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Sparwasser, cronaca della prima pallonata al Muro di Berlino

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Sparwasser, cronaca della prima pallonata al Muro di Berlino

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Per 28 anni il Muro di Berlino ha separato in due blocchi la città tedesca e le due predominanti ideologie dell’epoca della Guerra Fredda. Sono passati 30 anni dal 9 novembre 1989 e quel giorno resta indelebile nella storia, come data in cui martelli, picconi, sbarre, braccia e mani nude distrussero e buttarono giù la grande muraglia che divideva Berlino e i suoi abitanti, così come la Germania. A Ovest, spartita tra Stati Uniti, Francia e Inghilterra, regnava la Repubblica Federale Tedesca (BRD, Bundesrepublik Deutschland), e a Est l’Unione Sovietica controllava la DDR, Deutsche Demokratische Republik.

Fatto costruire dai sovietici nell’agosto del 1961, il Muro sembrava dovesse permanere per sempre, ma in quel pomeriggio di novembre il portavoce Schabowski annunciò in una conferenza le nuove regole sui passaggi verso l’ovest. Da subito fu possibile passare da una parte all’altra della città e i tedeschi esplosero di gioia sfogando anni di divisione forzata, che aveva costruito due popoli contrapposti sulle linee guida del capitalismo a Occidente e del comunismo a Est, che permeavano la vita quotidiana degli abitanti.

Lo scontro tra le due fazioni era concreto anche nello sport, dato che le due Germanie erano due Nazioni distinte: i Mondiali di calcio del 1974 portano la testimonianza dell’unica sfida ufficiale tra le due squadre, vinta dalla DDR con un gol di Jürgen Sparwasser.

LA PARTITA

Giocata il 22 giugno 1974, il match tra Germania Ovest e Germania Est si disputò al Volksparkstadion di Amburgo e fu il primo scontro ufficiale tra le due rivali. Già due anni prima si erano incontrate alle Olimpiadi di Monaco di Baviera, ma per rispettare le regole del “dilettantismo” l’Ovest fu costretto a schierare la squadra giovanile, mentre l’Est poté far scendere in campo la squadra maggiore che era dilettante.

Lo scontro del ’74 era quindi la prima gara ufficiale e in quel pomeriggio di giugno calpestò il campo la Germania intera. La vittoria sembrava scontata per i più preparati occidentali, organizzatori del Campionato, mentre i giocatori della DDR erano sportivi prestati dall’atletica e poco avvezzi a scontri agonistici di alto livello, almeno non come gli avversari, che vantavano nella rosa giocatori come Beckenbauer, Vogts o Müller. Dato il background extrasportivo, la partita era tuttavia molto sentita e a sostenere i giocatori orientali arrivarono per altro abitanti provvisti del visto turistico, valido giusto il tempo della partita e concesso in via straordinaria dal governo socialista.

Senza troppe sorprese la gara fu per larga parte dominata dalla Germania Ovest, che sfiorò il vantaggio colpendo il palo e si fece sfuggire qualche occasione facile davanti dalla porta, che forse evidenziava il più grande limite della squadra di Schön. Al 77′ però, tutto si ribaltò: il difensore degli Ossis Kurbjuweit crossò in diagonale per la mezzala Sparwasser, che agganciò la palla con la faccia mettendosela sul piede, scavalcò Höttges e Vogts e trovò la rete dietro il portiere Maier. In quel momento si ammutolirono i quasi 60.000 tifosi occidentali, mentre la minoranza sostenitrice dell’Est esultò con il giocatore. La partita arrivò al 90′ senza altri gol e il fischio finale segnò il piccolo crollo del muro difensivo della Germania Ovest, che comunque vinse il Mondiale, e simbolicamente fece scricchiolare il più grande Muro che divideva le due Nazioni.

SPARWASSER, DA MITO A FUGGITIVO DELLA DDR

Si dice che da quella partita in poi si diffuse un detto nella Germania Est:

E tu, dov’eri quando Sparwasser segnò?“.

Il minuto 77 del match del 22 giugno 1974 infatti, eresse a mito il giocatore del Magdeburgo, dove Sparwasser giocò dal 1965 al 1979. Cresciuto nella squadra di Halberstadt, suo luogo di nascita, passò al club in cui restò praticamente durante tutta la sua carriera a metà degli anni Sessanta. Esordì in Oberliga, il campionato maggiore di calcio della DDR disputato dal 1941 al 1991, nel febbraio 1966, dove però quell’anno realizzò soltanto 5 presenze. In quella stagione il Magdeburgo retrocesse e fu nell’anno successivo che si iniziò a parlare più frequentemente di Sparwasser, che infatti divenne capocannoniere del girone Nord e negli anni successivi fu per tre volte di fila miglior marcatore della squadra.

Fonte immagine: Wikipedia

La mezzala tedesca era un giocatore da numero 9, ma che per l’attitudine e il protagonismo sul campo da gioco, aveva tutto per essere considerato un Numero Dieci. A fermarlo fu un infortunio all’anca, che lo mise a sedere nel 1979, anno da cui iniziò a concentrarsi sulla carriera da allenatore, che lo portò ad avere l’occasione di tornare sulla panchina del Magdeburgo. Tuttavia, Sparwasser rifiutò tre volte il lavoro e a causa delle conseguenti complicazioni scappò a Ovest nel gennaio del 1988, dove continuò ad allenare e lavorare nel campo dello sport.

Un anno dopo il confine che lui aveva scavalcato sarebbe caduto.

IL GOL OPERAIO E LA WATERLOO DELL’OVEST

Il giocatore tedesco vanta nel suo palmarès  oltre che a tre Oberliga, anche quattro Coppe della Germania dell’Est e una Coppa della Coppe, vinta in finale contro il Milan di Rivera, mentre con la Nazionale conquistò il bronzo alle Olimpiadi di Monaco e gli Europei Under 19 nel ’65.

Piuttosto che dei suoi trofei però è del gol rifilato ai “cugini” dell’Ovest che si accosta al personaggio di Sparwasser. Nel clima di tensione e odio degli anni della Guerra Fredda, il suo inaspettato gol è stato l’icona della lotta operaia che ha bucato la rete al capitalismo consumistico occidentale. Il minuto 77 è diventato quindi l’istante memorabile di una partita che aveva già di per sé molto di storico e unico. Sia chiaro, chiunque avesse segnato nello scontro avrebbe fatto notizia, ma un gol nato da una combinazione perfetta tra cross-aggancio-tiro della squadra meno quotata è una notizia dentro la notizia e il caso ha voluto che quell’istante portasse il nome di Sparwasser.

Dato il clamore di quella rete, si parlò di “Waterloo” della BRD, come lo stesso marcatore ha raccontato anni dopo in un’intervista:

“La Ddr si aspettava una disfatta. “Quanti ne becchiamo?”, di questo si parlava. Noi contavamo sul catenaccio, non avevamo tattica, arrivavamo al calcio come scarti di altre discipline, spesso dall’atletica.
Loro erano star internazionali. Avevano la reggia prussiana di Beckenbauer, mentre noi eravamo solo degli onesti somari. Non so perché,  forse presi dal panico, cominciarono a buttare tutti palloni alti. Müller era piccolino, noi più grossi. E poi Beckenbauer disse quel nome: Waterloo“.

Oggi, alla Haus der Geschichte di Bonn, è possibile vedere esposta la maglia numero 14 che Sparwasser indossava nell’incontro del 1974: uno dei pezzi della storia delle due Germanie.

Fonte immagine di copertina: Wikipedia archivio storico

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adidas e FIGC presentano la nuova collezione per le Nazionali italiane di calcio

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Mancano ormai pochi mesi a EURO2024. Per l’occasione, prosegue la collaborazione tra adidas e FIGC, che presentano la nuova collezione di prodotti dedicati alle Nazionali Italiane di calcio (maschili, femminili. Questa include le maglie Home e Away e i capi di abbigliamento Training e Travel.

La Home jersey, che verrà indossata per la prima volta nell’amichevole di giovedì contro il Venezuela, onora la tradizione delle maglie azzurre e, per la prima volta, il tricolore viene applicato sulle spalle. La texture della maglia è realizzata inserendo un codice-binario che replica la lettera i, imprimendola nel tessuto della maglia stessa. Nel retrocolletto compare la scritta “L’Italia chiamò”, che rimanda a “Il Canto degli Italiani” scritto da Goffredo Mameli.

Anche l’Away jersey prende ispirazione dalla bandiera italiana. Gli inserti rossi sul lato sinistro e quelli verdi sul lato destro, abbinati al bianco della maglia, compongono il Tricolore. Il kit, che comprende pantaloncini azzurri e calzettoni bianchi, debutterà nell’amichevole che la Nazionale di Spalletti giocherà contro l’Ecuador.

Per la collezione Travel, adidas ha disegnato per le Nazionali italiane una tuta N.Z.E., massima sintesi di comfort e stile. La hoodie full-zip è caratterizzata da un elegante colore artic night e dallo stemma monocromo off white della Nazionale di calcio. L’offerta di prodotto dedicata ad Azzurri ed Azzurre è completata da un’ampia gamma di capi Training caratterizzati dai dettagli oro e Tricolore, esaltati da una base blu notte per gli atleti e bianca per lo staff tecnico.

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Mohammed Barakat bombardato da un raid, se ne va una leggenda del calcio palestinese

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barakat mohammed

Nell’atrocità del conflitto tra Israele e Palestina, tra i tanti civili che hanno perso la vita a Gaza c’è anche Mohammed Barakat. Il calciatore 39enne, stella del calcio palestinese e simbolo del suo popolo se ne è andato. Un raid israeliano ha colpito la sua casa.

Uno dei migliori attaccanti del suo paese con più di 100 gol in carriera è stato colpito da un bombardamento nella sua abitazione di Khan Younis. Il giocatore dell’Ahli Gaza è stato ricordato da Khalid Abu-Habel, difensore del Khadamat al-Maghazi che ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Al-Jazeera. Ecco le sue parole:

IL RICORDO DI BARAKAT –“Che enorme perdita dentro e fuori dal campo per il calcio palestinese. Ho giocato contro di lui. Era veloce e intelligente. Un capocannoniere eccezionale. Fuori dal campo era gentile e amichevole. Un amato amico di tutti. Sono troppo arrabbiato. È un’icona del calcio. Lo sport a Gaza ha perso molto durante la guerra. Quanti ne dovremmo perdere ancora? La comunità sportiva a Gaza sta semplicemente sparendo”.

Queste le parole d’addio a una leggenda del calcio palestinese. Un calciatore eccezionale dentro e fuori dal campo. L’ennesima vittima  civile di questo sanguinoso conflitto che sembra non avere fine.

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Inter e Vieri di nuovo insieme: annunciata una collaborazione

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Christian Vieri, ex calciatore dell’Inter dal 1999 al 2005, attraverso un post su Instagram ha annunciato una collaborazione con la squadra nerazzurra. Ecco il comunicato:

L’ANNUNCIO UFFICIALE – “Siamo molto lieti di informarVi che in data 1 Marzo 2024 Inter Media and Communication S.p.a. e Bombeer S.r.l. hanno sottoscritto un contratto di collaborazione di durata pluriennale, durante il quale verrà prodotta una birra in co-branding, dove appariranno entrambi i marchi di Inter e di Bombeer, La Birra del Bomber”.

Il nome di Vieri si lega nuovamente al club nerazzurro. L’ex attaccante in carriera ha vestito 190 volte la maglia dell’Inter segnando la bellezza di 123 gol e fornendo 22 assist. Da  qualche settimana Bobo Vieri è stato sorpassato da Lautaro Martinez nella classifica dei migliori marcatori nella storia dell’Inter.

L’ex bomber, ritiratosi nel 2009, risiede al decimo posto nella classifica all-time dei migliori goleador nerazzurri. L’argentino invece, attualmente all’ottavo posto, punta a superare in questa stagione Istvan Nyers in settima posizione con 133 gol.

Vetta della classifica che ad oggi sembra davvero irraggiungibile per Lautaro. D’altronde davanti a tutti si trova quel Giuseppe Meazza a cui è intitolato San Siro, con la bellezza di 284 gol in 466 partite. Il futuro del Toro sembra essere nerazzurro per ancora molti anni e, anche se complicato, chissà che un giorno non riesca ad avvicinarsi a quel primato.

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Abodi sulla situazione di Gravina: “Mi preoccupa moltissimo, però serve prudenza”

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abodi roma lazio

Gabriele Gravina, presidente della FIGC, negli scorsi giorni è finito al centro dello scandalo dossieraggi, subendo l’accusa di appropriazione indebita e riciclaggio. Il numero uno della FIGC ha chiesto subito di essere ascoltato, in modo tale da chiarire la sua situazione, dichiarandosi innocente. Tuttavia Andrea Abodi, attuale Ministro per lo sport e per i giovani, tende a rimanere cauto sulla condizione di Gravina, di cui ha parlato a margine di un evento al CONI. In particolare ha iniziato parlando del caso dossieraggio, concentrandosi sulla situazione di Gravina, della quale si occuperà la magistratura, ribadendo il fatto che in queste situazioni serva molta cautela. In seguito ha affermato di aver contattato il presidente della FIGC, definendo come inquietante ciò che emerge dalla cronaca.

LE PAROLE

GRAVINA – “La situazione di Gravina? Mi preoccupa moltissimo, però oltre non vado. Sono abituato a parlare con la cautela necessaria. Di fronte a questa vicenda servono prudenza e garanzie. La magistratura in primo luogo farà la sua parte. Io poi sono contrario ai tribunali del popolo e ai processi di piazza”.

CONTATTO – “Ho sentito Gravina, anche perché abbiamo problemi quotidiani che vanno affrontati, ma quello che emerge dalla cronaca di questo fatto è il dato inquietante“.

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