Ciclicamente, in ogni stagione della Roma, arriva una partita in cui “si decide tutto”.
Successo o fallimento. Una sorta di crocevia biblico in cui vengono provate le capacità della squadra di esserci per davvero tra le grandi. Roma-Atletico Madrid (la doppia sfida, ma soprattutto la gara di andata) è il primo bivio stagionale di questo tipo.
Non si decide proprio tutto. Anzi, verrebbe da pensare che forse non si decida quasi niente. Quella di questa sera è soltanto la prima partita del girone ma può già essere fondamentale, così come lo sarà anche la seconda. Perché dopo l’Atletico verrà il momento della trasferta contro il Qarabag. Se la Roma si farà trovare pronta, al massimo della sua forma fisica e mentalmente preparata, potrebbe ritornare a casa dall’Azerbaijan con già sei punti.
Poi arriverà anche il Chelsea di Antonio Conte, la favorita. Gli inglesi giocheranno la loro seconda partita in casa dell’Atletico e se dovessero riuscire a pareggiare porterebbe gli spagnoli ad un solo punto. Un vantaggio per la Roma, soprattutto a livello mentale.
SVEGLIARSI CON IL PIEDE GIUSTO
Riposo forzato nei giorni scorsi per gli uomini di Di Francesco. Prima per la lunga sosta per le nazionali, poi per il rinvio della partita contro la Sampdoria a causa del maltempo. Si ritorna così in campo questa sera: 17 giorni dopo la gara all’Olimpico contro l’Inter in campionato.

Vorrei vedere una squadra determinata, con la voglia di arrivare al risultato. Abbiamo di fronte una squadra con determinate caratteristiche e idee di gioco, dobbiamo adattarci a questo. Bisogna partire bene, la Roma nelle ultime partecipazioni alla Champions ha vinto pochino e quindi iniziare con il piede giusto potrebbe essere determinante per la qualificazione.
Sembra sempre che ci sia qualcosa di endemico nell’incapacità delle nostre squadre di affrontare partite decisive tra agosto e settembre. Spesso si è parlato del ritardo atletico rispetto agli altri campionati, oppure di incapacità di programmazione, con squadre ancora indefinite in attesa dei colpi dell’ultimo momento.
Quello che conta di più è forse la difficoltà di giocarsi praticamente l’intera stagione alle prime partite ufficiali. Quelle in cui il margine d’errore è minimo e il lavoro di anni si giudica in poche ore.
Di Francesco ieri in conferenza stampa è stato chiaro. Bisogna svegliarsi con il piede giusto, cancellare quella stupida “tradizione” e restare concentrati per i 90 minuti. Vietato sbagliare. Bisogna provarci. Fondamentale essere preparati mentalmente e concentrati. Dimenticare tutti quei passi falsi che hanno segnato per troppo tempo diverse stagioni della Roma, a partire proprio da quelle partite in cui “si decide tutto”.
Quella di oggi, è tra queste.
LA MIA PRIMA VOLTA
La musica della Champions ritorna a suonare.
Emozionante e da brividi, per tutti, come sempre. Per qualcuno però un po’ di più. Roma-Atletico è la partita degli esordi per molti giallorossi. A cominciare dall’allenatore, che lo scorso anno ha debuttato in Europa League con il Sassuolo. Con lui c’era Gregoire Defrel, e ci sarà anche oggi, per la prima volta. Probabilmente già titolare dal primo minuto, con l’esperienza dell’Europa alle spalle: 4 gol in 8 partite.
Sarà la prima anche per Bruno Peres e Juan Jesus, nonostante siano ormai da tempo parte fondamentale della rosa. Il primo, che per ora è in ballottaggio con Florenzi, ha giocato solo la gara persa contro il Porto per 0-3, probabilmente la notte più brutta dell’era Spalletti. Juan Jesus invece ha giocato tutte e due le partite preliminari ma mai la Champions League, quella vera. Quella di sta sera. Un passo fondamentale, soprattutto a livello di esperienze e crescita, tra i colori, le musiche e i brividi della Champions.
RADJA vs ATLETICO
Per Radja Nainggolan invece non sarà un esordio.
La partita con l’Atletico però può diventare anche per lui una prima volta. Un po’ diversa dai suoi compagni. Perché c’è una cosa che Radja non ha ancora fatto: segnare un gol in Champions League. Ha vissuto quasi per intero il ciclo recente della Roma in questa competizione, con 15 partite su 16, senza però mai segnare. Abbastanza strano per un centrocampista come lui, a cui non tremano mai le gambe. Neanche in partite di questo livello.
Certo, non gli è capitato l’avversario migliore. L’Atletico Madrid del Cholo Simeone ha incassato soltanto 32 reti in 48 partite di Champions, alla media dunque di 0,67 per volta.
Non un’ossessione ma una sfida personale. Per uno che a queste cose è abituato. Anzi, non vede l’ora.
Non sarà la prima volta neanche per Edin Dzeko. Roma-Atletico Madrid passa dai piedi del bosniaco a quelli di Antoine Griezmann. Così uguali, così diversi. Meno fisico, ma più tecnico e veloce del giallorosso. Così Griezmann è diventato prima punta nel corso degli anni grazie al lavoro del suo allenatore, sognando di arrivare a giocarsi una finale di Champions per la seconda volta dopo la sconfitta contro il Real nel 2016.
“Ciclicamente, in ogni stagione della Roma, arriva una partita in cui si decide tutto”.
Ecco, una è arrivata!