ESCLUSIVE
Stefano Borghi a Numero-Diez:” Ronaldo alla Juve si gestirà. Griezmann è pronto”

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5 anni fa:
Da anni Stefano Borghi è una delle voci più importanti del calcio internazionale, cantore della Liga di Messi e Ronaldo e già esperto di calcio sudamericano. In un’intensa estate fra il Mondiale vinto dalla Francia e il colpo del secolo Cristiano Ronaldo, ecco cosa ha raccontato Stefano Borghi in esclusiva a Numero-Diez.
D: Stefano, che giocatore trova la Juventus con Ronaldo? Nello scorso campionato ha giocato 27 incontri su 38 ed è vicino ai 34 anni …
“Si Ronaldo compirà 34 anni e febbraio ma è un giocatore che nonostante l’avanzare dell’età ha dimostrato stagione dopo stagione di essere sulla cresta dell’onda. Anche la scorsa stagione è andato oltre la media del gol a partita. E’ uno che sposta gli equilibri. Chiaro che per la sua condizione – quindi l’avanzare dell’età – deve iniziare a gestirsi. Nelle ultime stagioni è partito con numeri più umani per poi accelerare nell’ultima parte di stagione quando le partite contano di più. E’ normale che non giocherà tutte le partite del campionato e che nelle trasferte più abbordabili tirerà il fiato. E’ una cosa che lo ha convinto a fare Zidane negli ultimi due anni. Bisogna vedere come si presenterà a Torino: se avrà la volontà di seguire questo piano o tornerà a essere il Ronaldo “bulimico” che è sempre stato. Ma una cosa è certa: i dubbi sulla sua carta d’identità sono spazzati via da quello che ha fatto vedere.”
D: A questo punto sorge una domanda di carattere tecnico: come si integreranno Ronaldo e Dybala. L’argentino può considerarsi il giocatore più tecnico e talentuoso della Juve, quale sarà il rapporto col fenomeno portoghese ?
“Possono convivere benissimo. Sono due giocatori che sono abituati a giocare negli ultimi trenta metri e vogliono sempre la palla per se; sono abituati a essere al centro dell’attenzione e della manovra. Ci sarà molto materiale per Allegri su cui lavorare. Ronaldo ha avuto un’evoluzione sia tecnica che tattica, passando a essere sempre più un attaccante che un’ala, e in questo senso, più che un numero nove, penso che Ronaldo sia una straordinaria e migliore in assoluto seconda punta nel panorama calcistico mondiale. Questo lo ritengo personalmente un bene perchè la seconda punta era un ruolo che stava un po’ scomparendo e grazie a Zidane è stato riproposto a grandi livelli. Facendo un po’ di Fantacalcio, vedo una Juventus con un centravanti vero che si metta al servizio della seconda punta (Cristiano Ronaldo) così come faceva Benzema al Real Madrid – unito a un giocatore di fantasia che è appunto Dybala. Cercare insomma di riproporre la traccia del Real Madrid di Zidane con il fantasista Isco, il centravanti Ronaldo e in aggiunta un altro attaccante che potevano essere Bale o Benzema. C’è da dire che Dybala è un fantasista diverso rispetto a Isco, ma le condizioni per interagire con Ronaldo ci sono. Ovvio che è Dybala che deve fare un passo avanti più che Ronaldo: non è lui che deve cambiare modo di giocare e sarà dunque l’argentino che dovrà cambiare qualcosa nel suo modo di giocare.”
D: Passiamo ai Mondiali e al Sud America. Quali sono stati gli errori rispettivamente di Argentina e Brasile ?
“L’errore dell’Argentina non è stato solo in questo Mondiale. E’ qualcosa che si perpetua da qualche anno ed è un caos dirigenziale che, inevitabilmente, si riflette poi su tutto. L’altro errore che si continua a fare è quello di pensare che Messi possa sempre risolvere le cose da solo. Neanche il migliore di tutti può farcela. Personalmente vedo più colpe negli altri nonostante Messi stesso abbia deluso. Però insomma, sono gli altri che devono essere in grado di mettere in condizione Messi di poter essere risolutore. Per quanto riguarda il Brasile credo che un ruolo importante lo abbiano recitato gli infortuni: se la squadra non avesse avuto problemi fisici probabilmente sarebbe riuscita ad arrivare in finale. Poi c’è stata una rivelazione su tutte, ovvero, che mentre tutti si aspettavano Neymar quale giocatore al centro del Brasile, sorprendentemente il pilastro fondamentale è stato Casemiro. E in questo senso, il ruolo del mediano si è già visto nella più grande squadra di club del mondo (il Real Madrid, ndr). Nello specifico, Casemiro salta per squalifica la partita col Belgio e Brasile che si scioglie nel primo tempo, lasciando spazi in contropiede per la squadra dai Martinez. Ma vorrei precisare una cosa: bisognerebbe stare attenti nel giudicare il Brasile come di una fragorosa delusione. E’ vero che tutti si aspettavano la squadra di Tite in finale o in semifinale ma sono usciti ai quarti, e sono convinto che già a partire dalla prossima competizione potrà essere la favorita insieme alla Francia.”
D: Sempre per rimanere in tema Mondiale e nello specifico della Francia: Griezmann è da Pallone d’oro ?
“Bisogna metterci d’accordo: se il Pallone d’oro deve premiare il migliore al mondo allora la cosa rimane sempre fra Messi e Cristiano Ronaldo. Se invece è una gratificazione per chi ha disputato la miglior stagione allora io credo che Griezmann sia il candidato numero uno in assoluto. Sotto tutti i punti di vista, Griezmann è stato l’uomo più importante della Francia anche se le copertine se le è prese spesso Mbappe. Ha sempre risposto nei momenti determinanti: Griezmann è stato il giocatore che sommando gol e assist ha reso numericamente di più alla Francia. In più ha giocato una stagione straordinaria in cui ha vinto un Mondiale, ha vinto l’Europa League con l’Atletico Madrid, è stato l’anima dell’unica squadra che è riuscita ad avere un contraddittorio col Barcellona nella Liga (arrivando tra l’altro davanti al Real Madrid). In più è un giocatore che ha dimostrato di avere valori antichi oltre che a delle propensioni molto moderne visto che ha rifiutato il Barcellona. Griezmann si può considerare a tutti gli effetti arrivato nel gotha dei giocatori più forti in assoluto. Quindi se si vuole premiare il miglior giocatore della stagione premiare Griezamnn non sarebbe assolutamente sbagliato.”
D: Chiudiamo con i giovani. C’è un giocatore in particolare che hai seguito e vorresti vedere in Italia ? O comunque delle promesse pronte al gran calcio in Europa ?
“Guarda, personalmente ritengo che la generazione 2000 dei calciatori brasiliani sia veramente interessante. Vinicius è andato al Real Madrid, Paulinho del Vasco da Gama è andato al Bayer Leverkusen ed è un peccato (che non siano arrivati in Italia, ndr) perchè sono dei talenti con gran prospettive e sono molto curioso di vederli in Europa. Però se parliamo di giocatori già pronti io ho una predilezione spiccatissima per Cristian Pavon del Boca Juniors. E’ un giocatore che mi piace tantissimo ed è un segnale importante che abbia rinnovato col Boca; appena arriverà in Europa farà parlare molto di se. Poi c’è un giocatore che ha moltiplicato il suo valore col Mondiale ed è Lozano del Messico. E’ assolutamente un colpo da fare oggi e ha fatto passi importanti.”
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ESCLUSIVE
ESCLUSIVA – Il Dott. Danilo Casali parla dei falsi “infortuni psicologici”

Pubblicato
12 ore fa:
Marzo 26, 2023
Abbiamo avuto l’onore di poterci confrontare nuovamente con il Dott. Danilo Casali, esperto di prevenzione infortuni muscolari in ambito sportivo.
Ci ha parlato di quelli che ad oggi sono etichettati impropriamente come “infortuni psicologici” e ci ha
portato due esempi lampanti che si sono verificati negli ultimi mesi, ovvero il caso di Nico Gonzalez e quello
di Paul Pogba, ma i casi sono molto più frequenti.
Entrambi sono accomunati dal fatto di aver subito un nuovo infortunio muscolare effettivo, dopo che erano
state fatte ipotesi di problemi psicologici, mentali, nel loro difficoltoso periodo che li ha tenuti lontani dal
campo. Premesso che le implicazioni psicologiche di un individuo che soffre per un problema, sono individuali ed in
rapporto al proprio vissuto, questi riferimenti servono unicamente a far capire come, utilizzando la
giustificazione psicologica, ci si allontani dalla ricerca delle cause effettive ancora presenti nel generare
infortuni e recidive.
Nello specifico caso di Gonzalez, prima della convocazione per i Mondiali, lo staff la società avevano
ipotizzato un infortunio “mentale” per il loro atleta, insinuando un volontario atteggiamento frenato per non
rischiare altri problemi in vista dell’imminente torneo in Qatar.
Il velocista argentino fu convocato ma poi lasciò il ritiro della nazionale prima del Mondiale per un infortunio di secondo grado insorto in allenamento.
Per Pogba, dopo un periodo lungo di assenza per la riabilitazione al ginocchio e quando il suo rientro
sembrava imminente, è giunto un nuovo rinvio che ha lasciato perplesso anche l’allenatore. Sulla stampa
qualcuno ha ipotizzato un infortunio psicologico anche per il francese, riferendosi a fonti vicine alla squadra.
Purtroppo, il centrocampista bianconero, ha subìto un nuovo infortunio muscolare documentabile con gli esami del caso, ovvero un problema reale tutt’altro che psicologico. Come per N.Gonzalez: “Ѐ ampiamente noto che in medicina, quando un individuo lamenta problemi che non trovano conferma negli esami, venga chiamata troppo frettolosamente in causa la sfera psicologica/psicosomatica. Accade per un mal di schiena, per un mal di testa ricorrente e
per molti altri disturbi. Il fatto che gli esami non possano “fotografare” certi disturbi funzionali,
ovvero perturbazioni sul funzionamento corretto, porta a queste conclusioni molto spesso
totalmente prive di fondamento”.
L’OPINIONE DEL DOTT. CASALI
“Un atleta professionista come altri individui è soggetto a problematiche disfunzionali silenti, salvo
il fatto che quando deve spingere al massimo in allenamento e competizione, può rilevare
percezioni fastidiose durante qualche movimento o dolori accentuati post-attività, anche a fronte di
allenamenti non intensi, che lo inducono a stare in allerta: con netta riduzione delle potenzialità.
In qualsiasi auto moderna, la centralina elettronica inibisce la potenza se rileva qualche dato
problematico proveniente dai vari sensori.
Il corpo è dotato degli stessi meccanismi ed un atleta di alto livello, che quotidianamente si allena
ascoltandosi, è indubbiamente molto più affidabile nel percepire questi alert. Tutti gli allenamenti
neuromuscolari effettuati, oltre alle altre finalità, perfezionano indirettamente questa capacità. E’
quindi paradossale che qualcuno, sicuramente informato dallo staff sanitario/atletico, faccia queste
ipotesi quando non riesce a comprendere tutte le cause che incidono nel generare infortuni
muscolari frequenti.
Dopo infortuni e ricadute sarebbe normale per chiunque avere quel minimo di timore/paura nel
ritornare in campo, ma le notizie sopra confermano sistematicamente come il problema infortuni
muscolari sia riconducibile non solo ai ritmi intensi imposti dal calendario, ma anche a questa zona
d’ombra presente nelle procedure di valutazione medica, alla quale sfuggono le cause
biomeccaniche alla base degli infortuni indiretti (senza nessun trauma/contrasto).
Come spiegare altrimenti le recidive che insorgono al ritorno in campo, o durante la stessa fase di
riabilitazione, accadute in questi mesi a più atleti (ad esempio Maignan e Lukaku)? Essendo già stati
fermi per il loro recupero, non possono certo essere vittime delle partite ravvicinate”.
ESCLUSIVE
ESCLUSIVA – Valerio Casagrande: “Per il Parma nel presente investimenti e capitale, nel futuro un modello autosostenibile”

Pubblicato
15 ore fa:
Marzo 26, 2023
Abbiamo avuto il piacere e l’onore di intervistare Valerio Casagrande, Chief Financial Officer per il Parma Calcio 1913 e Coordinatore della Commissione Sostenibilità e Licenze Nazionali della Lega Serie B, con il quale abbiamo trattato diverse tematiche: dagli obiettivi del club, passando per la sostenibilità nel calcio di oggi e, chiudendo, con una visione futura della Lega Serie B.
Quali sono gli obiettivi societari del Parma Calcio nel breve e lungo periodo?
“Mi piacerebbe innanzitutto evidenziare l’esistenza di obiettivi nel lungo termine e di piani strategici e operativi per poterli realizzare. La programmazione a lungo termine, infatti, non è scontata nel nostro settore. Ritengo che l’adozione di un simile approccio sia un punto di forza della proprietà di Parma Calcio e del nostro gruppo. Nello specifico, i nostri obiettivi sono declinati su quattro pilastri fondamentali: lo stadio, il centro sportivo, lo sviluppo commerciale del brand anche dal punto di vista internazionale e, ultimo ma non meno importante, lo sviluppo dei giovani”.
Ce le può approfondire?
“Per quanto riguarda lo stadio, abbiamo l’obiettivo di avviare un’attività di ammodernamento dello Stadio Tardini. Renderlo più godibile e sostenibile dal punto di vista finanziario, ambientale e sociale, garantendo un’esperienza più funzionale per la nostra tifoseria.
Nel centro sportivo, invece, oltre ai campi di allenamenti ci sono anche gli uffici della società. La nostra intenzione è quella di ampliare la struttura, con la costruzione di nuovi campi da calcio, e di migliorare sia le aree destinate al personale amministrativo e gestionale, che quelle dedicate al personale sportivo.
Per quanto riguarda lo sviluppo commerciale, il Parma Calcio vuole puntare tra l’altro sulla visibilità internazionale acquisita nel corso della sua storia. Puntiamo all’ottimizzazione delle linee di ricavo esistenti nonché alla creazione di nuove, sempre rimanendo coerenti con la vocazione della società.
Infine, l’acquisizione, la selezione e lo sviluppo dei giovani è un principio applicabile a tutte le aree del club, in particolare a quella sportiva. I progetti di ammodernamento dello stadio e del centro sportivo sono finalizzati anche a fornire agli atleti le migliori facility possibili, permettendo di allenarsi e svilupparsi nel miglior modo possibile. Sono elementi che riteniamo renderanno il nostro club sempre più attraente per i migliori talenti.
In aggiunta a questi aspetti, vorrei evidenziare il nostro approccio metodologico, basato sull’acquisizione e sull’ analisi dei dati. Ovviamente bisogna bilanciare i due aspetti: la creazione e l’elaborazione dei dati, senza dimenticare le risorse umane, dove gli aspetti psicologici sono molto rilevanti”.
Tra i termini più utilizzati nel calcio di oggi c’è quello di ‘sostenibilità’. Quali sono, secondo lei, i fattori chiave di questo tema, collegati al sistema calcistico?
“Mi tolgo momentaneamente il cappello di CFO di Parma Calcio. Ti parlo, dunque, non da un punto di vista soggettivo, ma di sistema, cosa che mi viene abbastanza naturale avendo ricoperto in passato il ruolo di Head of Finance and Control Department della Lega Serie B ed essendo tuttora il Coordinatore della Commissione Sostenibilità e Licenze Nazionali della Lega Serie B.
Il settore vive, come ben testimoniato ad esempio dal Report Calcio della FIGC, una situazione di acuta tensione finanziaria, con un ammontare di debiti molto significativi. Dal punto mio di vista, è poco plausibile pensare e/o sperare che si affermino in forma diffusa – sottolineo in forma diffusa, perché a livello individuale, invece, si sono consolidate eccezioni di successo – dei modelli di gestione che nel breve periodo determinino un sostanziale turnover rispetto alla situazione attuale.
Sul lato delle entrate, è verosimile, infatti, che i ricavi da diritti audiovisivi, la principale fonte economica del calcio italiano, saranno stagnanti almeno per un altro triennio. L’attivazione della crescita di altre fonti di reddito, nuove oppure già esistenti (es. ticketing, naming rights, hospitality), è dipendente, in maniera prevalente, dal rinnovamento degli stadi, per il cui compimento è richiesto generalmente un periodo non inferiore ai 5 anni, anche a causa della complessità dell’iter burocratico richiesto.
Sul lato delle uscite, il settore, anche durante il periodo del Covid, ha fornito pochi segnali di controtendenza rispetto alla costante crescita dei costi, in particolare di quelli connessi al trading player. Ciò premesso, qual è l’elemento che può garantire la sostenibilità finanziaria del calcio italiano? Il capitale.
L’attrazione del capitale, in particolare da parte di investitori esteri, per il calcio italiano è, pertanto, una via obbligata, ma non irrealistica e non priva di opportunità collaterali. I brand dei club italiani continuano ad essere internazionalmente riconosciuti, il livello tecnico dei nostri campionati rimane, a livello globale, elevato – nonostante sia decisamente declinato rispetto a 20 anni fa -, i costi di acquisizione di un club sono relativamente attraenti rispetto ad altri campionati e il mercato è sostanzialmente allineato nel riconoscere ai nostri club una redditività latente che potrebbe essere portata a emersione, nel medio – lungo termine, da gestioni allineate con il moderno sport business.
Tutti gli elementi menzionati rendono i club italiani target attrattivi per gli investitori in particolare esteri, i quali sono quelli che dimostrano in questo periodo storico le maggiori disponibilità economiche. A tal fine, ossia per rimanere attrattivo verso questi soggetti o esserlo ancora maggiormente, per il calcio italiano diventa imperativo preservare credibilità e stabilità delle regole.
La sostenibilità nel lungo periodo passa dal miglioramento dei conti economici, mediante la crescita dei ricavi e/o la diminuzione dei costi mentre, nel breve periodo, dipende passa dal capitale degli investitori”.
Come ha già citato in precedenza, lei ha ricoperto la carica di Head of Finance and Control Department della Lega Serie B. Come vede il futuro della B sotto questo punto di vista?
“La Lega di Serie B ha conosciuto un percorso di crescita dei ricavi commerciali nonché in termini di visibilità. Io sono convinto che questo percorso positivo avrà la possibilità di consolidarsi nei prossimi anni. Dal mio punto di vista, un elemento da consolidare per la Serie B è il posizionamento come fucina di talenti, auspicabilmente italiani, che possano essere importanti anche per le nostre nazionali.
Negli ultimi anni il peso dei giocatori stranieri è aumentato. Ci sono degli elementi, dal punto di vista normativo ed economico-finanziario che hanno determinato condizioni favorevoli all’acquisizione di giocatori stranieri rispetto a quelli italiani. Mi riferisco, tra gli altri, al cd. ‘Regime Impatriati’ o Decreto Crescita. Pur essendo condivisibile nel principio, secondo me presenta aspetti decisamente migliorabili, in particolare al fine di eliminarne alcuni elementi distorsivi. L’altro elemento riguarda la cosiddetta ‘Stanza di compensazione della Lega’.
Dal mio punto di vista è necessario un intervento, in particolare sul tema delle fideiussioni, per rendere meno disequilibrata la situazione rispetto al mercato internazionale, nel quale questo sistema non esiste. A parità di condizioni, se tu compri un giocatore dall’estero ti costa meno che comprarlo in Italia, disincentivando la produzione di giocatori in Italia con tutte le relative conseguenze. Infine, ho un’ultima proposta…”.
Prego.
“Da quando è stato introdotto il divieto di sponsorizzazioni per le società di betting. Le società sportive sono state penalizzate, in quanto è stato loro precluso l’accesso a introiti considerevoli, visto il budget di cui il settore betting dispone. La mia proposta è di reintrodurre la possibilità di stabilire rapporti commerciali con le società operanti in tale ambito e di destinare i relativi introiti, in tutto o in parte, al settore giovanile.
Certificando, con un’attività di rendicontazione a posteriori, che queste somme siano state effettivamente utilizzate per il settore giovanile. Così si destinerebbe un’entrata, che è oggetto di controversia, a un fine meritevole, in un certo senso “riabilitandola”. Ovviamente tale intervento si radica nell’ambito della normativa statale e, dunque, il calcio non è autonomo in tale iniziativa ma deve attivare l’azione del legislatore statale”.
ESCLUSIVE
ESCLUSIVA – Caturano si racconta: “Ronaldo il mio idolo, Fazio il difensore più forte mai affrontato”
Pubblicato
4 giorni fa:
Marzo 22, 2023Di
Elio Granito
Corri, lotta e vinci: sono i tre imperativi imposti da Salvatore Caturano, bomber del Potenza Calcio, società militante nel Girone C della terza serie professionistica italiana. Il calciatore dei Leoni è riuscito a guadagnarsi la fiducia e l’affetto dell’intero ambiente, diventando così, in poco tempo, capitano della squadra del tecnico pozzogottese Giuseppe Raffaele.
CHI È SALVATORE CATURANO
Nasce a Napoli, il 3 luglio del 1990. La sua carriera tra i professionisti parte da Empoli quando, nel 2007, alla tenera età di sedici anni, fa il suo esordio in Serie A, in prima squadra, nella vittoria di Siena contro i bianconeri. Da quel momento in poi, sono numerose le avventure di Caturano tra Serie B e C: da Taranto, passando per Melfi e Lecce, fino all’esperienza di Cesena. Quest’ultima, lo vede protagonista delle sfide play-off dei cesenati, con due gol siglati e un assist fornito tra primo turno e ottavi. La sfida casalinga di ritorno contro il Monopoli risulterà, però, letale per gli uomini di Viali che subiranno un sonoro 0-3.
Oggi, al servizio del Potenza, con la fascia stretta la braccio, sta trascinando i potentini verso una salvezza tranquilla e, magari, in direzioni più prestigiose di classifica.
L’INTERVISTA INTEGRALE
La nostra redazione ha avuto il piacere di intervistare l’attaccante dei rossoblù, nonché uno delle punte più prolifiche del campionato italiano di Serie C.
Bomber ‘casalingo’ con ben dodici reti messe a segno al “Viviani”: una sentenza vera e propria per gli ospiti. Quanto incide la spinta dei tifosi sulle tue prestazioni?
“Direi tantissimo, perché, grazie ai tifosi, quando entri in campo al ‘Viviani’, è sempre una bella emozione. In particolare, quest’anno ho notato tanti giovani presenti sugli spalti e questo mi tocca molto. Sono felice di aver dato, finora, il mio contributo e spero di continuare così per questa gente. Loro rappresentano un elemento importantissimo“.
Ben quindici reti siglate finora, una in meno dei colleghi di reparto Biasci e Patierno. La quota venti non è così distante, così facendo batteresti il tuo record personale di marcature con la maglia del Melfi nella stagione 14/15 (diciotto gol). Credi di poterci riuscire?
“Assolutamente, sto lavorando per quello. Innanzitutto, per dare una mano alla squadra. È chiaro che sfatare questo tabù dei diciotto gol rappresenterebbe un’ulteriore soddisfazione personale, perché si tratterebbe di superare tanti gol. Ci sto provando e spero di riuscirci”.
Raccontaci di come hai vissuto il momento del gol ‘spaziale’ segnato alla Gelbison.
“In quel momento, quando mi è arrivato il pallone, ho fatto uno stop di petto a seguire e ho subito pensato al tiro. È stata chiaramente una bella esecuzione, ma anche fortunosa: calciare da quella distanza e segnare quell’eurogol, sinceramente, non me l’aspettavo. Quando ho visto la palla entrare, sono esploso dalla felicità. Un gol importante che ha portato i tre punti e credo che sia stato il coronamento di una magnifica giornata”.
Che ricordo hai dell’esordio in Serie A con la maglia dell’Empoli?
“Era una caldissima giornata di maggio. Mi trovavo in panchina, seduto accanto a Vittorio Tosto che durante la partita mi diceva: ‘Oggi farai l’esordio’. Io lo guardavo incredulo e pensavo che non potesse mai accadere. Poi, a fine primo tempo, mister Cagni mi chiamò: ‘Caturano, vai a scaldarti’. In quel momento, non riuscivo a rendermi conto di dove fossi; ho iniziato il riscaldamento sperando di entrare, ma già durante quegli istanti sentivo un’emozione fortissima attraversarmi. Poi, quando il mister mi ha richiamato per le ultime indicazioni, ho iniziato a sentire le gambe tremare; quando sono entrato non sentivo più niente. Ho provato una sensazione davvero indescrivibile: è stato magnifico“.
Qual è stato e qual è tuttora il giocatore a cui ti ispiri maggiormente?
“Il mio idolo da sempre è Ronaldo il ‘Fenomeno’. Del calcio moderno, direi Benzema: il centravanti d’eccellenza. Riesce a fare tutto: possiede tecnica e tempi d’inserimento. A volte lo si guarda con gli occhi a cuoricino”.
Qual è il difensore più forte che tu abbia mai affrontato?
“Ho avuto il piacere e l’onore di affrontare la Roma, in Coppa Italia, all’Olimpico con la maglia dell’Entella. Quindi ti dico Fazio. Al tempo, era un armadio a tre ante (ride, ndr). Non riuscivo nemmeno a stargli vicino, con una manata mi spostava. Provavo ad attaccarlo alle spalle, ma niente, non riuscivo a saltarlo“.
Poco più di un mese fa hai firmato il rinnovo di contratto col Potenza fino al 2025. Stai trascinando, da capitano, la squadra a suon di gol, assist e buone prestazioni. Quali sono le tue aspirazioni future con la maglia rossoblù?
“Sicuramente il fatto che questa società mi abbia dato una fiducia così grande, che sto cercando di ripagare nel migliore dei modi, mi fa sentire onorato. Far parte di questa società, gruppo, famiglia, per me, rappresenta una grande soddisfazione. Spero di poterne far parte il più a lungo possibile. Qui non manca nulla per vivere l’esperienza calcistica nel migliore dei modi: ho a che fare con persone oneste, rispettose e ne sono realmente felice“.
Con una classifica cortissima, una vittoria, o una sconfitta, può stravolgere le sorti del campionato. Con la dovuta cautela, credi che la squadra possa riuscire a salire sul treno play-off?
“Assolutamente. Cercheremo, già sabato contro la Juve Stabia, di archiviare l’obiettivo prefissato a inizio anno, ossia la salvezza. È chiaro che, dopo aver raggiunto uno scopo, si cerca di alzare ulteriormente l’asticella, provando, magari, a salire sul treno dei play-off. Credo che ci siano tutte le carte in regola per farlo, quindi ci proveremo fino alla fine“.
Sei certamente uno degli attaccanti migliori della Serie C. Col passare degli anni hai vissuto esperienze differenti che ti hanno aiutato a crescere come giocatore e come uomo. Il Caturano di oggi, guardandosi dietro, cambierebbe qualcosa del proprio passato?
“Cambierei l’atteggiamento avuto nei primi anni, dopo l’esordio in Serie A, dove mi sono un po’ esaltato, sentendomi dunque già realizzato. Ora, a trentadue anni, col senno di poi, avrei cambiato la mentalità, poiché probabilmente avevo le possibilità per rimanere in quella categoria, nel calcio vero. Con l’atteggiamento avuto, invece, ho bruciato l’opportunità di continuare quel percorso. Ad oggi, però, per ciò che ho fatto nell’attuale categoria mi posso ritenere soddisfatto”.
Fonte immagine in evidenza: sito ufficiale Potenza Calcio
Champions League
ESCLUSIVA – Ciccio Graziani: “Avrei convocato Zaccagni in Nazionale. In Champions vedo meglio il Napoli”

Pubblicato
4 giorni fa:
Marzo 22, 2023
Francesco “Ciccio” Graziani è un uomo di calcio senza tempo in Italia. L’abbiamo visto in campo da calciatore, in panchina da allenatore e negli studi televisivi come ospite ed opinionista. Il suo palmares vanta diversi trofei come il Mondiale del 1982, lo scudetto con il Torino del 1975 e due Coppe Italia con la Roma, nel 1984 e 1986. Ha parlato in esclusiva ai microfoni di Numero Diez toccando diversi temi, dalla Nazionale, alla Serie A e le coppe europee.
Giovedì tornerà in campo l’Italia, Mancini ha sorpreso cambiando tanto con le convocazioni. Secondo lei da quali giocatori dovrebbe ripartire la Nazionale?
“Può ripartire dallo zoccolo duro della rosa, ho visto che ha chiamato anche tanti ragazzi nuovi. Rientriamo in una competizione europea e sarebbe importantissimo iniziare da subito con una bella vittoria”.
Questione Retegui. Sono stati giorni pieni di classiche polemiche all’italiana, secondo lei è giusto puntare anche su giocatori del genere con doppio passaporto o avrebbe preferito un calciatore al 100% italiano?
“L’abbiamo già fatto con altri calciatori, grazie a nonni, cugini e parenti. Se fossi stato in Mancini avrei dato uno sguardo anche a Zaccagni, ma non so se la mancata chiamata sia stata una presa di posizione sulle sue convocazioni in passato, dove aveva fatto un po’ storcere il naso. Vedremo su Retegui, siamo tutti curiosi di osservarlo in campo: ne parlano tutti molto bene”.
Venerdì scorso ci sono stati i sorteggi di Champions League. Per le italiane potrebbe essere una stagione storica, chi vede meglio tra Inter, Milan e Napoli?
“Sicuramente il Napoli, è la squadra che ci da maggiori speranze e potenzialità. Gioca il miglior calcio e sta dimostrando di essere la più forte, tra le italiane può essere la mina vagante per la vittoria finale“.
Oltre alla Champions ci sono anche Juventus e Roma in Europa League e Fiorentina in Conference, cosa si aspetta da queste tre squadre?
“La Juventus è quella che in Europa League potrebbe fare meglio, anche se la Roma potrebbe avere un cammino un po’ più semplice. La Fiorentina può essere una papabile finalista”.
La lotta scudetto in Serie A sembra ormai chiusa da tempo, mentre la zona Champions è parecchio calda. Secondo lei quali italiane giocheranno la Champions League il prossimo anno?
“Ogni domenica possono cambiare tranquillamente tutte le posizioni di classifica. Oggi chi ha preso più vantaggio è la Lazio, il Milan e la Roma sono le più attardate. Occhio alla Juventus che se continua a fare punti potrebbe rientrare nella corsa, ma attenzione anche all’Atalanta che si è riportata molto vicina. Sarà una lotta fino all’ultima giornata, la situazione cambia un po’ come cambia il tempo. Vedremo come reagiranno Milan, Roma ed Inter alle loro battute d’arresto, però in questo momento la Lazio è quella che si è avvantaggiata più di tutti”.
Ha giocato tanti anni al Torino, come giudica la stagione dei granata fino ad oggi? La qualificazione in Europa è ancora possibile o è destinata a rimanere un sogno?
“Il fatto che stia lottando per un posto in Europa è già positivo. Bisogna vedere poi con la Juventus, che ormai si è riportata in posizione ottimale rispetto a Bologna, Torino e Fiorentina. La vedo dura, però ci sta provando”.
Immagina di copertina: ANSA
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I CONSIGLI DEL FANTACALCIO PER LA 27ª GIORNATA – Attenzione alla distrazione data dai sorteggi europei: oggi, alle 18:30, inizia...


Fantachicca statistica della 27ª giornata
FANTACHICCA STATISTICA 27ª GIORNATA – Se ami il fantacalcio e sei appassionato di statistiche, questa è la rubrica perfetta per...
Serie A


La Lazio ha un sogno: Zielinski tra gli obiettivi per l’estate
La Lazio ha bisogno di rinforzi e il mercato estivo sarà importantissimo da questo punto di vista, soprattutto in caso...


Pessina, gol storico in Nazionale: è il primo giocatore del Monza a farlo!
Matteo Pessina, con il gol siglato nel match contro Malta, ha scritto una nuova pagina di storia del club che...


Xavi Simons verso la Lazio: l’ipotesi arriva dall’Olanda
Il centrocampista olandese del PSV Eindhoven Xavi Simons viene accostato alla Lazio. A farlo è stato il giornalista di ESPN...


Poco spazio per Asllani, ma il futuro può essere suo
Kristjan Asllani è senza dubbio l’oggetto misterioso della rosa dell’Inter di questa stagione. Il centrocampista albanese non scende in campo...
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