Ventottesima. Chiusa un settimana difficile, assurda, paradossale dove impossibile era parlare di calcio. Con gli occhi ancora gonfi di facili e innocenti lacrime come quelli degli inquadrati Badelj, di Buffon a Torino, Antonelli e Bonucci a Genova e delle migliaia versate sugli spalti. Toccati dagli emozionanti e dolorosi istanti di surreale silenzio antecedenti al fischio d’inizio. Cullati in quegli istanti dalle tristi note di Lucio Dalla, si è tornati a parlare e concentrarsi – per quanto possibile – sul calcio giocato.
Una giornata in meno al triplice fischio del campionato. Ventottesima che stravolge gli equilibri. In testa e in coda. Davanti è manifesta la netta ed evidente superiorità della Juventus. Chiacchiere da bar a parte i biancori ancora – almeno per quest’anno – preannunciano un finale già visto più volte nel recente passato.
Dietro invece si scatenano le sorprese – forse – più clamorose e intriganti. In netta opposizione al probabile finale già scritto delle prime posizioni l’incerta lotta al si salvi chi può è destinato ad accompagnare fino alla trentottesima le ultime 10 giornate che rimangono.
Pronti ad essere sorpresi.
TRANNE TE
Certo, tutto aperto tranne il discorso della ventesima posizione che sembra essere ormai esclusiva del Benevento. 10 punti raccolti e pesante -12 che separa del Hellas Verona penultimo. Alla salvezza ne mancherebbero 14. La parentesi di salvezza stregata si chiude qui senza alcuno spiraglio anche nelle previsioni più ottimiste.

Ma dicorso che cambia completamente alzando lo sguardo di una posizione verso il Verona. Fresco vincitore del derby apre le porte alle speranze di salvezza.
La partita con la Fiorentina lo spartiacque dell’immediato passato dell’Hellas. Le 3 sconfitte contro Roma, Samp e Lazio – seppur senza crolli significativi – incrinavano il cammino destinazione salvezza. Le due vittorie – tutt’altro che scontate – contro Torino prima e Chievo poi riassestano il percorso verso il traguardo.
Due successi che passano anche dal recupero di Alex Ferrari. Il 23enne ex Bologna ha saltato fin qui 13 partite per infortunio.
Con il suo rientro le ultime apparizioni con la difesa a 3 hanno ritrovato dimensione in una più salda difesa a 4. Espressione e motivo del solo gol subito nelle ultime due.
I rislutati della ventottesima hanno ridotto il gap con la zona salva a soli 2 punti.

La vittoria nel derby arriva nonostante le assenza pesanti di Kean, Valoti e Cerci. I rientri potranno essere un plus per Pecchia forte di un’apparente solidità difensiva ritrovata. Arma fondamentale in più verso la salvezza oltre al calendario: tanti scontri diretti da qui alla fine: Benevento, Cagliari, Sassuolo e Spal. Tutte racchiuse, oggi in 4 punti. A parte le trasferte di Milano e l’ultima giornata allo Stadium, da qua alla fine le altre partite il Verona dovrà vedersela contro le squadre della parte destra della classifica. Un cammino verso la salvezza tutt’altro che impossibile. Tutto nelle mani giallo blu.
SPAL
Discorso simile al Verona con un punto in più guadagnato nelle ultime 3 giornate. Punto contro il Sassuolo che lascia l’amaro in bocca se contestualizzato al vantaggio iniziale firmato dal solito Antenucci. Di certo per Semplici l’attenzione deve essere posta soprattutto sulla fase difensiva che – soprattutto contro il Crotone – ha evidenziato grandi lacune. Terza peggior difesa della Serie A meglio solo del malcapitato Benevento e di un Verona che nelle ultime due partite – come detto – sembra aver trovato l’elisir. Il punto contro il Sassuolo scontenta entrambe e non smuove le ultime posizioni ma impedisce l’accenno di “fuga” degli emiliani avvolgendoli nel mare magnum delle retrovie. I punti a favore coincidono inevitabilmente sul grande contributo che Meret potrà offrire blindando la porta bissando le ultime prestazioni culminate col rigore parato a Politano. Di nero c’è sicuramente il calendario da qui alla fine. Scontri diretti importanti contro Chievo, Hellas e Benevento. Per il resto una montagna da scalare tra Juventus, Fiorentina, Roma e Sampdoria. Il trenino con Sassuolo e Crotone distanzia la 14esima casella di soli 2 miseri punti. Un solo scontro diretto…

Sassuolo e Crotone completano il trenino delle 3 a quota 24 punti ma salve per giochi di scontri diretti e gol. Occasione sprecata per il Sassuolo. Autolesionismo manifesto con il rigore sbagliato da Politano che avrebbe avuto prospetti sicuramente di tranquillità maggiore da qui alla fine. Sassuolo che invece si trova nell’occhio del ciclone. Con un CV di stagione molto preoccupante e un prossimo futuro che da qua a un mese metterà i neroverdi di fronte a Udinese, Napoli e Milan. Il curriculum parla del peggior attacco d’Europa confrontato coi 5 maggior campionati europei 16 gol in 27 giornate. Peggio persino del Benevento. Questo il reale fardello con cui Iachini deve confrontarsi nella strada verso la salvezza. Vera e propria punto di debolezza degli emiliani che in confronto alle appaiate Crotone e Spal registrano 10 gol in meno. Un gap non irrimediabile ma che sicuramente pesa sulla situazione di classifica senza il quale le sorti neroverdi sarebbero ben diverse.

Eppure i protagonisti offensivi prefigurerebbero tutt’altro programma. Anche in quanto a cifre di mercato. Il valore di Politano si avvicina ai 30 milioni di euro (il Napoli a gennaio si era visto restituire l’assegno già pronto da 28 milioni bonus esclusi nel periodo di gennaio). 9 milioni bonus esclusi la cifra del trasferimento di Babacar dalla Fiorentina. Per l’eterno inesploso Berardi, più volte i club della parte alta della classifica si sono approcciati al Sassuolo per una trattativa mai scesa sotto il muro dei 30 milioni. Totale, almeno 70 milioni di valore complessivo. Valore che ai numeri non può che essere sceso drasticamente. Specialmente Berardi per evidenti motivi disciplinari e di continuità.
Lontani sono i gloriosi anni della gestione Di Francesco.
I gol ciò che manca al Sassuolo, non indifferente mancanza. O sarà svolta, o il rischio di debacle totale non sarà così ipotesi irreale. Paradossalmente l’inesperienza del recente passato in lotte per la salvezza fino all’ultima giornata potrebbe essere un fattore determinante per i neroverdi.
SE DI IMPRESE PARLIAMO…
Se di imprese parliamo, il Crotone è la squadra da tenere d’esempio. Indimenticabile e storica è la rimonta dello scorso anno culminata con l’insperata salvezza all’ultima giornata. Dopo che per oltre 37 partite su 38 il Crotone aveva occupato una delle ultime tre posizioni di classifica. L’arrivo di Zenga a dicembre ha avuto impatto decisivo sui calabresi con le prestazioni in sensibile miglioramento domenica dopo domenica nonostante rumorose cadute ce ne siano state, come lo scontro diretto con la Spal perso domenica scorsa e il grave 3-2 a Benevento. Impatto decisivo sulle prestazioni di squadra – specialmente contro le grandi Milan, Napoli, Inter e Atalanta – e dei singoli, aiutato anche dagli arrivi di gennaio. Trotta è l’uomo in più di questo Crotone, uno dei più “toccati” dalla cura Zenga che ha portato il Crotone “fuori” dalla zona retrocessione.
“Grande con le grandi” grazie alle prestazioni non accompagnate dai risultati ma spesso in crisi negli scontri diretti.
Solo Sassuolo e Chievo le spunte che mancano ai calabresi nella lotta diretta. Due vittorie fondamentali, due appuntamenti da non fallire dato che da qui alla fine il resto del calendario non sembra magnanimo mettendo di fronte ancora Roma, Fiorentina (le prossime due) poi Juventus, Lazio e Napoli le ultime due giornate con la speranza di arrivare a quegli ultimi due appuntamenti – sulla carta nettamente sfavorevoli – in cui i 3 punti potranno essere decisivi anche per la Champions e la lotta scudetto, con la salvezza certa. Forse il futuro più duro in confronto alle altre colleghe in cerca di salvezza…ma se di imprese parliamo la memoria potrebbe aiutare.

Discorso diverso va fatto per Cagliari e Chievo. Due squadre tradizionalmente con il primario obbiettivo della salvezza sempre raggiunta senza grandi difficoltà. Due squadre con relative ambizioni di parte alta di classifica che si trovano inglobate in una non programmata strenua lotta di nervi e punti. L’aspetto positivo di avere il destino nelle proprie mani ma la pressione delle inseguitrici mai così forte. Solo un punto a separare il Chievo dal baratro che la sconfitta nel derby ha pericolosamente avvicinato. Due quelli di “sicurezza” per il Cagliari.
Per i veronesi il problema risiede probabilmente nell’ultimo reparto non più tanto solido e con gravi cali come i 5 gol presi dalla Lazio. Il tutto sommato alle crisi d’attacco con 2 soli gol segnati nelle ultime 6 partite.
Cagliari che sfiora l’impresa con la Lazio sfuggita solo al minuto 94. I problemi evidenziati anche nell’ultima partita sono la mancanza di un regista dopo la frattura al piede per Cigarini. L’addio di Borriello ha pesato tantissimo sull’economia dei gol segnati. I 16 gol portati alla causa rossoblù non sono stati bissati da Pavoletti. Il caso di Joao Pedro poi una grana in più con cui i Casteddu devono misurarsi con la speranza di vincere la scommessa Han che ha ben impressionato contro la Lazio. Da un guizzo dell’ex Perugia è scaturito l’1-0 di Pavoletti.
Il destino nelle proprie mani ma una pressione che aumenta. Ogni punto perso da qui alla fine potrebbe essere decisivo nella lotta salvezza.

Il Genoa a quota 30 punti non sembra essere coinvolta direttamente e inglobata nel ciclone salvezza nonostante lo 0-1 extra time contro il Milan. La stabilita quota 40 punti non sembra essere così lontana e improbabile per una squadra che con Ballardini ha nettamente invertito il rullino di marcia guadagnandosi la seconda posizione come miglior difesa con il neo allenatore. Il rendimento c’è testimoniato anche dalla gara contro i rossoneri.
Come ogni anno la salvezza rischia di essere un discorso aperto fino all’ultima giornata.
Sei squadre in 4 punti.
Si salvi chi può.