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Kasper Schmeichel, orgoglio danese e di papà Peter

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Kasper Schmeichel, orgoglio danese e di papà Peter

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Nell’ottavo di finale tra Croazia e Danimarca non sono passate inosservate le prestazioni dei due portieri, Subasic e Schmeichel, fondamentali per le loro squadre soprattutto nella lotteria dei rigori. Il croato ha parato 3 rigori e ha portato la sua Croazia ai quarti, mentre il suo “collega” ne ha parati due, dopo aver già parato un importantissimo penalty a Modric al 116’ minuto dei supplementari, per la gioia di papà Peter, il quale è esploso di gioia. E la sua esultanza è la seconda cosa che non è passata inosservata in quella serata.

LA PESANTE EREDITA’ DI PAPA’ PETER

Kasper Schmeichel, portiere del Leicester e della Danimarca dal 2011, dopo aver fatto la trafila nella Under 19, Under 20 e Under 21, ha sempre dovuto lottare con la pesante eredità di papà Peter, anche lui portiere negli anni ’90 e ritenuto tutt’ora uno dei migliori estremi difensori della Premier League. Kasper che in un intervista nel 2009, raccontava con un filo di tristezza che da quando aveva 8 anni ogni volta che conosceva, salutava o semplicemente passava vicino a delle persone sentiva sussurrare “È il figlio di Peter Schmeichel”.

Kasper che dai risultati visti in campo, dimostra di aver reagito bene a questi pesanti paragoni con il papà. Tanto che, proprio durante il Mondiale, ha anche battuto record di minuti consecutivi di imbattibilità del papà con la nazionale.

E pensare che Kasper a differenza del padre poteva vestire la maglia della nazionale inglese: era stato chiamato anche dai Tre Leoni in gioventù, ma il portiere nato a Copenaghen ha sempre e solo voluto vestire la maglia della Danimarca, rendendo orgoglioso suo padre di questa importante scelta.

Ancora più orgoglioso del suo figlio primogenito è stato ieri. Le immagini dell’esultanza di Peter Schmeichel, al rigore parato dal figlio al capitano croato Modric, hanno toccato tutti gli appassionati. Dopo la partita papà Peter ha ribadito il suo orgoglio per il figlio, per la sua nazione e per la sua nazionale con tanto di foto che lo ritrae ai tempi in cui era portiere del Manchester United, mentre tiene per mano il piccolo Kasper, tutti e due con il numero uno sulle spalle.

Anche Kasper dopo la partita, tramite il suo profilo Intangram ha voluto seguire il padre, scrivendo anche lui un messaggio di ringraziamento, di affetto e pieno di orgoglio per la sua Nazionale.

UNA CARRIERA TRA INGHILTERRA, SCOZIA E GALLES 

Kasper Schmeichel ha iniziato la sua carriera sportiva nel 2002 come portiere di pallamano. La sua carriera da calciatore è iniziata un anno dopo, nel 2003, nelle giovanili del Manchester City, in seguito al trasferimento del padre nei citizens dall’Aston Villa. 

Poi per il giovane Kasper si sono susseguiti numerosi prestiti: Darligton, Bury e infine Falkirk, per poi tornare nel 2007 al Manchester City. Dopodiché ancora prestiti, al Cardiff City prima e al Leeds poi, prima di essere ceduto definitivamente nel 2011 al Leicester. Con le foxes è stato uno dei protagonisti, nel 2016, dello storico titolo con Claudio Ranieri come allenatore.

La vittoria della Premier e le grandi prestazioni con la nazionale fanno da comune denominatore tra i due percorsi di Kasper e Peter, tanto diversi sia nelle maglie vestite quanto nei successi.

IL GIGANTE PARARIGORI 

La caratteristica principale di Kasper è naturalmente la sua altezza che copre quasi completamente la porta: la sua “apertura alare” è stata determinante nello sventare i tentativi dal dischetto di Modric, Pivaric e Badelj. Doti fisiche che gli permettono di compensare una reattività che non eguaglia sicuramente quella del padre, anche se Schmeichel sta dimostrando, con l’avanzare dell’età, una maturità e un’affidabilità mai avuti prima.

Anche la fama di pararigori che Kasper si sta costruendo è figlia di una crescita importante delle ultime stagioni. Dei 20 rigori parati in carriera, infatti, ne ha sventati 6 nell’arco dell’ultimo anno e mezzo. Quattro di questi nell’ultima stagione: due in Premier League (a Lukaku e Murray) e due in questo Mondiale (a Cueva e Modric), oltre a quelli parati nella lotteria contro la Croazia.


Non è quindi un caso che diverse squadre europee stiano bussando alla porta del Leicester per accaparrarsi il portiere danese. RomaChelsea su tutte sono alla finestra, nel caso in cui Allison e Courtois, i rispettivi numeri 1, dovessero lasciare il loro club.

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Juventus-Yildiz prove d’amore: rinnovo e maglia numero 10

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In foto: Kenan Yildiz della Juventus e Marco Brescianini del Frosinone

In una stagione che ha visto spegnere di colpo l’entusiasmo dei tifosi e probabilmente della squadra, tra le note positive della Juventus c’è sicuramente Kenan Yildiz. Il 18enne turco è diventato già uno dei beniamini dei tifosi bianconeri. Nonostante finora abbia messo a segno un solo gol in campionato, al debutto da titolare contro il Frosinone, a cui si aggiungono due reti in Coppa Italia, Yildiz è entrato già nel cuore dei tifosi. Il turco, infatti, si è spesso distinto in campo perché tra i pochissimi a cercare la giocata e saltare l’uomo.

In casa Juventus si sta lavorando per tenersi stretto il ragazzo. Come riportato da Tuttosport questa mattina, il club bianconero ripartirà proprio da Yildiz. Ad oggi sono pochissime le certezze per il rilancio delle ambizioni del club, ma tra queste c’è sicuramente il classe 2005. La Vecchia Signora ha deciso di blindare Yildiz e presto entrerà nel vivo la trattativa per il rinnovo di contratto, attualmente in scadenza nel 2027. Inoltre, a dimostrazione della fiducia che la società pone nel ragazzo, Yildiz potrebbe presto cambiare numero di maglia e indossare la numero 10 che fu del suo idolo Alessandro Del Piero.

La Juventus, dunque, si augura di poter contare su Yildiz ancora a lungo. E ad augurarselo sono sicuramente anche i tifosi bianconeri, che sperano che il turco possa dare un contributo nella corsa alla qualificazione in Champions League. Già da domani, quando la Juventus sarà impegnata in trasferta all’Olimpico contro la Lazio.

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Inter, contro l’Empoli per il record di gare consecutive in gol

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Inter

L’Inter di Simone Inzaghi sta dominando il campionato e la vittoria dello scudetto è ormai questione di tempo. Mentre alcuni bookmakers hanno iniziato già a pagare la giocata a coloro che avevano scommesso sulla vittoria del titolo, i nerazzurri non vogliono deconcentrarsi e raggiungere l’obiettivo al più presto. La sfida di lunedì alle 20.45 a San Siro contro l’Empoli, oltre ad avvicinare ulteriormente al titolo, potrebbe permettere ai nerazzurri di eguagliare uno storico record: il numero di gare consecutive a segno in Serie A.

Finora, infatti, l’Inter ha segnato in tutte le 29 gare di campionato disputate finora e, se dovesse trovare il gol anche contro i toscani, eguaglierebbe il record della Juventus di Antonio Conte, stabilito nella stagione 2013-14. In quella occasione i bianconeri trovarono il gol nei primi 30 incontri di campionato ma rimasero a secco in occasione della 31esima giornata. A fermare la striscia record della Vecchia Signora fu il Napoli, vittorioso 2-0 in casa.

Con il tricolore ormai a un passo, l’Inter può trovare motivazione nel raggiungere e superare record come quello delle gare consecutive a segno ai danni della Juventus 2013-14. Alla stessa Juventus, l’ultima del triennio di Antonio Conte, i nerazzurri potrebbero inoltre soffiare anche il record di punti totalizzati in un singolo campionato di Serie A. In quella stagione i bianconeri raggiunsero quota 102 punti e in questo momento se i nerazzurri dovessero vincere tutte le sfide in programma fino a fine campionato raggiungerebbero quota 103. Un obiettivo molto difficile, ma non impossibile per gli uomini di Inzaghi.

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Abraham può tornare: col Lecce possibilità di rientro in campo

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Abraham

Non gioca da quasi un anno dopo un brutto infortunio al ginocchio. Adesso Abraham potrebbe scendere in campo contro il Lecce. Un calvario infinito, che dura ormai da 10 mesi. Tammy Abraham adesso sembra poter vedere la luce, dopo il brutto infortunio al ginocchio che ne ha pregiudicato la stagione e, sfortunatamente al momento, anche la carriera.

L’attaccante della Roma ha già visto parzialmente un po’ di luce dopo il ritorno tra i convocati in Roma-Sassuolo del 17 marzo, ma ovviamente in quel caso non scese in campo perché ancora non pronto. Adesso però l’occasione sembra esserci, con l’inglese che potrebbe tornare a calcare un campo di gioco, anche se per pochi minuti. 

ABRAHAM, POSSIBILE INSERIMENTO NEL FINALE?

Come specificato dal Corriere dello Sport, però, tutto dipenderà dal contesto e la possibilità di inserirlo. De Rossi, e l’attaccante stesso, sanno di non poter forzare troppo, né che sarebbe sin da subito decisivo. Dunque per il bene di tutti, dovesse servire l’inserimento di qualcuno maggiormente decisivo, il ritorno in campo potrebbe essere rinviato.

Nonostante tutto, però, la forma dell’inglese sembra essere tornata, oltre che l’integrità fisica. L’obiettivo di De Rossi e il suo staff è quello di aumentare i giri del motore, per avere un uomo in più nel finale di stagione.

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Iervolino duro: “Serie B? Errori anche miei ma ci sarà rivoluzione”

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Danilo Iervolino, presidente della Salernitana - Serie A, Coppa Italia

Il presidente della Salernitana Danilo Iervolino ha parlato al Corriere della Sera del momento del suo club. Momento critico per la squadra campana che, con ogni probabilità, lascerà la massima serie del calcio italiano al termine della stagione. Sono solo 14 i punti conquistati in 29 partite, a fronte dei 25, al momento la quota salvezza, conquistati dall’Empoli. Ad analizzare il periodo nero della formazione granata ci ha pensato lo stesso presidente del club, Danilo Iervolino, che al Corriere della Sera ha parlato della stagione ancora in corso, ma anche del futuro.

IERVOLINO, LE PAROLE DEL PRESIDENTE

IL MOMENTO DI NON LASCIARE “Se fosse per il bene dell’azienda farei un passo indietro. Sono già arrivate telefonate ai miei manager, per ora non se ne parla. La Salernitana sta vivendo una stagione pessima ma questo è il momento di restare in sella“.

STAGIONE NON MESSA IN CONTONon avevo messo in conto di vivere una stagione come questa, né di ritrovarmi a spiegare ai miei figli il perché delle minacce, le offese e degli attacchi social che ho subito negli ultimi mesi. Ho fatto anche io tanti errori: quattro allenatori in pochi mesi sono il frutto di scelte non lucide. Dovevo fidarmi del mio intuito, non essere condizionabile ed essere più presente”.

RETROCESSIONEL’avevo messa in conto, anche se l’aritmetica ci tiene ancora in gioco. Mi sto guardando attorno, voglio riflettere bene. E le assicuro che ci sarà una rivoluzione. La categoria è differente e farò scelte in funzione di un progetto sano”.

TANTI ESONERI “A Nicola ho fatto un grande torto, inutile girarci attorno, è il mio cruccio. Sousa è il migliore tecnico che abbia mai incontrato, intelligentissimo. Inzaghi è un rimpianto, grande persona. Il calcio ha bisogno di figure come lui: potevo riprenderlo ma avrei fatto un altro errore. Liverani lo ha voluto Sabatini, ma non si sono innescati i meccanismi. Colantuono ama Salerno, è con noi da tempo”.

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