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Primi spunti sulla NBA che verrà

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Primi spunti sulla NBA che verrà

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Se i campi sono fermi ed i giocatori in vacanza, i dirigenti lavorano a pieno regime per definire il futuro della loro gallina dalle uova d’oro. Come ogni anno qualcosa verrà aggiustato, limato e sistemato per adattare tutti gli aspetti del gioco al passare degli anni. Il discorso è sempre questo: “I love where the league is right now. But I think we can create a better system.” (“Sono contento di dove sia la Lega ora. Ma possiamo creare un sistema ancora migliore”).

Fuori la “One and Done rule”?

Questa sembra l’idea più calda, da molto tempo. Ad oggi, i ragazzi usciti dalle High School devono aspettare almeno un anno per potersi dichiarare al Draft. Alcuni di loro (come Brandon Jennings o Emmanuel Mudiay) hanno giocato rispettivamente a Roma ed in Cina, altri come Thon Maker o i recentissimi Anfernee Simons e Mitchell Robinson hanno preso strade diverse dal college, più o meno tutti gli altri (ad eccezione degli “internationals” tipo Doncic per esempio) sono passati dalla NCAA. La regola è stata introdotta con il CBA firmato a Luglio 2005, risultando effettiva dal 2006. Dopo i vari prep-to-pro succedutisi nel tempo (da Moses Malone a Garnett, Bryant, James, Howard ma anche Kwame Brown) Stern, l’allora commissioner, parlò di imporre un tetto minimo (20 anni) per entrare al Draft. Dopo varie trattative si è arrivati al compromesso moderno: 19 anni ed un anno di distanza dal diploma di HS. Questo cambiamento aveva quasi un senso morale piuttosto che tecnico. Insomma, per ogni LeBron James c’è un “carneade” che sbaglia e si rovina la carriera. L’idea di Stern di “obbligare” per così dire almeno un anno di college serviva a togliere dalle spalle dei giocatori la responsabilità di una scelta così importante. I prossimi cambiamenti potrebbero già essere visibili dal Draft del 2021 in concomitanza con le discussioni del rinnovo del CBA dal 2022-2023 o dalla stagione successiva. Essendo comunque un capitolo importante del CBA (come già dimostrato dai fatti del 2005, con Jermaine O’Neal in primissima linea a difendere l’ex status quo) è possibile che l’eventuale decisione verrà implementata dal Draft 2022 ma ad oggi l’obiettivo non dichiarato di Silver rimane al 2021.  In fin dei conti, Mark Emmert, prsidente NCAA, sembra essere d’accordo sull’abolizione degli one-and-done, Condoleezza Rice, presidente della commissione sul college basketball, è arrivata alla stassa conclusione. Insomma, sembrano essere tutti d’accordo. Sulla questione è intervenuta anche Michele Roberts, la direttrice della NBPA, annunciando qualche novità nei prossimi mesi. Accantonata subito invece l’idea di andare nel verso opposto, cioè alzare a 20 il tetto minimo di età.

Come andare a “pareggiare” diversi aspetti

Uno dei quali è: come fa DeMarcus Cousins a prendere 5 mln e rotti? L’altro è: perchè tutte le star (quasi tutte) sono ad Ovest?

“It’s on me and our labor relations committee ultimately to sit with the players and their committee and convince them that there may be a better way of doing things. By that, meaning change ultimately in the Collective Bargaining Agreement. … I don’t necessarily think it’s, per se, bad that the Warriors are so dominant. We’re not trying to create some sort of forced parity. What we’re really focused on is parity of opportunity. Dynasties are nothing new in this League” (“Abbiamo intenzione di metterci a tavolino con i giocatori ed il loro comitato e convincerli a trovare assieme un modo migliore di fare le cose. Quindi, modifiche sul prossimo CBA. Non penso che sia necessariamente un male che i Warriors siano così dominanti.  Non vogliamo creare una parità forzata quanto piuttosto una parità nelle opportunità. Le Dinastie non sono niente di nuovo nella storia della Lega”).

Obiettivo estremamente complicato. Potrebbe arrivare di tutto, dalla riforma dei Playoffs all’hard cap, ma difficilmente le vedremmo discusse in breve tempo. Sull’abolire le Conference non abbiamo mai visto Silver contentissimo soprattutto per quanto importerebbero i viaggi aerei. Los Angeles-Toronto o Miami-Portland sarebbero abbastanza complicate da gestire sotto molti punti di vista. Ci lavoreranno su ma non si vede niente di nuovo all’orizzonte.

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LeBron James supera Kareem: i 5 canestri più iconici della carriera del Re

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Nella notte LeBron James ha superato Kareem Abdul-Jabbar diventando così il miglior marcatore di tutti i tempi nella storia dell’NBA. Nella partita persa dai suoi Lakers in casa alla Crypto.com Arena contro gli Oklahoma City Thunder, il Re ha riscritto la storia: con un canestro in fade-away ha raggiunto quota 38.388 punti in carriera, aggiungendone due poco dopo, così da superare l’ex Bucks. Riviviamo insieme i cinque canestri più iconici della sua straordinaria carriera.

I 5 CANESTRI PIÙ ICONICI DI LEBRON JAMES – TOMAHAWK DUNK CONTRO MILWAUKEE

Probabilmente la giocata più conosciuta del Re: il celebre passaggio dal suo compagno di mille avventure Dwayne Wade a inizio partita con i Milwaukee Bucks. Questa giocata ha dato vita ad una delle foto più iconiche della storia del basket e non è un caso che ci sia proprio LeBron a schiacciare in contropiede, mentre Wade esulta già a mani aperte.

I 5 CANESTRI PIÙ ICONICI DI LEBRON JAMES – FADE-AWAY DEL PAREGGIO CONTRO GLI WASHINGTON WIZARDS

Come dimenticare uno dei canestri forse più complicati della sua carriera. Immaginiamo il momento: 117-120 per gli Wizards con 3.4 secondi sul cronometro. I Cleveland Cavaliers di LeBron James non hanno più timeout e devono rischiare la giocata. Sarà Kevin Love a lanciare la palla stile football americano per trovare LBJ che riceve spalle a canestro. Trova il tempo di guardare dove si trova, per poi mettere i piedi dietro la linea dei tre punti e sparare una tripla impossibile in fade-away. Risultato? Canestro con sponda sul tabellone e pareggia la partita (poi vinta 140-135) per forzare i tempi supplementari. Un canestro fuori dall’ordinario, un canestro da Re.

I 5 CANESTRI PIÙ ICONICI DI LEBRON JAMES – SCHIACCIATA CONTRO HOUSTON IN MEMORIA DI KOBE BRYANT

LeBron James, come in generale tutti gli amanti del basket, è sempre stato molto legato alla figura di Kobe Bryant. Dopo la sua morte il 26 gennaio 2020, l’ex Miami Heat si è mostrato tra i più commossi durante le celebrazioni allo Staples Center (ora Crypto.com Arena). Qualche giorno dopo la sua morte, esattamente il 7 febbraio 2020, LeBron ha voluto ricreare una schiacciata che fece lo stesso Kobe ben diciannove anni prima. Il Re ruba palla, parte indisturbato in contropiede e piazza una schiacciata all’indietro sullo stesso parquet, nello stesso canestro di Kobe Bryant. Un tributo apprezzato da tutti i tifosi, una schiacciata che verrà ricordata da tutti con un significato particolare.

I 5 CANESTRI PIÙ ICONICI DI LEBRON JAMES – POSTER SU JASON TERRY

Bisogna dire che LeBron James potrebbe riempire le pareti di casa sua con tutti i poster che ha collezionato in carriera, ma probabilmente il più iconico e “cattivo” è quello contro i Boston Celtics nel 2013. I suoi Miami Heat rubano palla e dopo aver ricevuto da Mario Chalmers, Norris Cole alza per LBJ che arriva a schiacciare sulla testa di Jason Terry. Il giocatore dei Celtics prova a saltare per contrastarlo, ma c’è poco da fare. Dopo aver aggiunto alla sua collezione uno dei poster più conosciuti della storia dell’NBA, James guarda per terra il povero Terry, spazzato via dal suo strapotere fisico. Dominante e fisicamente incontenibile sono due definizioni che probabilmente contraddistinguono il Re.

I 5 CANESTRI PIÙ ICONICI DI LEBRON JAMES – BUZZER BEATER NELLA VITTORIA CONTRO I MAGIC NEL 2009

Si poteva mettere il fade-away di questa notte come ultimo canestro iconico, ma sarebbe troppo scontato. La scelta ricade su uno dei buzzer beater più decisivi della carriera di LBJ. Contro Orlando nel 2009, sul punteggio di 95-93 per i Magic con un 1.0 sul cronometro, la palla arriva al Re. La serie di playoff era partita male, sotto 1-0 dopo la prima sconfitta in casa e ci pensa proprio James a pareggiare momentaneamente la serie (poi persa 2-4). Rimessa per i Cavaliers, palla a LeBron che in “catch and shoot” spara da tre punti e sancisce la vittoria dei suoi Cavs per 96-95. Un buzzer beater da ricordare, il primo della sua carriera, per LBJ, nonostante poi la serie si sia conclusa con una sconfitta alle finali di conference.

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Basket

LeBron James nella storia: è il più grande di tutti i tempi!

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LeBron James

LeBron James entra nella storia dalla porta principale, frantumando uno di quelli che possono essere considerati: “record dei record“. 38.387 punti. Un numero straordinario che racchiude in sè un valore ancora più incredibile. Infatti, questa è la cifra di punti segnati da Kareem Abdul Jabbar nella sua carriera in NBA, lunga 20 anni, giocata a cavallo tra anni ’60, ’70 e ’80 con le maglie di Milwuakee Bucks e Los Angeles Lakers. Il momentaneo secondo in classifica, prima di LeBron James, era Karl Malone, fermo a 36.928. Quasi mille in meno!

LeBron James scrive con il pennarello indebile la cifra 38.390. Una cifra provvissoria, ma per ora storica e unica nel suo genere. È lui il giocatore con più punti messi a referto nella storia dell’NBA!

L’occasione è stata la sfida giocata al Paycom Center contro gli Oklahoma City Thunder, che hanno comunque esultato al termine della sfida, vincendo col il risultato di 133-130. Ma la vittoria passa in secondo piano, in questo momento, dopo il canestro che ha fatto la storia. Un tiro da due punti liberandosi dalla marcatura di Kenrich Williams che permette al King di arrivare a quota 38.388 momentanei, prima dell’ulteriore canestro che vale il 38.390 finale. Il tutto, davanti agli occhi di mister “Gancio cielo“, Kareem!

Ovviamente l’obiettivo ora, è quello di frantumare un’altra barriera: quella dei 40.000!

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Basket

Palacio dal calcio al basket, la nuova vita del ‘Trenza’

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Cambia lo sport ma non l’entusiasmo per Rodrigo Palacio, l’argentino comincia la sua nuova avventura nel mondo del basket. Ritiratosi dal calcio giocato dopo la parentesi al Brescia nello scorso anno in Serie B, il Trenza si è subito cimentato in una nuova avventura all’età di 40 anni.

Palacio è sceso in campo nella partita di basket del Garegnano Milano, in occasione di un torneo amichevole. La società cestistica milanese milita attualmente nel campionato di Serie D. L’argentino ex Inter e Genoa ha giocato contro il Basket Trezzano, mettendo a referto 4 punti.

Dopo aver segnato 101 gol in Serie A in carriera e aver fatto cantare i tifosi con la palla tra i piedi, per Palacio adesso è giunto il momento di rimettersi in gioco con la palla tra le mani.

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Basket

DAZN si allarga: arrivano la Serie C e la Serie A di Basket

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Peluso

Come riportato sui propri canali social, Dazn allarga i propri orizzonti inglobando ElevenSports. Arriveranno la Serie C e la Serie A di Basket.

NOVITÀ SU DAZN

Dazn assorbe e ingloba ElevenSports all’interno della propria piattaforma. Pare che fosse tutto confermato dallo scorso 25 agosto.

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