La formazione dell’identità francese passa storicamente da flussi di immigrazione ed emigrazione, i primi che vedevano tribù barbare mischiarsi con la popolazione locale, e i secondi principalmente con scopi di colonizzazione, verso le terre africane sotto dominio tricolore. Non c’è da stupirsi, perciò, se l’identità francese racchiuda in sé diverse sfumature etniche.
Conseguenza di ciò, per quanto riguarda l’ambito calcistico, è il fatto che la nazionale di calcio della Francia sia diventata, ugualmente, una squadra multietnica. Molti calciatori, nati in Francia da genitori di altra provenienza (sia chiaro, vanno ritenuti francesi al 100%), hanno rappresentato i bleu, soprattutto negli ultimi due decenni. Un discorso che, ad ogni modo, si può estendere in generale al calcio odierno, dove i confini tra una nazione e l’altra sono diventati sempre più labili.
Ma ci siamo chiesti: come giocherebbe oggi la Francia, una delle nazionali favorite per la conquista del prossimo Mondiale, se di essa facessero parte i calciatori nati in Francia da genitori francesi?
CHI RESTEREBBE FUORI
Partiamo dal pacchetto arretrato.

La coppia di centrali vedrebbe Koscielny ancora come suo perno, ma non Varane. Il difensore dell’Arsenal è nato a Tulle da genitori francesi, mentre il centrale del Real Madrid è nato a Lille da madre francese e padre martinicano (la Martinica è una regione di possesso francese che, pur staccata geograficamente dalla Francia, non fa stato a sé: tuttavia dispone di una propria nazionale, che Varane avrebbe potuto rappresentare).

Chi verrebbe escluso è, ad esempio, Umtiti. Il suo è un tipico caso di giocatore “naturalizzato”: nato a Yaoundé, capitale del Camerun, si è trasferito in Francia insieme alla famiglia quando aveva due anni. Sono da escludere poi Rami (nato a Bastia da genitori marocchini), Sakho (nato a Parigi da genitori senegalesi), Zouma (nato a Lione da genitori centroafricani), Kimpembe (nato a Beaumont-sur-Oise, in Francia, da padre congolese e madre haitiana) e Mangala (nato nel sobborgo parigino di Colombes da genitori congolesi).

Taglio ancor più netto nel reparto dei terzini. Rimangono fuori Kurzawa (nato in Francia ma con origini polacche e guadalupensi), Mendy (nato in Francia da genitori ivoriani), Sidibé (nato a Troyes da famiglia maliana) e i veterani Evra (nato a Dakar da padre senegalese e madre capoverdiana, trasferitosi in Francia all’età di 3 anni) e Sagna (nato in Francia da genitori senegalesi).

Le perdite più importanti sarebbero però a centrocampo, dove Deschamps dovrebbe rinunciare a tutti i suoi migliori effettivi. Partendo da Pogba, nato in Francia da famiglia guineana. A differenza dei fratelli maggiori Florentin e Mathias, che hanno deciso di rappresentare la nazionale del proprio paese originario, Paul ha scelto di giocare per i bleu. Resterebbe fuori anche Kanté, nato a Parigi da famiglia maliana e in possesso di entrambe le nazionalità. Allo stesso modo Matuidi (nato a Tolosa da padre angolano e madre congolese), Tolisso (nato in Francia da genitori togolesi), N’Zonzi (nato in Francia da padre congolese e madre francese), Bakayoko (nato a Parigi da famiglia ivoriana) e Kondogbia (nato in Francia da famiglia centroafricana: come per Pogba, il fratello Evans ha deciso di giocare per la nazionale del proprio paese d’origine). Tagli anche nella batteria dei trequartisti, per Fekir (nato a Lione da famiglia algerina), Ben Arfa (nato in Francia da padre tunisino e madre francese) e Payet (nato nell’isola di Reunion, ex colonia francese).

Infine il reparto d’attacco, dove i tagli maggiori si avrebbero sugli esterni. Martial, Coman, Lemar e Lacazette hanno tutti origini guadalupensi (o per terra natia o per famiglia): nonostante la Guadalupa non costituisca uno stato indipendente, possiede una sua nazionale di calcio. Di conseguenza, i quattro sopra citati avrebbero potuto rappresentare un’altra nazione. Verrebbero esclusi anche Mbappé (nato in Francia da famiglia algerina e camerunese) e Dembelé (nato in Normandia da padre maliano e madre con discendenze dalla Mauritania e dal Senegal).
CHI GIOCHEREBBE
Anche qui, andiamo reparto per reparto.

In porta verrebbe confermato Hugo Lloris, di origini catalane (come suggerisce il cognome) ma nato in Francia da genitori entrambi francesi.

In difesa, al fianco di Koscielny troverebbe posto il neo-acquisto del Manchester City, Aymeric Laporte. Il centrale ex Bilbao è francese in tutto e per tutto: insieme all’ex terzino Bixente Lizarazu, è il secondo giocatore straniero ad aver indossato la maglia dell’Athletic Bilbao. Il motivo per cui ha potuto giocare in Spagna risiede nella sua formazione calcistica: sin dai 16 anni, infatti, è cresciuto nel vivaio dei baschi.

Sulle corsie: a sinistra, spazio all’attuale blaugrana Digne; a destra potrebbe giocare l’emergente Pavard, classe ’96 in forza allo Stoccarda e già nel giro della nazionale maggiore, nato centrale ma adattabile anche in fascia.

In mediana una linea verde dal futuro assicurato: Rabiot, diventato ormai punto fermo del Paris Saint Germain, e Tousart, classe ’97 titolatissimo del Lione di Genesio. In alternativa Cabaye e l’ex Manchester United Schneiderlin.

Rimanendo fedeli al 4-2-3-1 di Deschamps, l’attacco tricolore vedrebbe Griezmann alle spalle di Giroud. Sulle corsie, spazio a Thauvin, autore di una grande stagione con il Marsiglia di Rudi Garcia (16 gol e 10 assist in 28 partite di Ligue 1) e a un romantico ritorno di Ribéry (pur avendo già annunciato il ritiro dalla nazionale).
Ecco, in definitiva, come potrebbe giocare un’ipotetica Francia “allo stato puro”:

Una nazionale sicuramente non priva di qualità, ma certamente ridimensionata. Per sua fortuna, Deschamps non si deve porre alcun problema.