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Svezia-Italia: Uniti e compatti

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Svezia-Italia: Uniti e compatti

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azzurri

Ci siamo. L’Italia è finalmente arrivata al tanto atteso giorno, quello che apre le danze, quello che inizierà ad indicarci la strada per la Russia, oppure quello che ci spedirà direttamente a casa con tanto di capo chino, lanciando la Svezia al Mondiale. Condizione fisica e psicologica, bel calcio o pessimo gioco, chi è convocato e chi no: ormai conta ben poco, vale soltanto il risultato e il passaggio del turno. Nient’altro. L’italiano può essere con o contro Ventura, per Insigne titolare o per le due punte centrali, per un 4-3-3 o per un 3-5-2, o anche per il 5-5-5 o la bi-zona. Conta soltanto vincere, perché il Mondiale senza Italia sarebbe una tragedia per il nostro calcio.

PRECEDENTI, TRA BISCOTTI E PIZZE IN FACCIA

11 vittorie azzurre, 6 pareggi e 6 sconfitte. Tanti bei momenti per la nazionale italiana, come accaduto nell’ultimo incontro, quello ad Euro 2016 che ci ha visti vincitori con la rete di Eder, ma anche qualche ricordo veramente drammatico: nessuno dimentica il pareggio per 1-1 agli europei del 2004, quando Ibra si inventò un colpo di tacco all’incrocio, che poi portò la Svezia a “manipolare” l’ultimo match del girone contro la Danimarca, nel quale uscì quel famoso 2-2 che avrebbe estromesso l’Italia.

Mai si sono incontrate in uno spareggio, infatti l’Italia è soltanto al secondo spareggio dentro-fuori per andare ai Mondiali: il primo ed unico è quello risalente al 1998, quando si giocò il pass per la Francia contro la Russia, poi eliminata. Proprio nel 1998 è arrivata l’ultima vittoria svedese contro l’Italia, in un’amichevole finita 1-0.

Invece, come prevedibile, queste due partite saranno le prime da avversari per Ventura e Andersson.

LA LEGGEREZZA DELLA NORMALITÀ

La Svezia gioca senza pressione, perché da quando non ci sono più io, nessuno pretende chissà quale risultato, dai media ai tifosi. Quando gioco io il livello si alza, in mia assenza si abbassa. 

Senza pressione, con la tranquillità e la serenità di chi non ha niente da perdere. Come detto da Zlatan Ibrahimovic, da quando la Svezia ha dovuto fare a meno di lui tutto si è normalizzato, tutto si è placato: dalle pressioni mediatiche alle richieste dei tifosi, dall’altissimo senso del dovere alla necessità impellente di ottenere risultati di spicco. Oggi la Svezia è un progetto in divenire, privato del suo più grande talento ma con delle solide basi, e soprattutto con la fiducia della gente che osserva questo cantiere.

La Svezia di Jan Andersson è reduce da un girone vissuto da protagonista, e probabilmente anche il risultato ottenuto ha superato le aspettative: prevedibile arrivare dietro alla Francia – una delle favorite per il prossimo Mondiale – ma assolutamente non scontato giungere davanti all’Olanda, seppur gli Oranje stiano vivendo un ricambio generazionale di dimensioni cosmiche (che peraltro arriva fin troppo tardi). 26 gol fatti (8 contro il Lussemburgo), 10 subiti, il miglior attacco delle “normali” e soprattutto la vittoria contro i galletti di Deschamps che deve far scattare l’allerta nei giocatori italiani: la Svezia non ha alcun timore dei big match, dunque occhio al pericolo scandinavo. Se non sono freddi loro…

Cosa aspettarsi in campo? Sicuramente un ordinato 4-4-2, con qualche vecchia conoscenza del calcio italiano e anche un discreto quantitativo di talento: dietro la coppia Granqvist-Lindelöf dà garanzie e solidità (per quanto l’attuale centrale dello United sia già ai margini della rosa di Mourinho), a centrocampo vedremo l’ex Siena e Cagliari Albin Ekdal a fianco di Sebastian Larsson – occhio ai suoi calci di punizione, chiedere ai vari portieri di Premier League – ma l’ago della bilancia per i vichinghi sarà Emil Forsberg; il numero 10 del Lipsia e della nazionale (da quando Ibra non c’è più) partirà esterno, ma finirà spesso per ritrovarsi a giocare tra le linee, un po’ come accade nel 4-4-2 di Marcelino visto sia al Villarreal che oggi al Valencia. Davanti confermata la coppia gol Berg-Toivonen, ma attenzione a John Guidetti, lo svedese cresciuto in Kenya e con chiare origini italiane che potrebbe entrare a partita in corso e far male ai suoi “connazionali”.

Iniziare in casa non è probabilmente un vantaggio per la Svezia, visto che poi dovrà giocarsi tutto in un San Siro infuocato, ma poco male: la Svezia non ha più fardelli da portare, non ha più un Ibra al quale dover sobbarcare tutto il peso mediatico. I gialloblù scandinavi hanno intorno soltanto una spinta positiva, quella che potrebbe far spiccare loro il volo.

SPINTA UNIDIREZIONALE

Lo abbiamo già accennato ad inizio articolo, lo ribadiamo ancora: poche chiacchiere, meno critiche e più compattezza. Serve tutto questo per spingere la nazionale azzurra a raggiungere il Mondiale, visto che il potenziale tecnico della compagine di Ventura è chiaramente superiore a quello svedese; ha poco senso stare a fare paragoni tra i vari giocatori, ma sebbene gli Azzurri non siano più quella corazzata di un tempo, i vari Bonucci, Chiellini, Verratti, Insigne, Immobile o Belotti bastano per vincere lo scontro tecnico contro gli scandinavi. Peccato che poi sia il campo a parlare. E per far sì che tutto vada nel verso giusto, serve remare in un’unica direzione. Compresi coloro che sentono di andare controcorrente. 

Si è parlato tanto di riunioni tecniche, di squadra contro l’allenatore e di moduli più o meno adatti alla formazione azzurra, ma ad oggi conta soltanto il risultato. E Ventura sembra voler ritornare sui suoi passi, abbandonare il deludente 4-2-4 per tornare ad un più equilibrato 3-5-2: scontata la presenza di Buffon tra i pali e della BBC ex juventina davanti a lui, a centrocampo De Rossi dovrebbe essere il perno ed ai suoi fianchi ci saranno Parolo in versione “galoppo” e Verratti, che non sarà centrale davanti alla difesa come vorrebbe Ibrahimovic (“messo nel suo ruolo può essere decisivo quanto me”).

Non ci sarà Spinazzola a sinistra come contro la Spagna, ma sarà “adattato” il destro Darmian, mentre sull’altro out ci sarà spazio per Candreva. Davanti niente “coppia ignorante”, perché Zaza ha un riacutizzarsi di un fastidio al ginocchio, dunque accanto ad un Immobile on fire – vedere i numeri per credere – ci sarà il Gallo Belotti, non al top ma sempre in grado di creare pericoli alle retroguardie avversarie. Sarà molto utile la sua mole contro una difesa fisica come quella svedese, mentre la velocità di Ciro il Grande potrebbe essere l’arma di distruzione.

Vi piace la formazione? Dovete dire di sì, perché serve questo, serve la coesione. Spingere tutti e spingere forte, verso un’unica direzione: quella che porta in Russia. 

 

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Sisal celebra già lo scudetto dell’Inter con una curiosissima iniziativa: era successo anche col Napoli

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Nicolò Barella, Hakan Calhanoglu, Federico Dimarco, Henrikh Mkhitaryan e Marcus Thuram dell'Inter festeggiano dopo un gol segnato

A certificare il dominio in campionato dell’Inter, ormai a un passo dal suo storico ventesimo scudetto, non sono più le semplici statistiche, in cui è al comando per gol fatti, minor numero di reti subite, maggior numero di occasioni create e di clean sheet ottenuti. Che la vittoria sia ormai una formalità lo certifica anche un altro fatto molto curioso, verificatosi più o meno a questo punto del campionato anche l’anno scorso con il Napoli capolista: come riporta La Gazzetta dello Sport infatti, la Sisal, nota azienda operante nel settore delle scommesse ha virtualmente assegnato la coppa alla squadra di Simone Inzaghi.

Sisal sta dunque iniziando a pagare la vincita a coloro che diversi mesi fa avevano puntato sull’Inter come futura vincitrice della Serie A. C’è però un motivo ben specifico dietro a questa scelta, e a spiegarlo è stato Ignazio Di Lauro, ossia il Betting Director dell’azienda.

LE PAROLE DI DI LAURO

PREMIATA COMPETENZA – “I nostri trader ci avevano visto lungo e, nonostante la vittoria del Napoli nello scorso campionato, avevano pronosticato comunque l’Inter come favorita. Il 50% delle puntate sullo scudetto erano proprio sui nerazzurri, ed è proprio per questo dato che abbiamo deciso di premiare la competenza dei nostri giocatori con questa iniziativa speciale”.

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Il Genoa si prepara per il Frosinone: Vitinha in dubbio, Ekuban tornerà per il Verona

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Sassuolo Genoa

Il Genoa ha ripreso da qualche giorno la preparazione in gruppo per la sfida di sabato contro il Frosinone. I liguri vogliono dare seguito all’ottima prestazione di Torino contro la Juventus tornando a gioire davanti al proprio pubblico. Gilardino ha ritrovato Gudmundsson e Retegui, ma c’è da monitorare la situazione legata a Vitinha. L’attaccante portoghese sta seguendo un iter personalizzato e dunque la sua presenza contro il Frosinone è a forte rischio. L’ex Braga si è sbloccato proprio nell’ultima partita casalinga contro il Monza e allo Stadium ha giocato una partita di grande sacrificio, lottando su ogni pallone.

UN ALTRO ATTACCANTE IN DUBBIO

Vitinha però non è l’unico che potrebbe saltare il prossimo match di Serie A. Come riportato dal Secolo XIX, Caleb Ekuban rischia di non esserci contro il Frosinone. Il centravanti ghanese è tornato ad allenarsi dopo l’infortunio che lo ha tenuto fermo nelle scorse settimane, ma non è ancora al meglio. Per questo motivo, è probabile che Ekuban resti a riposo per la partita di sabato, così da essere pronto al 100% per rientrare in vista della trasferta di Verona contro l’Hellas, in programma il 7 aprile. Domani è in programma l’ultimo allenamento di rifinitura presso il centro sportivo rossoblù per limare gli ultimi dettagli tattici verso Genoa-Frosinone.

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Alla Ricerca del Diez

Chi è Estevao Willian, il gioiellino brasiliano soprannominato “Messinho”

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Estevao Willian

CHI È ESTEVAO WILLIAN – Il Brasile, si sa, di talenti cristallini ne sforna in continuazione. L’esempio lampante è Neymar Jr., ma negli ultimi anni ce ne sono stati tanti. Basti pensare al Real Madrid, con la coppia tutta brasiliana formata da Vinicius Jr. e Rodrygo. Non bisogna poi dimenticare Endrick, classe 2006, pronto a vestire la camiseta blanca e già in gol con la maglia del Brasile. L’ultimo talento che sta attirando l’attenzione degli scout è quello di Estevao Willian, esterno offensivo del 2007, che sta brillando con il Palmeiras.

CHI È ESTEVAO WILLIAN – GLI INIZI E LA CARRIERA FINO A QUESTO MOMENTO

Se il tuo soprannome è “Messinho” vuol probabilmente dire che il potenziale è altissimo ed effettivamente il giovane talento brasiliano può diventare un grandissimo giocatore. Nasce come ala destra e si è già messo in mostra con la maglia della Nazionale Under 17 ai Mondiali, con la quale ha segnato tre gol e fornito tre assist. La sua avventura però si è interrotta contro l’Argentina di Echeverri, altro talentuosissimo giocatore sudamericano. Estevao Willian ha inoltre già firmato un contratto di sponsorizzazione con Nike, nonostante la giovanissima età. Aveva appena dieci anni quando ha accettato l’offerta, ma è destinato a diventare uno dei volti del marchio.

CHI È ESTEVAO WILLIAN – L’INTERESSE DELLE BIG EUROPEE

Come accaduto negli ultimi anni, le big europee non restano di certo a guardare. Il nome di Estevao Willian è già sui taccuini dei principali club in Europa e il PSG ci aveva provato concretamente in passato. La trattativa però non è andata in porto a causa della partenza di Endrick, vecchio pallino dei parigini, che volevano assicurarsi entrambi i talenti. “Messinho” ha un sogno: giocare nel Barcellona, club che tifa fin da bambino. C’è da dire però che Estevao Willian non potrà lasciare il Brasile fino al 2025 (quando compirà 18 anni), ma probabilmente sceglierà la sua squadra prima di quella data. Per lasciarlo partire si parla già di cifre vicine ai 50 milioni, ed è per questo che Chelsea, Barcellona, Manchester City e non solo osservano da vicino uno degli ultimi talenti sfornati dal calcio brasiliano.

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Le ultime sulla Salernitana verso il Bologna: Pirola ancora out, scalpita Boateng

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In foto: Boateng, difensore della Salernitana

La Salernitana si prepara a tornare in campo dopo la sosta, in cui ha cambiato guida tecnica. Per sostituire Fabio Liverani la società ha scelto Stefano Colantuono, ex allenatore dell’Atalanta, pronto a guidare i campani in questo finale di stagione. La squadra è sempre più in difficoltà, all’ultimo posto della classifica a quota 14 punti, ma le speranze del presidente Iervolino sono ancora vive. La squadra si è allenata questa mattina per continuare la preparazione e l’assente illustre è stato Lorenzo Pirola. Il centrale della Salernitana ha subito un forte colpo alla testa nella sfida contro dell’Italia Under 21 contro la Turchia e per questo motivo non si è allenato.

CHI GIOCA IN DIFESA?

La presenza dell’ex giocatore dell’Inter non dovrebbe comunque essere in dubbio, ma nel frattempo gli altri difensori scaldano i motori per la sfida al Bologna. Pasalidis e Manolas sono rientrati e sono pronti a giocare dal primo minuto, mentre Boateng resta sotto la lente d’ingrandimento. Il centrale tedesco ha voglia di giocare e, come riportato da TuttoSalernitana, si candida a una maglia da titolare, dopo essere rientrato in gruppo nelle ultime sedute. Tanta scelta dunque per Colantuono che, a Bologna, si gioca probabilmente una delle ultime occasioni per la salvezza dei campani.

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