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Sol Campbell allenerà: riuscirà a sfatare il "tabù"? | Numero Diez campbell

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Sol Campbell allenerà: riuscirà a sfatare il “tabù”?

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L’ex calciatore della nazionale inglese e leggenda dell’Arsenal Sol Campbell  potrebbe davvero iniziare una nuova carriera da allenatore. Sempre più insistenti sono le voci riguardanti una  trattativa tra il classe 1974 ed il Macclesfield Town, club di seconda divisione inglese, che naviga in cattive acque occupando attualmente l’ultima posizione in classifica, avendo vinto soltanto uno dei diciotto match disputati in stagione.
Pare che Campbell abbia tenuto colloqui con il presidente del Macclesfield Town Mark Blower venerdì, e sia intenzionato a diventarne il nuovo manager del club. Sarebbe la prima esperienza in assoluto per l’ex difensore, che ha recentemente aiutato a guidare gli Under 21 dell’Inghilterra ma, all’età di 44 anni pare sia definitivamente pronto ad intraprendere la nuova avventura da primo allenatore e al momento il posto al Macclesfield sembra essere perfetto per lui.

 

DIFENSORI ALLENATORI, DIFFICILE PER LORO EMERGERE…

Eppure, i migliori allenatori in circolazione attualmente non appartenevano durante gli anni di attività al reparto difensivo: la maggior parte giocavano in mezzo al campo. Agendo nella fascia tra difesa ed attacco, infatti, proprio come oggi, c’erano giocatori più propensi al filtro difensivo, con qualità nella fase d’interdizione, mentre ad altri era richiesto che la costruzione del gioco passasse proprio dai loro piedi. Probabilmente si tratta del ruolo più complesso, data la vastità dell’area di gioco che si può occupare. Nel calcio moderno questo ruolo ha assunto un’importanza sempre maggiore: dirigere in campo il gioco di una squadra apre la mente al calciatore, dovendo prendersi già in campo responsabilità di portare avanti i suoi compagni tramite le sue idee ed essere il collante tra più reparti di gioco; una sorta di assaggio del mestiere dell’allenatore.

Si può notare che gli allenatori che siedono sulle panchine dei club più importanti d’Europa, sono ex centrocampisti. Si pensi all’attuale tecnico del Real Madrid Santiago Solari, a Nino Kovac del Bayern,  Diego Simeone dell’Atletico Madrid, o anche Massimiliano Allegri della Juventus.

I migliori difensori del passato che hanno deciso di intraprendere la carriera da mister hanno sempre avuto maggiori difficoltà rispetto a ex mediani ed attaccanti: Alessandro Nesta, uno dei migliori al mondo e considerato da molti il migliore difensore centrale italiano di sempre ha cominciato ad allenare in Italia quest’anno, dopo aver presentato circa un anno fa le dimissioni al Miami F.C.. Allena da maggio il Perugia, e l’anno scorso non è riuscito a superare il turno preliminare dei playoff, perdendo addirittura 3-0 col Venezia (allora allenato dall’altro grande ex azzurro Pippo Inzaghi). La società umbra gli ha voluto dare fiducia, confermandolo come allenatore anche per questa stagione, ma i perugini attualmente si trovano in decima posizione, a -1 dalla zona playoff alla quale erano abituati a navigare le scorse stagioni. Le prestazioni dei ragazzi dell’ex Milan sono spesso discontinue e non è detto che la panchina dell’allenatore romano non possa saltare entro Natale.

Un altro esempio di un ex difensore attualmente allenatore è Massimo Oddo: dopo aver portato in Serie A la squadra della sua città, il Pescara, viene esonerato la stagione successiva per mancanza di vittorie. Torna in panchina a Udine nel novembre 2017 ed accade più o meno la stessa cosa: un’ottima partenza (da segnalare le 5 vittorie consecutive del mese di dicembre) ma poi arriva a perderne ben 11 di fila (stabilendo un record negativo per la società friuliana), venendo esonerato a soltanto quattro giornate dalla fine del campionato, poiché la permanenza dell’Udinese nella massima serie era a forte rischio. Da un mese esatto allena il Crotone in Serie B, dove ha debuttato con un pareggio casalingo contro un modestissimo Carpi, per poi perdere a Perugia ed il derby casalingo contro il Cosenza, disputatosi lunedì.

Il bilancio parla chiaro: gli ex difensori hanno molte più difficoltà nel diventare allenatori vincenti, nonostante abbiano vissuto sin da giovani nel mondo del calcio e conoscendo bene l’ambiente che si respira negli spogliatoi. A quanto pare non basta, serve anche l’enorme bagaglio di conoscenze ed intelligenza tattica di cui sono maggiormente dotati centrocampisti ed attaccanti; ad un difensore spesso è richiesto unicamente di difendere, difficilmente in passato si trovavano difensori play maker alla Bonucci. Un altro dato può essere quello relativo alla maggior competizione per club: negli ultimi dieci anni, in Champions League, nessun allenatore che abbia vinto la coppa ha mai giocato come difensore.

Il neo tecnico del Macclesfield Town Campbell dovrà cercare di sfatare questo tabù, perché lui fa parte di quel gruppo di difensori definibili leggenda dai tifosi e dai club nei quali hanno militato, ed allora in bocca al lupo, Sol!

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Jovic torna al gol dopo 189 giorni: è il primo marcatore serbo della storia del Milan

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Pagelle Milan-Frosinone

Il gol che apre le marcature nella sfida tra Milan Frosinone è stato messo a segno da Luka Jovic al 43′.

Il centravanti rossonero è tornato a gonfiare la rete dopo 189 giorni da quello messo a segno in Fiorentina-Roma 2-1, del 27 maggio.

Come riportato su X da Giuseppe Pastore, inoltre, la rete di Jovic è un momento storico per il Milan, che mette a referto il primo marcatore serbo della sua storia.

 

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Gundogan: “Le mie parole dopo El Clasico? Critico anche me stesso”

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Il Barcellona continua la propria rincorsa alla volta del primo posto della classifica della Liga. I catalanti si trovano al momento al terzo posto in classifica, condiviso con l’Atletico Madrid che però ha una gara in meno. Domani sera in programma proprio la sfida rovente tra le due compagini, per decretare chi sarà, almeno per il momento, la principale forza inseguitrice alle spalle di Real Madrid e Girona, in tandem al primo posto e con un margine di vantaggio di 4 punti.

Si attende dunque la gara tra Atletico Madrid e Barcellona, quella che per alcuni sarà una sfida nella sfida (in primis per Joao Felix) e che per entrambi i gruppi squadra sarà l’occasione per mettere alla prova se stessi e le proprie ambizioni.

A proposito di ambizioni, è tornato a parlare Ilkay Gundogan. Il centrocampista, dopo aver lasciato il Manchester City da protagonista nelle vittorie dei tantissimi trofei degli ultimi anni e soprattutto della Champions League 2022/23, si è accasato in Catalogna. La scelta di approdare al Barcellona è dipesa dalla volontà di trovare nuovi stimoli, nuova voglia, una sfida ambiziosa e proiettata verso l’alto. La sua voce all’interno dello spogliatoio conta già molto, con i giovani che possono soltanto imparare dai gesti e dalle parole di un campione assoluto come Gundogan.

In particolare, le parole pronunciate dal centrocampista dopo la sconfitta con il Real Madrid sono diventate argomento di discussione pubblica. Nel corso di un’intervista ai microfoni di BeIN Sports, Gundogan è tornato sulla vicenda. Di seguito le sue dichiarazioni.

OPINIONE GUNDOGAN – “Non posso mettermi nei panni degli altri per sapere come l’hanno recepita, ma ho semplicemente detto onestamente la mia opinione e la mia intenzione non era quella di attaccare niente e nessuno. Voglio dire, ogni volta che critico la mia squadra, per qualunque cosa, includo me stesso. Comincio sempre da me stesso. Penso di avere abbastanza esperienza per sapere come funziona questo gioco, ma prima mi guardo sempre allo specchio e giudico prima me stesso e non gli altri. Voglio che facciamo il meglio che possiamo perché vedo in questo squadra con molto potenziale e molta qualità“.

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Piquè favorevole alla riduzione di squadre in Liga: “Meno partite e più competitive”

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L’ex difensore e capitano del Barcellona, Gerard Piquèè stato intervistato al Marca business sport Forum. L’argomento principale sicuramente quello riguardo la possibile riduzione delle squadre in Liga. Lo spagnolo è favorevole a questa iniziativa, prendendo come esempio i format usati in America, in particolare con la NFL.

LE DICHIARAZIONI

NUOVO FORMAT “Alla fine, lo sport sta andando verso competizioni più brevi e uniche. L’esempio chiaro è la NLF, ci sono quattro mesi di competizione e il Paese è paralizzato. Avete record di ascolti. Penso che il calcio dovrebbe andare in quella direzione.”

TROPPE PARTITE“Serve che tutte le organizzazioni si riuniscano e dicano: ‘non è possibile che ci siano 80 partite in un anno’. Ci sono troppe partite e la gente non sa nemmeno cosa si gioca. E poi a livello sportivo il livello scende.”

NUOVO CALENDARIO“Servirebbe un calendario con meno partite che però sarebbe più competitive. Invece di campionati da 20 squadre, passare a 16 o anche 14.”

 

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Monza-Juventus, Allegri: “Da Locatelli e l’attacco al mio futuro, vi dico tutto”

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LE PAROLE DI MAX ALLEGRI IN CONFERENZA ALLA VIGILIA DI MONZA-JUVENTUS – Max Allegri ha parlato in conferenza alla vigilia del match tra Monza e Juventus. In attesa dell’esito del big match di giornata di domenica sera tra Napoli e Inter, i bianconeri, vincendo a Monza, potrebbero portarsi in testa alla classifica. Un campo tosto quello dei brianzoli che nella scorsa stagione hanno fatto bottino pieno contro la Juve. La squadra allenata da Max Allegri è ancora alle prese con diversi infortuni. Il tecnico toscano si è soffermato su questo aspetto, fornendo aggiornamenti su diversi giocatori oltre che approfondire anche il discorso riguardante il proprio futuro sulla panchina del club. Di seguito, tutte le dichiarazioni di Allegri alla vigilia di Monza-Juventus: 

LE PAROLE DI MAX ALLEGRI ALLA VIGILIA DI MONZA-JUVENTUS

DERBY D’ITALIA – “Cammino in discesa dopo il derby d’Italia? Sarebbe commettere un errore inspiegabile, noi sappiamo i nostri limiti. La classifica è buona, ma non si è fatto ancora nulla, appena lasci un attimo approccio e intensità rischi di perdere. Vincere partite non è facile, ne abbiamo 6 da qui al girone d’andata, di cui 4 sono trasferte. Ancora è tutto da giocare e bisogna fare un passo per volta. Il Monza fa la differenza nella fase difensiva e lo dicono i numeri: sarà una partita molto difficile”.

OBIETTIVI – “Ottimismo sullo scudetto? Io in spogliatoio non ci entro, è sacro. Il desiderio più importante deve essere la partita di domani. Non scordiamoci che rimanere fuori dalla Champions quest’anno è stato un danno tecnico ed economico. Noi abbiamo il dovere di costruire un’annata per tornare all’obiettivo minimo: giocare la Champions l’anno prossimo. Domani voglio vedere la Juve delle prime 13 giornate. Non possiamo permetterci di sottovalutare nessuno, ci vuole grande rispetto per tutti e dobbiamo giocare sempre da squadra come fatto finora. Noi guardiamo la quinta, bisogna scappare da chi c’è dietro e non guardare davanti. Resta motivo di orgoglio essere a 2 punti dall’Inter, ma bisogna guardare dietro perché nel calcio le cose cambiano in fretta. Non bisogna mantenere, ma migliorare di giorno in giorno”.

INFORTUNI – “Monza imbattuto in casa? Oltre che imbattuti, il Monza ci ha portato via 6 punti l’anno scorso e abbiamo fatto 0 gol a loro. Sarà una partita difficile e importante come quelle a seguire. È importante per dare seguito al pari con l’Inter. Danilo e Alex Sandro saranno a disposizione, seppur non al 100%. Per Locatelli valuteremo oggi, è un problema di dolore, l’altro giorno è entrato, vediamo oggi. Oggi dovrò vedere l’allenamento per capire su Manuel e su Nicolussi-Caviglia, che ha fatto una gara importante. Se no troveremo una soluzione e in qualche modo faremo”.

ATTACCO – “Monza imbattuto in casa? Oltre che imbattuti, il Monza ci ha portato via 6 punti l’anno scorso e abbiamo fatto 0 gol a loro. Sarà una partita difficile e importante come quelle a seguire. È importante per dare seguito al pari con l’Inter. Danilo e Alex Sandro saranno a disposizione, seppur non al 100%. Per Locatelli valuteremo oggi, è un problema di dolore, l’altro giorno è entrato, vediamo oggi. Oggi dovrò vedere l’allenamento per capire su Manuel e su Nicolussi-Caviglia, che ha fatto una gara importante. Se no troveremo una soluzione e in qualche modo faremo. Settimo attacco? 5 Vlahovic, 4 Chiesa, mancano quelli di Kean, Milik, Yildiz… L’importante è vincere le partite. Stiamo lavorando sui gol delle punte, cerchiamo di migliorare”.

GALLIANI – “Un amico, ci diamo del tu ormai, ci siamo dati del lei per tanti anni. È un dirigente di altissimo valore, sono fortunato ad aver lavorato con lui e ad avere ancora oggi un rapporto con lui. Siamo legati da un bel rapporto affettivo”.

PALLADINO – “Galliani come al solito non ha sbagliato allenatore. Sta facendo molto bene Palladino e sono certo che nella sua evoluzione può solo crescere, non parlo solo di campo. Potrà fare un’ottima carriera, ci son dei giovani allenatori bravi. E poi accanto ha Galliani, che è un dirigente di grande genialità”.

 

 

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