L’ultimo week-end calcistico ci metteva davanti una delle sfide di Premier League più sentite degli ultimi anni. Da una parte il sempre più costante e favoloso Manchester City di Guardiola, in grado di domare anche il Chelsea con una prestazione schiacciante, che ha portato ai sei gol finali, di cui quattro nei primi 25 minuti, e a raggiungere il Liverpool a quota 65 punti in attesa però che i Reds scendano in campo per la loro ventisettesima giornata. Il match comunque ha testimoniato per l’ennesima volta il gioco maestoso dei Citizens, sempre più padroni del loro destino.
Dall’altro lato invece i Blues di Sarri, per l’appunto, sono usciti a testa bassissima dall’Etihad, portandosi a casa la sconfitta più cocente di questa stagione, e confermando il cattivo stato di forma. Ora però i problemi cominciano a diventare anche più pesanti ed interni per gli inglesi, con sempre una maggiore lontananza tra il club e l’allenatore, ed un piazzamento Champions che sta piano piano scivolando di mano.
DEBACLE TECNICA E PSICOLOGICA
Come detto in precedenza la squadra di Sarri non è stata in grado di reagire ai duri colpi degli avversari, cedendo troppo spesso il ritmo al City, lasciando più spazio così anche alle giocate degli uomini di Guardiola, che hanno sfruttato ogni errore dei Blues. Oltre a ciò la pessima gestione difensiva dei londinesi ha compromesso la gara sin dall’inizio, privandosi di ogni possibilità di rimonta. Difatti dopo quattro minuti l’orrenda diagonale difensiva di Alonso ha dato la possibilità ai padroni di casa di passare in vantaggio, per poi arrivare al clamoroso errore di Barkley che ha rimesso in gioco Agüero per il gol del 3-0.
Sarri non ha voluto fare sconti sulla prestazione della sua squadra, né dal punto di vista tecnico né comportamentale:
” In settimana la sensazione era buona, ma il gol preso dopo 3′ ci ha messo in difficoltà. Poi certo abbiamo fatto una serie di errori contro gli avversari sbagliati. Loro sono straordinari, fanno un gioco di livello altissimo. Noi dovevamo solo rimanere dentro al match, così si poteva dargli un andamento diverso. Invece c’è stato il black out e siamo andati in totale confusione”.
Oltre a ciò comunque non è mancata la stoccata rifilata al patron Abramovich, con il quale i rapporti sembrano essersi già consumati:
” Se chiama il presidente Abramovich? Sarei contento, visto che non chiama mai… Non so cosa aspettarmi.”
Ora bisognerà capire per quanto tempo il tecnico toscano rimarrà sulla panchina del Chelsea, visto come l’obiettivo di inizio anno fissato dal presidente fosse stato il titolo nazionale.