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Sogni di Coppa Italia

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5 anni fa:
La “coppa del popolo” che coinvolge i campioni della massima serie e i sognatori delle squadre cadette. Un evento che fa della tradizione e della continuità i suoi marchi di eccellenza. Capace di sopravvivere a due guerre mondiali, dal 1922 ad oggi la Coppa Italia ha subito continui cambiamenti, vivendo un ciclico susseguirsi di alti e bassi.
Competizione dall’esito molto spesso scontato (la Juventus ha vinto 13 edizioni, seguono Roma e Inter rispettivamente con 9 e 7 vittorie), la “Tim Cup” ha anche saputo regalare emozioni uniche ed appassionanti. Nel segno di clamorosi risultati e cammini di squadre capaci di trasformare i sogni in realtà.
Numero Diez racconta in questo articolo alcune delle storie di Coppa Italia più suggestive e romantiche.
PIACENZA-MILAN 1993 (1-0)
L’edizione della Coppa Italia 1993-1994 potrebbe essere riassunta con l’espressione “serie cadetta al potere“. La riscossa di provinciali in cerca di gloria. Dal Venezia che sconfisse ai quarti di finale la Fiorentina al sorprendente Ancona, che passò il secondo turno ai danni del Napoli e approdò in finale (perdendo poi contro la Sampdoria).
Ma un match in particolare merita attenzione. Il Milan di Capello e di Campioni del calibro di Maldini, Boban e Costacurta affronta agli ottavi di finale il Piacenza di Mister Cagni. Il risultato sembra già scritto. Del resto i rossoneri quell’anno vinsero la Serie A e la Champions League sconfiggendo il Barcellona per 4 a 0 in quel di Atene. Ma la Coppa Italia ebbe un finale ben diverso per il Diavolo.
La partita d’andata si conclude con un sorprendente pareggio a San Siro: solo 1 a 1 fra le due formazioni. Il match di ritorno ha invece il sapore di quelle grandi sfide che si ricorderanno a lungo. E così fu, sia per i milanisti che per i piacentini. La squadra di casa affronta con coraggio e a viso aperto l’incontro, nonostante i campioni che si trovano di fronte, idolatrati da milioni di tifosi che sognano ad ognuna delle loro giocate.
Il Calcio è bello ed emozionante perchè sa sorprendere, colpire ed far gioire, in un infinito susseguirsi di colpi di scena che hanno dell’incredibile. Al 90‘ il bomber piacentino Giampietro Piovani porta in vantaggio i padroni di casa. Il Leonardo Garilli esplode, i Campioni d’Italia sono sconfitti, quegli alieni intoccabili vengono battuti da chi ci ha creduto di più. Al turno successivo il Piacenza uscirà contro il Torino in un carambolante 4 a 3 per i piemontesi, ma il miracolo è già stato compiuto. Con gli appassionati di calcio che ringraziano per le emozioni offerte.
ROMA-SPEZIA 2016 (2-4 AI CALCI DI RIGORE)
Fra le diverse sorprese dell’edizione 2015-2016 due spiccano fra tutte. L’incredibile cammino dell’Alessandria, sconfitta in semifinale dal Milan, nel segno di un’eroica marcia verso lo Stadio Olimpico, e un match in particolare andato in scena proprio nello stadio della capitale. Roma-Spezia, ottavo di finale di Coppa Italia di qualche anno fa. Senza dubbio il punto più basso dell’era Garcia. Match tanto sottovalutato dai giallorossi quanto sofferto e combattuto dagli ospiti, i cui sforzi sono stati premiati.
Uno 0 a 0 durato ben 120 minuti nel segno della paura di alcuni e del sacrificio di calciatori dati alla vigilia per spacciati. Ma attenzione: la qualificazione dello Spezia è più che legittima e figlia di un atteggiamento tattico, quello di Di Carlo, prudente al punto giusto, senza dimenticare le puntate offensive.
Un nome su tutti. Gennaro Acampora, classe 1994, nato a Napoli: è lui che fa la storia. Alla lotteria dei rigori segna il gol decisivo e regala al suo pubblico i quarti di finale. L’inserimento dei titolari (Florenzi, De Rossi e Digne) non è servito a cambiare l’esito di un incontro nefasto per i giallorossi. Gli errori di Pjanic e Dzeko al dischetto entrano negli incubi dei romanisti, che vedono la propria squadra uscire clamorosamente agli ottavi di finale. Un qualcosa che non accadeva dal 2001.
Finisce 2 a 4 ai calci di rigore. Una lotteria tanto crudele agli uni quanto benevola agli altri, dove il Caso e la Fortuna divengono padroni della scena nel rettangolo di gioco. Ma il Calcio è figlio di una sola legge: quella del pallone, dall’esito incerto in ogni incontro, dal risultato prestabilito inesistente. Dopotutto è questo a renderlo speciale.
ANCONA-NAPOLI 1993 (3-2)
Torniamo all’edizione 1993-1994, una delle più incredibili della storia della Coppa. Il secondo turno di ottobre offre la sfida fra Napoli e Ancona. La squadra di Lippi è una formazione esperta e preparata ed è alla ricerca di emozioni vere in Coppa Italia. Ma l’Ancona di Vincenzo Guerini non è da meno e si prepara a vivere la stagione migliore della sua storia. Agostini contro Di Canio, Capitan Ferrara contro Bruniera, non c’è storia almeno sulla carta. Ma la carta a volte sembra esistere proprio per essere smentita e stracciata a pezzi, lasciando il posto alla sorpresa e all’emozione, che in questi casi prende il sopravvento.
Nell’incontro di andata conclusa senza reti la squadra di Guerini dimostra un’organizzazione di gioco sorprendente. I giocatori sono in perfetta sintonia col gioco del mister, attento nel rispetto della forza dell’avversario ma all’occorrenza capace di sorprendere e colpire. La squadra di Lippi si trova a che fare con un’avversario ostico, questo è certo. Lo 0 a 0 dà fiducia alla formazione cadetta in vista dell’altra gara.
Il ritorno vede il miracolo dei marchigiani cominciare a prendere forma, verso un sogno chiamato Finale impensabile per questa squadra, ma che diverrà realtà. Il ritorno è l’antitesi dell’andata: il Napoli in luna storta, l’Ancona in stato di grazia ma che rischia sul finale, in una pioggia di gol. E pensare che l’incontro si era messo sul risultato di 3 a 0 per i marchigiani, che sul finale rischiano il tracollo. Gadda e la doppietta di Agostini regalano il sogno ai ragazzi di Guerini, Caruso e l’autogol di Mazzarano sul finale rischiano di infrangerlo.
Ma il miracolo è servito. Passa l’Ancona, che verrà fermato nella sua cavalcata trionfale solo dalla Sampdoria, vincitrice per la quarta volta nella sua storia.
NAPOLI-SPAL 1962 (2-1)
L’edizione della Coppa Italia del 1961-1962 fu la quindicesima. Ciò che sorprende in questa annata è il cammino delle finaliste.
Il Napoli, al tempo nella divisione cadetta, è protagonista di un percorso straordinario: negli ottavi prima e nei quarti di finale poi, sbanca i campi rispettivamente di Torino e Roma, giungendo in finale. L’altra finalista, la SPAL, questa volta veste i panni della “big” militando in Serie A. La “provinciale” ferrarese giunge a sua volta inaspettatamente all’atto conclusivo, dopo aver eliminato in semifinale la ben più blasonata Juventus, sorprendendo e incantando tutti.
Il Napoli di Pesaola contro la SPAL di Montanari. Lo Stadio Olimpico è il teatro della prima finale in assoluto della competizione fra le due formazioni. La partita se la aggiudica il Napoli grazie ai gol di Corelli e Ronzon, inutile di fatto la rete di Micheli per la SPAL. Una vittoria che si trova ancora oggi negli almanacchi dei tifosi più romantici e tradizionalisti. Il Napoli infatti compì un’impresa storica vincendo la Coppa senza militare in Serie A. Lei e il Vado sono le uniche squadre a essere riuscite in questo traguardo che ha dell’incredibile. I partenopei lo stesso anno raggiunsero la promozione nella massima divisione, nel segno di un’annata eccezionale e indimenticabile.
VADO-UDINESE 1922 (1-0)
La più sconosciuta delle squadre vincitrici della Coppa Italia. La prima, vera vincitrice della competizione. Il Vado è il primo club ad aver vinto la coppa nazionale, trionfando contro un Udinese sulla carta lanciato verso la vittoria.

Il Vado finalista nel 1922.
Un miracolo calcistico a tutti gli effetti, quello della squadra rossoblù. Vado Ligure è diventata ormai la periferia industriale di Savona nonostante abbia caratterizzazioni storiche e etniche tutte sue, ma può vantare un traguardo raggiunto da un elitè scelta di squadre. Di certo questa fu la vittoria più sorprendente. Primo nel girone G della Promozione Ligure e nel girone finale, è promosso in Prima Categoria per la stagione successiva. E la raggiungerà portando con sè il trofeo col tricolore strappato ai friulani.
E’ il 16 luglio 1922 in piena epoca fascista. Al “Campo di Leo“, stadio ufficiale del Vado, va in scena una finale dall’esito scontato in teoria. L’Udinese è la grande favorita per la vittoria. Sotto sotto tutti speravano che i friulani, compagine della massima serie, strappasse il trofeo come da pronostico salvando il prestigio della nascente competizione. Ma non fu così. Dopo 90 minuti la partita è ancora sullo 0 a 0.
Succede tutto nei supplementari. I friulani sperano di poter concludere con un pareggio l’incontro, in modo da poter rigiocare la finale a Udine (al tempo non c’era la lotteria dei rigori).Ma al minuto 127 l’allora giovane Levratto fa partire un tiro che si infila in rete. Riporta la cronaca del tempo “la palla carica d’effetto saetta lungo lo specchio della porta, si infila alta nell’angolo sinistro, squarcia vistosamente la rete”.

L’Udinese finalista nell’edizione della Coppa Italia del 1922.
Fu addirittura scritto un libro sull’impresa dei liguri. “Il grande Vado” (Daner edizioni), scritto da Claudio Caviglia e Nanni De Marco con una prefazione di Gianni Minà, ricostruisce tutti i dettagli di quel torneo che portò i rosso-blu savonesi a comparire tra Juve e Inter, Samp e Roma nell’albo d’oro della Coppa Italia.
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Flash News
Piquè favorevole alla riduzione di squadre in Liga: “Meno partite e più competitive”

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2 giorni fa:
Novembre 30, 2023
L’ex difensore e capitano del Barcellona, Gerard Piquè, è stato intervistato al Marca business sport Forum. L’argomento principale sicuramente quello riguardo la possibile riduzione delle squadre in Liga. Lo spagnolo è favorevole a questa iniziativa, prendendo come esempio i format usati in America, in particolare con la NFL.
LE DICHIARAZIONI
NUOVO FORMAT – “Alla fine, lo sport sta andando verso competizioni più brevi e uniche. L’esempio chiaro è la NLF, ci sono quattro mesi di competizione e il Paese è paralizzato. Avete record di ascolti. Penso che il calcio dovrebbe andare in quella direzione.”
TROPPE PARTITE – “Serve che tutte le organizzazioni si riuniscano e dicano: ‘non è possibile che ci siano 80 partite in un anno’. Ci sono troppe partite e la gente non sa nemmeno cosa si gioca. E poi a livello sportivo il livello scende.”
NUOVO CALENDARIO – “Servirebbe un calendario con meno partite che però sarebbe più competitive. Invece di campionati da 20 squadre, passare a 16 o anche 14.”
Flash News
Monza-Juventus, Allegri: “Da Locatelli e l’attacco al mio futuro, vi dico tutto”

Pubblicato
2 giorni fa:
Novembre 30, 2023
LE PAROLE DI MAX ALLEGRI IN CONFERENZA ALLA VIGILIA DI MONZA-JUVENTUS – Max Allegri ha parlato in conferenza alla vigilia del match tra Monza e Juventus. In attesa dell’esito del big match di giornata di domenica sera tra Napoli e Inter, i bianconeri, vincendo a Monza, potrebbero portarsi in testa alla classifica. Un campo tosto quello dei brianzoli che nella scorsa stagione hanno fatto bottino pieno contro la Juve. La squadra allenata da Max Allegri è ancora alle prese con diversi infortuni. Il tecnico toscano si è soffermato su questo aspetto, fornendo aggiornamenti su diversi giocatori oltre che approfondire anche il discorso riguardante il proprio futuro sulla panchina del club. Di seguito, tutte le dichiarazioni di Allegri alla vigilia di Monza-Juventus:
LE PAROLE DI MAX ALLEGRI ALLA VIGILIA DI MONZA-JUVENTUS
DERBY D’ITALIA – “Cammino in discesa dopo il derby d’Italia? Sarebbe commettere un errore inspiegabile, noi sappiamo i nostri limiti. La classifica è buona, ma non si è fatto ancora nulla, appena lasci un attimo approccio e intensità rischi di perdere. Vincere partite non è facile, ne abbiamo 6 da qui al girone d’andata, di cui 4 sono trasferte. Ancora è tutto da giocare e bisogna fare un passo per volta. Il Monza fa la differenza nella fase difensiva e lo dicono i numeri: sarà una partita molto difficile”.
OBIETTIVI – “Ottimismo sullo scudetto? Io in spogliatoio non ci entro, è sacro. Il desiderio più importante deve essere la partita di domani. Non scordiamoci che rimanere fuori dalla Champions quest’anno è stato un danno tecnico ed economico. Noi abbiamo il dovere di costruire un’annata per tornare all’obiettivo minimo: giocare la Champions l’anno prossimo. Domani voglio vedere la Juve delle prime 13 giornate. Non possiamo permetterci di sottovalutare nessuno, ci vuole grande rispetto per tutti e dobbiamo giocare sempre da squadra come fatto finora. Noi guardiamo la quinta, bisogna scappare da chi c’è dietro e non guardare davanti. Resta motivo di orgoglio essere a 2 punti dall’Inter, ma bisogna guardare dietro perché nel calcio le cose cambiano in fretta. Non bisogna mantenere, ma migliorare di giorno in giorno”.
INFORTUNI – “Monza imbattuto in casa? Oltre che imbattuti, il Monza ci ha portato via 6 punti l’anno scorso e abbiamo fatto 0 gol a loro. Sarà una partita difficile e importante come quelle a seguire. È importante per dare seguito al pari con l’Inter. Danilo e Alex Sandro saranno a disposizione, seppur non al 100%. Per Locatelli valuteremo oggi, è un problema di dolore, l’altro giorno è entrato, vediamo oggi. Oggi dovrò vedere l’allenamento per capire su Manuel e su Nicolussi-Caviglia, che ha fatto una gara importante. Se no troveremo una soluzione e in qualche modo faremo”.
ATTACCO – “Monza imbattuto in casa? Oltre che imbattuti, il Monza ci ha portato via 6 punti l’anno scorso e abbiamo fatto 0 gol a loro. Sarà una partita difficile e importante come quelle a seguire. È importante per dare seguito al pari con l’Inter. Danilo e Alex Sandro saranno a disposizione, seppur non al 100%. Per Locatelli valuteremo oggi, è un problema di dolore, l’altro giorno è entrato, vediamo oggi. Oggi dovrò vedere l’allenamento per capire su Manuel e su Nicolussi-Caviglia, che ha fatto una gara importante. Se no troveremo una soluzione e in qualche modo faremo. Settimo attacco? 5 Vlahovic, 4 Chiesa, mancano quelli di Kean, Milik, Yildiz… L’importante è vincere le partite. Stiamo lavorando sui gol delle punte, cerchiamo di migliorare”.
GALLIANI – “Un amico, ci diamo del tu ormai, ci siamo dati del lei per tanti anni. È un dirigente di altissimo valore, sono fortunato ad aver lavorato con lui e ad avere ancora oggi un rapporto con lui. Siamo legati da un bel rapporto affettivo”.
PALLADINO – “Galliani come al solito non ha sbagliato allenatore. Sta facendo molto bene Palladino e sono certo che nella sua evoluzione può solo crescere, non parlo solo di campo. Potrà fare un’ottima carriera, ci son dei giovani allenatori bravi. E poi accanto ha Galliani, che è un dirigente di grande genialità”.
Champions League
Rimonta da urlo dell’Inter, il Napoli crolla nel finale: i resoconti

Pubblicato
2 giorni fa:
Novembre 29, 2023
Serata di Champions dalle mille emozioni per Inter e Napoli. Primo tempo da dimenticare per i nerazzurri, sotto 3-0 all’intervallo col Benfica grazie alla tripletta dell’ex Joao Mario. Al rientro dagli spogliatoi, grande reazione gli uomini di Inzaghi che riescono a trovare una super rimonta con il 3-3 finale. Succede di tutto anche al Bernabeu. In casa del Real Madrid, il Napoli prima la sblocca, poi la riprende con Anguissa e, alla fine perde 4-2. I resoconti dei match.
IL RESOCONTO BENFICA-INTER
Serata che parte malissimo per l’Inter. Al Da Luz sembra essere la serata dell’ex Joao Mario, capace di annichilire i nerazzurri con una tripletta nei primi 34 minuti di gioco. La serata di grazia del portoghese si apre dopo soli 5 minuti, quando è abile a raccogliere la sponda di Tengstedt e mettere il pallone all’angolino. Il raddoppio del Benfica arriva in maniera anche abbastanza fortunosa: palla persa da Asllani a centrocampo e ripartenza culminata con un rimpallo tra Bisseck e Rafa. Il pallone arriva poi tra i piedi di Joao Mario che non sbaglia. La timida risposta interista è rappresentata dall’errore di Arnautovic nell’uno contro uno con Trubin. I padroni di casa non si fermano e arriva anche il 3-0, sempre propiziato da un ispiratissimo Tengstedt. Stavolta l’attaccante danese serve un cross delizioso sempre per Joao Mario che, da due passi, mette in rete di testa.
Quella del secondo tempo è tutta un’altra Inter. Gli uomini di Inzaghi ci mettono carattere e riescono a tornare in partita con il tap in vincente di Arnautovic. Sull’onda dell’entusiasmo arriva anche il 3-2 firmato da Frattesi. Gran gol dell’ex Sassuolo che, su cross di Acerbi, trova la rete con un gran tiro al volo. Dopo aver corso un enorme rischio con il salvataggio di Bisseck su Tengstedt, arriva il clamoroso 3-3. Pestone in area di Otamendi su Thuram: dal dischetto va un glaciale Alexis Sanchez che non sbaglia e trova un insperato pareggio. Emozioni anche nel finale con il grande intervento di Audero su Di Maria e l’espulsione di Antonio Silva. Match che però si chiude con un pirotecnico 3-3.
IL RESOCONTO DI REAL MADRID-NAPOLI
Avvio pazzesco al Bernabeu dove, dopo soli 9 minuti, a passare è il Napoli. I partenopei trovano il gol grazie a una bella azione chiusa con l’appoggi di Di Lorenzo per Simeone, bravo a farsi trovare pronto e mettere in rete. Giusto il tempo di ribattere e il Real ha già pareggiato: azione solitaria di Rodrygo e gran destro all’incrocio. Spinti dal proprio pubblico i Blancos trovano anche il raddoppio con il solito Bellingham. L’inglese si inserisce alle spalle di un incerto Natan e, di testa, batte Meret sfruttando al meglio il perfetto lancio di Alaba.
Dopo l’equilibrio di fine primo tempo, al rientro dagli spogliatoi ricominciano le emozioni ancora grazie al Napoli. La squadra di Mazzarri trova il pareggio grazie ad un gran destro di Anguissa che, dopo un primo tentativo murato, trova un grande angolo da posizione defilata. Il Real Madrid riesce a ritagliarsi subito l’opportunità per il nuovo vantaggio ma Joselu, da pochi passi, non riesce a coordinarsi. Il Napoli lotta ma crolla nel finale. Il Real, grazie ad una vistosa incertezza di Meret, trova prima il 3-2 con il destro dalla distanza di Nico Paz. Poi, mette anche il punto esclamativo con il tap in di Joselu su assist di Bellingham. 4-2 il risultato finale.
COME CAMBIANO LE CLASSIFICHE DEI GIRONI
GRUPPO D
- Real Sociedad 11
- Inter 11
- Salisburgo 4
- Benfica 1
GRUPPO
- Real Madrid 15
- Napoli 7
- Braga 4
- Union Berlino 2
Calcio Internazionale
Mazzarri torna in Champions dopo undici anni: a che punto è il suo Napoli per l’esame Real Madrid?
Pubblicato
3 giorni fa:
Novembre 29, 2023
Il Napoli si prepara alla grande sfida di Champions League contro il Real Madrid al Bernabeu. Dopo la sfida di andata vinta dai Blancos per 2-3, dove il Napoli aveva dato comunque dimostrazione di potersela giocare con una delle migliori squadre d’Europa, questa volta ci sarà un’importante differenza, ovvero chi si siederà nella panchina degli attuali campioni d’Italia. Walter Mazzarri torna nel palcoscenico più importante d’Europa a distanza di 11 anni, quando con i partenopei, riuscì a far sognare i tifosi anche nella massima competizione europea.
Il magico trio Lavezzi-Cavani-Hamsik, trascinatori del primo Napoli di Mazzarri, aveva infatti riportato dopo 21 anni gli azzurri in Champions League, trovando un girone ostico con Bayern Monaco, Manchester City e Villarreal. Nonostante il grande livello, i campani riuscirono a piazzarsi in seconda posizione, trovando quindi l’accesso agli ottavi di finale per la prima volta nella storia. Con il Chelsea si sfiorò l’impresa: all’andate al San Paolo finì 3-1 con doppietta di Lavezzi e un gol di Cavani. Allo Stamford Bridge poi la disfatta, con la vittoria da parte dei futuri campioni d’Europa di Roberto Di Matteo per 4-1 ai tempi supplementari con il decisivo gol di Ivanovic.
Come si farà trovare la formazione di Mazzarri?
LA SITUAZIONE NEL GIRONE
Il girone C composta da Real Madrid, Napoli, Braga e Union Berlino vede le prime due squadre in prima e seconda posizione, rispettivamente a 12 e 7 punti. La formazione di Carlo Ancelotti è infatti a punteggio pieno fino a questo momento. Il Napoli ha portato a casa due vittorie, la sconfitta appunto con il Real Madrid e l’ultimo risultato che è il pareggio con l’Union Berlino, che aveva già fatto mettere in dubbio la definitiva posizione di Rudi Garcia, che da lì a pochi giorni verrà esonerato da Aurelio De Laurentiis. Il patron del Napoli ha quindi deciso di affidare la panchina ad un traghettatore. Un uomo di fiducia, che come raccontato in precedenza, ha già portato buoni risultati e conosce l’ambiente.
“Quando mi ha chiamato gli ho fatto capire che una squadra così importante l’avrei allenata ancora volentieri, e lui avrà pensato che ero l’allenatore giusto. Col presidente c’è stato un po’ di gelo per un paio d’anni dopo che sono andato via, ma ora è un amico, mi ha chiamato anche in occasioni diverse, magari per chiedermi consigli sui giocatori. C’è un rapporto di stima reciproca e considerazione. Domani sarebbe bellissimo se riuscissimo a fare risultato e passare il turno già domani, però se non dovesse essere così ci sarà l’ultima che sarà come una finale. Contro un’avversaria di valore, ma non come il Real Madrid”.
Walter Mazzarri, intervista a Sky Sport
Con la fiducia dell’importante esordio con vittoria di Bergamo per 2-1 contro l’Atalanta, Mazzarri dovrà affrontare qualche dubbio di formazione per affrontare una della favorite al titolo.
“Continuità dopo i segnali di Bergamo? Quello lo vedremo. Siamo coscienti di giocare contro una squadra top nel mondo contro un allenatore bravissimo che ha vinto tutto. Conosciamo le difficoltà ma questo è affascinante e bello e speriamo di fare il meglio possibile”.
LA FORMAZIONE
Mazzarri pronto a confermare il 4-3-3 che ha convinto per compattezza del gruppo contro l’Atalanta in campionato. In porta torna Meret, in difesa Di Lorenzo a destra, centrali confermati Rrahmani e Natan. Sulla sinistra visto il grave infortunio di Olivera, è pronto Juan Jesus. A centrocampo con tutta probabilità verrà riproposto la mediana con Anguissa, in ripresa vista l’ottima prestazione di Bergamo, Lobotka e Zielinski.
In attacco ecco il grande dubbio: sono confermati Politano e Kvaratskhelia confermati come due ali d’attacco, resta da capire il grande dubbio su Raspadori e Osimhen. Il nigeriano è rientrato nello scorso turno di campionato ma anche Mazzarri ha voluto chiarire la situazione:
“Osimhen partirà titolare? Gli devo parlare. Quando ci sono partite così ravvicinate bisogna parlare con i ragazzi. Anche con chi ha fatto una partita intensa a Bergamo: devo capire se stanno bene. Di sicuro Osimhen non ha i 90′ nelle gambe: se partirà dall’inizio o giocherà a partita in corso lo deciderò dopo aver parlato con lui e con lo staff medico”.
Walter Mazzarri, intervista a Sky Sport
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