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Sassuolo, Alvarez: "Voglio ripagare la fiducia e posso giocare con Pinamonti"

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Sassuolo, Alvarez: “Voglio ripagare la fiducia e posso giocare con Pinamonti”

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Sassuolo

Agustin Alvarez, attaccante del Sassuolo proveniente dal Penarol, match winner dell’ultimo match contro il Torino, ha rilasciato un intervista a La Gazzetta dello Sport. Di seguito le sue parole.

Sul calcio italiano: “Mi ha colpito la competitività. Tutte le seuadre attaccano, sono dinamiche e aggressive. E l’aspetto tattico è prevalente”. 

Su Dionisi“Vuole che sia dinamico e che mi abitui a leggere le partite. Devo imparare i movimenti e capire quando farli. Poi è necessario che cresca sul piano fisico. In generale, si lavora più che in Uruguay dove viene studiato l’avversario al video solo il giorno prima della partita. A Sassuolo, invece, analizziamo a video anche i nostri allenamenti giorno per giorno, c’è grande attenzione ai particolari. Ho la possibilità di migliorare tantissimo. 

Su Pinamonti: “Potremmo giocare in coppia, anche se non è ancora successo. Credo che mi troverei bene anche alle sue spalle”. 

Su di sè: “Sono bravo tecnicamente, non particolarmente veloce. Sono un uomo d’area, non mi piace scappare in avanti cercando la profondità da solo, ma preferisco scambiare con i compagni”. 

Sul Sassuolo: “Non sapevo nulla del Sassuolo. Quando il mio agente mi ha detto dell’interessamento, ho iniziato a studiare e vedere le partite. Mi è sembrata una squadra con una chiara identità. E mi piaceva il fatto che segnasse tanti gol. A dicembre mi aveva cercato la Fiorentina, ma poi non si era concretizzato il trasferimento. Invece il Sassuolo mi ha davvero voluto e sono contento di stare qui. Il mio obiettivo stagionale è di giocare il più possibile, ma soprattutto ripagare il club della fiducia mostrata”. 

Sul primo gol: “Ho solo pensato di tagliare verso il primo palo e di incrociare di testa. Pochi minuti prima Rogerio aveva fatto un’azione simile chiudendola con una scelta diversa. Allora gli ho detto di passarla a me la volta dopo. Dopo il gol ho visto il fotografo ufficiale del Sassuolo e sono andato da lui per farmi immortalare l’esultanta con il cuore per mia moglie e mia figlia”. 

L’idolo? “Luis Suarez“. 

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Samardzic elogia l’Inter e indica il suo centrocampista preferito

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In foto: Lazar Samardzic, centrocampista dell'Udinese e della Serbia

Nell’intervista rilasciata a La Repubblica, Lazar Samardzic, centrocampista dell’Udinese, ha parlato del passato e del futuro, soffermandosi particolarmente sulle trattative che non si sono materializzate.

Tuttavia, non ha parlato solo di mercato nel corso ma anche della città di Udine e dei tifosi friulani. Il centrocampista serbo ci ha tenuto a sottolineare che l‘Udinese è un club moderno con grandi ambizioni in cui è possibile crescere molto.

LE PAROLE DI SAMARDZIC

SULLA CITTÀ DI UDINE – “La città è piccola e tranquilla e tutti ti lasciano in pace. L’Udinese è un club moderno, ha grandi ambizioni e puoi crescere tanto qui. Dopo Lipsia ho parlato con i miei agenti e ho scelto l’Udinese: in Italia si gioca un bel calcio e posso fare bene con la mia qualità”.

SULLA SALVEZZA – “C’è tanta differenza, hai sempre pressione e un po’ di paura ma è normale quando sei in basso. Vogliamo tornare su”.

SUL LAVORO NELLA FASE DIFENSIVA – “Sì, è vero. Il mister mi chiede tanto e mi serve molto. Voglio migliorare e lo sto facendo. Serve un leader tecnico sempre in campo e voglio prendere la squadra in mano“.

SULLA SCELTA DELLA NAZIONALE SERBA – “I miei parenti sono serbi e con il cuore ho scelto. Voglio giocare nella Stella Rossa negli ultimi anni della mia carriera. Mio padre giocava a calcio, oggi è un architetto“.

SULLE TRATTATIVE GESTITE DAL PADRE – “Sì, sa come funziona il mondo del calcio e quindi lo fa. Per qualcuno forse è meglio affidarsi a un professionista ma io mi sento molto bene con mio padre e ho deciso questa cosa, è una mia scelta, non sua”.

SUL MERCATO TRA INTER, NAPOLI E JUVE- “Ero molto vicino all’Inter in estate, poi è successo qualche cosa, ma niente di grave. Il Napoli? Non ero così vicino come si diceva. La Juventus? Su questo non so niente”.

SUL SOGNO DA CALCIATORE – “Voglio giocare in Champions League e vincere tutto quello che posso”.

SULLA SQUADRA CHE LO HA STUPITO – “Solo l’Inter, sono troppo forti. Hanno vinto 4-0 contro di noi ed è difficilissimo affrontarli. Mi piacciono tanto i centrocampisti nerazzurri, conosco bene Calhanoglu e dico che lui è quello che preferisco”.

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Le probabili formazioni di Lazio-Juventus: tante assenze per Allegri

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Juventus-Napoli Allegri

LE PROBABILI FORMAZIONI DI LAZIO-JUVENTUS – Domani sera, alle 18, andrà in scena uno dei big match della 30ª giornata di Serie A: LazioJuventus. Il campionato, dunque, torna dopo la sosta Nazionali e lo fa nel migliore dei modi.

I padroni di casa avranno una grandissima novità: l’esordio in panchina di Igor Tudor, a seguito delle dimissioni rassegnate da Maurizio Sarri. I biancocelesti si presentano alla sfida dopo la vittoria per 3 a 2 sul Frosinone. I bianconeri, invece, vanno a Roma dopo il deludente pareggio casalingo contro il Genoa, confermando il momento negativo iniziato dalla sfida contro l’Empoli a gennaio.

SITUAZIONE LATO LAZIO

Una Lazio rinnovata, quella di domani. Dopo il periodo travagliato, culminato con le dimissioni di Sarri, sulla panchina dell’Olimpico siederà proprio un ex JuventusIgor Tudor. In attacco spazio al capitano Immobile, favorito al momento su Castellanos. Come esterno tutta fascia dovrebbe esserci il solito Felipe Anderson, mentre in difesa ci sarà spazio per Casale.

SITUAZIONE LATO JUVENTUS

La Juventus, oltre al momento complicato che sta passando, dovrà fare a meno di alcuni dei suoi giocatori migliori: fuori Vlahovic (espulso contro il Genoa), MilikAlcarazAlex SandroKostićAllegri darà spazio a Kean davanti, il quale è ancora alla ricerca del primo gol stagionale. Sull’esterno, al posto dell’influenzato Kostic, dovrebbe esserci spazio per Iling Jr.

LE PROBABILI FORMAZIONI DI LAZIO-JUVENTUS

LAZIO (3-4-2-1): Mandas; Gila, Romagnoli, Casale; Marusic, Guendouzi, Cataldi, Felipe Anderson; Luis Alberto, Zaccagni; Immobile. All. Tudor

JUVENTUS (3-5-2): Szczesny; Rugani, Bremer, Danilo; Cambiaso, McKennie, Locatelli, Rabiot, Iling Jr; Chiesa, Kean. All. Allegri

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Delio Rossi torna sul litigio con Ljajic: “Sono scivolato, ma c’è tanta ipocrisia”

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lazio

Delio Rossi, allenatore 64enne originario di Rimini, ha vissuto l’ultima esperienza in panchina nella seconda metà della scorsa stagione. In quel periodo, ha guidato il Foggia fino alla finale dei play-off per la promozione in Serie B contro il Lecco. A suo malgrado, sono stati i lombardi ad avere la meglio, e poco dopo questa delusione, Rossi ha deciso di dimettersi da allenatore del Foggia per motivi personali.

Attualmente, la carriera dell’ex tecnico di Lecce e Fiorentina tra le altre è in stand-by, in attesa di una nuova esperienza che possa riportarlo ai successi del passato e che lo possa far sentire importante.

La sua storia nel calcio però è stata segnata da un episodio che ha avuto un impatto negativo significativo. Il fatto risale al 2 maggio 2012, quando durante un Fiorentina-Novara, Rossi si rese protagonista di un litigio con Adem Ljajic sulla panchina del ‘Franchi‘.

Questo incidente di percorso ha influito pesantemente sulla carriera dell’allenatore romagnolo, limitando le sue opportunità di allenare ad alti livelli. Dopo quell’evento ha avuto solo due brevi esperienze in Serie A con la Sampdoria e il Bologna, entrambe non indimenticabili. In un’intervista rilasciata di recente a ‘TvPlay‘, il tecnico ha riflettuto su quella brutta serata, esprimendo anche la sua delusione per l’ipocrisia che, secondo lui, circonda tutt’oggi il mondo del calcio.

LE PAROLE DI DELIO ROSSI

SULL’EPISODIO CON LJAJIC – “Sicuramente quell’episodio mi ha tolto tanto, ha condizionato la mia carriera, fermo restando che vedo tanto perbenismo e tanta ipocrisia. Se un gesto è sbagliato lo è sia a livello pubblico che anche nel privato, invece hanno due valenze diverse. Se quello che è successo, che è stato brutto e non edificabile, fosse accaduto negli spogliatoi oppure se avessimo vinto quella partita invece di pareggiarla, probabilmente avrebbe avuto un’altra valenza. Uno che ruba una mela è uguale a uno che ruba un miliardo”.

SUL GESTO DI D’AVERSA E IL CASO ACERBI-JUAN JESUS C’è tanto perbenismo, basti pensare alla situazione di D’Aversa o a quella di Acerbi: è facile parlare seduti davanti alla televisione sul divano. Per dare un giudizio su una persona e su una situazione la devi vivere in quel momento, come la sta vivendo lui. C’è un proverbio indiano che dice: ‘Prima di dare un giudizio su una persona devi camminare due giorni con i suoi mocassini'”.

SULLA LITE CON LJAJIC- È stato più un fatto scenico, sono scivolato, altrimenti non sarebbe successo quel che è successo. Lasciamo stare, è andata”.

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Italiano incerto sulla titolarità di Gonzalez: domani colloquio tra i due

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Nico Gonzalez, ala della Fiorentina - Serie A, Coppa Italia, Conference League

La fase decisiva della stagione è arrivata e le squadre ancora in lizza su tre fronti dovranno affrontare una serie incessante di impegni. La Fiorentina, ad esempio, sarà protagonista del match serale del sabato della 30ª giornata di Serie A contro il Milan, una partita di alto profilo che la formazione viola.

Alla vigilia del match Vincenzo Italiano si trova davanti ad una decisione difficile riguardo Nico Gonzalez, che non è certo di un posto da titolare. Questa incertezza non è dovuta a condizioni fisiche, ma al semplice fatto che l’argentino è rientrato alla base solo questa mattina dopo gli impegni con la Nazionale argentina.

Nonostante abbia svolto regolarmente l’allenamento odierno, il tecnico viola preferirebbe non rischiarlo a causa del lungo viaggio e dei suoi problemi passati. Domani mattina è previsto un colloquio tra allenatore e giocatore per prendere una decisione definitiva.

NICO GONZALEZ E IL RAPPORTO CON IL MILAN

In quattro apparizioni con la maglia viola Nico Gonzalez ha segnato una rete e fornito un assist contro il Milan. Questo dopo che nel 2020 il Milan si era interessato al cartellino dell’esterno argentino, ai tempi militante nello Stoccarda. Il centravanti argentino resta ancora l’acquisto più costoso nella storia della Fiorentina, che ha speso 27 milioni di euro per lui nel 2021.

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