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Rodrygo Goes, il salvatore verdeoro del Real Madrid

Champions League

Rodrygo Goes, il salvatore verdeoro del Real Madrid

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Rodrygo

Il Real Madrid si aggrappa a Rodrygo Goes per agguantare la finale dell’edizione corrente di Champions League. Il gioiello brasiliano segna due gol nel giro di un minuto e trascina le Merengues ai supplementari. Poi, il ruolo di protagonista e di killer se lo prende, un po’ anche per maggiore esperienza, il solito Karim Benzema.

I blancos staccano il pass per la finale di Parigi contro il Liverpool. Il prossimo 28 maggio le due squadre, per la terza volta nella storia, si sfideranno nell’atto finale di questa competizione. Nessun match è stato giocato più volte di questo, in una finale di Champions League.

SANTASTICO!

Se sei un giovane calciatore brasiliano e il Santos decide di puntare su di te, porti con te due indicazioni fondamentali. Il primo è che no, evidentemente non sei un giocatore qualunque. Il secondo è che difficilmente ti tremeranno le gambe. Specialmente se esordisci al Vila Belmiro a soli 16 anni. E dopo qualche mese erediti anche la numero 9 dei bianconeri.

Rodrygo entra giovanissimo in uno spogliatoio in cui si vive, si respira e si pensa calcio. La storia del calcio, sia brasiliano che mondiale. Il primo anno ha, comprensibilmente, pochissimo spazio. Ma nel secondo anno, con la numero 9 sulle spalle, il suo minutaggio aumenta a dismisura.

È la stagione 2018, in cui Rodrygo gioca 35 partite su 38 in campionato. Il suo nome rimbalza sulle copertine di tutto il Paese e la sua tecnica sopraffina non passa inosservata a nessuno. Il Santos, in quegli anni, ha perso molti leader e molti prospetti che erano stati messi al centro del progetto dei santistas. Rodrygo, a soli 17 anni, sembra l’eletto designato a prendersi la squadra sulle spalle.

Il futbol bailado di marca verdeoro si unisce ad una freddezza letale sotto porta e ad una abilità innata nel divertire e divertirsi. In due anni disputa 45 partite complessive e firma 10 gol e 5 assist. Numeri che non possono trattenerlo nell’ombra.

Rodrygo

Rodrygo Real Madrid

SAPER ATTENDERE

Nel luglio 2019, al raggiungimento del 18º anno di età, il Real Madrid lo aggrega alla sua rosa. L’offerta del club spagnolo è di quelle che non possono passare inosservate: 45 milioni di euro. Eppure, il suo nome stenta a decollare.

In quel periodo il Real Madrid è in una fase di rifondazione. Solo un anno prima ha visto andar via Cristiano Ronaldo. E la squadra tre volte consecutive campione d’Europa si sta, lentamente, disgregando. L’esperimento di Lopetegui in panchina non ha dato i frutti sperati. Ed ora, alla guida dei blancos, c’è nuovamente Zinedine Zidane.

In realtà, ci sarebbe un giovanissimo brasiliano acquistato a peso d’oro che si sta prendendo copertine e riflettori, ma non è Rodrygo. Si tratta, invece, del classe 2000 Vinicius Junior, approdato ai blancos l’estate precedente dal Flamengo.

Rodrygo e il Real Madrid, però, sanno di potersi fidare l’uno dell’altro ed iniziano un percorso di crescita e conoscenza reciproca.

Nella prima stagione gioca 29 partite in totale, trovando spazio soprattutto in frammenti di partita. L’impatto maggiore lo ha in Champions League, dove timbra quattro gol in cinque apparizioni: tutte nella fase a gironi. L’anno successivo le presenze aumentano (33) ma il minutaggio complessivo cala.

L’esplosione definitiva arriva in questa stagione, con Carlo Ancelotti alla guida del club. Il fantasista brasiliano trova spazio e spazi in campo, nei quali può esprimere liberamente sè stesso.

Ne guadagna lo spettacolo, i risultati e soprattutto il club, che vede i due crack verdeoro, Rodrygo e Vinicius Jr., affiancare spesso il più esperto Benzema.

ANCORA DI SALVEZZA

In questo Real Madrid che ha vinto la Liga e sogna la Champions League numero 14 c’è la mastodontica impronta di Rodrygo. Il brasiliano ha saputo gestire la tensione e si è messo in evidenza per efficacia e tenacia in campo.

Duttile come pochi. Perfettamente ambidestro e capace di giocare su entrambe le fasce, nel tridente. Aspetto che ha favorito non poco il suo inserimento in una rosa di campioni di livello mondiale. In cui la capacità di adattamento è una delle doti maggiormente ricercate.

Letale nei momenti caldi. I due gol contro il Manchester City sono gli ultimi di una serie di gol pesanti, in questa stagione. Dal gol-vittoria contro l’Inter nella gara di apertura di Champions League. A quello contro il Chelsea, che ha ridato respiro ai suoi, nel quarto di finale di ritorno. Fino al gol che ha suonato la carica nella rimonta del Sánchez-Pizjuán (da 2-0 a 2-3 per i blancos) e alla doppietta in apertura del 4-0 contro l’Espanyol. La prima partita è stata quella che, probabilmente, ha consegnato la Liga nelle mani del Real Madrid. La seconda è stata quella in cui è arrivata la certezza aritmetica della vittoria.

Rodrygo gioca in maniera estremamente funzionale e precisa, pur concedendosi al divertimento. Stando ai dati UEFA.com in questa Champions League è il secondo miglior marcatore delle merengues. Ma è anche secondo per tiri nello specchio, dribbling tentati e riusciti. Unendo incisività e divertimento, ha creato un mix letale che lo ha reso protagonista.

Il suo essere, allo stesso tempo, attaccante puro e feroce e fantasista polivalente lo rende in grado di cambiare le sorti di una partita o di un’intera competizione. Carlo Ancelotti sa di poter contare su di lui, quando ha bisogno di mescolare le carte in tavola.

A POR LA 14

Il futuro di Rodrygo, in questo momento, ha i tratti e i colori di una sola città: Parigi. Con il Real Madrid si è conquistato la sua prima finale di Champions League in carriera. E lo ha fatto da protagonista.

Rodrygo Real Madrid

Rodrygo Real Madrid

A Parigi, ora, Rodrygo vorrà chiudere il cerchio e confermarsi a livello mondiale.

Poi si potrà iniziare a pensare al futuro in maniera più ampia. Il Real Madrid non ha fatto mistero di voler puntare su di lui. Basti pensare che Bale e Asensio, i maggiori competitori nel suo ruolo, sono dati in uscita. Lucas Vasquez è stato reinterpretato terzino già dallo scorso anno. E le voci di mercato non riguardano nessun nome di grosso livello nel suo ruolo.

Fermo restando che, se arrivasse davvero Mbappé, un modo per integrarlo con gli altri tre si troverebbe.

Il fattore che lega ancor di più Rodrygo al Real Madrid è quello che, probabilmente, il classe 2001 non si è ancora espresso al meglio delle sue potenzialità. La giovane età lo limita, in un certo qual modo, a vivere ancora troppo di fiammate e a peccare di continuità. Ma il progetto blancos è fortemente improntato su una new age che vuole prendersi il futuro. Da Vinicius Jr. a Valverde, passando per Camavinga e qualche nome in orbita calciomercato. Rodrygo farà sicuramente parte di questo gruppo di calciatori nati a cavallo tra i due secoli e che vogliono dominare per il prossimo decennio.

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Champions League

Milito su Mourinho: “Sa quando serve una bastonata, la finale del 2010?”

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Milito

MILITO MOURINHO – Diego Milito rimarrà nella storia come uno dei giocatori più iconici del XI secolo nel calcio italiano. El Principe ha lasciato un bel ricordo a tutti gli amanti dello sport, ai tifosi dell’Inter in particolare, che associano il suo nome alla doppietta contro il Bayern Monaco nella finale di UCL del 2010, tassello decisivo per la conquista del celebre Triplete, oltre al ricordo di tantissimi gol segnati in nerazzurro.

L’ex centravanti albiceleste ha esaltato l’allenatore di quel momento, José Mourinho, ai microfoni di DAZN, difendendolo dalle numerose critiche ricevute nelle ultime stagioni. Di seguito riportate le sue dichiarazioni.

LE DICHIARAZIONI DI MILITO SU MOURINHO

SUL RAPPORTO TRA I DUE – “Non lo scopro io. Un allenatore stupendo, l’artefice di quel che abbiamo fatto. Un grande gestore dei momenti, sapeva perfettamente quando serviva la bastonata e quando la carezza. L’ho visto l’anno scorso, quando sono passato a Roma. Abbiamo una chat di gruppo e il legame continua“.

SULLA CHAMPIONS DEL 2010 – “Ci ha fatto rilassare. Il discorso più bello in realtà è stato a Barcellona, che era un po’ una finale anticipata. Un campo difficilissimo, con un bel vantaggio ma una gara tutta da giocare. Lui era sdraiato nello spogliatoio, noi con l’ansia. Era così perché il leader deve cercare di mostrare tranquillità nei momenti di ansia. Ci ha detto che quando aveva vinto la Champions col Porto il figlio era piccolo e non si ricordava, per cui di vincerne un’altra. Una volta in campo ci diceva che per noi la finale era un sogno e per il Barcellona un’ossessione ed era un po’ così il poter andare da catalani a vincere la Champions a Madrid“.

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Champions League

Benfica-Inter, Schmidt furioso: “Arbitraggio orribile, ecco il perché”

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SCHMIDT CONTRO L’ARBITRAGGIO DOPO BENFICA-INTER: LE DICHIARAZIONI – Il Benfica si è fatto rimontare tre gol dall’Inter nella gara di ieri di Champions League. Per i portoghesi i tre punti sarebbero stati fondamentali in vista della lotta al terzo posto per guadagnare almeno la qualificazione in Europa League. Queste le parole di Schmidt al netto della gara contro l’Inter.

LE PAROLE DI SCHIMDT AL TERMINE DI BENFICA-INTER

LA PARTITA – “Oggi abbiamo dato un nuovo volto alla nostra Champions. Nel primo tempo siamo stati molto creativi e abbiamo avuto tante occasioni. A questo livello è stato quasi perfetto. Nel secondo tempo, dopo il secondo gol loro, abbiamo cominciato ad accettare la loro qualità. Nonostante i gol presi abbiamo creato altre chance, poi c’è stato il rigore e il rosso ma l’atteggiamento è stato buono. Abbiamo cercato la vittoria fino alla fine, abbiamo avuto l’opportunità di fare il quarto gol: volevamo vincere ma purtroppo non è stato possibile”.

ARBITRAGGIO – “L’arbitraggio è stato orribile, non posso capire perché l’arbitro si sia comportato in questo modo. Sei persone coinvolte e alla fine hanno dato un rigore che non c’era e un rosso che non c’era. L’arbitraggio è stato pessimo, un disastro. Sono onesto e lo dico”. 

L’EUROPA LEAGUE – “Dobbiamo crederci però è difficile perché dobbiamo vincere con tre gol di scarto all’ultima  ma è quello che dobbiamo fare. Dobbiamo cercare di vincere per entrare in Europa League”.

PRIMO E SECONDO TEMPO –Non ho visto un cambiamento, fino alla fine abbiamo giocato un’ottima gara anche se in dieci, abbiamo creato chance. Poi ci sono state decisioni sbagliate”.

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Primato assoluto in Champions per Arnautovic dopo il ritorno al gol: la statistica

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Arnautovic

Alcuni giocatori sono nati per giocare competizioni come la Champions League. Passano un’intera carriera a macinare gol, assist e vittorie, per entrare di diritto nella storia del calcio. Poi ci sono giocatori che, nonostante le qualità innate, scelgono altre strade, senza mai lasciare il segno veramente nella competizione per club più importante. Uno di questi è Marko Arnautovic, esperto attaccante nerazzurro, che è tornato a segnare dopo la bellezza di tredici anni nella competizione.

L’ultimo gol, come riporta Opta, risale al 2010, quando Arnautovic giocava nel Werder Brema. Sono passati la bellezza di 4740 giorni tra il gol di ieri sera con il Benfica e il precedente: è lo scarto più ampio che un giocatore abbia mai registrato nella competizione. Una carriera di alti e bassi quella dell’attaccante austriaco, che è però tornato al gol in Champions Leaguecontro il Benfica.

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Champions League

[VIDEO] Periodaccio per Onana! Altri due errori decisivi per il 3-3 con il Galatasaray

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Bayern Monaco-Manchester United, Onana commette una papera clamorosa!

L’ex portiere dell’Inter André Onana non riesce a riscattarsi dopo un avvio di stagione con alcuni errori clamorosi.

Anche nella gara di Champions League in casa del Galatasaray, il camerunense è stato protagonista in negativo. Con il 3-3 di Istanbul, il cammino europeo del Manchester United si fa in salita. 4 punti e ultima posizione nel Gruppo A con Bayern Monaco, Copenhagen e, appunto, i turchi.

Nell’ultima partita servirà un’impresa ai Red Devils, che saranno costretti a battere il Bayern Monaco all’Old Trafford.

GLI ERRORI DI ONANA

Come detto, non è stata una bella serata per Onana che ha subito ben 3 reti, due delle quali arrivate da calcio di punizione di Ziyech. In entrambe le occasioni, il portiere poteva e doveva fare meglio, in particolare sulla seconda rete, arrivata al 69′, quando il pallone è sbucato nell’area piccola. Onana non è riuscito a respingere nonostante fosse ben piazzato. La sfera ha oltrepassato il corpo dell’ex Inter ed è finita in fondo alla rete, dando avvio alla rimonta dei padroni di casa.

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