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La tavola delle grandi occasioni

Pubblicato
5 anni fa:
Venghino signori, venghino.
Venghino ad abbuffarsi alla tavolata migliore che ci sia. Ad onor del vero non sarà la migliore, ma assicuriamo a tutti i lor signori che è questo il momento migliore per abbuffarsi tanto e per spendere poco.
Non perdete le vostre migliori occasioni; il limbo dell’Europa League è pronto ad accogliervi: in bocca al lupo.
FOLLIA
La pazzia che contraddistingue la competizione di cui ci apprestiamo a parlare difficilmente l’abbiamo vista altrove.
Avete presente quella finale di Coppa Campioni durante la quale il Milan concluse la prima frazione in vantaggio di tre reti sul Liverpool ma a fine partita, facendosi rimontare, la perse ai rigori? avete presente quell’altra finale di coppa Campioni in cui il Bayern Monaco al 90′ sta vincendo per 1-0 contro il Manchester United, ma questi ultimi siglano due reti in pieno recupero, alzando il trofeo dopo aver giocato solo qualche secondo?
Bene: l’Europa League si gioca interamente su questi ritmi.
Se inizialmente, colpa forse della formula iniziale non conosciuta, oppure del cambio di nome, sembrava perdere di importanza, nelle ultime competizioni vincere l’Europa League ti eleva a big club europeo, confermandoti finalmente fra le teste di serie d’Europa.
“CHI LA VINCE?” – “SIVIGLIA”
Per molti la risposta è ormai scontata e di getto quando si riceve la domanda relativa alla vittoria finale.
In realtà gli spagnoli quest’anno non la vinceranno, poiché si sono qualificati agli ottavi di Champions, così come lo scorso anno, ma è merito loro se hanno ricevuto l’appellativo di “mister Europa League”.
Quello che ha fatto il Siviglia negli ultimi anni è qualcosa di mostruoso: tre vittorie consecutive che hanno reso gli iberici un top club europeo.
La prima in finale contro il dannato Benfica, poi il modesto Dnipro, alla ricerca del miracolo. E infine il Liverpool, voglioso di tornare grande.
SNOBBARE CHI?
E infine il Liverpool, voglioso di tornare grande.
E proprio quest’ultima frase va presa d’esempio per descrivere cosa sarà in quest’annata la competizione una volta superata la fase a gironi: il palcoscenico è ampio e chi arriva fino in fondo fa il salto di qualità. Da club vogliosi di diventare una certezza europea a compagini che non vedono l’ora di tornare a vedere l’oro.
E parliamo di un Chelsea che nel 2013 tornò a grandi livelli alzando quella coppa, o ancora la semifinale del 2014 di altissima caratura con Valencia, Siviglia, Benfica e Juventus. Per quest’ultima fu il campanello d’allarme che scosse la piazza, indicando alla società la retta via per divenire una certezza europea.
Addirittura due anni fa il Siviglia vinse una finale contro il Liverpool di altissima intensità, mentre la scorsa stagione è stato il Manchester United che, portandola a casa in una finale vintage contro l’Ajax, tornò ad esser grande.
Ne parlammo qua noi di Numero Diez, a dimostrazione di quanto l’ultima finale fu importante per entrambe.
https://www.numero-diez.com/2017/05/12/loccasione-per-rinascere-ajax-manchester-united/
BORUSSIA DORTMUND: SCESI PER RISALIRE
Con il regolamento che fa accedere le terze di ogni gironi di Uefa Champions League ai sedicesimi di Europa League, la competizione diventa maggiormente impegnativa appena concluso il primo turno.
Due fra le migliori squadre retrocesse sono Atletico Madrid e Borussia Dortmund: entrambe le compagini dovranno immediatamente dimostrare di non aver perso lo smalto europeo e di esser pronte per vincere.
Il Borussia Dortmund ha disputato in Champions un girone a dir poco disastroso. Se il sorteggio non era stato poi così benevolo nei confronti dei tedeschi, unendoli con Real Madrid e Tottenham, la squadra giallonera si è dimostrata non pronta a superare il turno.
Il tecnico olandese non ha saputo gestire la squadra nel migliore dei modi, trovandosi costretto a finire ai ferri corti col supercampione Aubameyang e non facendo mai rendere Gotze al meglio possibile.
Importante comunque dire che la sorte non ha aiutato i tedeschi: ad oggi ci sono ben sei pedine fondamentali finite K.O. quali Gotze, Reus, Rode, Castro, Philippe e Larsen.
Quattro sconfitte contro le due altre grandi del girone e due pareggi contro il modestissimo Apoel li manda in Europa con due punti, qui dove il tecnico Bosz dovrà dimostrare di aver passato solo un momentaccio.
ATLETICO MADRID: I NOBILI DECADUTI
Da qua loro ci sono passati: fra il 2010 e il 2012 l’Atletico Madrid ha vinto due Europa League facendo definitivamente il grande salto che li porterà a conquistare due finali, una semifinale e un quarto di finale di Champions League nelle ultime quattro edizioni.
Capitati in un girone di ferro con Chelsea e Roma, i quattro punti persi contro il modestissimo Qarabag (fra l’altro entrambe le volte con gli spagnoli in superiorità numerica) hanno fatto perdere ai Colchoneros la speranza (scontata prima dell’inizio dei gironi) di accedere al turno successivo.
Colpa, fra l’altro, di una sorprendente Roma e di un Chelsea capace di vincere a Madrid.
In questi anni al top, nei quali si sono affermati a grandissimi livelli, non sono mai riusciti a vincere la coppa dalle grandi orecchie, ma perdere una stagione sarebbe troppo grave per una squadra sempre in crescita: Simeone salvi la faccia alzando la coppa.
NAPOLI: VORREI MA NON POSSO
Ed è un po’ questo il motto dei partenopei. Magra la figura fatta in Champions, all’interno di un raggruppamento nel quale solo il Manchester City (ottima squadra ma c’è di meglio) rappresentava un vero pericolo.
Gli azzurri non vanno oltre i sei punti, retrocedendo rovinosamente in Europa League, e rendendo quindi inutile la corsa infinita alla Roma nella precedente Serie A.
L’obiettivo di Sarri è lo scudetto e questo è facilmente comprensibile, ma scendere in campo con le seconde linee significherebbe fare un errore che già in passato è stato commesso (vedi Dnipro).
Un’eventuale vittoria regalerebbe un trofeo europeo che manca da due generazioni, l’accesso diretto in Champions e la finale di Supercoppa Europea.
Chiediamo al mister dei campani, questa volta, “sicuro di non volerci provare davvero?”.
MILAN, LAZIO E ATALANTA: IL SAGGIO, IL GIOVANE E LA MATRICOLA.
Così vicine ma così lontane.
Le tre squadre del nostro bel paese hanno tutte il medesimo sogno: alzarla al cielo.
Tutte e tre sono riuscite, senza troppi problemi, a superare il girone di competenza da prime della classe: se per il Milan potrà essere l’occasione giusta per tornare ai vecchi fasti, per i laziali potrebbe essere la stagione della definitiva consacrazione.
Infine i nerazzurri sognano in grande, sperando nel doppio miracolo dopo la qualificazione della scorsa stagione.
Sognare è lecito, no? E noi italiane sogniamo in quattro (non fate scherzi).
ARSENAL: ZITTIRE I “WENGER OUT”
La scorsa stagione i Gunners hanno concluso l’annata con un piazzamento incredibilmente negativo, che non ha consentito neppure l’accesso ai preliminari di Uefa Champions League: con il ritorno delle vecchie big, quali Manchester United, Chelsea e Liverpool, l’esplosione e consacrazione del Tottenham e l’arrivo degli sceicchi dalla parte del City, l’Arsenal è rimasto escluso.
Nel girone di Europa League la squadra di Wenger sarebbe potuta cascare in trappole inaspettate, affrontando il Colonia, fresca squadra tedesca, il Bate Borisov, esperta a palcoscenici europei e i temibili Balcani dello Stella Rossa di Belgrado, in uno degli stadi più caldi d’Europa e del mondo.
I I Irossi di Londra, invece, si sono dimostrati cinici e astuti, ipotecando il passaggio da primi dopo appena quattro partite e dimostrando la propria manifesta superiorità dall’inizio alla fine del primo turno.
Adesso dovranno spingere sull’acceleratore: un eventuale vittoria della FA Cup questa volta difficilmente basterà per salvare le chiappe del longevo tecnico francese.
LE ALTRE: OUTSIDERS ALLA RISCOSSA
Non potete immaginare quanta carne al fuoco ci sarà in questa Europa League.
Si parte dallo Zenit San Pietroburgo, la sempre favorita della competizione che in un modo o nell’altro non riesce mai ad arrivare in fondo: con l’arrivo di Mancini sulla panchina, però, ha trovato un cinismo e una quadratura che difficilmente si erano visti prima.
Solo un pareggio, ottenuto per giunto con un piede e mezzo già ai sedicesimi. Poi cinque vittorie molto ciniche e precise.
Le spagnole saranno, come ogni anno, molto importanti nella corsa alla coppa: escludendo i colchoneros, super favoriti, squadre come Atletich Bilbao, Real Sociedad e Villarreal, sempre pronte ma mai davvero pronte, potrebbero esser le sorprese decisive.
Come ci ha dimostrato lo scorso anno il Celta Vigo, il calcio iberico ha una marcia in più degli altri e non mi stupirei se uscisse da qui la vincitrice.
Pericolose anche le squadre francesi: le nobili decadute sono infatti tornate alla riscossa. Parliamo di Lione e Marsiglia.
I primi sono in calo rispetto alla scorsa stagione, complici le cessioni pesantissime dei vari Lacazette, Ghezzal, Tolisso, Mammana, Gonalons, Valbuena e Nkolou.
I secondi in crescita esponenziale da quando sulla panchina dei Focesi è arrivato Rudi Garcia. Entrambi avranno grandi possibilità, così come il Nizza, cinico e cattivo.
Infine attentissimi a non sottovalutare la Dinamo Kyev: appare sempre piccola e indifesa, ma sa mordere al momento giusto e nel lungo percorso può diventare pericolosa prendendo fiducia nei propri mezzi.
Bando alle ciance, ora. Lunedì i sorteggi porranno sedici club ad altri sedici, e fra questi solamente la metà accederà al turno successivo. Tante pretendenti e pochi posti: adesso si fa sul serio. Nessuno può usare scuse: niente è lecito, alzarla è obbligo.
Venghino signori, venghino alla tavola delle grandi occasioni.
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Calcio Internazionale
Italia-Inghilterra 1-2, le pagelle del match: Kane nella storia, Retegui cinico

Pubblicato
6 ore fa:
Marzo 23, 2023
L’Italia inizia con molta foga e si porta in avanti con convinzione mettendo in apprensione l’Inghilterra. La squadra di Southgate però risponde subito andando in rete al 13′: Bellingham con una bordata impegna Donnarumma e sul conseguente calcio d’angolo, Rice in mischia insacca il gol del vantaggio. Gli azzurri perdono fiducia e l’Inghilterra va vicino al raddoppio prima con Bellingham che non arriva su un cross di Kane e poi con Phillips che calcia dal limite fuori di poco. Sul finire del primo tempo il secondo gol arriva: mano di Di Lorenzo e Kane dal dischetto non sbaglia.
L’Italia inizia il secondo tempo con un altro piglio. Pellegrini dopo pochi minuti ha una buona opportunità ma spara alto da ottima posizione. Dopo qualche minuto arriva pure il gol: assist del giocatore della Roma che trova Retegui solo in area che segna in diagonale. L’Italia continua a spingere trovando un’incredibile qualità nel palleggio che nel primo tempo era completamente assente. A dieci minuti dalla fine viene espulso Shaw ma l’Italia non trova la forza di pareggiare.
LE PAGELLE DELL’ITALIA
Donnarumma 6: subito chiamato a una gran parata su Bellingham non può nulla sul gol di Rice. Il rigore di Kane è imparabile e predica nel deserto con delle parate che limitano il passivo.
Di Lorenzo 5: oggi Grealish è in gran forma e non gli permette di spingere e giocare come fa col Napoli. Il suo fallo di mano regala il raddoppio all’Inghilterra.
Toloi 5: si perde Rice nell’azione del gol arrivando in contrasto troppo tardi. Risulta troppo timido in generale e anche i suoi passaggi non trasmettono sicurezza alla squadra.
Acerbi 5,5: l’Inghilterra non lo pressa lasciandolo impostare e palleggiare ma lui spesso è impreciso e prevedibile. Il centrale dell’Inter prova a limitare i danni ma anche nella fase difensiva è in difficoltà.
Spinazzola 6,5: è in buona forma e in generale riesce a raggiungere spesso la trequarti avversaria proponendosi bene anche in fase offensiva. Dialoga bene con Gnonto dopo l’ingresso del giocatore del Leeds United.
Barella 6: combatte su tutti i duelli e non si dà mai per vinto. Col passare dei minuti perde fiducia anche lui e abbassa il suo raggio d’azione mentre nella ripresa torna sui suoi livelli. (dal 62′ Cristante 6: viene messo in mediana con compiti di regia e interdizione, si fa rispettare e partecipa all’assalto finale).
Jorginho 5: schermato dai centrali inglesi non ha modo di gestire il gioco come lui sa fare. Viene servito poco e male tanto che perde alcuni palloni in zone pericolose. (dal 69′ Tonali 6: piazzato a centrocampo prova a farsi vedere in zona offensiva costringendo i centrocampisti inglesi a retrocedere).
Verratti 6,5: prova a mettere ordine a centrocampo dove c’è molta confusione e soprattutto nel secondo tempo trova le giuste geometrie per dirigere bene l’azione italiana. (dal’88 Scamacca s.v.)
Berardi 5: non ha modo di mettersi in mostra e rimane stretto nella morsa tra Shaw e i centrocampisti. Si fa vedere poco e non trova mai il tiro. (dal 62′ Politano 6: entra bene in partita scaldando il pubblico del Maradona con delle belle accelerazioni).
Retegui 6,5: mostra qualche buon movimento ma viene sovrastato fisicamente dai centrali inglesi. Non molla nonostante sembrasse una serata difficile e segna un bel gol al debutto.
Pellegrini 6,5: da esterno sinistro incide e prova ad accentrarsi per aiutare il centrocampo senza grande successo. Nella ripresa cambia atteggiamento ed è una spina nel fianco costante. Serve un bell’assist a Retegui. (dal 69′ Gnonto 6: ha un buon impatto sul match creando apprensione sulla sinistra e mettendo dei palloni interessanti in area).
All. Mancini 6: l’Italia ritrova la sua identità solo nel secondo tempo. La mancata qualificazione al Mondiale segna ancora le sicurezze azzurre ma lui sta provando in tutti i modi a migliorare le cose.
LE PAGELLE DELL’INGHILTERRA
Pickford 6: gioca bene con i piedi e non può nulla sul gol di Retegui. Per il resto fa qualche buon’uscita e amministra bene la difesa.
Walker 6: elemento tattico della difesa inglese ha il compito non facile di contenere le avanzate di Spinazzola ma limita bene i danni.
Stones 6: ferma il tiro di Retegui e poi si limita a far iniziare l’azione offensiva. Non viene sollecitato particolarmente dall’Italia e compie una prova sicura.
Maguire 5,5: in marcatura su Retegui è infallibile nel primo tempo ma poi nella ripresa sbaglia l’uscita da cui nasce il gol azzurro.
Shaw 5: spinge con costanza a sinistra e lascia in ombra Berardi. Trova buone combinazioni con i centrocampisti e Grealish ma nel secondo tempo rovina tutti venendo espulso in pochi minuti.
Phillips 5,5: non si vede molto a centrocampo e svolge per lo più una partita tattica in mezzo al campo. Ha avuto anche un’importante occasione ma non ha trovato lo specchio della porta.
Rice 7: trova il gol in maniera furba in mezzo a tante gambe. Per il resto in fase di interdizione è un guerriero quasi insuperabile davanti alla difesa.
Bellingham 7: le sue progressioni sono impressionanti ed è lui con le sue falcate ad accelerare l’offensiva inglese. Un suo tiro viene respinto ottimamente da Donnarumma ma in generale la sua posizione è dominante sul campo. (dal 85′ Gallagher s.v.)
Grealish 5,5: è in forma e mette in grande difficoltà la fascia destra dell’Italia. Sbaglia clamorosamente il 3-0 e da quel momento il suo rendimento cala fino a scemare. (dal 69′ Foden s.v.) (dal 81′ Trippier s.v.)
Kane 7: propizia il primo gol con un tiro respinto e poi guadagna un rigore che lui stesso trasforma. Segna il gol storico che lo rende il più grande cannoniere del nazionale inglese.
Saka 6: interagisce bene con i compagni senza provare troppo l’uno contro uno ma preferendo partecipare alla manovra con movimenti che non danno riferimento agli italiani. (dal 85′ James s.v.)
All. Southgate 6,5: ha trovato il sistema giusto per l’Inghilterra e ora dovrà solo preparare al meglio l’ultimo assalto a un tanto agognato trofeo, ovvero l’Europeo del 2024. Rimane clamoroso però il calo nel secondo tempo ed inspiegabile il cambio di Foden.
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Il report dell’allenamento odierno del Lecce: ai box Pongracic, differenziato per Dermaku
Pubblicato
1 giorno fa:
Marzo 22, 2023
Al rientro dalla sosta per le nazionali, il Lecce affronterà l’Empoli in campionato. La squadra di Baroni si è ritrovata questo pomeriggio sul campo dell’Acaya per riprendere gli allenamenti e per preparare al meglio la gara. Questo il comunicato pubblicato sul sito del club salentino.
DIECI ASSENTI – “Nel pomeriggio i giallorossi hanno ripreso la preparazione sul campo dell’Acaya nella settimana in cui si osserva la sosta di campionato. Assenti per gli impegni con le rispettive Nazionali i calciatori Banda, Ceesay, Colombo, Falcone, Gallo, Gendrey, Hjulmand, Helgason e Voelkerling. Assente anche Pongracic, impegnato in fase fisioterapica e ricondizionamento mentre Dermaku ha proseguito nel lavoro personalizzato di ricondizionamento. Domani allenamento al mattino sul campo dell’Acaya”.
Flash News
La conferenza di Mancini: “Con l’Inghilterra una classica, Retegui mi ricorda il primo Batistuta”
Pubblicato
1 giorno fa:
Marzo 22, 2023
In vista della partita d’esordio delle qualificazioni ad Euro 2024 contro l’Inghilterra, in programma domani alle ore 20:45, ha parlato il CT dell’Italia Roberto Mancini in conferenza stampa. Queste le sue dichiarazioni.
FORMAZIONE – “Abbiamo giocato con un modulo diverso nelle gare di Nations League. Si potrebbe anche cambiare, ma nel 4-3-3 ci sentiamo a nostro agio, soprattutto per giocare una partita molto propositiva. Dipenderà da noi, dobbiamo cercare di fare ciò che abbiamo fatto e quindi ritornare a vincere, tornare a essere quelli che siamo stati prima”.
L’INGHILTERRA – “Ormai è diventata una classica, l’Inghilterra è una delle migliori squadre al mondo. Ha una lista di giocatori straordinari, anche domani sarà una gara molto difficile. Noi cercheremo di fare la nostra partita, ma non sarà semplice per entrambe“.
RETEGUI – “Arrivare così dall’Argentina all’Italia, e non in una squadra di club, non è semplice. Un po’ di tempo ci vuole, ma il ragazzo è educato e sveglio. È un centravanti bravo e giovane, abbiamo una grande fiducia e dobbiamo dargli un po’ di tempo. È un centravanti classico, vedo che molti lo paragonano a Denis. Io mi ricordo quando Batistuta arrivò in Italia, lo ricorda. Chiaramente è un ragazzo giovane e ha bisogno di tempo e di crescere. Credo non ci metterà molto ad ambientarsi”.
IL NAPOLI E IL MARADONA – “La Nazionale quando è venuta a Napoli è sempre stata aiutata dal pubblico. Per noi è la prima gara di qualificazione e quindi dobbiamo disputare una buona partita, trascinarli. Il Napoli ha sempre fatto cose ottime, s’è sempre qualificato in Europa e ha sempre lottato per il vertice. Quest’anno è il momento più bello, la squadra gioca davvero bene, è una squadra che potrebbe fare qualsiasi cosa. Non diciamo nulla, siamo un po’ scaramantici: le squadre italiane in Europa possono fare bene, ma con qualche italiano in più sarebbe meglio“.
IL RICORDO DI VIALLI – “È una grande emozione perché è la prima volta senza Vialli. Noi l’abbiamo avuto nel gruppo ed è stata una grande fortuna. È un grande dispiacere, le persone come lui saranno sempre vicine, sono persone immortali”.
PROBLEMI TRA I TIFOSI – “Io non sono della polizia. Generalmente sono sempre stati gli ospiti a creare problemi. La partita di calcio è sempre un momento di gioia per tutti e se i tifosi ospiti si comporteranno bene, io non credo ci saranno problemi“.
Flash News
Tacconi lascia l’ospedale, i medici: “Percorso sorprendente”

Pubblicato
1 giorno fa:
Marzo 22, 2023
Finalmente buone notizie sulle condizioni di salute di Stefano Tacconi. L’ex portiere azzurro, colpito da un’emorragia cerebrale lo scorso 22 aprile 2022, ha lasciato l’ospedale dove era ricoverato da quasi un anno e proseguirà la riabilitazione in una struttura vicino casa. A dichiararlo è stato il dottor Luca Perrero, direttore di Neuroriabilitazione dell’Ospedale di Alessandria. Queste le sue parole riportate dalla Gazzetta dello Sport.
LE CONDIZIONI -“Il percorso di Stefano Tacconi è stato sorprendente, con un progressivo miglioramento dal punto di vista motorio, respiratorio e cognitivo, grazie alla collaborazione di tutto il team infermieristico e della sua Coordinatrice, fisioterapico, logopedico, psicologico e degli oss. Sicuramente la tenacia, l’impegno, l’umore e la notevole prestanza fisica hanno facilitato il recupero, che in questi mesi ha visto un lavoro costante su tutti i piani, utilizzando sia le palestre sia i laboratori occupazionali della struttura, dove ha espresso capacità e interessi, come quello per la cucina, che erano presenti nella sua vita quotidiana precedente all’episodio traumatico”.
Anche la famiglia Tacconi ha voluto rivolgere un ringraziamento speciale a tutto lo staff medico dell’ospedale.
LA LETTERA DELLA FAMIGLIA – “Il Borsalino ci è entrato nel cuore e nell’anima. Un grazie di cuore a tutto lo staff dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria, a quello del Borsalino e, specialmente, a Laura, la fisioterapista che ci ha seguito dal primo all’ultimo giorno”.
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