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Sorpresa Siviglia

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Sorpresa Siviglia

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Quando siamo quasi giunti al giro di boa della Liga Spagnola, tra un Real Madrid che anche con Solari non convince, un Atletico affetto da pareggite (7 in 16 partite) e un Barcellona incline a qualche mezzo passo falso, a soli 3 punti dagli stessi blaugrana troviamo il Siviglia di Pablo Machín. Dopo un avvio incerto, la squadra dell’ex tecnico del Girona ha conquistato 27 punti nelle ultime 12 partite, mietendo vittime illustri come il Real Madrid, sconfitto per 3 a 0 al Sánchez-Pizjuán, e uscendo con 0 punti solo dal Camp Nou.

Al centro di questa sorprendente prima metà di stagione de Los Nervionenses c’è un’inversione di rotta avvenuta dopo le prime 4 giornate di campionato che ha portato Machín a disporre la sua squadra secondo un 3-5-2 compatto ma atipico negli interpreti.

SARABIA-BANEGA-VAZQUEZ

Dopo un avvio di stagione incerto in cui il mantra impostato seguiva il canonico 3-4-2-1, la scarsa fluidità offensiva ha spinto l’allenatore spagnolo ad apportare piccoli accorgimenti che hanno ridisegnato lo schieramento iniziale.

Dall’undici titolare è uscito Roque Mesa, mentre i due trequartisti alle spalle di Andrè Silva – Vazquez e Sarabia – sono stati reinventati nel ruolo di mezzeali, ai fianchi del metronomo della squadra: Ever Banega. Nonostante una carriera passata in ruoli a ridosso dell’area di rigore avversaria, l’ex, tra le tante, dell’Inter, assieme ai 3 difensori si assume costantemente la responsabilità di cominciare l’azione e dettare i ritmi alla squadra. La lontananza dall’area di rigore non sta inficiando neanche sul suo apporto in fase offensiva, infatti, con 2 passaggi chiave a partita, è secondo solo a Sarabia in questo fondamentale. Oltre alle doti associative da sempre facenti parte del suo bagaglio tecnico, El Tanguito si sta dimostrando implacabile dal dischetto (6/6) e discretamente efficace sui calci piazzati.

https://gph.is/2BAu3r3

Come detto, ai fianchi di Banega agiscono Vazquez e Sarabia: il primo è il prototipo dell’enganche argentino che trova in un contesto con ritmi non esasperati il suo habitat naturale; il secondo, al contrario, fa dell’iperverticalità e delle doti in incursione la sua cifra stilistica. A questa strana coppia in fase di rifinitura viene richiesto unicamente di assecondare il proprio istinto da ex trequartisti (con Banega 11 assist in 3), mentre in fase difensiva i compiti sono molteplici e non perfettamente aderenti alla natura dei due giocatori. Il loro principale obbiettivo deve essere quello di creare densità davanti alla linea dei difensori, per favorire il recupero del pallone e dare il via a transizioni veloci grazie ai due esterni a tutta fascia e alle due punte. In questo Vazquez, come detto meno verticale del suo compagno di reparto, sta facendo la differenza con statistiche da puro interdittore: 2 contrasti e 1.1 intercetti riusciti a partita.

Il baricentro solitamente basso del Siviglia di Machin maschera le difficoltà nel coprire lo spazio alle loro spalle dei due ex trequartisti, mentre anche recuperando il pallone al limite della propria area le loro innate capacità di palleggio permettono alla risalita del pallone di essere rapida e sicura.

COMPLEMENTARIETÀ

Se il centrocampo, almeno sulla carta, non presenta un ottimo assortimento tra i suoi interpreti, difesa e attacco sono retti proprio da questo principio. I 3 difensori, rimasti al loro posto anche dopo la rivoluzione messa in atto da Machin, sono Simon Kjaer nel ruolo di centrale e Sergi Gomez e Carriço (o Mercado) rispettivamente a sinistra e a destra. Il danese fa valere le sue doti da marcatore vecchio stile: 6 spazzate e 1.5 tiri respinti a partita.

https://youtu.be/xwdMc5r_oRw

I due laterali, Sergi Gomez in primis, sono maggiormente sollecitati in fase di costruzione. Lo spagnolo è secondo solo a Banega e Jesus Navas per passaggi riusciti a partita (42) ed assieme al suo compagno di reparto accellera la costruzione del gioco con una delle richieste più frequenti di Machin ai suoi ragazzi: i cambi di gioco.

La ricerca dell’ampiezza, assieme alla verticalità, sono i due principi su cui si poggiano il 90% delle azioni offensive del Siviglia, azioni che hanno come finalità quella di imbeccare i due riferimenti offensivi.

Andrè Silva sta ritrovando quella verve realizzativa che ne ha contraddistinto le stagioni in Portogallo, mentre Ben Yedder pare abbia trovato in Andalusia il suo contesto ideale. Il primo agisce da boa e prima bocca di fuoco e le statistiche, 8 gol e 3 tiri a partita, non fanno che confermare questo dato; il secondo fa della mobilità la sua arma letale e la capacità di districarsi bene nello stretto, ereditata da un passato glorioso nel futsal, lo rendono il partner ideale per il portoghese.

 

 

Diez allo stadio

Ascoli-Spezia 1-2, le pagelle: Bellusci risponde al rigore di Verde, ma nel finale Hristov regala la vittoria allo Spezia

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Esposito

Al Del Duca lo Spezia batte l’Ascoli 2-1. Nella ripresa Giuseppe Bellusci risponde al rigore di Daniele Verde, ma nel finale arriva l’incornata di Hristov a decidere il match.

Il primo squillo del match arriva all’ottavo minuto quando Verde illumina per Kouda, ma trova la respinta attenta di Viviano. L’Ascoli reagisce e, dopo un rischio autorete di Muhl, Botteghin ha l’occasione da due passi, ma spreca. L’episodio chiave arriva al 20′ quando il direttore di gara Marchetti viene richiamato alla review per un tocco di mano di Di Tacchio all’interno dell’area e concede il rigore. Dal dischetto Verde spiazza Viviano. I marchigiani non si perdono d’animo, Mendes ci prova con un diagonale impreciso. Al 38′ si vede Kouda con un colpo di testa che Viviano respinge in angolo. Nel finale di primo tempo, sugli sviluppi un calcio di punizione, la spizzata di Botteghin favorisce Rodriguez che non angola a sufficienza. Prima dell’intervallo Kouda costringe Viviano al miracolo.

Nella ripresa l’Ascoli è più cattivo e trova il pareggio con Bellusci. I marchigiani inizialmente continuano a spingere ma è Kouda a spaventare Viviano che blocca senza problemi. Da lì lo Spezia prende coraggio e si espone alle ripartenze fulminee dell’Ascoli. Nel finale l’incornata di Hristov da calcio di punizione fissa il punteggio sul 2-1. Dopo un tentativo di Di Tacchio, termina così, lo Spezia batte l’Ascoli e ottiene tre punti pesantissimi.

Ecco le pagelle della gara, direttamente dalla tribuna stampa dello Stadio Del Duca.

LE PAGELLE DELL’ASCOLI

Viviano 6,5: una sua respinta sulla conclusione di Kouda prima dell’intervallo, mantiene in gara l’Ascoli.

Bellusci 7: regala il momentaneo pareggio all’Ascoli con una conclusione dal limite. Per il resto, tutto il reparto difensivo mostra una buona coesione. Riceve un’ammonizione per una sbracciata nel primo tempo. (dal 82′ Haveri s.v.)

Botteghin 6: si divora la rete del vantaggio dopo pochi minuti, ma in fase difensiva non sbaglia nulla.

Quaranta 6: anche per lui vale il discorso fatto per i compagni di reparto. Difende bene sugli attaccanti liguri.

Adjapong 6: lotta e spinge sulla destra, inizialmente crea qualche pericolo, ma viene raddoppiato per tutto il resto della gara. (dal 64′ Bayeye: Dà freschezza alla fascia destra. Apporto sufficiente).

Milanese 6: gioca solo il primo tempo, convince solo a tratti per qualità e per carattere. Giocando con continuità potrebbe diventare una buona arma per Castori, che però lo sostituisce nell’intervallo. (dal 46′ D’Uffizi 6,5: entra con coraggio e voglia di dimostrare, anche se mostra nervosismo in qualche circostanza. Approccio positivo).

Di Tacchio 5: commette ingenuamente, ma anche sfortunatamente, il fallo da rigore.

Falasco 6: insidioso palla al piede soprattutto con le traiettorie velenose da calcio piazzato.

Masini 6: il solito Masini che agisce a sostegno delle due punte, si fa vedere tra le linee, ma oggi non incide. (dal 86′ Giovane s.v.)

Mendes 6: a lui è affidata la reazione marchigiana, ma viene contenuto dai difensori avversari. Nella ripresa si trasforma in assist-man per Bellusci.

Rodriguez 6: la sua velocità mette in difficoltà i marcatori spezzini, ma manca di concretezza nella finalizzazione. (dal 82′ Millico s.v.)

All. Castori 5,5: la squadra è viva e resta in partita nonostante un avvio complicato, ma nel finale la squadra è ingenua. A gennaio urgono rinforzi.

LE PAGELLE DELLO SPEZIA

Zoet 6: trasmette sicurezza al reparto difensivo pur senza dover compiere miracoli.

Amian 6: da quella parte Milanese e Falasco spingono molto, ma lui si disimpegna senza troppi problemi.

Muhl 6: rischia un autogol nel primo tempo, ma per il resto è impeccabile. (dal 63′ Hristov 7: entra per dare freschezza al reparto e decide la sfida).

Nikolaou 6,5: sforna una prestazione perfetta nel limitare Mendes.

Elia 6,5: spinge molto sulla sinistra. Nei primi minuti fatica a mantenere le misure su Adjapong, ma viene aiutato dai ripiegamenti di Kouda.

Cassata 6: riceve un’ammonizione ingenua nel primo tempo che potrebbe condizionargli la gara, ma dà tanto al centrocampo di D’Angelo. (dal 63′ Zurkowski 6: entra per incidere nel reparto offensivo con qualche inserimento, ma nulla  di particolare da segnalare)

Salvatore Esposito 5,5: deve fare gioco, ma è impreciso nel gestire un paio di ripartenze.

Bandinelli 6: anche per lui vale la pagella di Cassata, ma senza l’ammonizione. Il contributo dell’ex Empoli è fondamentale per l’equilibrio del reparto.

Verde 7: è freddo dal dischetto portando in vantaggio i suoi. Quando si illumina crea qualche problema alla difesa marchigiana. (dal 70′ Antonucci 6: entra con tanta voglia di fare, ma il finale non gli permette di colpire.

Kouda 6,5: spazia molto su tutto il fronte offensivo arrivando più volte alla conclusione.. Importantissimo è il suo contributo in fase difensiva in aiuto ad Elia.

Pio Esposito 6: gara di sofferenza perchè viene risucchiato dal trio difensivo marchigiano, ma ha il merito di guadagnarsi il rigore del vantaggio.

All: D’Angelo 6,5: vittoria doveva essere e vittoria è stata, ma poteva gestire meglio il vantaggio. Dopo un buon primo tempo, la squadra pensa ad un secondo tempo di puro contenimento e paga. Dopo il gol del pareggio cerca e trova il gol vittoria.

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Carlos Augusto: “Sono stato sempre umile, non ho mai mollato. E sull’Inter…”

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Carlos Augusto
L’Inter si prepara alla sfida di questa sera contro l’Udinese. L’obiettivo principale dei nerazzurri rimane quello di rispondere presente alla vittoria di ieri sera della Juventus, che avendo la meglio sul Napoli è balzata momentaneamente in cima alla classifica.

Alcuni dubbi di formazione per mister Simone Inzaghi, alle prese con alcune assenze pesanti soprattutto nelle retrovie. In dubbio la presenza di Alessandro Bastoni, che ha saltato la trasferta di Napoli dell’ultimo turno in via precauzionale e dovrebbe essere arruolabile per il match odierno. In caso di fortfait, spazio a Carlos Augusto.

Proprio il brasiliano è intervenuto al Match-day Programme ufficiale dell’Inter parlando della sua carriera: dai primi passi mossi in patri fino all’arrivo in Italia, l’esperienza formativa a Monza e infine il salto di qualità compiuto nell’ultima sessione di calciomercato. Di seguito le parole di Carlos Augusto.

ORIGINI – “Appena ho iniziato a giocare ho chiesto a mio papà di iscrivermi in una scuola calcio, poi a 15 anni ho capito che sarei potuto diventare un calciatore professionista. Sono stato umile, ho sempre lavorato tanto e non ho mai mollato e questo mi ha portato fino a qui. Per me l’amore per il calcio è la cosa più importante, mi piace giocare, allenarmi, poi quando si arriva allo stadio e si vedono tutti i tifosi che incitano la squadra, solo questo ti dà una carica incredibile”.

INIZI IN BRASILE – “Sono diversi i momenti che hanno segnato il mio percorso, la consapevolezza acquisita a 15 anni, poi la finale vinta con la Primavera in Brasile, ricordo che c’erano 45.000 tifosi, abbiamo vinto ed è stato importante. Il primo gol con la Prima Squadra è un altro momento che non dimenticherò, è stato nel match contro la Chapecoense, ricordo che non riuscivo neanche a parlare dopo perché ero troppo felice e sono andato a festeggiare con la mia famiglia”.

APPRODO ALL’INTER – “L’Inter è una squadra importantissima, è un onore indossare questa maglia. Da qui sono passati grandi campioni, Ronaldo è stato devastante, è quello che mi ha ispirato e poi c’è stato Roberto Carlos che nel mio ruolo è stato incredibile. Fuori dal calcio Michael Jordan è un punto di riferimento, è stato impressionante come professionista e come persona, ho letto molto su di lui. Non si è mai arreso e anche quando era il migliore del mondo ha sempre voluto migliorarsi. Cos’è importante per me? La famiglia e la squadra che sono concetti molto simili, conta essere uniti e aiutarsi, soprattutto nei momenti difficili”.

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Big della Premier pronte all’assalto per Calhanoglu: la posizione dell’Inter

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Calhanoglu

Uno degli uomini copertina dello scoppiettante inizio di stagione dell’Inter è Hakan Calhanoglu. Da quando Inzaghi lo ha reinventato regista, il turco è diventato perno inamovibile della mediana nerazzurra. Centrocampista tuttofare, infallibile dal dischetto, Calhanoglu conta già 6 gol in questo primo scorcio di campionato, di cui l’ultimo ha spalancato la strada verso la vittoria contro il Napoli. Il rendimento del giocatore ex Milan non è passato inosservato all’estero, dove non mancano le lusinghe per il turco, soprattutto dalla Premier League. Infatti, secondo quanto riferisce l’edizione odierna di Tuttosport, due big del massimo campionato inglese sarebbero pronte a farsi avanti in estate per Calhanoglu. Trattasi nel dettaglio di Chelsea e Liverpool.

La posizione dell‘Inter è però piuttosto netta: Calhanoglu non si tocca, a meno di offerte da capogiro. I nerazzurri sono tutelati da un contratto, recentemente firmato, che lega l’ex rossonero all’Inter fino al 2027. D’altra parte, il turco si è calato alla perfezione nella realtà nerazzurra e il rapporto con compagni e allenatore è ottimo. Cambiare aria significherebbe un azzardo anche per lo stesso giocatore che dell‘Inter è ormai uno dei leader tecnici. Già la scorsa estate, gli interessamenti dall’Arabia non fecero breccia nella testa di Calhanoglu che in questo momento è pienamente focalizzato sulla conquista delle suo primo scudetto.

Le intenzioni delle parti sembrano quindi ben chiare e nonostante l’Inter, per esigenze di bilancio, possa privarsi di un big quest’estate, Calhanoglu non è affatto in discussione. Il sodalizio tra il turco e l’Inter sembra destinato ad andare avanti.

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Si ferma Vlahovic: costretto al cambio in Juventus-Napoli

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La Juve si allena davanti ai tifosi

Problemi per Dusan Vlahovic durante Juventus-Napoli, il serbo è stato sostituito al 70° minuto al suo posto Milik. Secondo quanto riportato da DAZN, potrebbe essere un falso allarme e solamente questione di crampi o indurimento del muscolo.

La Juventus è in vantaggio 1-0 grazie al gol di testa di Gatti, il terzo in stagione.

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