È stato un sospiro di sollievo il goal di Barella in pieno recupero? Fino a un certo punto. Di preoccupazione, di sicuro. Perché l’Inter con questo debutto in Champions League si è complicata e non poco la vita: ricordate il girone dell’anno scorso? L’Inter alla prima giornata aveva rimontato tutto nel tempo addizionale e ieri sera è emersa la speranza di déjà vu, infrantasi poi sulla gran parata del portiere ceco sul colpo di testa di Lukaku (il quale si trovava in fuorigioco).
CAMPO DEI MILLIMETRI
Il girone dello scorso anno è paragonabile a quello di quest’anno: più difficile o più facile siamo nel campo dei millimetri, ma di sicuro è iniziato male per l’Inter con il pareggio in casa contro la cosiddetta “squadra materasso”. Allora fu l’ultima partita, oggi il pareggio con lo Slavia Praga arriva alla prima ed è meglio così,perché c’è tempo per recuperare. Ma se già ai nastri di partenza la missione dell’Inter era di quelle molto molto complicate, adesso diventa una vera impresa.
Innanzitutto questo pareggio con lo Slavia ci insegna una cosa fondamentale, una cosa da non dimenticarci mai: in Champions League non esistono partite facili, tutti gli avversari sono di massimo livello. E infatti l’Inter, che era riuscita ad affrontare abbastanza bene le prime tre partite di campionato contro Lecce, Cagliari e Udinese, con lo Slavia Praga non ce l’ha fatta.
UN GRANDE SLAVIA
Un ottimo Slavia Praga, uno Slavia Praga che non è assolutamente una squadra parvenu o improvvisata, è una squadra che lo scorso anno ha fatto un grandissimo percorso in Europa League, ha eliminato il Siviglia, ha dato grande battaglia al Chelsea nei quarti di finale, ed è per questo una formazione da rispettare e che si fa rispettare. Da sottolineare la grande aggressività messa in campo, oltre che l’organizzazione e la statura psicologica di dire “vado a San Siro a proporre il mio gioco senza niente da perdere”. E non solo lo Slavia è andato molto vicino a vincerla la partita perché ha sbloccato e ha avuto anche due grosse occasioni per raddoppiare, ma questo punto può anche servire a corroborare il sogno di prendersi il terzo posto e proseguire in Europa League. Squadra vera lo Slavia Praga, squadra brutta l’Inter vista in questa prima europea.
CHE INTER ABBIAMO VISTO?
È un Inter che è parsa fin da subito un po’ troppo leggera, come se – anche se non può essere frutto di una scelta vista la presenza di un allenatore come Antonio Conte – avesse inserito una sorta di modalità di risparmio energetico, di gestione fisica dopo gli impegni di inizio stagione e anche di gestione mentale visto il grande impegno di sabato: il derby.
L’Inter non è stata la squadra focalizzata, precisa, determinata e tagliente delle prime tre giornate di campionato. É stata una squadra che ha cambiato rispetto alla gara con l’Udinese, con Godin che ha lasciato il posto a D’Ambrosio e l’entrata di Gagliardini mezz’ala al posto di Barella e, sopratutto, al posto di Vecino che continuo a pensare sia un giocatore cardinale per il tipo di squadra che schiera Antonio Conte. Poi è tornato Lautaro davanti dal primo minuto con Lukaku che ha avuto diverse occasioni e non sempre è stato fortunato.
L’Inter è andata subito un po’ in difficoltà sulla pressione dello Slavia ma ha dato quantomeno l’idea di poter gestire la partita. Ripeto: non c’è mai stata la sensazione di un controllo assoluto, di una possibilità di andare ad incanalare il match, ma pian piano arrivavano le occasioni, poche situazioni di rischio all’interno di un primo tempo comunque non soddisfacente ma che aveva dato l’impressione che sul lungo i nerazzurri potessero portarla a casa.
Fonte: profilo Instagram Inter
Ed invece sul lungo sono arrivati problemi: perché appunto nel secondo tempo lo Slavia ha fatto decisamente meglio dell’Inter, un’Inter che è poi rientrata in partita con il goal di Barella frutto della voglia di rimanere aggrappati a questa competizione. Il gol è nato da una bella penetrazione di Politano , finalmente un’iniziativa individuale. Un’Inter che non c’è stata sia sul piano corale della manovra ma neanche sul piano delle responsabilità individuali, raramente si è visto un dribbling o una giocata rischiosa, un impeto di personalità. Lo ha fatto Politano che si è preso la punizione che Sensi ha disegnato sulla traversa con Barella che ha trasformato nel goal dell’ uno a uno che non risolve le cose ma perlomeno evita danni.
COSA PREOCCUPA
É questo che preoccupa dell’Inter, il fatto che non ci sia stata la risposta da parte della squadra e, ripeto, neanche da parte dei singoli. Entra un discorso di condizione perché è lampante come Lukaku sia forse attorno al 50% del proprio potenziale, lo stesso Lautaro ha questo problema: ha avuto tre occasioni, secondo me è stato anche attivo e brillante nella partita e la sua uscita può essere interpretata in chiave derby, anche se in quel momento prendere una decisione in chiave derby non sarebbe in stile Conte. Ma ripeto, anche lo stesso Lautaro, che ha avuto tre occasioni ed è stato un filo sfortunato, è stato anche impreciso, lo si è visto cercare di alzare i giri del motore senza avere la perfetta coppia, non riuscire a trovare il sincronismo i giri del motore e quelli del ruote. É stato un pochino confusionario e si è preso il solito giallo di frustrazione.
Ora, anche se con cinque partite da giocare non si può dare nulla per scontato, per l’Inter la Champions diventa un problema. Perchè ora bisognerà fare punti fuori e non sbagliare in casa dove arriveranno il Barcellona e il Borussia Dortmund.
Già lo si vedeva quando si sono fatti i gironi: la doppia sfida con il Borussia definirà il destino dell’Inter. Questa è una bella mazzata per la Champions ma anche per gli impegni che arrivano in campionato perché sabato c’è il derby e potrebbe essere da una parte la partita giusta per rimettersi nel carrarmato per ritrovare l’emozione, la spinta, la rabbia. Ma dall’altro è una partita che può essere doppiamente complicata perché anche l’ambiente un filo risentirà di questo stop, ed è molto strano e difficile arrivare a dare un’importanza del genere ad una partita giocata alla metà di settembre, però il risultato è inevitabilmente importante: per ciò che si è detto prima del match sulla squadra nerazzurra, arrivata la Champions le cose cambiano e qualche dubbio sopito in estate torna a bussare: come la fisicità del centrocampo dell’Inter.
Sensi è stato straordinario nelle prime tre partite ed è stato risolutivo anche in questa, ma in Champions è un altro mondo e la mancanza di muscolo si fa sentire. L’Inter non è mai riuscita a forzare il blocco del centrocampo dello Slavia Praga, mai riuscita a prendere il sopravvento né a cambiare ritmo. Non penso sia un discorso di condizione fisica, perchè l’Inter che sta bene nonostante la mancanza di qualche dettaglio, ma un discorso di conformazione: per questo dicevo che Vecino diventa un fattore importante in quanto è quello che unisce imprevedibilità tattica, capacità di inserimento, centimetri, forza fisica in mezzo al campo e anche qualità tecniche per giocare a questi livelli.
IN VISTA DEL DERBY
Sono praticamente certo che, a meno di problemi, Vecino giocherà da titolare il derby e poi ci saranno da fare altre scelte: Sanchez non ha visto il campo, evidentemente è ancora fuori condizione, ma nel derby diventa quasi logico pensare di puntare su di lui, anche se non credo dal primo minuto visto che la coppia Lautaro – Lukaku mi sembra quella più lanciata. Però Alexis Sanchez dovrà recitare un ruolo, come lo reciterà per tutta la stagione Politano. La sua sgasata ha offerto a Sensi la punizione da cui è nato il pareggio e nel corso della stagione potrà offrire questo tipo di riscontri. Poi c’è da migliorare globalmente: la difesa è stata piuttosto svagata, Handanovic è stato messo in difficoltà più di una volta e lo stesso goal dello Slavia vede un’opposizione lenta della retroguardia nerazzurra.
Per l’Inter questo è un brutto risveglio da quello che sembrava un bel sogno, ma è solo l’inizio. Ci sono altre cinque partite da giocare, c’è un derby che può cancellare questo avvio decisamente negativo. In Champions League c’è però un problema: il girone è diventato ancor più difficile da passare, per cui d’ora in poi ci vorrà un Inter da super impresa.
(Fonte immagine di copertina: profilo Instagram Inter)
Uscito anzitempo nella gara contro la Sampdoria lo scorso 22 gennaio a causa di un infortunio, il rientro in campo di Gerard Deulofeu è adesso un rebus. Il classe ’96, con ogni probabilità, come riportato dall’Udinese, dovrà sottoporsi nelle prossime settimane ad un nuovo intervento chirurgico per risolvere il problema al ginocchio. Adesso, però, dalle parti di Udine si interrogano riguardo i tempi di recupero dall’infortunio, ed una delle domande che più prolifera è quella relativa alla data del ritorno sul rettangolo verde dell’ex Everton e Watford.
In merito a ciò, si è espresso ieri il tecnico dei bianconeriSottil in conferenza stampa, in seguito alla sconfitta contro il Torino. Questo il pensiero dell’allenatore dei friulani su Deulofeu:
PREOCCUPAZIONE – “Quando siamo andati sotto la squadra ha chiaramente reagito cercando di riacciuffare il pari attraverso il gioco. Ma siamo alle solite e in questo momento siamo un po’ in emergenza perché abbiamo perso Deulofeu, Nestorovski e Pereyra e quindi non c’erano tante alternative. Spero e mi auguro che rientrino, ma Deulofeu non credo”.
Juventus-Fiorentina non è mai una partita qualunque. Da decenni ormai aleggia la rivalità tra queste due squadre, alimentata anche dal fatto che molti giocatori hanno vestito entrambe le maglie. Anche sugli spalti, gli animi sono sempre tesi. Di seguito, il comunicato ufficiale della Curva Fiesole che riguarda la partita Juventus-Fiorentina, in scena all’Allianz Stadium domenica alle ore 18.
IL COMUNICATO-“I gruppi organizzati della Curva Fiesole comunicano che non parteciperanno alla prossima trasferta a Torino. Non accetteremo mai le condizioni imposte da chi da sempre rappresenta il male assoluto del calcio. Non pagheremo mai queste cifre folli per assistere al loro sporco spettacolo. Non saremo mai disposti a iscriverci al sito ufficiale della Juventus, come esplicitamente richiesto per acquistare i biglietti. Rivolgiamo pertanto un invito a tutti I Tifosi Viola a boicottare la trasferta di Torino. È arrivata l’ora di dare un segnale forte ai “padroni” che hanno fatto di questo sport un business”.
Il grande rebus di oggi in casa Milan è legato a Leao. Prestazioni in declino rispetto a quanto visto nell’ultimo anno, ma il portoghese è sempre stato irrinunciabile negli 11 titolari di Pioli. Tuttavia, in vista del derby la possibilità per il fuoriclasse di andare in panchina è sempre più concreta. Ha parlato di questo Paolo Condò a Sky Calcio – L’originale: “Non capirei un’esclusione di Leao. Piuttosto cambio sistema di gioco e metto la coppia Giroud-Leao davanti. In questo periodo non sta giocando bene ma è sempre il tuo giocatore migliore”.
L’ultima vittoria del Milan è datata 4 gennaio e porta la firma proprio di Leao. Da quel momento solo pareggi e sconfitte di larga scala, come con il Sassuolo e la Supercoppa. Bisogna cambiare rotta, il prima possibile. Ragion per cui la scelta di Pioli che potrebbe veder Leao in panchina sembra un azzardo. Resterà da capire se da jolly da usare in pieno corso della partita potrà essere un fattore importante.
La Lazio sta vivendo un ottimo periodo sotto la guida di Sarri. I biancocelesti sono attualmente al quarto posto in classifica e possono potenzialmente raggiungere il terzo o quarto posto con una vittoria oggi contro il Verona, in base anche all’andamento del derby di Milano. La sconfitta in Coppa Italia contro la Juventus non cancella quando di buono fatto in questo periodo, con i ragazzi di Sarri in piena corsa sia per la Conference League che per la zona Champions.
L’entusiasmo si sta facendo sentire, tantissimi tifosi laziali si dicono soddisfatti del lavoro del proprio comandante. E dopo quella di Lecce e Reggio Emilia, si avvicina la terza trasferta consecutiva sold-out per i biancocelesti. Secondo quanto riportato da Il Messaggero, sono al momento 1448 su 1781 i biglietti acquistati, ragion per cui nelle prossime ore ci si aspetta un acquisto di quelli rimanenti, registrando un tutto esaurito. Segno della grande fiducia verso la squadra che è competitiva su tutti i fronti.
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