Domani alle 12:30 al Picco andrà in scena Spezia-Napoli, gara valida per la 21esima giornata di Serie A. Gli azzurri dovranno mantenere la solidità mostrata fino a questo momento per iniziare a cucire sulla maglia un pezzo di scudetto, mentre i bianconeri dovranno cercare di fare risultato contro la squadra più in forma del nostro campionato. Sarà sicuramente un compito difficile per la squadra di Gotti, ma c’è bisogno di fare punti perché la zona retrocessione dista solo 5 lunghezze. Alla vigilia del match, il tecnico degli azzurri, Luciano Spalletti, ha parlato alla stampa nella sala conferenze del Training Center di Castel Volturno. Di seguito le sue parole.
SULLO SPEZIA- “La partita trappola esiste se facciamo discorsi che riguardano vittorie facili, proiettandoci già ad un finale scoppiettante. Allo Spezia interessa dei punti salvezza che merita per la storia del club e della città. Io ci sono stato e so quanto tempo dedicano alla squadra di calcio. Noi dobbiamo concentrarci su un match importantissimo, sarà una gara difficile in un campo difficile, solo l’attenzione e la dedizione, l’applicazione ci permetterà di andare a sfruttare l’occasione”.
SUL RAPPORTO DIRETTO CON I TIFOSI – “A me sembra che ci sia sempre, visto l’affetto che raccogliamo per le strade e nei pensieri dei tifosi, quello a cui fa riferimento lei necessita di strutture e regole a cui attenersi. Credo però ci sia l’impegno di essere insieme, è fondamentale, è indispensabile che ognuno di noi faccia la propria parte, sia noi che i tifosi, senza mollare di un centimetro. I calciatori hanno orecchio alle indicazioni dell’allenatore, l’altro all’incitamento della Curva, se manca qualche componente è difficile, lo stesso che dicevamo della personalità a volte si passa da coglioni per guadagnarci dopo, anche quando devi avere una reazione per forza altrimenti sei considerato meno di quello che sei in realtà. Quello è il momento in cui bisogna star zitti, ingoiare ed andare avanti. Se stiamo insieme, se avessimo avuto la Curva a la Spezia come l’anno scorso, saremmo stati più forti”.
SUL POSSIBILE CALO DI GENNAIO – “Quando dicevano che sarebbe stata dura a gennaio, l’attenzione era rivolta ad allenarci bene, a far venire bene gli allenamenti, con ritmo, un pallone che gira a duemila con una qualità e precisione tale per evidenziare il nostro livello. Il risultato per me era difficile poterlo dire, ma l’attenzione a quei particolari che lo potevano determinare è stata massimale e la risposta dei giocatori sul comportamento da avere è stata totale”.
SUL +13, IL PENSIERO – “Se ci voltiamo insieme, vediamo tante cose che non si sono realizzate. Si diceva all’inizio che non potevamo fare questo percorso, c’erano dubbi. Poi è stato segnato da eventi e risultati totalmente diversi. Ora pensiamo allo stesso modo che gli altri non possano fare questo percorso che noi abbiamo fatto, è la stessa cosa! Perché una di quelle 6 squadre non può fare ciò che abbiamo fatto noi? A noi ci resta l’obbligo di fare risultati, in modo da non farli venire vicini per crearci difficoltà. Serve la consapevolezza che i fatti, i risultati, sono capaci di scrivere la storia. Bisogna continuare a farli, ci sono squadre forti, in grande salute tipo l’Atalanta, anche se sono a distanza”.
SU RASPADORI – “In allenamento è una roba incredibile per serietà, forza, applicazione, per un allenatore… si dice tutti sono uguali, ma io sono più disponibile verso chi si allena in un certo modo. Chi si comporta in un certo modo, chi pensa in un certo modo, chi viene al campo un’ora prima e lo prepara, non chi viene gli ultimi 2 minuti. È una difficoltà di questo lavoro dover tenere fuori calciatori che fanno questo, però bisogna tener presente tutto e lui è uno di quelli che poi lo chiami e riesce subito ad entrare nel contesto giusto, come nell’ultima gara”.