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Siviglia, La Liga è un obiettivo alla portata

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Siviglia, La Liga è un obiettivo alla portata

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In Spagna le big storiche stanno faticando. L’unica ad aver trovato le forze per una rapida ed efficace ricostruzione è il Real Madrid. Il ritorno di Carlo Ancelotti ha dato una ventata d’aria al talento sopito dei blancos che ora si trovano nettamente in vantaggio alle rivali. Avendo una partita in più il vantaggio sul Barcellona è di 18 punti, mentre quello sull’Atletico Madrid campione in carica è di 17. La Liga, quindi, si è piacevolmente trasformata portando delle variazioni in classifica ma anche una squadra in continua crescita ormai da molte stagioni. Il Siviglia, infatti, è stata la mina vagante delle ultime annate rimanendo nel limbo: troppo debole per agganciare le tre potenze e nettamente più pronta delle restanti candidate alle posizione europee. Ora il gap sembra colmato e il merito è di un progetto intelligente ed intrigante.

SECONDO POSTO: TRA SORPRESE E CONFERME

Il Siviglia, vincendo a Cadice il 3 gennaio, finirebbe il girone d’andata a 5 punti dal Real Madrid primo. Il quarto posto non è più in discussione come anni fa in quanto c’è un vantaggio di 9 punti che lascia ben sperare attualmente. La motivazione dietro ai successi recenti degli andalusi è sicuramente quella del lavoro enorme svolto dalla dirigenza e dall’allenatore. Monchi, il direttore che ha stravolto la rosa, e Lopetegui, il tecnico che l’ha amalgamata, sono i protagonisti di questo progetto vincente.

Dopo aver vinto l’Europa League il primo anno ed essere andati vicini a vincere un trofeo in patria il secondo, questa stagione è quella che può portare al grande salto. Il Siviglia è pronto e maturo per scrivere un’altra pagina della sua immensa storia. Il secondo titolo è alla portata di mano, 75 anni dopo il primo e unico.

I numeri sono esplicativi: il Siviglia ha la miglior difesa con soli 13 gol subiti in 18 partite ed è imbattuto in casa. Solo 2 sconfitte in campionato di cui una in casa del Real Madrid, contro cui era andato in vantaggio perdendola nel finale con una perla di Vinícius Junior. La conferma che forse il vento è cambiato dalle parti del Ramón Sánchez Pisjuán sono le ultime due partite. La vittoria nel finale contro l’Atletico Madrid e il pareggio in inferiorità numerica contro il Barcellona hanno constatato una nuova realtà. Il Siviglia è una grande squadra e lotta per il titolo al pari delle altre, se non qualche grado di favoritismo in più rispetto ad alcune.

UNA DIFESA GRANITICA

Alla base dei successi della squadra di Lopetegui c’è un reparto arretrato vario e di tutto rispetto. Il portiere marocchino Bounou si sta confermando tra i più efficaci e meno battuti. I numeri gli danno ragione e pur non essendo esteticamente perfetto il suo contributo è tangibile. Mentre lui è una scommessa vinta da Lopetegui (che di portieri se ne intende), Monchi ha fatto un altro capolavoro nel mercato estivo. Nonostante le prestazioni da top player nella scorsa stagione di Diego Carlos e Jules Koundé entrambi sono rimasti a Siviglia. Soprattutto il secondo era desiderato in Premier con offerte importanti fino agli ultimi minuti di calciomercato. Un miracolo di Monchi che ha permesso un’ulteriore evoluzione di questa solidità di squadra.

Sugli esterni è sottolineare il contributo sempre presente di Jesús Navas che a 36 anni ancora calca la fascia come un ragazzino e ha prodotto 2 assist. Montiel e Augustinsson sono arrivati per completare il pacchetto e quando chiamati in causa rispondono sempre presenti così come il jolly Rekik che può ricoprire il ruolo di centrale all’occorrenza. Chi invece si sta migliorando costantemente è Marcos Acuña. L’argentino ex Sporting con 3 assist e il gol che aperto le marcature nel derby vinto col Betis è stato mattatore assoluto della fascia sinistra creando con Ocampos una fascia sinistra veloce, tecnica e incredibilmente imprevedibile. I terzini sono infatti determinanti nel gioco di Lopetegui che dà loro grande libertà di attacco, lasciando lo spazio per le scorribande offensive accentrando le ali affianco al centravanti. Gli esterni d’attacco, inoltre, possono scambiarsi tra loro aggiungendo ulteriore imprevedibilità.

QUANTITÀ IN MEZZO E QUALITÀ DAVANTI

Lucas Ocampos, in tutto questo, è l’uomo principale su cui verte l’attacco di Lopetegui. La sua corsa e il suo spirito di sacrificio uniti alla pulizia di esecuzione di gesti tecnici importanti rispecchiano ottimamente la concezione di calcio del tecnico spagnolo. Sono 6 i gol in stagione anche se non è lui il capocannoniere. Rafa Mir, arrivato in estate dopo aver sfiorato l’impresa di salvare l’Huesca la scorsa stagione, è arrivato con il ruolo di vice En-Nesyri arrivando poi a prendersi la titolarità. Complice l’infortunio del centravanti marocchino, ha dato continuità alle prestazioni della scorsa stagione. Con 7 marcature in stagione in 24 presenze fa sentire ancora la mancanza del grande bomber a Siviglia ma il suo apporto al gioco è evidente. I suoi gol, inoltre, sono sempre di grande importanza risultando spesso decisivi.

Altri due argentini hanno impattato con successo nella Siviglia biancorossa. El coco Lamela è arrivato in estate nello scambio con Bryan Gil e sembra quello che è uscito meglio da questa trattativa. Prima di un problema fisico l’ex Roma ha infiammato spesso il pubblico con gol e grandi giocate. Partenza col botto per lui con tre gol nelle prime due mentre il Papu Gómez sembra aver trovato la sua dimensione definitiva. Il gol al Barça su schema ottimamente architettato da calcio d’angolo è una perla di grande valore che lo eleva sempre più a idolo dei Rojiblancos.

A tenere in piedi la struttura c’è un centrocampo dalle caratteristiche variopinte. Il cervello è senza dubbio Rakitic. Il croato è ancora decisivo al top della condizione nonostante i 33 anni e detta i tempi di gioco della giostra di Lopetegui. A dimostrarlo sono le prestazioni in Champions e nei big match con particolare sottolineatura sulla rete da fuori area che ha sfondato la porta di Oblak contro l’Atletico. Un gesto tecnico non da tutti. Insieme a lui la variante tattica è Joan Jordán che con i suoi movimenti scompagina i piani avversari legando centrocampo e attacco mentre in mediana Fernando e Delaney sono ottimi in compiti di interdizione e prima costruzione. Il loro aiuto ai centrali difensivi è di estrema importanza per mantenere la porta così spesso inviolata.

PERCHÉ IL SIVIGLIA PUÒ VINCERE LA LIGA

Gli andalusi con queste premesse e con le prestazioni mostrate nel girone d’andata arrivano al giro di boa con molte certezze. Forse al pari di quelle di un Real che li battuti per poco in un scontro equilibrato. Il Siviglia può impensierire e far preoccupare il Real Madrid come già annunciato da Ancelotti che lo ritiene il nemico numero uno. Il gioco offensivo ad esaltare le caratteristiche dei propri giocatori migliori sicuramente aiuta la causa ma ci sono anche altre circostanze favorevoli.

Il Siviglia ad esempio è uscita prematuramente dalla Champions League. Un risultato al di sotto delle attese ma che permette di affrontare una competizione molto più alla portata come l’Europa League. L’impegno dei sedicesimi di finale contro la Dinamo Zagabria non è per niente proibitivo. D’altro canto, invece, il Real Madrid deve pensare su più fronti. A breve ci sarà la Supercoppa spagnola con potenzialmente due scontri che porteranno via energie importanti così come la Champions League che per i blancos è sempre un obiettivo primario. Oltre a un gennaio denso e complicato a marzo c’è il PSG e un’eliminazione agli ottavi il Real Madrid non la può nemmeno contemplare.

Un possibile calo del Real Madrid è da mettere in conto, vista anche la rosa corta a disposizione attualmente, ma il Siviglia si prenderà con meriti propri dei riscontri sempre più positivi. Il progetto della società è visionario e sta proseguendo su una linea corretta che permetterà uno sviluppo costante che diverrà anche produttivo in senso di trofei. La speranza è quella di tornare a vincere anche in Spagna accantonando, anche se per una sola volta, la gloria europea.

(Fonte immagine in evidenza: diritto Google creative Commons)

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Ancelotti dopo il successo col Napoli: “Il rigore non c’era, il tiro di Valverde è incredibile”

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Ancelotti

L’analisi di Carlo Ancelotti, tecnico del Real Madrid, dopo la brillante vittoria per 2-3 contro il Napoli. Queste le parole dell’ex allenatore di Juventus e Milan a Sky Sport:

PARTITA – “Non era una partita facile, soprattutto in questo stadio. Abbiamo portato a casa una vittoria importante contro una squadra forte“.

RIGORE – “Ho detto all’arbitro che non era rigore, era in una scivolata Nacho e sono rigori che non si fischiano, soprattutto in Champions”.

VALVERDE – “Valverde ha fatto un tiro incredibile, lui ce l’ha. Dire che è autogol di Meret mi sembra assurdo. E’ un grandissimo centrocampista dotato di questo tiro formidabile. Non so quanti gol farà, ma non è importante“.

BELLINGHAM – “Mi stupisce che abbia solo 20 anni, mostra qualità di carattere incredibili“.

RUDIGER SU OSIMHEN – “Abbiamo cercato di fare 2 contro 1 con Osimhen, credo che i difensori abbiano fatto molto bene. Abbiamo sofferto solo sui colpi di testa, ma contro uno come lui credo che sia normale“.

 

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Inter-Benfica 1-0, le pagelle: la decide Thuram, Trubin stravince il duello con Lautaro

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Inter Benfica

PAGELLE INTER-BENFICA – L’Inter vince contro il Benfica e risolleva la propria classifica dopo il pareggio di San Sebastian contro la Real Sociedad, e si porta al primo posto in coabitazione proprio con gli spagnoli. Primo tempo di sofferenza per i nerazzurri, che patiscono la manovra fluida dei portoghesi, dovendosi limitare a una partita di risposta e contropiede più che di protagonismo. Nella ripresa cambia la musica, con la squadra di Inzaghi che azzanna il match provando in tutti i modi a portare a casa i tre punti, che sembrano maledetti visti i due pali di Lautaro, ma poi ci pensa Thuram a depositare in porta il pallone dell’1-0 definitivo, che sta anche stretto all’Inter, viste le paratissime di Trubin su Lautaro, stregato questa sera.

LE PAGELLE DELL’INTER

Sommer 6.5: molto reattivo nel primo vero pericolo del match su Aursnes, quando il norvegese sorprende la difesa dell’Inter direttamente da rimessa laterale. Quando chiamato in causa risponde presente.

Pavard 6: buona prova del francese, che si rende protagonista di diverse chiusure in extremis.

Acerbi 5.5: brutta dormita sull’occasione di Aursnes da rimessa laterale, quando si fa sorprendere alle spalle lasciando una prateria all’8 dei portoghesi. Per sua fortuna Sommer lo salva da un brutto voto in avvio di partita.

Bastoni 6.5: precisione ed ordine negli interventi, marchio di fabbrica dell’ex Atalanta. Mancano i suoi sganciamenti che ormai non sorprendono più, ma la rapidità dei portoghesi in ripartenza ha obbligato Inzaghi a chiedere al numero 95 di tirare il freno a mano per evitare di farsi trovare scoperti. Sale una volta sola e per poco non fa assist per Dumfries.

Dumfries 6.5: tra i più pericolosi in avvio di partita, ha due occasioni per fare male ai portoghesi ma prima spedisce alto di testa e poi mastica un pallone che poteva essere calciato molto meglio. Anche in avvio di ripresa si divora di testa un vantaggio che sembrava fatto, e le troppe occasioni sprecate abbassano il voto, che però sale di nuovo per l’assist. (Dal 73′ Darmian s.v.)

Barella 6: il Barella delle passate stagioni fatica ancora ad emergere, e la scintilla nelle giocate fatica ancora a scoccare, ma nel complesso si disimpegna bene sia in proposizione che in contenimento. (Dal 92′ Klaassen s.v.)

Çalhanoğlu 6.5: solita regia mobile per il turco, che distribuisce qualità in uscita palla come ormai ci ha abituato a fare. (dall’84’ Asllani s.v.)

Mkhitaryan 6: buon avvio dell’armeno, che poi però sbiadisce con il passare dei minuti risultando fattore quasi nullo per i nerazzurri, ma nel secondo tempo riprende spessore.

Dimarco 6.5: solito motorino sulla corsia mancina, è ormai da tempo un giocatore di livello assoluto e lo dimostra anche in questi palcoscenici, senza particolari squilli ma sempre presente quando si cerca un appoggio sulla sinistra. (Dall’84’ Carlos Augusto s.v.)

Thuram 7.5: il più vivace della coppia d’attacco, sempre nel vivo delle azioni offensive nerazzurre anche se di pericoli veri verso la porta di Trubin non ne porta; la palla offerta a Lautaro prima del palo è di un livello altissimo, ed è solo il preludio al gol che arriva dal cuore dell’area. (Dal 73′ Sanchez s.v.)

Lautaro Martínez 7: va a fiammate il Toro questa sera, alternando fasi di assenteismo a fiammate di pura classe. Sicuramente tenuto in guardia da una marcatura ad hoc, ma l’Inter non ha potuto contare sul Lauti on fire di questo avvio di stagione, che si vede negato il gol da due legni clamorosi in avvio di ripresa e da un Trubin in formato super.

All. Inzaghi 6.5: ha il merito di cambiare il mood dei suoi, che nel secondo tempo divorano la partita e il Benfica, meritando nettamente la vittoria.

LE PAGELLE DEL BENFICA

Trubin 8: praticamente mai chiamato in causa nel primo tempo se non su alcune uscite nemmeno troppo pericolose, ma nel secondo tempo stravince il duello con Lautaro Martinez che si vede negato il gol in ogni modo, prima dai pali e anche da due miracoli con i piedi del portiere ucraino.

Bah 6: dura poco la sua partita, esce intorno al ventesimo per infortunio ma si fa notare per qualche pregevole scatto in copertura. (Dal 23′ Araujo 5.5: non particolarmente evidente la prova del difensore, che segue l’andamento di tutta la squadra, bene nel primo tempo, male nel secondo)

Otamendi 6: l’ex City gioca un buon primo tempo anche se senza picchi eclatanti, ma l’attacco dell’Inter fatica ad incidere e il merito va sicuramente ascritto al reparto arretrato portoghese; nella ripresa l’Inter sale di intensità e la retroguardia del Benfica ne risente.

Morato 6: come Otamendi, non si nota per nessuna giocata eclatante ma offre equilibrio ed ordine in difesa, almeno fino al 45′, perché nel secondo tempo dietro i suoi compagni ballano un po’ di più.

Bernat 6: senza infamia e senza lode a prova dell’ex PSG, che si porta a casa un 6 stiracchiato ma ha la scusante della prima presenza assoluta della stagione. (Dal 79′ Jurasek s.v.)

Joao Neves 5: elemento praticamente nullo per i suoi, che a centrocampo si affidano solo a Kokcu.

Kokcu 6.5: è lui che gestisce il battito cardiaco della manovra lusitana, fa girare sempre il pallone con qualità e si fa apprezzare anche per la proprietà tecnica in alcune situazioni nello stretto, ma come tutto il Benfica gioca un secondo tempo difficile e complicato. (Dal 69′ Musa 5.5: non porta nulla di concreto alla manovra offensiva portoghese)

Di Maria 5: partita praticamente da assente per il Fideo, che non fa vedere nulla del giocatore meraviglioso ammirato al Mondiale. (Dal 78′ Cabral s.v.)

Aursnes 6.5: corsa, fisico e quantità unita ad una spolverata di qualità, si fa sempre apprezzare per il suo modo di saper fare tutto senza eccellere ma sempre bene.

Rafa Silva 4.5: ci si aspettava un pizzico di qualità in più, e invece la prova del fantasista è abbastanza incolore. (Dal 69′ Ciquinho 5.5: come Musa, non ha occasioni di mettersi in mostra per la partita difensiva del Benfica nel secondo tempo)

Neres 6.5: formalmente fa la punta ma in realtà è l’elemento di disturbo per la difesa dell’Inter, che se lo trova ora centrale, ora a destra e dopo a sinistra. Rapidità, tecnica ed efficacia, è il più pericoloso della formazione portoghese, ma non riesce a pungere. Graziato in occasione della reazione con cui colpisce con i tacchetti Lautaro sulla bocca.

All. Schmidt 5.5: non riesce a far mantenere il livello mostrato dai suoi nel primo tempo, crollando fragorosamente nella seconda parte di match e non riuscendo a trovare rimedio per arginare la marea nerazzurra.

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FLASH – Gol da urlo di Valverde: Meret non può nulla e il Real torna in vantaggio

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Dove vedere Atletico Madrid-Real Madrid

Dopo il gol di Zielinski il Napoli ha avuto qualche chance per fare propria la partita, ma il Real ha sempre difeso in maniera egregia. Piano piano gli uomini di Ancelotti hanno rialzato il baricentro, fino al meraviglioso gol di Valverde al 77′. Angolo di Modric, la difesa respinge e l’uruguaiano calcia un bolide da 25 metri sotto la traversa. Meret non può assolutamente nulla, tanto che la palla, dopo il tocco della traversa, gli sbatte inavvertitamente sulla testa e finisce in rete. Il sigillo del centrocampista dei blancos zittisce il Maradona. Ora agli uomini di Garcia serve un miracolo: a 10′ dal termine siamo 2-3.

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FLASH – Zielinski fa 2-2 su rigore dopo ausilio del VAR: che partita Napoli-Real!

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Napoli

Pronti, via nel secondo tempo e il Napoli trova immediatamente il pari! Segna Zielinski su rigore dopo ausilio del VAR. Turpin viene chiamato all’On Field Review per un presunto tocco di mano di Nacho su cross di Osimhen. Il difensore spagnolo era andato in scivolata per ostacolare il traversone del nigeriano, ma dopo una deviazione con la gamba il pallone è finito sul braccio. Decisione non facile per la squadra arbitrale, ma alla fine l’arbitro francese indica il dischetto. Dischetto su cui si presenta Zielinski, probabilmente il nuovo rigorista dei partenopei, e con brivido (palo-gol) fa 2-2.

L’inerzia ora è tutta nei giocatori di Garcia, e manca tantissimo al triplice fischio.

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