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Rompere gli schemi

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Rompere gli schemi

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Team Numero Diez

Al Santiago Bernabéu di Madrid, ore 20.45, l’Italia si giocherà una fetta di Mondiale. Contro la Spagna di Lopetegui vincere è quasi un imperativo, per evitare calcoli sulla differenza reti o speranze irrealizzabili su un passo falso delle Furie Rosse in una delle restanti gare. Giampiero Ventura questo lo sa bene e, ed è pronto a giocarsi il tutto per tutto ribaltando ogni aspettativa.

ALL-IN

Dall’estero saremo sempre visti come il Paese del “catenaccio” e delle partite con dieci uomini in difesa, del calcio fisico e di garra più che di qualità e gioco. Stasera, a prescindere dall’esito, si vedrà un’Italia ben diversa.

A dire la verità, fino a pochi giorni fa, la probabile formazione degli azzurri remava in direzione opposta. Ventura, secondo le previsioni, avrebbe dovuto optare per un 3-4-2-1 tutt’altro che portato all’attacco, con Darmian e Conti sulle corsie, centrocampo manovriero con De Rossi, Verratti e Montolivo (di fatto, nessun incursore) e in attacco la premiata ditta Immobile-Belotti. Formazione conservativa, fin troppo. Di quelle “l’importante è non perdere”. Vuoi un improvviso cambio di programma, vuoi l’infortunio di Chiellini di ieri mattina, che potrebbe aver in parte scombinato i pian del ct, l’Italia stasera si presenterà in tutt’altra veste.

Abbandonata forse in maniera definitiva la difesa a tre tutta bianconera, Ventura verterà sul 4-2-4. Senza Chiellini, la coppia centrale sarà formata da Bonucci e BarzagliDarmian sulla corsia di sinistra, mentre a destra ballottaggio Conti/Spinazzola (l’atalantino potrebbe anche posizionarsi a sinistra e lasciare all’ex Toro la fascia opposta). Cerniera formata da Verratti e De Rossi, e là davanti all-in offensivo con Insigne e Candreva ai lati di Immobile e Belotti.

MUSICA, MAESTRO

Occhi puntati in particolare su Lorenzo Insigne. Talento che in azzurro è stato lasciato in naftalina per diversi anni, per scelte tecniche, perché non pronto e non sempre convincente, ora il fantasista di Frattamaggiore è cambiato. Con Sarri, ha compiuto la maturazione tecnica e carismatica tanto attesa. 12 gol e 10 assist nel primo anno di gestione del tecnico napoletano, 18 gol e 9 assist lo scorso anno. Insigne non è più il giocatore che concedeva qualche lampo per poi eclissarsi. Ora segna e ispira con regolarità, e non fa mancare il suo contributo in difesa. Un punto di riferimento, un giocatore totale.

E progressivamente, ha conquistato anche il suo posto in nazionale con Ventura. Dopo tre mancate convocazioni per le prime tre gare del girone di qualificazione con Israele, Spagna e Macedonia, Insigne si è guadagnato la chiamata a suon di grandi prestazioni con il Napoli. Nelle ultime sei uscite, è entrato in campo 4 volte. Contro il Lichtestein un gol e un assist, con tanto di numero 10.

Un numero 10 “vero”, per doti tecniche e interpretazione del ruolo, che all’Italia mancava da tanto tempo. Oggi, più di ogni altra volta, deve essere la serata di Lorenzo Insigne.

NUOVA, VECCHIA SPAGNA

Dall’altra parte c’è una nazionale che si sta avviando verso il ricambio generazionale. A maggior ragione dopo quanto fatto di buono dalla selezione Under 21 all’ultimo Europeo (perso in finale contro la Germania). Chiamato dunque Asensio, protagonista di uno strabiliante avvio di stagione con il Real (4 gol in 5 partite), Saùl, carnefice dei nostri azzurrini, Suso, consacratosi sempre più leader tecnico del nuovo Milan, e Morata che, unico vero puntero della Roja vista anche l’esclusione di Diego Costa, si configura sempre più come nuovo riferimento della nazionale. In una Spagna che si sta rinnovando trova spazio però una vecchia gloria come David Villa, che oltreoceano con il New York City regala ancora sprazzi di grande calcio e gol a profusione.

Ad ogni modo l’11 titolare di Lopetegui sarà ancora quello che, ormai, conosciamo quasi a memoria. Metà difesa del Real (Ramos e Carvajal) e metà del Barça (Piqué e Jordi Alba) a protezione di De Gea, centrocampo con Busquets da metronomo e poi Isco, Iniesta, Koke e Silva a supporto di Morata. Per 9/11 (al posto di Vitolo c’è Isco e al posto di Diego Costa c’è Morata) sarà la stessa formazione contro cui, allo Juventus Stadium, riuscimmo ad ottenere un 1-1 a pochi minuti dalla fine con un rigore trasformato da De Rossi.

OCCHIO A…

In una squadra così farcita di grandi nomi è difficile dare più risalto a un singolo rispetto ad un altro. Ad ogni modo, un occhio di riguardo potrebbe andare ai due elementi di novità (rispetto all’ultima volta) della Spagna di stasera, ovvero Isco e Morata.

Il trequartista ex Malaga nell’ultima stagione ha subito una notevole evoluzione. Impiegato in maniera discontinua dai suoi predecessori, Zidane ha deciso di porre Isco al centro del suo Real Madrid (soprattutto al momento del passaggio dal 4-3-3 al 4-3-1-2), inserendolo stabilmente a supporto di Benzema e Cristiano Ronaldo. I risultati non sono tardati ad arrivare: con 10 gol e 9 assist, la scorsa stagione è stata la più prolifica della sua carriera. Questa prestazione contro lo Sporting Gijon è forse la più emblematica della crescita del giocatore: giocate da urlo e una doppietta in una trasferta complicata, in cui Zidane, in vista dell’imminente ritorno dei quarti di finale contro il Bayern Monaco, aveva schierato diverse seconde linee.

https://youtu.be/T8UVphtbPrw

Alvaro Morata lo abbiamo imparato a conoscere in Italia con la maglia della Juventus, anche se, pure per lui, la scorsa stagione con il Real Madrid ha segnato un punto di svolta. 15 gol in appena 26 presenze, molte delle quali lo hanno visto in campo solo da subentrante. In estate il passaggio al Chelsea di Conte, con cui nelle prime due partite ha già messo a referto 2 gol e 2 assist. Oltre ad essere un attaccante completo (fisicità, tecnica, fiuto del gol) ora ha ottenuto anche ciò che, più di tutto, gli può consentire di consacrarsi definitivamente a livello mondiale: un posto da titolare in club e nazionale.

https://youtu.be/XtYjueav_zw

Ecco allora che Isco e Morata, giovani talenti finalmente diventati grandi, possono essere i due elementi che possono far saltare il banco questa sera.

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Giovani per il futuro

Chi è Olijars, il giovanissimo figlio d’arte neo-acquisto dell’Atalanta

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CHI È JEGORS OLIJARS – È notizia di ieri l’acquisto da parte dell’Atalanta del classe 2008 Jegors Olijars, interessante prospetto lettone che ha deciso di firmare il suo primo contratto da professionista della sua carriera con la Dea (erano interessate anche Ajax, Atletico Madrid e Borussia Dortmund) e di crescere nel vivaio nerazzurro. Scopriamo chi è Olijars in questo articolo.

CHI È OLIJARS: CALCIATORE IN UNA FAMIGLIA DI SPORTIVI

Jegors Olijars è una punta centrale dotata di grande fisicità (alta 193 cm) e con grandi potenzialità, che ha dimostrato pienamente in patria e anche nelle squadre giovanili della Nazionale nord-europea. Si può dire che lo sport era nel destino di Jegors, nato in una famiglia di campioni di vari sport. Dal padre campione di corsa a ostacoli – ha vinto un Europeo nel 2006 a Goteborg, medaglia d’argento invece nel 2002 a Monaco e di bronzo al Mondiale di Valencia 2008 – alla madre tennista, passando per il nonno che, invece, ha partecipato a un’Olimpiade, il giovane è portatore di un’eredità di successo e dedizione allo sport che in pochi possono vantare. Starà al 16enne, ora, tenere alto il nome della famiglia cercando di affermarsi nel calcio che conta. Si tratta del primo calciatore lettone nella storia dell’Atalanta.

Fonte immagine in evidenza: profilo X Filippo Maggi

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Calciomercato

Futuro di Zurkowski ancora incerto: difficile il riscatto dell’Empoli dallo Spezia

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zurkowski empoli

ZURKOWSKI EMPOLI – Szymon Zurkowski si sta ritrovando all’Empoli. Dopo il periodo difficile tra Fiorentina e Spezia, il polacco è tornato all’Empoli nel mercato di riparazione e ha avuto un impatto molto importante sulla stagione dei toscani, con 4 gol nelle prime due uscite in maglia azzurra – memorabile la tripletta segnata contro il Monza alla prima da titolare, dopo la rete all’esordio contro il Verona – che lo rendono tuttora il miglior marcatore stagionale dell’Empoli nonostante l’arrivo a metà campionato. Il suo rendimento è un po’ calato nelle ultime settimane, in cui – complice un infortunio alla caviglia – è apparso lievemente in ritardo, ma l’Empoli vorrebbe puntare su di lui anche nella prossima stagione.

ZURKOWSKI RESTA ALL’EMPOLI? IL RISCATTO È DIFFICILE

Sarà difficile, però, confermare il classe ’97 in rosa: la formula con cui si è trasferito nella finestra invernale, infatti, è quella del prestito con diritto di riscatto fissato a 5 milioni di euro ed esercitabile dagli azzurri a fine stagione. Questa valutazione, però è considerata eccessiva dai dirigenti del club toscano, che sembrano propensi a non esercitare il riscatto del polacco per poi trattare con lo Spezia per un nuovo accordo. La volontà dell’Empoli sarebbe quella di ottenere un nuovo prestito, ma resta da vedere se lo Spezia è disposto a rimandare in prestito il calciatore senza monetizzare da una sua cessione. Bisogna anche considerare, però, che in caso di cessione a titolo definitivo c’è una percentuale abbastanza importante che lo Spezia dovrebbe riconoscere alla Fiorentina, club da cui ha acquistato il calciatore nel 2023.

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Calcio Internazionale

Xabi Alonso sempre più vicino alla permanenza al Leverkusen: niente Bayern Monaco e Liverpool

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XABI ALONSO – In Germania c’è una squadra che sta per spezzare l’egemonia degli ultimi anni del Bayern Monaco. Si tratta del Bayer Leverkusen dell’ex bavarese Xabi Alonso, che si trova al primo posto in classifica a +10 proprio dal Bayern secondo. Quando mancano soltanto otto giornate al termine del campionato, la Bundesliga sembra ormai nelle mani dei rossoneri.

Il Bayern Monaco, che in estate si separerà da Thomas Tuchel, è alla ricerca di un allenatore per la prossima stagione, e tra i nomi che circolano uno dei più insistenti è proprio quello di Xabi Alonso, che però è legato fino al 2026 con il Leverkusen, che non sembra avere alcuna intenzione di liberarlo in direzione Monaco di Baveria.

LE PAROLE DI HOENESS SU XABI ALONSO

Intervenuto ai microfoni di Das Erste, il presidente onorario del Bayern Monaco Uli Hoeness è intervenuto proprio sull’argomento, mostrandosi molto pessimista sul possibile approdo in panchina del tecnico spagnolo nella prossima stagione. Di seguito, le sue dichiarazioni: “La vedo molto dura prendere Xabi Alonso, per non dire impossibile. Credo resti al Leverkusen“.

ANCHE IL LIVERPOOL VA OLTRE E PENSA AD AMORIM

Oltre al Bayern Monaco, anche il Liverpool – che in estate saluterà Jurgen Klopp – è una delle squadre più interessate a Xabi Alonso. A questo punto però, viste anche le dichiarazioni di Hoeness, i due club dovranno con ogni probabilità virare su altri profili. Per la panchina degli inglesi, in questo momento, il nome più caldo sembrerebbe essere quello dell’attuale tecnico dello Sporting Lisbona Ruben Amorim.

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Calcio Internazionale

Chi è Cavan Sullivan, la stellina del calcio USA già nell’orbita del Manchester City

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CHI È CAVAN SULLIVAN – Pensate, a malapena 14 anni, ritrovarvi già sui media calcistici, oltre ad essere in orbita Manchester City, club che al momento domina i riflettori europei. Questo è il mondo di Cavan Sullivan, talento classe 2009 dei Philadelphia Union, che ha esordito con tanto di assist in MLS Next pro. Ormai nel calcio la ricerca del talento parte da età sempre più basse, soprattutto nei campionati esteri, dove i giovani talenti che impressionano gli scout vengono convinti a firmare, o corteggiati, già giovanissimi. Un esempio può essere l’acquisto di Paez da parte del Chelsea, nella scorsa stagione. Ora è invece il turno di Sullivan, trequartista di pura classe che ha addosso gli occhi della migliore squadra del miglior campionato al mondo: la Premier League. 

DAGLI USA ALL’INGHILTERRA

Proprio con la costante scoperta e crescita di talenti sempre più giovani, non è facile impressionare. Eppure, nessuno può evitare di guardare un quattordicenne che, all’esordio coi grandi, si iscrive addirittura al tabellino degli assistman. Parliamo comunque di un giocatore che fa parte della Philadelphia Union Academy da quando ha a malapena 11 anni. Alto 1,58 e in possesso di doppia nazionalità (Americano e tedesco), Sullivan ha fatto parlare di sè con un’etichetta pesantissima. La definizione di ‘nuovo Messi‘ è ovviamente prematura, eppure il talento è cristallino ed innegabile.

Del resto, il Manchester City sembra avere già accordo con società e giocatore, mancano soltanto le firme di rito. Le regole sui trasferimenti e sul lavoro minorile non permetteranno comunque al ragazzo di raggiungere i Citiziens prima dei 18 anni. Per propiziarne il percorso di crescita, la decisione comune tra le società è di tenerlo in patria, dove arriverà ad esordire in MLS. Dopodichè potrà partire per l’Europa. Sicuramente il nome di Cavan Sullivan è destinato a catturare sempre di più l’attenzione nel corso degli anni, anche perchè prima di raggiungere il nostro calcio bisognerà attendere ancora qualche anno.

CARATTERISTICHE TECNICHE

Parlando di un giocatore molto giovane, è difficile darne un quadro generale completo. Nonostante ciò si può tranquillamente asserire che stiamo per vedere un talento innato dal punto di vista tecnico. L’obiettivo sarà quello di sgrezzarsi nei prossimi anni a livello tattico, affrontando gradualmente un calcio più fisico. Il piede è il mancino, proprio come quel fenomeno generazionale che ha portato ad un altro livell0 il numero 10, che ora milita proprio in MLS all’Inter Miami: Lionel Messi. Sullivan dà la sensazione di poter essere un giocatore abile nello stretto e palla al piede, veloce e tecnicamente impeccabile. Ma solo il tempo potrà dirci dove può arrivare questo ragazzo.

Fonte immagine in evidenza: profilo IG Cavan Sullivan

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