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Gli errori si pagano

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Gli errori si pagano

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Lazio-Inter

Si ferma a nove la striscia di vittorie tra campionato ed Europa League. Lo stop arriva proprio nella partita più importante. La Lazio di Simone Inzaghi perde il derby riconsegnando lo scettro della città alla Roma. È la conseguenza di alcuni errori biancocelesti di cui gli uomini di Di Francesco hanno approfittato con Perotti e Nainggolan. In attesa dei recuperi di entrambe, le Aquile si vedono anche superate in classifica dai cugini.

 

CHIUDERE TUTTO E RIPARTIRE

Simone Inzaghi, come il suo collega avversario, che schiera l’acciaccato Nainggolan, non rinuncia a Immobile, in dubbio alla vigilia. Non recuperano Wallace e Felipe Anderson, pertanto la formazione laziale è la stessa delle ultime uscite. Tre-cinque-uno-uno con Luis Alberto alle spalle del bomber italiano.

I tifosi biancocelesti, dopo i primi minuti di match, si sarebbero immaginato tutto fuorchè la sconfitta. La Lazio, infatti, parte forte e aggressiva e va alla ricerca, quasi ossessiva, della profondità sfruttando i tagli di Immobile. Una situazione che il tecnico giallorosso prova ad arginare indicando a Manolas e Fazio di stare più stretti.

Pian piano i giallorossi, superato un inizio di partita un po’ complicato, cominciano a prendere campo con un buon giro palla. Lulic & C. si riversano nella propria metà campo e chiudono le linee di passaggio, ma la Roma è paziente e non rinuncia al possesso. I ragazzi dell’ex mister del Sassuolo fanno la partita e provano a studiare punti deboli avversari. Lo trovano nella loro fascia destra, dove Marusic a volte rimane alto e non aiuta Bastos a chiudere. Tenta di sfruttare questa circostanza la Roma al 20°, quando Perotti è libero di crossare in mezzo per Dzeko il cui colpo di testa finisce di poco fuori.

Quando, invece, l’esterno macedone ben supporta il compagno di fascia i risultati sono positivi. Minuto 26: i due non lasciano passare Perotti, il numero 77 recupera la sfera, riparte e, dopo un uno-due con Luis Alberto, prova il traversone per Immobile che pareggia le occasioni da gol del derby. Sono brividi, però, a 10′ dalla fine della prima frazione di gioco, quando Dzeko fa sentire la sua esperienza. L’attaccante bosniaco capisce che la sfida va sbloccata con una giocata perciò su corner suggerisce a Fazio e Manolas di andare alti in modo da liberare lo spazio per il suo tiro. Lo schema non va a buon fine solo per la parata di Strakosha.

Così si rientra negli spogliatoi sul risultato ancora di zero a zero. Un primo tempo in cui si intuisce il piano gara delle Aquile: lasciare il possesso agli avversari, chiudere tutto e ripartire.

DOPPIO PASTICCIO

Non sempre, tuttavia, va tutto come si vuole o prevede e l’inizio della ripresa per la Lazio è un incubo. La Lupa alza incredibilmente il ritmo, rientra con una maggiore aggressività mettendo alle strette i biancocelesti. Essi sono quasi soffocati dal pressing dei cugini e vanno incontro a degli errori. Kolarov si avventura nell’area avversaria e viene steso da Bastos: l’arbitro Rocchi non ha dubbi e indica il dischetto.

E’ la svolta perchè Perotti con la sua classica camminata trasforma il tiro dagli undici metri.

Non molla la presa sull’acceleratore la Roma che, pure dopo aver acquisito il vantaggio, continua a spingere. Bastos è ancora protagonista. Egli al 53° perde ingenuamente il pallone recuperato da Perotti e servito a Nainggolan che con una botta da fuori area batte ancora Strakosha. Un doppio pasticcio della Lazio che accusa l’uno-due romanista e si fa dominare dagli avversari che sfondano a sinistra con Kolarov e Perotti.

I CAMBI RIACCENDONO IL DERBY

Il tecnico biancoceleste è chiamato a riprendere in mano la partita e al 58° ordina una doppia sostituzione: dentro Nani e Lukaku fuori Leiva e Lulic. La squadra “ospite” si risistema in campo con un 3-4-1-2 con Nani che affianca Immobile. Sono cambi importanti perchè riaccendono il derby. Il portoghese gioca molto largo e, quando viene servito, spaventa la difesa giallorossa. Questo si vede già poco prima del 20°, momento in cui Alberto chiama in causa sulla fascia Nani che dribbla avversari e mette in mezzo, ma Florenzi devia in angolo.

Poi un secondo cross di Nani non viene gestito bene da Manolas che tocca la sfera con il braccio. Il direttore di gara concede, con l’ausilio della VAR, il rigore con la quale la Lazio riapre il match.

Gli ultimi diciotto minuti della gara sono di fuoco. I giallorossi inizialmente danno l’impressione di riuscire a gestire il vantaggio facendosi vedere anche in avanti. La Lazio va di fiammate in particolar modo con Jordan Lukaku che crea pericoli a sinistra. Poi nel finale Di Francesco richiama in panchina Florenzi e Nainggolan, stanchi, inserendo un difensore (Jesus) in più. L’allenatore abruzzese praticamente chiama i suoi a difendere. Le Aquile  allora salgono ma, nonostante i sei minuti di recupero, non trovano il pari. La Roma vince il derby.

COSA E’ MANCATO

La Lazio si ferma bruscamente e perde lo scettro della Capitale e il quarto posto. Non gioca malissimo la squadra di Simone Inzaghi che sicuramente non esce ridimensionata dal derby. Ha fatto, però, palesare una mancanza di brillantezza fisica e mentale.

Innanzitutto non si è vista la solita grinta dei biancocelesti, che nelle partite importanti può fare la differenza. Un dato che conferma tale tesi è quello relativo ai duelli aerei: i romanisti ne hanno vinti ben dieci in più (21-11). Milinkovic Savic e Parolo non hanno aiutato efficacemente la squadra in questo senso.

Probabilmente questo è dovuto anche a una stanchezza psicofisica. Gli uomini più pericolosi della Lazio, infatti, con le Nazionali hanno consumato molte delle loro energie. Milinkovic ha giocato con la sua Serbia 164′ in due partite. Parolo e Immobile hanno completato entrambe le sfide contro la Svezia rimediando anche un’atroce delusione. Luis Alberto era il più riposato di tutti avendo giocato solo 16 minuti con la Spagna. L’ex Liverpool non a caso è stato quello che ha fatto qualcosa in più degli altri, ma lui da solo non è bastato. La maggior carica motivazionale, brillantezza e soprattutto qualità tecnica della Roma ha fatto la differenza.

PROTAGONISTI, IN POSITIVO E IN NEGATIVO

Pochi i protagonisti in positivo della Lazio.

errori

Parolo, nonostante la stanchezza, è l’uomo che ha combattuto di più a centrocampo. Sei contrasti vinti su otto, tre intercetti, due salvataggi e anche nove 1 vs 1 riusciti: senza di lui poteva andare peggio per la Lazio. Non male anche l’apporto difensivo di De Vrij che ha vinto tutti e due i contrasti effettuati, ha compiuto tre salvataggi ed è riuscito a completare a proprio favore tre dei suoi cinque 1 vs 1. Da citare anche Nani e Lukaku che hanno riacceso l’Aquila in un momento difficile. Pensare che con loro, in mezz’ora, i biancocelesti sono riusciti a completare a buon fine la metà dei dribbling di tutto il match.

Un po’ più lunga la lista dei protagonisti in negativo. Lulic è apparso troppo nervoso e meno concentrato sul match: scarso il suo supporto sia offensivo che difensivo. Lucas Leiva si è visto poco, mentre Milinkovic Savic doveva fare di più: la sua prestazione sottotono si è fatta sentire.

Bastos peggiore in campo in assoluto: la Roma è andata in gol due volte per suoi errori. Errori che la Lazio ha pagato a caro prezzo.

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Flash News

Piquè favorevole alla riduzione di squadre in Liga: “Meno partite e più competitive”

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barcellona

L’ex difensore e capitano del Barcellona, Gerard Piquèè stato intervistato al Marca business sport Forum. L’argomento principale sicuramente quello riguardo la possibile riduzione delle squadre in Liga. Lo spagnolo è favorevole a questa iniziativa, prendendo come esempio i format usati in America, in particolare con la NFL.

LE DICHIARAZIONI

NUOVO FORMAT “Alla fine, lo sport sta andando verso competizioni più brevi e uniche. L’esempio chiaro è la NLF, ci sono quattro mesi di competizione e il Paese è paralizzato. Avete record di ascolti. Penso che il calcio dovrebbe andare in quella direzione.”

TROPPE PARTITE“Serve che tutte le organizzazioni si riuniscano e dicano: ‘non è possibile che ci siano 80 partite in un anno’. Ci sono troppe partite e la gente non sa nemmeno cosa si gioca. E poi a livello sportivo il livello scende.”

NUOVO CALENDARIO“Servirebbe un calendario con meno partite che però sarebbe più competitive. Invece di campionati da 20 squadre, passare a 16 o anche 14.”

 

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Flash News

Monza-Juventus, Allegri: “Da Locatelli e l’attacco al mio futuro, vi dico tutto”

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allegri juventus

LE PAROLE DI MAX ALLEGRI IN CONFERENZA ALLA VIGILIA DI MONZA-JUVENTUS – Max Allegri ha parlato in conferenza alla vigilia del match tra Monza e Juventus. In attesa dell’esito del big match di giornata di domenica sera tra Napoli e Inter, i bianconeri, vincendo a Monza, potrebbero portarsi in testa alla classifica. Un campo tosto quello dei brianzoli che nella scorsa stagione hanno fatto bottino pieno contro la Juve. La squadra allenata da Max Allegri è ancora alle prese con diversi infortuni. Il tecnico toscano si è soffermato su questo aspetto, fornendo aggiornamenti su diversi giocatori oltre che approfondire anche il discorso riguardante il proprio futuro sulla panchina del club. Di seguito, tutte le dichiarazioni di Allegri alla vigilia di Monza-Juventus: 

LE PAROLE DI MAX ALLEGRI ALLA VIGILIA DI MONZA-JUVENTUS

DERBY D’ITALIA – “Cammino in discesa dopo il derby d’Italia? Sarebbe commettere un errore inspiegabile, noi sappiamo i nostri limiti. La classifica è buona, ma non si è fatto ancora nulla, appena lasci un attimo approccio e intensità rischi di perdere. Vincere partite non è facile, ne abbiamo 6 da qui al girone d’andata, di cui 4 sono trasferte. Ancora è tutto da giocare e bisogna fare un passo per volta. Il Monza fa la differenza nella fase difensiva e lo dicono i numeri: sarà una partita molto difficile”.

OBIETTIVI – “Ottimismo sullo scudetto? Io in spogliatoio non ci entro, è sacro. Il desiderio più importante deve essere la partita di domani. Non scordiamoci che rimanere fuori dalla Champions quest’anno è stato un danno tecnico ed economico. Noi abbiamo il dovere di costruire un’annata per tornare all’obiettivo minimo: giocare la Champions l’anno prossimo. Domani voglio vedere la Juve delle prime 13 giornate. Non possiamo permetterci di sottovalutare nessuno, ci vuole grande rispetto per tutti e dobbiamo giocare sempre da squadra come fatto finora. Noi guardiamo la quinta, bisogna scappare da chi c’è dietro e non guardare davanti. Resta motivo di orgoglio essere a 2 punti dall’Inter, ma bisogna guardare dietro perché nel calcio le cose cambiano in fretta. Non bisogna mantenere, ma migliorare di giorno in giorno”.

INFORTUNI – “Monza imbattuto in casa? Oltre che imbattuti, il Monza ci ha portato via 6 punti l’anno scorso e abbiamo fatto 0 gol a loro. Sarà una partita difficile e importante come quelle a seguire. È importante per dare seguito al pari con l’Inter. Danilo e Alex Sandro saranno a disposizione, seppur non al 100%. Per Locatelli valuteremo oggi, è un problema di dolore, l’altro giorno è entrato, vediamo oggi. Oggi dovrò vedere l’allenamento per capire su Manuel e su Nicolussi-Caviglia, che ha fatto una gara importante. Se no troveremo una soluzione e in qualche modo faremo”.

ATTACCO – “Monza imbattuto in casa? Oltre che imbattuti, il Monza ci ha portato via 6 punti l’anno scorso e abbiamo fatto 0 gol a loro. Sarà una partita difficile e importante come quelle a seguire. È importante per dare seguito al pari con l’Inter. Danilo e Alex Sandro saranno a disposizione, seppur non al 100%. Per Locatelli valuteremo oggi, è un problema di dolore, l’altro giorno è entrato, vediamo oggi. Oggi dovrò vedere l’allenamento per capire su Manuel e su Nicolussi-Caviglia, che ha fatto una gara importante. Se no troveremo una soluzione e in qualche modo faremo. Settimo attacco? 5 Vlahovic, 4 Chiesa, mancano quelli di Kean, Milik, Yildiz… L’importante è vincere le partite. Stiamo lavorando sui gol delle punte, cerchiamo di migliorare”.

GALLIANI – “Un amico, ci diamo del tu ormai, ci siamo dati del lei per tanti anni. È un dirigente di altissimo valore, sono fortunato ad aver lavorato con lui e ad avere ancora oggi un rapporto con lui. Siamo legati da un bel rapporto affettivo”.

PALLADINO – “Galliani come al solito non ha sbagliato allenatore. Sta facendo molto bene Palladino e sono certo che nella sua evoluzione può solo crescere, non parlo solo di campo. Potrà fare un’ottima carriera, ci son dei giovani allenatori bravi. E poi accanto ha Galliani, che è un dirigente di grande genialità”.

 

 

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Champions League

Rimonta da urlo dell’Inter, il Napoli crolla nel finale: i resoconti

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Inter

Serata di Champions dalle mille emozioni per Inter e Napoli. Primo tempo da dimenticare per i nerazzurri, sotto 3-0 all’intervallo col Benfica grazie alla tripletta dell’ex Joao Mario. Al rientro dagli spogliatoi, grande reazione gli uomini di Inzaghi che riescono a trovare una super rimonta con il 3-3 finale. Succede di tutto anche al Bernabeu. In casa del Real Madrid, il Napoli prima la sblocca, poi la riprende con Anguissa e, alla fine perde 4-2. I resoconti dei match.

IL RESOCONTO BENFICA-INTER

Serata che parte malissimo per l’Inter. Al Da Luz sembra essere la serata dell’ex Joao Mario, capace di annichilire i nerazzurri con una tripletta nei primi 34 minuti di gioco. La serata di grazia del portoghese si apre dopo soli 5 minuti, quando è abile a raccogliere la sponda di Tengstedt e mettere il pallone all’angolino. Il raddoppio del Benfica arriva in maniera anche abbastanza fortunosa: palla persa da Asllani a centrocampo e ripartenza culminata con un rimpallo tra Bisseck e Rafa. Il pallone arriva poi tra i piedi di Joao Mario che non sbaglia. La timida risposta interista è rappresentata dall’errore di Arnautovic nell’uno contro uno con Trubin. I padroni di casa non si fermano e arriva anche il 3-0, sempre propiziato da un ispiratissimo Tengstedt. Stavolta l’attaccante danese serve un cross delizioso sempre per Joao Mario che, da due passi, mette in rete di testa.

Quella del secondo tempo è tutta un’altra Inter. Gli uomini di Inzaghi ci mettono carattere e riescono a tornare in partita con il tap in vincente di Arnautovic. Sull’onda dell’entusiasmo arriva anche il 3-2 firmato da Frattesi. Gran gol dell’ex Sassuolo che, su cross di Acerbi, trova la rete con un gran tiro al volo. Dopo aver corso un enorme rischio con il salvataggio di Bisseck su Tengstedt, arriva il clamoroso 3-3. Pestone in area di Otamendi su Thuram: dal dischetto va un glaciale Alexis Sanchez che non sbaglia e trova un insperato pareggio. Emozioni anche nel finale con il grande intervento di Audero su Di Maria e l’espulsione di Antonio Silva. Match che però si chiude con un pirotecnico 3-3.

IL RESOCONTO DI REAL MADRID-NAPOLI

Avvio pazzesco al Bernabeu dove, dopo soli 9 minuti, a passare è il Napoli. I partenopei trovano il gol grazie a una bella azione chiusa con l’appoggi di Di Lorenzo per Simeone, bravo a farsi trovare pronto e mettere in rete. Giusto il tempo di ribattere e il Real ha già pareggiato: azione solitaria di Rodrygo e gran destro all’incrocio. Spinti dal proprio pubblico i Blancos trovano anche il raddoppio con il solito Bellingham. L’inglese si inserisce alle spalle di un incerto Natan e, di testa, batte Meret sfruttando al meglio il perfetto lancio di Alaba.

Dopo l’equilibrio di fine primo tempo, al rientro dagli spogliatoi ricominciano le emozioni ancora grazie al Napoli. La squadra di Mazzarri trova il pareggio grazie ad un gran destro di Anguissa che, dopo un primo tentativo murato, trova un grande angolo da posizione defilata. Il Real Madrid riesce a ritagliarsi subito l’opportunità per il nuovo vantaggio ma Joselu, da pochi passi, non riesce a coordinarsi. Il Napoli lotta ma crolla nel finale. Il Real, grazie ad una vistosa incertezza di Meret, trova prima il 3-2 con il destro dalla distanza di Nico Paz. Poi, mette anche il punto esclamativo con il tap in di Joselu su assist di Bellingham. 4-2 il risultato finale.

COME CAMBIANO LE CLASSIFICHE DEI GIRONI

GRUPPO D

  1. Real Sociedad 11
  2. Inter 11
  3. Salisburgo 4
  4. Benfica 1

GRUPPO

  1. Real Madrid 15
  2. Napoli 7
  3. Braga 4
  4. Union Berlino 2

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Calcio Internazionale

Mazzarri torna in Champions dopo undici anni: a che punto è il suo Napoli per l’esame Real Madrid?

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Napoli - Real Madrid

Il Napoli si prepara alla grande sfida di Champions League contro il Real Madrid al Bernabeu. Dopo la sfida di andata vinta dai Blancos per 2-3, dove il Napoli aveva dato comunque dimostrazione di potersela giocare con una delle migliori squadre d’Europa, questa volta ci sarà un’importante differenza, ovvero chi si siederà nella panchina degli attuali campioni d’Italia. Walter Mazzarri torna nel palcoscenico più importante d’Europa a distanza di 11 anni, quando con i partenopei, riuscì a far sognare i tifosi anche nella massima competizione europea.

Il magico trio Lavezzi-Cavani-Hamsik, trascinatori del primo Napoli di Mazzarri, aveva infatti riportato dopo 21 anni gli azzurri in Champions League, trovando un girone ostico con Bayern Monaco, Manchester City e Villarreal. Nonostante il grande livello, i campani riuscirono a piazzarsi in seconda posizione, trovando quindi l’accesso agli ottavi di finale per la prima volta nella storia. Con il Chelsea si sfiorò l’impresa: all’andate al San Paolo finì 3-1 con doppietta di Lavezzi e un gol di Cavani. Allo Stamford Bridge poi la disfatta, con la vittoria da parte dei futuri campioni d’Europa di Roberto Di Matteo per 4-1 ai tempi supplementari con il decisivo gol di Ivanovic.

Come si farà trovare la formazione di Mazzarri?

LA SITUAZIONE NEL GIRONE

Il girone C composta da Real Madrid, Napoli, Braga e Union Berlino vede le prime due squadre in prima e seconda posizione, rispettivamente a 12 e 7 punti. La formazione di Carlo Ancelotti è infatti a punteggio pieno fino a questo momento. Il Napoli ha portato a casa due vittorie, la sconfitta appunto con il Real Madrid e l’ultimo risultato che è il pareggio con l’Union Berlino, che aveva già fatto mettere in dubbio la definitiva posizione di Rudi Garcia, che da lì a pochi giorni verrà esonerato da Aurelio De Laurentiis. Il patron del Napoli ha quindi deciso di affidare la panchina ad un traghettatore. Un uomo di fiducia, che come raccontato in precedenza, ha già portato buoni risultati e conosce l’ambiente.

“Quando mi ha chiamato gli ho fatto capire che una squadra così importante l’avrei allenata ancora volentieri, e lui avrà pensato che ero l’allenatore giusto. Col presidente c’è stato un po’ di gelo per un paio d’anni dopo che sono andato via, ma ora è un amico, mi ha chiamato anche in occasioni diverse, magari per chiedermi consigli sui giocatori. C’è un rapporto di stima reciproca e considerazione. Domani sarebbe bellissimo se riuscissimo a fare risultato e passare il turno già domani, però se non dovesse essere così ci sarà l’ultima che sarà come una finale. Contro un’avversaria di valore, ma non come il Real Madrid”.

Walter Mazzarri, intervista a Sky Sport

Con la fiducia dell’importante esordio con vittoria di Bergamo per 2-1 contro l’Atalanta, Mazzarri dovrà affrontare qualche dubbio di formazione per affrontare una della favorite al titolo.

“Continuità dopo i segnali di Bergamo? Quello lo vedremo. Siamo coscienti di giocare contro una squadra top nel mondo contro un allenatore bravissimo che ha vinto tutto. Conosciamo le difficoltà ma questo è affascinante e bello e speriamo di fare il meglio possibile”.

LA FORMAZIONE

Mazzarri pronto a confermare il 4-3-3 che ha convinto per compattezza del gruppo contro l’Atalanta in campionato. In porta torna Meret, in difesa Di Lorenzo a destra, centrali confermati Rrahmani e Natan. Sulla sinistra visto il grave infortunio di Olivera, è pronto Juan Jesus. A centrocampo con tutta probabilità verrà riproposto la mediana con Anguissa, in ripresa vista l’ottima prestazione di Bergamo, Lobotka e Zielinski.

In attacco ecco il grande dubbio: sono confermati Politano e Kvaratskhelia confermati come due ali d’attacco, resta da capire il grande dubbio su Raspadori e Osimhen. Il nigeriano è rientrato nello scorso turno di campionato ma anche Mazzarri ha voluto chiarire la situazione:

“Osimhen partirà titolare? Gli devo parlare. Quando ci sono partite così ravvicinate bisogna parlare con i ragazzi. Anche con chi ha fatto una partita intensa a Bergamo: devo capire se stanno bene. Di sicuro Osimhen non ha i 90′ nelle gambe: se partirà dall’inizio o giocherà a partita in corso lo deciderò dopo aver parlato con lui e con lo staff medico”.

Walter Mazzarri, intervista a Sky Sport

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