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Sequel senza regista

La nostra prima pagina

Sequel senza regista

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Team Numero Diez

Lo scorso 17 maggio Juventus e Lazio si giocavano la finalissima di Coppa Italia, concludendo di fatto una stagione calcistica italiana che sulla sponda del campionato non ha mai visto mettere in discussione la supremazia bianconera, confermatasi poi anche nella versione torneo.

Domani, ancora Juventus e Lazio torneranno all’Olimpico per giocarsi la Supercoppa – nuovamente disputata in Italia e ad agosto dopo l’esperimento natalizio di Doha – per aprire questa volta una stagione nuova, finalmente e completamente diversa, dove alcune gerarchie sembrano (sembrano) in partenza quantomeno discutibili.

O almeno questa è la sensazione che ereditiamo da un’estate di calciomercato (ancora in corso) che mai negli ultimi anni ha mischiato le carte come successo durante gli ultimi mesi, con il Milan notoriamente protagonista in prima fila.

Proprio la scatenata società milanese, forse non per caso, avrà un ruolo – non indifferente – anche nella partita di

domani, in quanto ha privato a distanza di pochi giorni Juventus e Lazio dei relativi registi, uno difensore e l’altro centrocampista, di cui il Milan aveva disperato bisogno.
Tanto che, quello col 19 è stato nominato capitano ancor prima del suo sbarco a Milanello mentre l’ex numero 20 biancoceleste ha ereditato le chiavi della linea mediana ideata da Montella.

In attesa (fervente) di vedere che Milan uscirà da questa estate ‘pigliatutto’, la partita di domani (che vale sempre e comunque un trofeo) diventa ulteriormente interessante per vedere come i Campioni d’Italia e i vice-campioni di Coppa hanno intenzione di rimediare alle rispettive perdite, anche in virtù del fatto che i vari sostituti – appena acquistati o pescati dalla rosa che siano – si configurano legittimamente come giocatori dalle caratteristiche differenti.

Affermare che la Juventus si presenti indebolita all’alba di un’altra stagione dalle ambizioni stellari è prematuro. Un giudizio forse meno sprovveduto rispetto a quanto fatto negli scorsi anni ma sicuramente affrettato.
Quando in Italia c’è un dominatore totalitario del campionato (e il calcio italiano vive di questi cicli) si tende, prima dell’avvio di ogni stagione, a intravedere più o meno forzatamente quelle che possono essere le crepe nei progetti dei campioni in carica.
Una sorta di detronizzazione preventiva e simbolica volta ad alimentare l’idea che quest’anno c’è possibilità per tutti.
Così – solo per citare gli anni più recenti – dopo la finale di Champions League persa nel 2015 contro il Barcellona e le partenze di Vidal, Pirlo e Tevez, molti vedevano la fine di un ciclo.

L’estate scorsa poi, anche a fronte degli acquisti di Pjanic, Higuain, Dani Alves, Benatia e Pjaca vi era comunque chi rimaneva impassibilmente scettico per le cessioni di Pogba e Morata, che avrebbero snaturato l’identità e il gioco della Vecchia Signora. Resoconto della stagione non necessario.

Questa estate, finalmente, motivi per dubitare dell’ulteriore longevità del dominio juventino ci sono.
Anzi, in realtà è solo uno ma parecchio pesante.
Se è infatti vero che la Juventus ha dimostrato di avere un progetto che prescinde dalle individualità, la cessione di Bonucci si distingue dalle grandi partenze degli anni scorsi per la sua drammaticità.
Ovvero: se cessioni come quelle di Vidal e Pogba hanno fruttato plusvalenze da applausi o quelle di Pirlo e Tevez rientravano nella naturale evoluzione della carriera di un giocatore, quella di Bonucci non coinvolge né l’uno né l’altro aspetto.
Tra i racconti leggendari/epici di quel fine primo tempo a Cardiff e ciò che veramente è successo nell’asse calciatore-allenatore-dirigenza, è indubbio che la perdita dell’asso difensivo della Nazionale non fosse ampiamente preventivata dalla società.
Una separazione traumatica che lascia dubbi sulla difesa della Juve che sarà e che rappresenta una sbavatura difficilmente occultabile nel manoscritto dei progetti societari bianconeri.

Ancor più che in fase difensiva, come annunciato in testa all’articolo, Allegri dovrà rimediare alla mancanza di un vero e proprio play aggiunto. La vera forza di Bonucci stava infatti nel trovare giocate da centrocampista quando il regista di ruolo veniva isolato dagli avversari, che questo si chiamasse Pirlo, Pogba o Pjanic.
Applicare un pressing isolazionista su un difensore in possesso palla è un mezzo suicidio tattico, per questo Bonucci aveva spesso il tempo di valutare il passaggio vincente, diventato negli anni un marchio di fabbrica.
Gli acquisti di Douglas Costa e Bernardeschi fanno pensare in questo senso a una rinuncia alla costruzionedell’azione dal basso, con uno spostamento del baricentro in avanti. Ora, posto che l’unico regista per  definizione rimane Pjanic, il “secondo regista”, questa volta più avanti e non più indietro va trovato tra Dybala o proprio Bernardeschi, giocatori capaci di vedere il campo nell’interezza della sua orizzontalità.

Situazione più spinosa è quella della Lazio, reduce di una buonissima stagione ad alti livelli e affidata a un allenatore capace, giovane e pieno di idee come è Simone Inzaghi.
Tra le tante che gli passano per la testa, dovrà trovare quella vincente per sopperire alla partenza di Lucas Biglia, vero e proprio metronomo delle passate stagioni dell’Aquila.
L’indispensabilità di Biglia stava (e sta, per ora) nei ritmi, negli spazi e nelle geometrie da lui dettate in entrambi le fasi, che garantivano quell’ordine tattico necessario a scatenare gli inserimenti dei vari Milinkovic, Parolo, Lulic.

Cito in particolare i primi due perché, sebbene la pedina da piazzare sul campo è stata ereditata da Lucas Leiva, l’ex Liverpool non ha le caratteristiche – né le qualità tecniche – necessarie per ricoprire il ruolo di ingegnere del possesso palla laziale. Parliamo di un giocatore più sostanzioso che tecnico, più interdittore che rifinitore.
Vero è che il 3-5-2 di Inzaghi è un modulo che grazie all’alta densità della seconda linea permette un dialogo con più soluzioni tra gli interpreti mediani, ma qualcuno dovrà prendersi la responsabilità di ideare l’azione, e questa potrebbe essere affidata proprio ai due che gli giocano ai lati, a stretto giro di corda.

Il tentativo di Inzaghi deve essere necessariamente quello di creare degli automatismi che prescindano da un’unica testa pensante e che trasformino il vizio della mancanza di un grande nome da regista nella virtù dell’imprevedibilità.

Questo aspetto e tanti altri temi renderanno la partita di domani l’ultimo vero esame prima dell’inizio della “stagione vera”, un esame che vale un trofeo e buona parte della credibilità con cui si inizia il campionato.

Chissà se Bonucci e Biglia la guarderanno insieme.

 

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Fantacalcio

Le probabili formazioni della 30ª giornata di Serie A

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Khvicha Kvaratskhelia, giocatore del Napoli - Serie A, Coppa Italia, Supercoppa Italiana, Champions League

LE PROBABILI FORMAZIONI DI SERIE ADopo la sosta dedicata alle nazionali, la Serie A torna in campo sabato 30 marzo con il primo match della 30ª giornata: Napoli-Atalanta alle 12:30. Il prossimo turno parte subito con un big match tra due squadre impegnate nella corsa Champions e prevede poi quattro match interessantissimi nella giornata di sabato ovvero Genoa-Frosinone, Torino-Monza, Lazio-Juventus e Fiorentina-Milan. Turno che poi riprenderà nel lunedì di Pasquetta quando, tra le altre, andranno in scena Lecce-Roma e il posticipo delle 20:45 Inter-Empoli.

Scopriamo le probabili formazioni della 30ª giornata di Serie A.

LE PROBABILI FORMAZIONI DI NAPOLI-ATALANTA

NAPOLI (4-3-3): Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Juan Jesus, Mario Rui; Anguissa, Lobotka, Traorè; Politano, Osimhen, Kvaratskhelia; Osimhen. All. Calzona

ATALANTA (3-4-2-1): Carnesecchi; Scalvini, Djimsiti, Kolasinac; Holm, de Roon, Ederson, Ruggeri; Miranhcuk, Pasalic; Scamacca. All. Gasperini

LE PROBABILI FORMAZIONI DI GENOA-FROSINONE

GENOA (3-4-1-2): Martinez; de Winter, Bani, Vasquez; Sabelli, Badelj, Frendrup, Messias; Gudmundsson; Vitinha, Retegui. All. Gilardino

FROSINONE (4-3-3): Turati; Lirola, S. Romagnoli, Okoli, Zortea; Mazzitelli, Barrenechea, Brescianini; Soulé, Cheddira, Gelli. All. Di Francesco

LE PROBABILI FORMAZIONI DI TORINO-MONZA

TORINO (3-4-1-2): Milinkovic-Savic; Vojvoda, Buongiorno, Masina; Bellanova, Gineitis, Ricci, Rodriguez; Vlasic; Zapata, Okereke. All. Juric

MONZA (4-2-3-1): Di Gregorio; Birindelli, Izzo, Marì, A. Carboni; Pessina, Gagliardini; Colpani, Maldini, Mota; Djuric. All. Palladino

LE PROBABILI FORMAZIONI DI LAZIO-JUVENTUS

LAZIO (3-4-2-1): Mandas; Gila, Romagnoli, Casale; F.Anderson, Guendouzi, Cataldi, Marusic; Luis Alberto, Zaccagni; Immobile. All. Tudor

JUVENTUS (3-5-2): Szczesny; Gatti, Bremer, Danilo; Cambiaso, McKennie, Locatelli, Rabiot, Kostic; Kean, Chiesa. All. Allegri

LE PROBABILI FORMAZIONI DI FIORENTINA-MILAN

FIORENTINA (4-2-3-1): Terracciano; Kayode, Milenkovic, Martinez Quarta, Biraghi; Arthur, Duncan; N. Gonzalez, Beltran, Sottil; Belotti. All. Italiano

MILAN (4-2-3-1): Maignan; Florenzi, Tomori, Thiaw, Calabria; Reijnders, Adli; Pulisic, Loftus-Cheek, Leao; Giroud. All. Pioli

LE PROBABILI FORMAZIONI DI BOLOGNA-SALERNITANA

BOLOGNA (4-1-4-1): Skorupski; Posch, Beukema, Calafiori, Kristiansen; Freuler; Fabbian Orsolini, Ferguson, Saelemaekers; Zirkzee. All. Thiago Motta

SALERNITANA (4-3-2-1): Costil; Zanoli, Manolas, Boateng, Bradaric; Basic, Gomis, Maggiore; Candreva, Tchaouna; Weissman. All. Colantuono

LE PROBABILI FORMAZIONI DI CAGLIARI-HELLAS VERONA

CAGLIARI (4-3-1-2): Scuffet; Zappa, Mina, Dossena, Augello; Nandez, Makoumbou, Deiola; Gaetano; Luvumbo, Lapadula. All. Ranieri

HELLAS VERONA (4-2-3-1): Montipò; Tchatchoua, Magnani, Dawidowicz, Cabal; Duda, Serdar; Lazovic, Folorunsho, Mitrovic; Noslin. All. Baroni

LE PROBABILI FORMAZIONI DI SASSUOLO-UDINESE

SASSUOLO (4-2-3-1): Consigli; Pedersen, Viti, Ferrari, Doig; Racic, M.Henrique; Bajrami, Thorsvedt, Laurienté; Pinamonti. All. Ballardini

UDINESE (3-5-1-1): Okoye; Perez, Bijol, Giannetti; Pereyra, Walace, Lovric, Samardzic, Kamara; Thauvin; Lucca. All. Cioffi

LE PROBABILI FORMAZIONI DI LECCE-ROMA

LECCE (4-4-2): Falcone; Gendrey, Baschirotto, Pongracic, Gallo; Oudin, Blin, Ramadani; Almqvist, Krstovic, Piccoli. All. Gotti

ROMA (4-3-3): Svilar; Karsdorp, Mancini, Ndicka, Angelino; Cristante, Paredes, Bove; Baldanzi, Lukaku, El Shaarawy. All. De Rossi

LE PROBABILI FORMAZIONI DI INTER-EMPOLI

INTER (3-5-2): Sommer; Pavard, Acerbi, Bastoni; Dumfries, Barella, Calhanoglu, Mkhitaryan, Dimarco; Lautaro, Thuram. All. Inzaghi

EMPOLI (3-5-2): Caprile; Bereszynski, Walukiewicz, Luperto; Gyasi, Zurkowski, Marin, Kovalenko, Cacace; Cambiaghi, Niang. All. Nicola

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Calciomercato

L’Inter ci prova per Hermoso: il difensore dell’Atletico è in scadenza

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Mario Hermoso, giocatore dell'Atletico Madrid, e Stefan de Vrij, giocatore dell'Inter, Champions League, EURO2024

Il difensore dell’Atletico Madrid Mario Hermoso è nel mirino dell’Inter. Lo spagnolo è infatti in scadenza a giugno 2024. Prosegue la ricerca di un difensore per i nerazzurri. La retroguardia della formazione allenata da Simone Inzaghi ha un’età media alta, con De Vrij che ha 32 anni, e Acerbi che ha toccato quota 36 anni.

Ecco perché, come riportato dalla Gazzetta dello Sport, in casa Inter si inizia a cercare un nuovo innesto in quella zona. Quest’ultimo, potrebbe essere nel nome di Mario Hermoso, difensore dell’Atletico Madrid, classe 1995, che si libererebbe a zero a fine stagione. Ciò perché il centrale mancino ha il contratto in scadenza a giugno 2024, e non ha ancora rinnovato con gli spagnoli.

INTER HERMOSO: CHI SOSTITUIREBBE LO SPAGNOLO

Come menzionato in precedenza, l‘Inter sta valutando seriamente di proseguire con questa difesa, soprattutto con il profilo di Francesco Acerbi. Quest’ultimo, oltre il caso Juan Jesus che lo ha coinvolto, ha anche avuto diversi problemini fisici, tra cui l’ultimo al polpaccio. La necessità è dunque di avere un giocatore più integro sia dal punto di vista fisico, a causa dei diversi acciacchi, ma anche dal punto di vista psicofisico, perché non si può prevedere come il caso razzismo possa aver influito sul giocatore.

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Flash News

Martinez: “Genoa bell’ambiente, l’obiettivo è la salvezza”

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Josep Martinez, portiere del Genoa, Serie A, Coppa Italia

Josep Martinez, portiere del Genoa, ha parlato in un’intervista a Il Secolo XIX della sua avventura in rossoblù. Tra le sorprese di quest’annata c’è sicuramente il Genoa di Alberto Gilardino. Nonostante sia una neopromossa, dopo il 2° posto in Serie B nella passata stagione e il ritorno in A, i rossoblù hanno mostrato risultati e calcio di livello. Al momento, infatti, i liguri sono al 12° posto in classifica, a +10 sulla salvezza; Un risultato forse inaspettato alla vigilia, per una squadra che lotta per non retrocedere.

Questo merito di una squadra gestita bene dal mister, ma fatta di giocatori di livello, tra cui l’estremo difensore Josep Martinez, spagnolo ex Lipsia. Quest’ultimo ha parlato a Il Secolo XIX dei motivi per cui ha scelto il Grifone, e degli obiettivi di questa stagione, che sta per volgere al termine.

SCELTA DELLA SQUADRA“Fin da bambino ho sempre avuto come desiderio di giocare per una squadra che avesse intorno a sé una passione come quella che ha il Genoa“.

AMBIENTE“La gente è la parte più importante del calcio, qui ho trovato un ambiente che mi piace“.

OBIETTIVIPrima di tutto la salvezza, la partita con il Frosinone è un crocevia molto importante. E poi dobbiamo continuare a fare risultati”.

 

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Calciomercato

Di Gregorio: “Ritorno all’Inter? Sto bene al Monza”

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Michele Di Gregorio, calciatore del Monza - Serie A, Coppa Italia

Il portiere del Monza Michele Di Gregorio ha parlato a La Stampa del suo futuro prossimo, tra Inter, Monza e non solo. Tra i portieri ormai non più rivelazione ma certezza del nostro campionato c’è l’estremo difensore dei brianzoli. Sempre attento e da rendimenti di alto livello, Di Gregorio ha attirato su di sé diversi apprezzamenti delle big di Serie A, con l’Inter, club in cui è cresciuto, che potrebbe rappresentare la chiusura di un cerchio.

DI GREGORIO MONZA: LE PAROLE DEL PORTIERE

STO BENE AL MONZA “Mi piace pensare all’oggi senza guardare troppo in là perché altrimenti si fanno male le cose quotidiane. Voglio concentrami su questi due mesi col Monza. Poi, dopo l’ultima giornata di campionato, vedremo cosa ci sarà di concreto. Sto benissimo a Monza. Non ho bisogno di scappare. Se verrà qualcosa per fare uno step, lo valuteremo”.

CRESCITASono cresciuto tanto grazie ad Alfredo Magni, il preparatore di Donnarumma al Milan. Crede molto nell’intensità del lavoro e nell’utilità della palestra. Mi sono irrobustito. Nei giorni scorsi abbiamo fatto un patto nello spogliatoio tra giocatori e allenatore: dobbiamo superare i punti dell’anno scorso quando abbiamo chiuso a 52.Ora ne abbiamo 42. Dobbiamo pensare di poter vincere ogni partita a partire da quella col Torino”.

TORINO “È una squadra fisica che a tratti ti fa giocare male. Juric e Palladino sono allenatori simili, ma forse Palladino è più flessibile e aperto a provare situazioni nuove“.

MILINKOVIC-SAVICNon sai mai cosa farà quando ha il pallone: appoggio vicino o lancio a 70 metri. Ormai il portiere va studiato come un giocatore di movimento. A me piace partecipare alla costruzione dal basso, ti senti coinvolto”.

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