro. I nerazzurri sono tutelati da un contratto, recentemente firmato, che lega l’ex rossonero all’Inter fino al 2027. D’altra parte, il turco si è calato alla perfezione nella realtà nerazzurra e il rapporto con compagni e allenatore è ottimo. Cambiare aria significherebbe un azzardo anche per lo stesso giocatore che dell‘Inter è ormai uno dei leader tecnici. Già la scorsa estate, gli interessamenti dall’Arabia non fecero breccia nella testa di Calhanoglu che in questo momento è pienamente focalizzato sulla conquista delle suo primo scudetto.

Le intenzioni delle parti sembrano quindi ben chiare e nonostante l’Inter, per esigenze di bilancio, possa privarsi di un big quest’estate, Calhanoglu non è affatto in discussione. Il sodalizio tra il turco e l’Inter sembra destinato ad andare avanti.

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Si ferma Vlahovic: costretto al cambio in Juventus-Napoli

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La Juve si allena davanti ai tifosi

Problemi per Dusan Vlahovic durante Juventus-Napoli, il serbo è stato sostituito al 70° minuto al suo posto Milik. Secondo quanto riportato da DAZN, potrebbe essere un falso allarme e solamente questione di crampi o indurimento del muscolo.

La Juventus è in vantaggio 1-0 grazie al gol di testa di Gatti, il terzo in stagione.

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