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Rogerio Ceni, il Diez portiere-goleador

Alla Ricerca del Diez

Rogerio Ceni, il Diez portiere-goleador

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Portiere e bomber. Gli opposti per eccellenza, l’antitesi principe del gioco del Calcio. L’estremo difensore che protegge i pali della propria squadra contro il suo nemico naturale, l’attaccante di razza, il cui scopo è infrangere sogni e speranze degli avversari.

Ognuno nella testa nasce attaccante, sognando quell’urlo assordante che è l’esultanza del popolo calcistico. Si affina la tecnica, si fa dell’allenamento la propria ragione di vita, si colora la propria partita di tiri e cavalcate sul rettangolo di gioco, sognando di vestire la numero 10.

Dall’altra parte, se non si è bravi coi piedi, si va dritti in porta. Quasi nessuno vuole fare il portiere, da sempre il malcapitato primo colpevole che vive l’incontro in solitaria. Specie in Brasile, patria di Pelè, Zico, Garrincha e Ronaldo (giusto per citarne alcuni), la fabbrica del talento allo stato puro.

Ma quando il destino decide di sovvertire l’ordine naturale delle cose nulla lo può fermare. L’antitesi viene cancellata, e il terreno di gioco diviene il regno della fantasia calcistica dove tutto è possibile.

Il portiere goleador incarna questo straordinario paradosso. Cresciuto per parare ma destinato a fare goal, semplicemente unico. Perchè Rogerio Ceni è a tutti gli effetti un vero Numero Diez.

L’IMPIEGATO DI BANCA DIVENUTO LEGGENDA

Il figlio di Pato Branco che a suon di parate e gol ha conquistato il mondo. Una carriera infinita la sua, tale da renderlo l’ultima grande bandiera del calcio sudamericano.

Cominciò la sua avventura calcistica all’età di 8 anni, in una modesta scuola calcio del suo paese. Ne attraversò diverse tra Pato Branco, Curitiba e Sinop. Fu in quest’ultima città che vennero notate le qualità sportive, non solo calcistiche. Rogerio, infatti, era molto bravo con le mani, cosa che lo fece diventare un discreto pallavolista. Riuscì addirittura a partecipare ai Giochi Studenteschi a Brasilia del 1989. Sembrava essere nel segno della pallavolo il suo destino, ma quest’ultimo aveva ben altro in serbo per lui. Per la gioia degli amanti del pallone.

Nel 1989 il provino col Sinop Futbol Club consacrò la sua decisione nella vita: il Calcio è ciò che lo attende. Il provino andò a buon fine e il Sinop lo tesserò, mentre lo stesso Ceni continuava i suoi studi e la sua attività lavorativa presso la Banca do Brasil. Un impiegato che gioca a calcio è una scena comune nella realtà brasiliana. A lui il merito di aver reso unica la propria storia.

Iniziò come terzo portiere, e solo il destino gli spalancò la porta da titolare: gli infortuni contemporanei di Braga e Neves resero possibile il suo esordio. Giocò la prima da titolare all’Estádio Luís Geraldo da Silva, contro il Cáceres, parando un rigore. Se il buongiorno si vede dal mattino…

Con la maglia bianco-azzurra giocò 19 partite, facendosi notare per la sua agilità tra i pali e per un più che discreto feeling coi piedi. Nel 1990 il Sinop si sciolse e a Rogerio fu consigliato di tentare un provino col San Paolo. Riuscì a superarlo, entrando a far parte del club con cui, a suon di parate, avrebbe fatto la storia sua e del Calcio Brasiliano.

IL SAN PAOLO E LA NAZIONALE

Rogerio Ceni e il San Paolo. Se il Calcio sa emozionare non si può rimanere impassibili di fronte a una delle storie sportive più romantiche e straordinarie dello Sport. Dal 1990 al 2015, 25 anni di vero amore.

Ma la storia di Rogerio non è stata sempre in discesa: dal 1990 al 1996 si è seduto per la maggior parte delle partite in panchina, dietro a monumenti del calibro di Gilmar e Zetti. 6 anni per conquistare la titolarità, 6 anni in cui non smise mai di crederci. Dalla panchina comincia a raccogliere trofei importanti: la Copà Libertadores e la Coppa Intercontinentale del 1993 le vittorie più importanti, insieme alla Recòpa e alla Supercoppa Brasiliana dello stesso anno.

La costanza, il cuore e la perseveranza premiarono il 24enne che veniva da lontano. Nel 1997, a sette anni dal suo arrivo a Sao Paulo, viene finalmente impiegato come portiere titolare del Campionato BrasileraoQuel posto in campo tra i pali dei Paulista non glielo toglierà più nessuno.

Ma il tratto distintivo di Ceni non era certo parare. In porta riusciva a cavarsela sempre egregiamente, questo è certo, ma non fu questo a renderlo immortale. Aveva nel sangue quell’istinto in più, quella voglia di gol, per esultare finalmente tutti insieme, e tornarsene poi, di nuovo da solo, verso la porta da difendere. La costanza e la dedizione in allenamento avevano dell’incredibile. Del resto quante volte si è visto un portiere allenarsi nel calciare coi propri compagni oltre che a tuffarsi e a respingere palloni.

Questo fu Rogerio. Colui che fece della punizione e del calcio di rigore le sue armi. La prima rete arrivò il 13 febbraio del 1997. Su calcio di punizione, contro l’Uniao Sao Joao, nel campionato paulista, una perla a giro a insaccarsi nella rete avversaria. Il primo non di tanti, ma tantissimi gol, nessuno lo potè più fermare. Nel 2006, con una doppietta al Cruzeiro, il bomber fra i pali superò il suo collega Chilavert, estremo difensore paraguayano fermo al record di 62 reti.

Ottenne addirittura un certificato dalla “Guinnes World Record” per il suo traguardo. Del resto la sua aspirazione più grande era segnare, e l’obiettivo è stato raggiunto.

Il capitano di mille battaglie, l’uomo che ha alzato tanti trofei per la tricolor paulista, nel 2015 ha detto basta. Con la sua squadra del cuore vinse tutto ciò che c’era da vincere. 3 Campionati Brasiliani, 3 Campionati Paulisti, 2 Libertadores, 1 Coppa Intercontinentale, giusto per citarne alcuni.

In Nazionale scese in campo 16 volte. Il dato più sorprendente è che con la maglia verdeoro non segnò nemmeno una rete. Clamoroso per un bomber come lui. Tra le fila della Nazionale vinse nel 1997 una Confederations Cup e nel 2002 il Mondiale in Corea del Sud. Se con la maglia del proprio paese non lasciò il segno, lo fece col San Paolo: la sua casa, il suo vero amore, dove diede tutto ciò che aveva da dare, troppo per chiunque.

“O MITO”, IL DIEZ DEI RECORD

Rogerio Ceni lasciò il calcio col mito del portiere fedele e dell’estremo difensore goleador. Il pallavolista che si convertì al mondo del Calcio ha lasciato il segno come pochi hanno saputo fare nella storia dello Sport. Segnare è la sua aspirazione, far sognare i tifosi il suo compito e obbiettivo. Del resto se il Destino chiama a realizzare l’impossibile non si può rispondere assente. E Rogerio fu presente eccome, dall’inizio alla fine della sua storia calcistica.

Tra i pali è stato di certo sottovalutato perchè si parlava di lui soprattutto per i gol. Il ragazzo da Paranà, infatti, con 131 reti realizzate, è ancora oggi il numero 1 tra i numeri 1 per goal segnati. E lo rimarrà per molto tempo.

La storia d’amore fra lui e il club paulista la si evince, inoltre, dalle presenze in campo, oltre che gli straordinari gol. E’ il secondo calciatore di tutti i tempi ad aver fatto il maggior numero di partite. 1227 in tutto, solo l’inglese Peter Shilton ne fece di più, ben 1390. Ma il gradino più alto del podio è suo quando si parla di giocatori con maggior presenze in un unico club. Lui svetta con 1191 presenze nel suo San Paolo, se non è amore questo.

Rogerio Ceni è in tutto e per tutto una leggenda. Un Campione fra i pali che ha superato ogni stereotipo e legge calcistica, un giocatore che come nessuno ha saputo fare dell’estro e della fantasia la sua filosofia nel campo da gioco. Un anarchico ribelle che ha saputo vincere ogni sfida posta sul suo cammino.

01 sulla schiena, la sua carriera lo rende degno di poter invertire quelle cifre, vestendo così il Numero Diez.

 

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Chi è Rokas Pukstas, il nuovo talento del calcio americano

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Chi è Rokas Pukstas

CHI È ROKAS PUKSTAS, IL NUOVO TALENTO DEL CALCIO AMERICANO – Tra le nuove frontiere del calcio ci sono gli Stati Uniti. Gli USA negli ultimi anni stanno alimentando il palcoscenico del calcio europeo con numerosi profili. Tra i campionati maggiormente affollati c’è la Serie A, in cui militano Christian Pulisic, Timothy Weah, Weston McKennie e Yunus Musah. A questi negli scorsi mesi si sarebbe potuto aggiungere anche il giovane Rokas Pukstas, che era finito nel mirino di alcuni club del campionato nostrano come Roma e Milan.

CHI È ROKAS PUKSTAS: CARRIERA

Rokas Pukstas è nato il 25 agosto 2004 a Stillwater, in Okahoma, negli Stati Uniti. Oltre a quella statunitense, gode anche della nazionalità lituana: suo padre Mindaugas ha rappresentato la Lituania nelle Olimpiadi del 2004. Cresciuto calcisticamente negli Stati Uniti, durante la sua formazione ha fatto anche un’esperienza nella Barça Academy, in Arizona. Il suo approdo in Europa è avvenuto nel settembre 2020 durante il periodo del Covid. Vari i club che avrebbero voluto accaparrarselo, ma la sua scelta è ricaduta sull’Hadjuk Spalato.

Il club croato è rinomato per essere uno dei settori giovanili migliori del Vecchio Continente. In Croazia Pukstas si è messo in mostra prima nelle giovanili dello Spalato con cui ha realizzato 13 reti e due assist in 32 partite. Durante la scorsa stagione si è fatto conoscere anche dal Milan, contro cui ha realizzato una rete nella semifinale di Youth League. Sempre durante la scorsa annata è arrivato anche il debutto in prima squadra con cui ha realizzato finora 7 reti e tre assist in 36 presenze.

CHI È ROKAS PUKSTAS: NAZIONALE

Con gli USA, invece, finora è arrivato fino alla nazionale U20, con cui ha finora giocato 12 partite in cui ha realizzato due reti. Una di queste è arrivata durante l’ultimo Mondiale di categoria, dove gli Stati Uniti sono stati eliminati ai quarti di finale contro l’Uruguay: Pukstas ha segnato una rete nella gara degli ottavi contro la Nuova Zelanda.

CHI È ROKAS PUKSTAS: CARATTERISTICHE TECNICHE

Alto 181 cm, Rokas Pukstas può occupare varie posizioni in campo: mediano, trequartista, centrale di centrocampo e anche ala destra. Il primo è il ruolo prediletto. Il classe 2004 è un centrocampista box to box con un grande senso del gol e tempismo negli inserimenti. Caratteristiche per cui in molti lo paragonano a Mario Pasalic.

Fonte immagine di copertina: profilo Instagram Rokas Pukstas

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Chi è Joao Neves, l’ultimo protagonista del derby de Lisboa

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Chi è Joao Neves

CHI È JOAO NEVES – Nell’ultimo turno del campionato portoghese è andato in atto il derby de Lisboa, la classica sfida tra Benfica e Sporting. Gli ospiti sembravano avere la partita in mano grazie alla rete di Gyokeres, ma nel finale succede di tutto. Il Benfica, infatti, trova due gol negli ultimissimi minuti di recupero, con Joao Neves e Tengstedt. Oggi parleremo del centrocampista portoghese, l’ultimo gioiello delle Aquile.

CHI È JOAO NEVES: DAL BENFICA AL BENFICA

Joao Neves nasce il 27 settembre 2004 a Tavira, comune portoghese nei pressi di Faro. I primi passi sul campo li compie proprio nel club del suo paese ma nel 2016 – a poco più di 12 anni – viene subito preso in carico dal settore giovanile del Benfica. L’ingresso in prima squadra arriva nel 2022, con l’esordio in campo il 30 dicembre, dove entra nel finale contro il Braga. Il debutto in Champions arriva, invece, pochi mesi dopo contro il Bruges. Joao Neves inizia ad avere sempre più spazio grazie, anche, alla partenza nel mercato invernale di Enzo Fernandez, che lascia scoperto un posto a centrocampo. Oggi il portoghese è uno dei pilastri della squadra nonostante la giovane età, complice soprattutto la grande fiducia che il club ha riposto in lui.

CHI È JOAO NEVES: CARATTERISTICHE

Joao Neves è alto 1,74 m e gioca davanti alla difesa, solitamente in coppia con Florentino o Kokcu. Il portoghese è uno che vuole sempre la palla, trova sempre gli spazi giusti e, soprattutto, abile in fase di palleggio, coinvolgendo tutti i reparti. Non è uno che entra sempre nel tabellino dei marcatori, ma gli unici due gol realizzati in prima squadra sono entrambi pesanti, poiché realizzati contro lo Sporting. Il primo è arrivato nell’ultimo derby della scorsa stagione, che è valso il pareggio al 94′. Il secondo, come già detto, è arrivato in circostanze abbastanza simili, sempre durante il derby de Lisboa e sempre a fine partita. Oggi Joao Neves è, sicuramente, uno dei prospetti più interessanti in Europa, su cui pare abbia già messo gli occhi il Manchester United. Il Benfica, però, è sempre bottega cara, come dimostra la lunga trattativa per cedere Enzo al Chelsea.

 

Immagine di copertina: joao_neves87 (Instagram)

 

 

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Chi è Pietro Comuzzo, il 2005 viola che ha esordito con Italiano

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Pietro Comuzzo

CHI È PIETRO COMUZZO, IL 2005 VIOLA CHE HA ESORDITO CON ITALIANO – Classe 2005 ma già presenze europee e in Serie A. Pietro Comuzzo ha scalato le gerarchie della Fiorentina e di Vincenzo Italiano, ritagliandosi qualche minuto in campionato e giocando gran parte del match di Conference League, vinto dai toscani per 6-0 contro il Cukaricki. Il giovane classe 2005 ha sorpreso i tifosi, gli addetti ai lavori, e lo stesso allenatore ex Spezia tanto da schierarlo per 82′, seppur dovuto entrare per l’emergenza causata dall’infortunio di Kayode.

CHI È PIETRO COMUZZO

Giovanissimo terzino, nasce a San Daniele del Friuli e inizia a calcare i primi campi da calcio prima al Tricesimo e poi nelle prestigiose giovanili dell’Udinese. Gli bastano un paio di anni per trovare poi spazio nella primavera della Fiorentina dal 2019. Diventa tra i prospetti più importanti della sua età, giocando per l’U17 dei viola e, nel frattempo, venendo convocato dalla Nazionale U17. Accumula esperienza e scala le gerarchie sia del club sia della Nazionale. Nella passata stagione grandi coinvolgimento nel campionato primavera dei toscani, in cui Comuzzo ha raccolto 30 presenze con oltre 2200′ giocati, tutti da difensore centrale. Nella Nazionale invece viene convocato dall’U18, giocando da titolare due partite contro Francia e Romania.

L’ESORDIO IN CAMPIONATO E IN CONFERENCE

Le ottime prestazioni lo portano ad essere osservato attentamente dalla prima squadra e da Vincenzo Italiano. L’occasione arriva l’8 ottobre: sul 3-1 per i viola, nella sorprendente vittoria contro il Napoli, arriva la possibilità di scendere in campo per il classe 2005. Solo un 1′ per lui, ma la grande emozione e occasione di poter calcare i campi di Serie A, e non sarebbe stata l’ultima. La grande responsabilità arriva in Conference League, dopo l’infortunio di Kayode, Italiano sceglie lui nel ruolo di terzino destro per sostituirlo. Partita di grande sostanza e sicurezza, esordio europeo che non ha mostrato alcun limite di inesperienza e paura negli occhi del difensore.

Comuzzo si è fatto trovare pronto, e Italiano ha deciso così di dargli un altro piccolo assaggio di campionato, nella vittoria dei toscani contro il Bologna, in cui Comuzzo ha giocato un’altra manciata di minuti. 

                                                                                                                                                   foto copertina: Profilo Instagram ufficiale – Pietro Comuzzo

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Chi è Lloyd Kelly, il difensore che piace a Milan e Juventus

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Chi è Lloyd Kelly

CHI È LLOYD KELLY, IL DIFENSORE CHE PIACE A MILAN E JUVENTUS – Lloyd Kelly, centrale classe 1995 del Bournemouth, è nel mirino di Milan e Juventus. I rossoneri e i bianconeri hanno trovato nell’inglese il profilo ideale per rinforzare il reparto difensivo, considerando anche il contratto in scadenza nel giugno del 2024. Se il Milan ha già visionato il ragazzo, nella decima giornata di Premier League contro il Burnley, mentre la Juventus crede che il ragazzo, 25 anni appena compiuti, sia perfetto per caratteristiche fisiche (190 cm x 86 kg) e per caratteristiche tecniche, data la grande aggressività in fase di pressing.

CHI È LLOYD KELLY

Nato a Bristol il 6 ottobre 1998, Lloyd Kelly è cresciuto nel settore giovanile della squadra della sua città, il Bristol City. Attraversa tutta la sua crescita, umana e calcistica, nella squadra di Bristol scalando le gerarchie anno dopo anno fino ad avere la sua chance nel 2017. Nell’agosto del 2017, infatti, allora 19enne, fa il suo esordio in prima squadra nel match di Coppa di Lega vinto dal Bristol City contro il Plymouth per 5-0.

Dopo aver avuto poco spazio torna a giocare con la prima squadra solo nella seconda parte di stagione. Nella 24ª giornata arriva anche la prima rete entrando al 90′ e riuscendo a segnare nel giro di 180 secondi. La rete è il preludio di una annata da protagonista, vissuta nella stagione seguente in cui Kelly accumula 34 presenze totali. Divenuto pilastro del Bristol City, l’anno dopo arriva l’offerta del Bournemouth.

L’ARRIVO AL BOURNEMOUTH

Il primo anno nella formazione rossonera è molto sfortunato, con Lloyd Kelly costretto a saltare quasi interamente la stagione per un grave infortunio ai legamenti, con diverse ricadute fisiche poi per problemi muscolari. Le uniche presenze stagionali, 8, sono tutte da titolare e arrivano nelle ultime 8 giornate di campionato. L’annata successiva, quella 2020/21, è invece più fortunata con Kelly sempre o quasi tra gli 11 titolari: durante la stagione trova anche un gol e 4 assist.

Gli assist sono anche favoriti dal ruolo di terzino sinistro in cui viene talvolta impiegato: la sua duttilità infatti permette al mister di schierarlo durante la stagione sia come centrale di difesa sia, all’occorrenza, come terzino sinistro. Il Bournemouth crede in lui e, nel 2021/22, gli concede anche la fascia di capitano. Da qui in poi sempre prestazioni di livello per il nativo di Bristol, con gli occhi delle big di Premier e non solo su di lui.

MILAN E JUVENTUS SU DI LUI, MA NON SOLO

Nella scorsa estate è piombato su Kelly il Liverpool di Jurgen Kloop, pronto a spendere fino a 20 milioni per arrivare ad acquistarlo. Adesso è arrivato l’interesse delle italiane Milan e Juventus, con il Bournemouth che cercherà in tutti i modi di riuscire a tenersi stretto il centrale e capitano della propria squadra. 

foto immagine di copertina: Profilo Instagram ufficiale Lloyd Kelly

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