L’urna ha dato il suo verdetto: la cattiva, dura e caparbia Roma di Mourinho se la vedrà contro i terribili ragazzini del Salisburgo. Ma è un bene o un male? Perché effettivamente questo è ciò che tutti si chiedono dal momento esatto in cui l’addetto al pescaggio ha decretato l’accoppiamento. Perché ai capitolini poteva andare sicuramente peggio, con la fortuna di aver evitato il fortissimo Barcellona e il Siviglia, super avvezzo alla competizione, ma guai a sottovalutare gli austriaci e il percorso di crescita che stanno mettendo in piedi.
Partiamo dalla fine: 4-3-3 è il sistema di gioco con il quale scenderanno in campo i ragazzi di Jaissle, con davanti un trio di futuri fenomeni, come Kjaergaard, Okafor e Sesko. La cosa che accomuna tutti e tre è la bassissima età, perché la società austriaca, serio progetto Redbull, dal momento in cui il colosso energetico ha scelto di investire in società, ha preso la strada della crescita graduale grazie al contributo di giovani. Arrivano ragazzini, che esploderanno in maglia bianca. Vengono venduti per tanti soldi affinché si possa fare una plusvalenza, per sostituirli poi con altri ragazzini. Basti pensare che di tutte e trentadue le compagini che hanno preso parte ai gironi di Uefa Champions League, loro erano quelli con l’età media più bassa. Quasi come se fossero una cantera che gioca fra i grandi, hanno velocità e voglia di spaccare tutto, ma questo è allo stesso tempo il loro miglior progetto e il difetto più evidente. Perché alla lunga, soprattutto in determinate situazioni di gara, la mancanza di un passato ad alto livello da parte di tutto l’undici titolare potrebbe farsi sentire.
La stella della squadra è senza dubbio Okafor, che da diverso tempo ormai è sulla bocca di tutti e da qualche anno stupisce l’Europa, ma che ha comunque ancora ventidue anni. Nasce ala ma in Austria è stato capace di trasformarsi in un calciatore capace di impegnare qualunque ruolo dell’attacco. Grazie alla sua fisicità, pari a 185 cm per 90 kg, si trova a suo agio anche nello sfruttare il fisico. È un attaccante tecnico, ma è soprattutto molto veloce. Se la difesa giallorossa, spesso in difficoltà contro questo tipo di giocatori, gli lascerà campo, potrebbe diventare devastante.
Vicino a lui, Sesko, ala offensiva in rampa di lancio, a cui anche il Milan pare essersi interessato e che ha scritto “2003” sulla carta d’identità. O ancora Sucic, finora mai citato. Trequartista di immensa qualità, che ha festeggiato la maggiore età da nemmeno un biennio.
Il mister, Jaissle, è famoso per il suo gioco dedito mai a guardare indietro: con lui il Salisburgo gioca in verticale, con pochissimi palloni giocati, ma tanta rapidità d’esecuzione. L’obiettivo è quello di arrivare in porta nel minor tempo possibile, cosa che ha portato alla loro maturazione.
Per la Roma dello Special One non sarà certamente una passeggiata di salute, ma seguendo la strada tracciata dal Milan, che dopo aver pareggiato li, ha stravinto in casa 4-0, il passaggio del turno è assolutamente fattibile.