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Paradosso d’attacco

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5 anni fa:
Vigilia di Atalanta-Roma.
Di Francesco in conferenza stampa mostri i dati della Roma in campionato – caduta già nel tunnel apparentemente senza uscita – aggiornati al post gara contro il Sassuolo. Risposta a accuse di calo di condizione.
In 18 partite – visto il recupero contro la Samp ancora da giocare – la Roma deteneva primato di possesso palla e miglior difesa dell’intero campionato. Altrettanto era per i cross effettuati e corner ottenuti. Tutte statistiche a dimostrazione della grande produzione offensiva e della bontà del lavoro di Di Francesco dal centrocampo in su.
Un dato ancor più esemplificativo dimostrava come la Roma fosse – con una gara in meno – la seconda squadra in quanto a tiri totali verso la porta. 336 in 18 partite. Dietro al Napoli per un solo tiro.
Allarmante è stato il proseguo dell’analisi. A fronte del dato citato, le criticità sorgevano in quanto a conversione dei tiri in gol.
Il secondo posto retrocedeva nel baratro del dodicesimo posto. Dietro a Hellas Verona e Spal.
Risultato era il settimo posto come attacco del campionato.
Quattro gare dopo, il dato dei tiri totali giallorossi è aggiornato a 410. Con soli 3 gol in più e attacco che è sceso a numero 8 del campionato a pari-gol con il Torino.
Il dato del Napoli, invece, per creare paragoni, dai 337 tiri mostrati da Di Francesco come antitesi, si è elevato a 382. Tramutati però in altri 6 gol.
Dubbi sulla mera produzione offensiva e su presunto calo di condizione della Roma quantomeno scansati.
Il confronto tra le due produzioni sottolinea una grave e netta differenza soprattutto a focalizzarsi sull’ultima giornata. Sulla giallorossa disfatta interna contro la Sampdoria e sul trionfo partenopeo a danni bolognesi.
L’11 di Sarri in “soli” 9 tiri nell’arco dei 90 minuti ha centrato la porta 4 volte. 3 i gol.
I giallorossi in 19 occasioni – 10 in più, siamo bravi in matematica – hanno provato a battere Viviano. 8 i palloni indirizzati entro i 3 legni. 0 i gol, con la gravante del rigore sbagliato.
Impietoso il confronto.
SPIEGAZIONI DELLA CRISI
Postulato è che, che se dicano, la Roma con Salah ha perso due giocatori. L’egiziano ed Edin Dzeko. Inutile girarcisi attorno. L’involuzione del bosniaco, o comunque il suo regresso numerico è evidente è reale. E non può essere solo un caso che coincida con l’assenza dell’egiziano talismano e uomo in più nella passata stagione.
Come sempre i numeri sono fedeli compagni e appoggi saldi per sostenere le tesi.
La passata stagione Salah è stato il giocatore che ha servito più assist vincenti in Serie A (10) e per la legge dei grandi numeri la maggior parte di quei palloni deve avere incontrato i piedi del bosniaco. Inoltre a gravare sull’intero bottino giallorosso c’è l’assenza dei 164 tiri con cui Salah – nonostante l’annata record di Dzeko fatta di 29 gol e 12 assist in campionato e un totale di 39 gol stagionali – è stato il romanista con più tiri in porta. Anche più di Dzeko. Sempre all’egiziano si riconosce il record di giocatore ad aver creato più occasioni in area di rigore (51) dall’arrivo in Serie A nel 2015/16.
Per quanto riguarda poi Dzeko l’involuzione è resa ancor più clamorosa dal numero dei gol (10 in 21 giornate) realizzati finora, rispetto alla stessa cifra che l’anno scorso è stata raggiunta già il 26 ottobre alla decima giornata. In coincidenza con la passata stagione del bosniaco c’è il periodo scarno di gol.
Se in fatti – anche con la presenza di Salah – Dzeko aveva rallentato la sua marcia tra la 11ª e la 20ª giornata siglando solo 3 reti,
nella stagione corrente il grande periodo di magra – a grandi linee coincide – è avvenuto tra l’8ª e la 19ª con un solo gol.
Sunto del discorso, il “rinculo” dello sfogo offensivo giallorosso tramutato poi in gol passa inevitabilmente dall’assenza di Salah e dal mancato arrivo di un sostituto degno dei suoi numeri.
Ma “il talento ti fa vincere una partita. L’intelligenza e il lavoro di squadra ti fanno vincere un campionato” tradotto e parafrasato nel conteso giallorosso, la mera assenza di Salah non può lontanamente essere e non è la scusante per i problemi nella Roma. Saremmo sciocchi e stolti a pensarlo.
La crisi dell’attacco giallorosso risiede in ognuno dei protagonisti.
Postulato di partenza e – forse – più semplice compito di inquisizione è l’additare la colpa alla difficile compatibilità tra Dzeko e il gioco di Di Francesco. Già oggetto di denuncia a più riprese. L’assenza e lontananza di Dzeko dalle fasi cruciali in area di rigore è lampante. Nell’ultimo match con la Sampdoria solo 3 i tocchi in area nel secondo tempo di cui l’occasione, il rigore in movimento, cestinato tra le braccia di Viviano simbolo probabilmente di scarsa lucidità e freschezza risultato del tanto lavoro sporco realizzato nell’arco di gara.
Anche l’occasione da cui scaturisce il rigore poi fallito ci offre generosamente spunti di riflessione. La conclusione di Under che sbatte sul braccio di Bereszyński è ricezione da un cross di Dzeko in inusuale posizione di ala destra. Il tanto e forse addirittura troppo movimento – che ha portato il bosniaco a trovarsi sulla linea laterale a mettere il cross invece di essere in area a riceverlo come situazione ordinaria dello scorso anno – è causa di mancanza di lucidità sopra denunciata.
I problemi non si riducono al bosniaco ma coinvolgono tutto il reparto d’attacco. Senza esclusione e pietà alcuna.
Anzi forse solo per El Shaarawy, ad oggi, sicuramente il più in forma nel reparto. 8 gol il miglior score da quando è arrivato alla Roma. Oggi è già a quota 5 e la possibilità di eguagliare e superare quel limite è decisamente alla portata. Vista anche la maggior centralità negli sviluppi offensivi che l’hanno portato anche a fornire 5 assist. Proprio la partenza di Salah e il mancato arrivo di degno sostituto hanno creato la migliore situazione per l’italo-egiziano diventato pedina fondamentale nell’11 titolare destinandogli quella fiducia di cui ha sempre avuto bisogno nel processo di rendimento e che, alla fine in Serie A, situazione fisica permettendo.
La crisi ha però coinvolto anche i compagni di reparto.
Shick non è mai entrato definitivamente nelle rotazioni. I problemi risaputi che hanno fatto saltare il suo passaggio alla Juventus si sono trascinati anche nel principio della sua esperienza giallorossa. Solo 10 le occasioni in cui l’ex doriano ha calpestato il campo per la miseria di 365 minuti totali. La matematica – ancora una volta – il nostro forte e ci rivela una media inaccettabile per i giocatore più caro nella storia del club. Non che il rendimento di quei 365 minuti abbia bilanciato il misero impiego. Solo un pesce fuor d’acqua più che il fenomeno tanto acclamato. E la prova di un azzeccato investimento attende ancora. Con il pesante cavillo della monumentale occasione fallita allo Stadium.
Un nuovo infortunio lo terrà fuori per altre due settimane rendendo ancora più impervio il suo cammino nella capitale.
Anche Perotti fra i colpiti della maledizione. Gli infortuni anche per lui hanno giocato ruolo chiave nel rallentare la sua stagione. Già 4 le partite saltate in campionato.
L’argentino sembra viaggiare a rallentatore, lontano dal passo e dalla pericolosità che lo precedeva in ogni possesso palla. Slegato dal resto del reparto. E difficoltà che si è manifestata dal dischetto. L’infallibilità dello scorso anno con il 100% delle realizzazioni si è dimezzata. 2 su 4 gli errori e solo 3 gol in campionato. Risorsa fondamentale per Di Francesco in Champions – come testimoniato i 5 gettoni tutti dal primo minuto collezionati, più che in campionato. A cavallo infatti delle spedizioni europee il rullino di Perotti rivela come sia stato tenuto a riposo in campionato per la maggior parte delle volte.
Animale da Champions nell’idea del mister, ripagato dai due centri contro Chelsea e Qarabag.
Venendo agli altri nuovi arrivati Defrel e Under la parola accomunante non può che essere “flop”. L’ex Sassuolo arrivato come annunciato post Salah è più che altro un adattato alla fascia. Dzeko, Shick e Defrel, 3 nomi per un posto. La scelta di Defrel sull’esterno quasi obbligatoria ma che non ha trovato riscontri sul campo in quanto a rendimento. Ancora a secco sia in campionato che in Champions. Con un minutaggio italiano molto simile a quello di Shick. 363 minuti in 9 presenze.
L’altro, Under, non di certo meglio. Non che l’investimento per lui testimoniasse un tal scarso apporto. Più di 13 milioni il costo del suo trasferimento mutati in 14 scarsi gettoni, un rigore procurato e poco più.
La crisi dell’attacco giallorosso passa da ogni singolo interprete.
Paradosso d’attacco testimoniato dai numeri che mostrano invece un macchina avviata e ben oliata, con il solo limite di cattiveria.
Un paradosso risolvibile nell’immediato ma allo stesso tempo possibile tunnel senza uscita.
Con la luce della Champions sempre più tenue.
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Calcio Internazionale
Italia-Inghilterra 1-2, le pagelle del match: Kane nella storia, Retegui cinico

Pubblicato
5 ore fa:
Marzo 23, 2023
L’Italia inizia con molta foga e si porta in avanti con convinzione mettendo in apprensione l’Inghilterra. La squadra di Southgate però risponde subito andando in rete al 13′: Bellingham con una bordata impegna Donnarumma e sul conseguente calcio d’angolo, Rice in mischia insacca il gol del vantaggio. Gli azzurri perdono fiducia e l’Inghilterra va vicino al raddoppio prima con Bellingham che non arriva su un cross di Kane e poi con Phillips che calcia dal limite fuori di poco. Sul finire del primo tempo il secondo gol arriva: mano di Di Lorenzo e Kane dal dischetto non sbaglia.
L’Italia inizia il secondo tempo con un altro piglio. Pellegrini dopo pochi minuti ha una buona opportunità ma spara alto da ottima posizione. Dopo qualche minuto arriva pure il gol: assist del giocatore della Roma che trova Retegui solo in area che segna in diagonale. L’Italia continua a spingere trovando un’incredibile qualità nel palleggio che nel primo tempo era completamente assente. A dieci minuti dalla fine viene espulso Shaw ma l’Italia non trova la forza di pareggiare.
LE PAGELLE DELL’ITALIA
Donnarumma 6: subito chiamato a una gran parata su Bellingham non può nulla sul gol di Rice. Il rigore di Kane è imparabile e predica nel deserto con delle parate che limitano il passivo.
Di Lorenzo 5: oggi Grealish è in gran forma e non gli permette di spingere e giocare come fa col Napoli. Il suo fallo di mano regala il raddoppio all’Inghilterra.
Toloi 5: si perde Rice nell’azione del gol arrivando in contrasto troppo tardi. Risulta troppo timido in generale e anche i suoi passaggi non trasmettono sicurezza alla squadra.
Acerbi 5,5: l’Inghilterra non lo pressa lasciandolo impostare e palleggiare ma lui spesso è impreciso e prevedibile. Il centrale dell’Inter prova a limitare i danni ma anche nella fase difensiva è in difficoltà.
Spinazzola 6,5: è in buona forma e in generale riesce a raggiungere spesso la trequarti avversaria proponendosi bene anche in fase offensiva. Dialoga bene con Gnonto dopo l’ingresso del giocatore del Leeds United.
Barella 6: combatte su tutti i duelli e non si dà mai per vinto. Col passare dei minuti perde fiducia anche lui e abbassa il suo raggio d’azione mentre nella ripresa torna sui suoi livelli. (dal 62′ Cristante 6: viene messo in mediana con compiti di regia e interdizione, si fa rispettare e partecipa all’assalto finale).
Jorginho 5: schermato dai centrali inglesi non ha modo di gestire il gioco come lui sa fare. Viene servito poco e male tanto che perde alcuni palloni in zone pericolose. (dal 69′ Tonali 6: piazzato a centrocampo prova a farsi vedere in zona offensiva costringendo i centrocampisti inglesi a retrocedere).
Verratti 6,5: prova a mettere ordine a centrocampo dove c’è molta confusione e soprattutto nel secondo tempo trova le giuste geometrie per dirigere bene l’azione italiana. (dal’88 Scamacca s.v.)
Berardi 5: non ha modo di mettersi in mostra e rimane stretto nella morsa tra Shaw e i centrocampisti. Si fa vedere poco e non trova mai il tiro. (dal 62′ Politano 6: entra bene in partita scaldando il pubblico del Maradona con delle belle accelerazioni).
Retegui 6,5: mostra qualche buon movimento ma viene sovrastato fisicamente dai centrali inglesi. Non molla nonostante sembrasse una serata difficile e segna un bel gol al debutto.
Pellegrini 6,5: da esterno sinistro incide e prova ad accentrarsi per aiutare il centrocampo senza grande successo. Nella ripresa cambia atteggiamento ed è una spina nel fianco costante. Serve un bell’assist a Retegui. (dal 69′ Gnonto 6: ha un buon impatto sul match creando apprensione sulla sinistra e mettendo dei palloni interessanti in area).
All. Mancini 6: l’Italia ritrova la sua identità solo nel secondo tempo. La mancata qualificazione al Mondiale segna ancora le sicurezze azzurre ma lui sta provando in tutti i modi a migliorare le cose.
LE PAGELLE DELL’INGHILTERRA
Pickford 6: gioca bene con i piedi e non può nulla sul gol di Retegui. Per il resto fa qualche buon’uscita e amministra bene la difesa.
Walker 6: elemento tattico della difesa inglese ha il compito non facile di contenere le avanzate di Spinazzola ma limita bene i danni.
Stones 6: ferma il tiro di Retegui e poi si limita a far iniziare l’azione offensiva. Non viene sollecitato particolarmente dall’Italia e compie una prova sicura.
Maguire 5,5: in marcatura su Retegui è infallibile nel primo tempo ma poi nella ripresa sbaglia l’uscita da cui nasce il gol azzurro.
Shaw 5: spinge con costanza a sinistra e lascia in ombra Berardi. Trova buone combinazioni con i centrocampisti e Grealish ma nel secondo tempo rovina tutti venendo espulso in pochi minuti.
Phillips 5,5: non si vede molto a centrocampo e svolge per lo più una partita tattica in mezzo al campo. Ha avuto anche un’importante occasione ma non ha trovato lo specchio della porta.
Rice 7: trova il gol in maniera furba in mezzo a tante gambe. Per il resto in fase di interdizione è un guerriero quasi insuperabile davanti alla difesa.
Bellingham 7: le sue progressioni sono impressionanti ed è lui con le sue falcate ad accelerare l’offensiva inglese. Un suo tiro viene respinto ottimamente da Donnarumma ma in generale la sua posizione è dominante sul campo. (dal 85′ Gallagher s.v.)
Grealish 5,5: è in forma e mette in grande difficoltà la fascia destra dell’Italia. Sbaglia clamorosamente il 3-0 e da quel momento il suo rendimento cala fino a scemare. (dal 69′ Foden s.v.) (dal 81′ Trippier s.v.)
Kane 7: propizia il primo gol con un tiro respinto e poi guadagna un rigore che lui stesso trasforma. Segna il gol storico che lo rende il più grande cannoniere del nazionale inglese.
Saka 6: interagisce bene con i compagni senza provare troppo l’uno contro uno ma preferendo partecipare alla manovra con movimenti che non danno riferimento agli italiani. (dal 85′ James s.v.)
All. Southgate 6,5: ha trovato il sistema giusto per l’Inghilterra e ora dovrà solo preparare al meglio l’ultimo assalto a un tanto agognato trofeo, ovvero l’Europeo del 2024. Rimane clamoroso però il calo nel secondo tempo ed inspiegabile il cambio di Foden.
Generico
Il report dell’allenamento odierno del Lecce: ai box Pongracic, differenziato per Dermaku
Pubblicato
1 giorno fa:
Marzo 22, 2023
Al rientro dalla sosta per le nazionali, il Lecce affronterà l’Empoli in campionato. La squadra di Baroni si è ritrovata questo pomeriggio sul campo dell’Acaya per riprendere gli allenamenti e per preparare al meglio la gara. Questo il comunicato pubblicato sul sito del club salentino.
DIECI ASSENTI – “Nel pomeriggio i giallorossi hanno ripreso la preparazione sul campo dell’Acaya nella settimana in cui si osserva la sosta di campionato. Assenti per gli impegni con le rispettive Nazionali i calciatori Banda, Ceesay, Colombo, Falcone, Gallo, Gendrey, Hjulmand, Helgason e Voelkerling. Assente anche Pongracic, impegnato in fase fisioterapica e ricondizionamento mentre Dermaku ha proseguito nel lavoro personalizzato di ricondizionamento. Domani allenamento al mattino sul campo dell’Acaya”.
Flash News
La conferenza di Mancini: “Con l’Inghilterra una classica, Retegui mi ricorda il primo Batistuta”
Pubblicato
1 giorno fa:
Marzo 22, 2023
In vista della partita d’esordio delle qualificazioni ad Euro 2024 contro l’Inghilterra, in programma domani alle ore 20:45, ha parlato il CT dell’Italia Roberto Mancini in conferenza stampa. Queste le sue dichiarazioni.
FORMAZIONE – “Abbiamo giocato con un modulo diverso nelle gare di Nations League. Si potrebbe anche cambiare, ma nel 4-3-3 ci sentiamo a nostro agio, soprattutto per giocare una partita molto propositiva. Dipenderà da noi, dobbiamo cercare di fare ciò che abbiamo fatto e quindi ritornare a vincere, tornare a essere quelli che siamo stati prima”.
L’INGHILTERRA – “Ormai è diventata una classica, l’Inghilterra è una delle migliori squadre al mondo. Ha una lista di giocatori straordinari, anche domani sarà una gara molto difficile. Noi cercheremo di fare la nostra partita, ma non sarà semplice per entrambe“.
RETEGUI – “Arrivare così dall’Argentina all’Italia, e non in una squadra di club, non è semplice. Un po’ di tempo ci vuole, ma il ragazzo è educato e sveglio. È un centravanti bravo e giovane, abbiamo una grande fiducia e dobbiamo dargli un po’ di tempo. È un centravanti classico, vedo che molti lo paragonano a Denis. Io mi ricordo quando Batistuta arrivò in Italia, lo ricorda. Chiaramente è un ragazzo giovane e ha bisogno di tempo e di crescere. Credo non ci metterà molto ad ambientarsi”.
IL NAPOLI E IL MARADONA – “La Nazionale quando è venuta a Napoli è sempre stata aiutata dal pubblico. Per noi è la prima gara di qualificazione e quindi dobbiamo disputare una buona partita, trascinarli. Il Napoli ha sempre fatto cose ottime, s’è sempre qualificato in Europa e ha sempre lottato per il vertice. Quest’anno è il momento più bello, la squadra gioca davvero bene, è una squadra che potrebbe fare qualsiasi cosa. Non diciamo nulla, siamo un po’ scaramantici: le squadre italiane in Europa possono fare bene, ma con qualche italiano in più sarebbe meglio“.
IL RICORDO DI VIALLI – “È una grande emozione perché è la prima volta senza Vialli. Noi l’abbiamo avuto nel gruppo ed è stata una grande fortuna. È un grande dispiacere, le persone come lui saranno sempre vicine, sono persone immortali”.
PROBLEMI TRA I TIFOSI – “Io non sono della polizia. Generalmente sono sempre stati gli ospiti a creare problemi. La partita di calcio è sempre un momento di gioia per tutti e se i tifosi ospiti si comporteranno bene, io non credo ci saranno problemi“.
Flash News
Tacconi lascia l’ospedale, i medici: “Percorso sorprendente”

Pubblicato
1 giorno fa:
Marzo 22, 2023
Finalmente buone notizie sulle condizioni di salute di Stefano Tacconi. L’ex portiere azzurro, colpito da un’emorragia cerebrale lo scorso 22 aprile 2022, ha lasciato l’ospedale dove era ricoverato da quasi un anno e proseguirà la riabilitazione in una struttura vicino casa. A dichiararlo è stato il dottor Luca Perrero, direttore di Neuroriabilitazione dell’Ospedale di Alessandria. Queste le sue parole riportate dalla Gazzetta dello Sport.
LE CONDIZIONI -“Il percorso di Stefano Tacconi è stato sorprendente, con un progressivo miglioramento dal punto di vista motorio, respiratorio e cognitivo, grazie alla collaborazione di tutto il team infermieristico e della sua Coordinatrice, fisioterapico, logopedico, psicologico e degli oss. Sicuramente la tenacia, l’impegno, l’umore e la notevole prestanza fisica hanno facilitato il recupero, che in questi mesi ha visto un lavoro costante su tutti i piani, utilizzando sia le palestre sia i laboratori occupazionali della struttura, dove ha espresso capacità e interessi, come quello per la cucina, che erano presenti nella sua vita quotidiana precedente all’episodio traumatico”.
Anche la famiglia Tacconi ha voluto rivolgere un ringraziamento speciale a tutto lo staff medico dell’ospedale.
LA LETTERA DELLA FAMIGLIA – “Il Borsalino ci è entrato nel cuore e nell’anima. Un grazie di cuore a tutto lo staff dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria, a quello del Borsalino e, specialmente, a Laura, la fisioterapista che ci ha seguito dal primo all’ultimo giorno”.
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