Esiste uno stadio la quale metà campo divide esattamente i due emisferi. Per scoprirlo, non dobbiamo che trasferirci nella patria del calcio: il Brasile. Per essere precisi, nel nord del Brasile, nello stadio di Amapà. In questo stato alla foce del Rio delle Amazzoni e al confine con Guyana Francese e Suriname, esiste lo Zerão, lo stadio della città di Macapà, in cui la linea di metacampo è scandita dall’Equatore.
In realtà il nome ufficiale è Estádio Milton de Souza Corrêa, anche se in passato non è stato l’unico nome dell’impianto. Inizialmente, nel 1990, anno in cui lo stadio è venuto alla luce, si denominava stadio Ayrton Senna, e solo nel 1994 ha ottenuto il nome con cui è oggi ufficialmente ricordato. Ma per tutti è lo Zerão, “Il grande Zero“, in riferimento proprio alla latitudine alla quale è orientato.
Ed il popolo della città di Macapà fa di tutto per fregiarsi di questo piacevolissimo merito. Come dimostra il Monumento do Marco Zero (il nome deriva dall’inglese Mark “0“), un monumento posto all’esterno dello stadio, dal quale parte una linea disegnata sul terreno che intende indicare l’ideale passaggio “immaginario” dell’Equatore.
Lo stadio ha vissuto una doppia vita. Eretto nel 1990, è stato abbandonato nel 2007. Poi, il mondiale in Brasile, previsto per il 2014, ha rimpolpato casse della nazione. Ed ha permesso all’impianto di risorgere, grazie ai fondi stanziati per l’evento. Tra le modifiche più importanti si segnalano un impianto luci all’avanguardia, la nuova pista di atletica e la tribuna centrale con seggiolini con i colori della bandiera dello stato di Amapà.
UNA PARTITA TRA DUE EMISFERI
La cosa ironica è che l’Equatore “attraversa” non solo il campo del piccolo impianto di Macapà (la capienza massima si aggira attorno ai 10 mila posti), ma taglia in due anche la tribuna, da cui è possibile assistere al match. Il che vuol dire che sia giocatori, sia tifosi, possono scegliere in che emisfero giocare…o assistere alla partita.
Il fischio di inizio viene battuto in un punto che sta perfettamente lungo la linea dell’Equatore. Poi, il match si disputa alternativamente tra emisfero australe ed emisfero boreale. Un rinvio, una verticalizzazione, o anche un semplice duello a centrocampo trasporterebbe il gioco da Nord al Sud del mondo. E viceversa!
Di conseguenza, seppur qui il clima sia sempre oscillante tra i 20º e i 32° e non esista il freddo, di fatto le due metacampo sono esposte in due stagioni diverse. Se si gioca in agosto, infatti, nella metacampo a Nord è estate e nella metacampo a Sud è inverno. Se da un lato è autunno, dall’altro è primavera. E via dicendo.
Una caratteristica che sembra riequilibrare totalmente ogni possibilità di differenze. Qui tutto è diverso, ma perfettamente equo. Ed infatti, lo scrittore uruguayano Eduardo Galeano, intervistato alla Rai, ha definito lo Zerão come il teatro della giustizia assoluta. “Macapà è l’unico posto al mondo dove Nord e Sud si misurano in parità di condizioni“. O almeno questa era la metafora poetica con cui Galeano voleva dipingere un impianto che, inevitabilmente, è destinato ad essere iconico. E fare la storia!