Se fosse rimasto Spalletti probabilmente sarei andato via.
Parole eloquenti, quelle pronunciate qualche giorno fa da Diego Perotti. Dopo un inizio spettacolare in maglia giallorossa, il suo secondo anno della capitale non è stato eccezionale, con troppi bassi e pochi alti. Vittima del cambio modulo di Spalletti, el Monito ha faticato moltissimo, tanto da essere relegato a riserva dei giallorossi. Poi la prima delle sliding doors che hanno caratterizzato l’estate di Perotti: il gol al Genoa. Poi l’addio di Spalletti, l’arrivo di Di Francesco, l’esplosione. Oggi il numero 8 è uno dei migliori giocatori della Roma, nonché match winner dell’impresa europea dei giallorossi. Una storia come tante quella di Perotti, determinata di piccoli dettagli che, sommati, fanno la differenza.

NEL GIORNO CRUCIALE
La carriera giallorossa di Perotti passa per un momento cruciale, significativo, che ha scritto la storia recente della Roma e che resterà impresso per sempre. Nel giorno che i tifosi non potranno mai scordare, quello dello straziante addio al calcio di Francesco Totti, il numero 8 si prende la scena e, con una zampata allo scadere, porta la Roma in Champions League. In una giornata che rischiava di diventare maledetta, Diego scaccia la paura, regalando ai tifosi giallorossi l’opportunità di separarsi con l’animo in pace dal suo capitano.
Sembrava destinato all’addio, al ritorno in patria, ma quel gol cambia tutto. Perotti torna a sentirsi importante, coccolato e amato. Un istante che, si capisce subito, può cambiare totalmente il futuro del fantasista argentino. Dopo le vacanze estive torna più carico che mai, lavorando dal primo giorno col nuovo tecnico ed entrando immediatamente nei suoi schemi e nelle sue preferenze.
Di Francesco lo sottolinea, la realtà lo certifica: Perotti è l’uomo in più, l’unico ad aver lavorato sin dall’inizio col tecnico ex Sassuolo e ad aver assimilato subito i suoi schemi. L’argentino dal canto suo inizia col botto, facendo mostra di avere un passo diverso e mettendo a ferro e fuoco la difesa interista alla seconda giornata. Diego sta tornando, si vede subito.

REPLAY
Come 6 mesi prima, Perotti porta ancora una volta la Roma in Champions. Il colpo di testa a porta sguarnita con cui ha trafitto il Qarabag è valso alla Roma non solo l’accesso agli ottavi della competizione più prestigiosa d’Europa, ma addirittura il primo posto nel girone più complicato. Un’impresa suggellata da Perotti, che dalle sue giocate e, grande novità, dai suoi gol, è passata. Il gol che ha chiuso il trionfo casalingo col Chelsea, il gol che ha giustiziato il Qarabag: reti pesantissime che scrivono la storia recente giallorossa.
Il colpo di testa contro gli azeri è soltanto l’apice di quattro mesi giocati ad un livello mostruoso. Progressivamente Perotti ha ritrovato la fiducia, con prestazioni impressionanti e con un feeling col gol tutto nuovo. 4 mesi che sono valsi al Monito anche il ritorno in nazionale e la possibilità, sempre più concreta, di poter quantomeno sperare di competere per un posto nel mondiale russo.
6 mesi che hanno chiuso il cerchio della rinascita di Perotti. Dal Genoa al Qarabag, un percorso che ha riportato il numero 8 alla ribalta. Il tutto suggellato dalla ciliegina sulla torta: il rinnovo di contratto che lega Diego alla Roma fino al 2021, un rinnovo a vita in pratica visto che alla scadenza Perotti avrà 33 anni. Un rinnovo che gli permetterà di regalare ai giallorossi gli anni migliori della sua carriera, che, se il buongiorno si vede dal mattino, sono appena iniziati.

LA CRESCITA
Ciò che più impressiona è la crescita esponenziale di Perotti in questi 6 mesi. Molto, troppo spesso lo scorso anno il numero 8 è sembrato un corpo avulso dalla squadra, molto talentuoso ma davvero poco incisivo. Si chiudeva in dribbling inutili, relegato sulla fascia, fuori dal gioco. Quest’anno invece Diego non spreca un dribbling, ogni giocata è al servizio della squadra, senza contare che tocca un’infinità di palloni in più spostandosi spesso verso l’interno del campo. Ciò che ha cambiato è essenzialmente il movimento: se prima tendeva a cercare l’esterno, ora invece si butta verso l’interno, dando maggior efficacia al dribbling ed entrando in modo più incisivo nella manovra di squadra.
Il dribbling è proprio la peculiarità di Perotti. A differenza dello scorso anno, e più similmente ai primi 6 mesi in giallorosso, Diego cerca molto di più questa soluzione per vie centrali, prendendo magari qualche rischio in più ma risultando tremendamente efficace. Inoltre Perotti dialoga maggiormente coi compagni, riuscendosi ad appoggiare spesso a Dzeko, con cui ha trovato un feeling tutto nuovo.
Al di là di questione tattiche, ciò che è realmente cambiato è l’approccio mentale di Perotti. Ritrovato l’entusiasmo, Diego ha ritrovato l’efficacia, tradotta essenzialmente nella sicurezza di tentare la giocata anche in situazioni complesse. In questo modo il numero 8 è diventato decisivo, configurandosi essenzialmente come uno dei pochi in grado di far saltare gli schemi avversari e, come i veri top player, di spostare gli equilibri con le proprie giocate.

AIUTANTI PREZIOSI
La stagione pazzesca di Perotti è dovuta anche alla collaborazione con due preziosi alleati con cui si è formata una catena di sinistra mozzafiato. Il primo è ovviamente Aleksandar Kolarov, vera e propria rivelazione stagionale giallorossa. Grazie al lavoro del serbo, Perotti ha innanzitutto un aiuto prezioso nel costruire gioco, sapendo di potersi appoggiare in qualsiasi momento al serbo. Poi, grazie alla spinta dell’ex laziale, Diego può spostarsi con maggiore frequenza verso il centro.
L’altro preziosissimo alleato è Kevin Strootman. Parso spesso appannato in questa stagione, l’olandese compie un lavori difensivo strepitoso, correndo tantissimo e recuperando moltissimi palloni. La presenza del numero 6 rende Perotti più sicuro nel rischiare la giocata, consapevole di essere coperto in praticamente ogni momento. Inoltre Strootman rappresenta sempre uno scarico sicuro, grazie alla sua capacità di smarcarsi e di pulire palloni sporchi.

Sliding doors, quelle che hanno segnato il destino giallorosso di Perotti e lo stanno lanciando tra i grandi del calcio.