Dejan Stankovic è chiamato ad una vera e propria impresa con la Sampdoria. Il club blucerchiato è gravato, oltre che da una situazione in classifica estremamente complicata, anche da vari problemi societari. Tuttavia, le ultime prestazioni fanno ben sperare. Contro la Juventus i ragazzi di Stankovic hanno dato prova di orgoglio e compattezza, facendo soffrire per gran parte della gara la squadra di Allegri. Invece, nell’ultimo match casalingo la Sampdoria ha battuto 3-1 l’Hellas Verona.
Il tecnico serbo è stato intervistato dal Corriere dello Sport. Stankovic ha parlato della sua esperienza alla Sampdoria, rivelando il messaggio che gli aveva mandato Sinisa Mihajlovic.
ESPERIENZA ALLA SAMP – “Non ho paura dell’insuccesso, niente mi spaventa. In carriera ho vinto tanto e perso… ma vuoi chiedermi della Sampdoria, di questa sfida. Naturalmente prima di accettare avevo parlato con Sinisa, conoscevo la situazione della società che era delicata a 360 gradi. “Mettiti sotto e fai meno cazzate che puoi” il suo messaggio, un classico. Sono sicuro che mi sarei pentito se non avessi affrontato questa avventura. Ho 44 anni, anche se dovesse finire male sarei ugualmente rispettato”.
RAPPORTO CON SINISA – “Compagno, amico, era il mio riferimento in qualsiasi situazione. Ostinato anche. Quando si metteva in testa una cosa, giusta o sbagliata che fosse, tirava dritto. Sinisa era diretto, positivo. E, dopo un errore, aveva una straordinaria capacità di recupero. Verso gli altri e anche verso se stesso. Mi manca, manca nel mio mondo, era la vita anche se non posso paragonare il mio dolore a quello di Arianna e dei bambini”.
MOURINHO – “Lo stimo tantissimo. Arrivò all’Inter che avevo già trent’anni e pensavo di aver dato tutto, anche nel privato. José riuscì a migliorarmi di quel 20, 30 per cento che non sapevo di possedere. Non ci siamo più persi di vista, lo sento ancora oggi, gli chiedo consigli ci scambiamo pareri è un uomo e un allenatore intelligente e con capacità non comuni. Lui allena tutti. Giocatori, dirigenti, staff, media, tifosi. Li allena, non li manipola. È empatico, coinvolgente. Proprio come Sinisa, divide. Zero compromessi: o gli stai alla larga oppure lo stimi profondamente. Penso che qualcuno non abbia ancora percepito la grandezza di José. O non la voglia accettare”.
STELLA ROSSA – “Alla Stella Rossa perdevo ogni tanto, molto poco… Esiste una bilancia, due piatti, da una parte le vittorie, dall’altra le sconfitte. Quando riesci a ridurre la distanza tra i due piatti, non dico allinearli, capisci di essere cresciuto”.