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La strana stagione dell'Espanyol: dal Paradiso all'Inferno

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La strana stagione dell’Espanyol: dal Paradiso all’Inferno

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Il calcio a volte regala storie che hanno davvero dell’incredibile.

L’Espanyol è una di queste: una squadra capace di raggiungere i sedicesimi di UEL e retrocedere nello stesso anno. La storica compagine catalana si è ritrovata immersa nella lotta per non retrocedere fin da subito, anche se le ambizioni erano ben diverse.

Dopo ieri sera, infatti, a causa della sconfitta contro il Valencia, l’Espanyol è matematicamente retrocesso in Segunda Divisìon. Anche se le radici del problema sono da cercare ben più in profondità.

I SOGNI DI GLORIA

Partiamo dall’inizio. Nella stagione 2018/2019 l’Espanyol allenato da Rubi, un allenatore dalle vedute moderne, arrivò settimo, garantendosi l’accesso ai preliminari di Europa League. Dopo l’undicesima posizione della stagione precedente, si decidette di investire con cura per rafforzare la squadra. Dal Celta Vigo arrivò Borja Iglesias, che a fine anno si rivelerà il capocannoniere con 17 gol. Ci fu, inoltre, uno smaltimento della rosa, di quei giocatori non funzionali al gioco: Jairo, Gerard Moreno e persino Pau Lopez furono venduti. Il sentimento comune era la fiducia nell’allenatore, ma anche un po’ di timore: la società stava rischiando, la rivoluzione ormai era cominciata. Nonostante una difesa non blindatissima, grazie alla vittoria all’ultima giornata contro il Real Sociedad, il settimo posto è assicurato. Con il suo gioco pragmatico, improntato sull’attacco laterale, Rubi ha avuto il suo momento di gloria. Tenere dietro in classifica squadre come Betis e Athletic Bilbao, è un segnale della buonissima stagione di Diego Lopez e compagni.

FALLIMENTO E DELUSIONE

A Barcellona tra i tifosi dei Los Periquitos c’era il sentore di poter compiere una grande stagione. In panchina, però, arrivò Gallego poichè Rubi ha accettato la corte del Betis. L’annata, infatti, inizia nel migliore dei modi: la squadra supera agevolmente i tre turni preliminari di Europa League. In Liga il cammino è accidentato, infatti dopo 5 partite sono solamente 4 i punti conquistati. Fin dall’inizio è chiaro che si sia rotto qualcosa nella squadra, le cessioni di Iglesias e Hermoso hanno fortemente indebolito la rosa. A Gallego poi succedettero Machin, Abelardo e, per ultimo, Rufete, ma nessuno di questi riuscì ad invertire la rotta. Vedendo giocare l’Espanyol risulta chiaro come manchi la verve offensiva, il capocannoniere è De Tomas con solamente 4 gol. In Europa League, nonostante tutto, riuscì a superare il girone con facilità, con 3 vittorie, 2 pareggi e una sola sconfitta. A febbraio, però, il Wolverhampton si liberò dell’Espanyol ai sedicesimi con un netto 4-0 in Inghilterra. Un altro dato emblematico sono i successi maturati in casa: 2 in questa stagione contro gli 11 della scorsa. Per una squadra con un tifo così caldo il fattore campo dovrebbe essere un punto favorevole, non un problema. L’Espanyol, inoltre, non ha mai dato l’impressione di rialzarsi davvero, tanto che delle 37 giornate giocate finora, ben 22 le ha disputate da ultima in classifica. Un crollo verticale, di cui tutti hanno colpe. Squadra, allenatori, società. Adesso si deve ricominciare da zero, un progetto diverso. La storia e la tifoseria di questo club non meritavano questo epilogo, ma dovranno essere i fattori scatenanti per la risalita immediata della squadra catalana.

(Fonte immagine in evidenza: profilo IG @rcdespanyol)

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Mazzarri commenta la sconfitta col Real: “Abbiamo creato occasioni per vincerla”

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Le parole di Walter Mazzarri, tecnico del Napoli, dopo la sconfitta 4-2 in casa del Real Madrid. Sfuma la vittoria al ritorno in Champions dopo undici anni per l’allenatore azzurro. I gol di Simeone e Anguissa non sono bastati contro la formazione di Ancelotti.

Queste le parole a Prime Video:

LA PARTITA – “Prima di prendere il 3-2 avevamo creato delle occasioni per vincerla. Sono contento della prova in generale, ma bisogna fare più attenzione. Sapevamo che il Real è micidiale in ripartenza e dovevamo essere attenti a non farli ripartire. Avevo la sensazione che potessimo andare in vantaggio“.

ABBRACCIO AL GOL DI ANGUISSA – “Io da quando sono arrivato ho trovato un gruppo eccezionale, molto unito. Penso che si possa fare davvero bene con loro“.

OSIMHEN – “Il cambio era programmato. Il dottore mi aveva detto che aveva 20′ con l’Atalanta e oggi pensavamo di fargli fare un tempo per recuperarlo definitivamente con l’Inter. L’inserimento è stato graduale, siamo stati obbligati“.

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FLASH – Rimonta super dell’Inter: da 3-0 a 3-3 al 70′ con il Benfica

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Juventus-Inter

Sembrava tutto apparecchiato per una deludente serata dell’Inter, ma la squadra di Inzaghi, dopo i tre gol subiti dal Benfica con la clamorosa tripletta di Joao Mario, si è rimessa in sesto e ha pareggiato i conti nel secondo tempo. Prima un gol di Arnautovic, su sviluppi da corner, a sfruttare la torre di un compagno. Poi il gran gol di Frattesi, al volo, da cross di Renato Augusto. E poi il pareggio di Sanchez su rigore, per fallo della difesa portoghese sul subentrato Thuram. A meno di 20′ dalla fine la partita è ora tutta aperta. Clamorosa rimonta dell’Inter che punta la vittoria e il primo posto del girone.

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Tripletta storica di Joao Mario contro l’Inter: l’ultimo episodio uguale è del 1961!

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Dopo i due gol in 13′, in cui è complice tutta la retroguardia dell’Inter e soprattutto Asllani nel secondo gol, Joao Mario non si è fermato ed ecco la tripletta alla sua ex squadra al 34′. Difesa dell’Inter ancora molto disattenta nel frangente, con il cross di Tengstedt che non viene ostacolato da nessun nerazzurro e il portoghese è libero di appoggiare in porta con il petto.

Dato il pareggio momentaneo del Real Sociedad col Salisburgo, ora l’Inter sarebbe seconda in classifica e costretta a vincere contro gli spagnoli all’ultima giornata della fase a gironi.

Per la cronaca, l’Inter non subiva una tripletta in Champions League dalla famosa tripletta di Gareth Bale in Inter-Tottenham 4-3 del 20 ottobre 2010. E addirittura, non subiva una tripletta da un ex nerazzurro dall’aprile 1961, quando Sergio Brighenti segnò tre gol nel Sampdoria-Inter 4-2.

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FLASH – Avvio shock dell’Inter col Benfica: doppietta dell’ex Joao Mario e 2-0 in 10′

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Dimarco

Avvio shock dell’Inter a Lisbona contro il Benfica nella quinta giornata della fase a gironi di Champions League. L’Inter, schierata da Inzaghi con un ampio turnover, non è ancora pienamente entrata in ritmo partita e l’ex Joao Mario ringrazia, segnando una doppietta in appena 10′. Prima con un bell’inserimento in area su sponda di Tengstedt, dopo sfruttando un brutto errore in disimpegno di Asllani al limite dell’area: troppo facile poi insaccare di prima da dentro l’area.

Ora i nerazzurri devono necessariamente trovare una quadra per perseguire l’obiettivo primo posto nel girone.

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