L’estate del 2022 vedrà andare in scadenza tanti dei migliori giocatori in circolazione.
Mbappé, Pogba, Dybala, Insigne, Brozovic, Di Maria.
E ancora, Isco, Cuadrado, Onana, Azpilicueta, Rüdiger e Lloris.
È una lista lunga e piena di nomi da prima pagina, tutti accomunati non solo dal grande talento ma anche dal contratto vicinissimo alla fine. I motivi dietro questa parata di stelle in bilico tra l’addio e la permanenza nei rispettivi club sono diversi. Ovviamente ogni caso ha le sue peculiarità ma è possibile identificare alcune ragioni comuni alle spalle dei mancati rinnovi di molti giocatori.
Emergenza globale
Solitamente le trattative per il rinnovo di un contratto iniziano a due anni dalla scadenza. Per molti giocatori in questione questo periodo è coinciso con l’estate del 2020, periodo in cui molti club erano in difficoltà a causa della pandemia.
La pandemia da Covid-19 è il grande comune denominatore di molti mancati rinnovi: stadi chiusi, riduzione degli introiti, competizioni rimandate o annullate e futuro incerto hanno portato molti club a pensare soprattutto alla sopravvivenza piuttosto che ai ricchi rinnovi dei propri giocatori.
«Ci sono tante ragioni dietro questa lista di giocatori», ha detto un dirigente di Premier League a The Athletic. «A livello finanziario la pandemia ha avuto un impatto enorme. Ha danneggiato seriamente il calcio europeo».
Tutto è diverso
«Molti club, noi compresi, sono molto più prudenti e molti stanno sfruttando questa opportunità per ridurre il monte ingaggi e sono a proprio agio nel forzare la mano nelle negoziazioni con i giocatori», ha dichiarato un altro dirigente di un’importante squadra di Premier alla rivista statunitense.
Se un giocatore chiede un aumento spropositato, molti club sono adesso nella posizione di rifiutare la proposta perché pochi sono disposti a garantire certe cifre.
Un esempio di questo cambiamento è la situazione di Lorenzo Insigne al Napoli. Il capitano degli Azzurri è un giocatore chiave sia negli schemi di Luciano Spalletti che nella Nazionale italiana ma nonostante questo l’offerta di rinnovo del Napoli è stata al ribasso.
Dietro ai club che fanno la voce grossa c’è anche un panorama calcistico diverso rispetto a qualche anno fa, dice Dick Law.
L’ex direttore sportivo dell’Arsenal spiega come le big di Spagna, Barça e Real, non abbiano più la forza economica di un tempo.
In Italia quasi nessuno può permettersi investimenti importanti.
In Bundesliga i fondi ci sono, o ci saranno, ma manca l’intenzione di spenderli.
Il Bayern Monaco può investire ma è un club storicamente molto oculato sul mercato. Il Borussia Dortmund nei prossimi anni incasserà più di 100 milioni dalla cessione di Haaland ma è poco realistico che spenda l’intera cifra per comprare altri giocatori.
Fuori dalla Premier League, l’unico club con un grosso potenziale economico è il PSG. C’è poi la mina impazzita Newcastle che avrà alle spalle i proprietari sauditi ma potrebbe perdere appeal se dovesse retrocedere quest’anno.
Proprio i Magpies sarebbero interessati a ingaggiare a parametro zero Brozovic ma il croato non è per nulla attratto dall’attuale situazione sportiva della squadra inglese.
Rüdiger (e non solo) cuor di leone
I club non sono gli unici a sapere sfruttare il mutato panorama calcistico a loro favore. Anche molti giocatori in scadenza sanno come tenere il coltello dalla parte del manico.
Molti importanti dirigenti della Premier hanno detto a The Athletic che i calciatori stanno diventando più coraggiosi quanto si tratta del proprio futuro. Sanno che le squadre non vogliono spendere cifre esagerate sul mercato e capiscono che possono forzare la mano.
Antonio Rüdiger è un esempio calzante per questa situazione. Il difensore tedesco del Chelsea sta spingendo per un rinnovo che gli farebbe guadagnare 2 o 3 milioni di sterline in più all’anno. Il rinnovo conviene a Rüdiger ma conviene soprattutto alla squadra di Abramovich.
I Blues dovranno cedere alle richieste del difensore, se non vogliono spendere decine di milioni di euro sul mercato.
La storia infinita
Le trattative per un nuovo contratto a volte diventato una saga infinita e le relazioni e tra i giocatori in scadenza e le squadre ne escono danneggiate.
«Il punto di non ritorno è quando il giocatore dice: “La dirigenza ha aspettato troppo quindi me ne
vado. Anche se mi offrono la cifra che voglio, avrebbero dovuto pensarci prima. Ho perso la fiducia», dice Dick Law che all’Arsenal si occupava di negoziare i trasferimenti.
Bisogna anche mettersi nei panni della dirigenza, spiega Law: «È ottimo trattenere un giocatore in scadenza ma non vale la pena farlo ad ogni costo. Non fai follie per questi giocatori».
Una saga non a lieto fine è stata quella che ha portato al mancato rinnovo di Sergio Ramos con il Real Madrid. Il tira e molla tra il capitano e Los Blancos è andato avanti per mesi con uno che chiedeva un rinnovo biennale e gli altri che offrivano solamente un rinnovo annuale.
La fine della storia la sappiamo tutti: Ramos ha salutato il Madrid in una commossa (?) conferenza stampa per volare al PSG.
Ritorno alla normalità
Come spiegato tutti i motivi dietro le difficoltà di questo periodo sono riconducibili alla situazione di emergenza dovuta alla pandemia.
«Sono stanco di parlare della pandemia», ha dichiarato a The Athletic un direttore sportivo con un paio di importanti giocatori in scadenza. «È difficile e dobbiamo lavorare duramente per ritornare alla normalità».
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