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TB Diez: il primo campionato di calcio della Germania unita

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TB Diez: il primo campionato di calcio della Germania unita

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Di notte si vede tutto meglio. Nel silenzio del sonno altrui la vista diventa un senso secondario. La valanga di odori, sapori, rumori e sensazioni che si rincorrono e sovrastano permettono di vedere perfettamente. Di capire perfettamente.
E infatti è di notte che la storia della Germania è cambiata. Per due volte, con due modalità diametralmente opposte, durante due notte divise tra loro da 28 ingiusti anni, la Germania ha cambiato pelle, cambiando ogni dinamica globale.

LE DUE NOTTI

La prima notte è quella che separa l’11 dal 12 agosto del 1961. Esattamente il giorno in cui il Blocco Sovietico che possedeva la parte est della Germania, e quindi anche di Berlino, aveva deciso di dividere in due la capitale tedesca. Il motivo? Gli oltre 2 milioni e mezzo di cittadini che da est erano migrati a ovest tra il 1949 e il 1961. Una fuga massiccia dal comunismo sovietico fatto di restrizioni e condizioni di vita sempre più dure. La scelta migliore era quella di andare ad ovest, dove il mondo occidentale largamente controllato dagli USA dopo la Seconda Guerra Mondiale offriva più possibilità di condurre una vita ambiziosa e degna. Da una parte la DDR – Repubblica Democratica tedesca, dall’altra gli Stati Uniti, la Francia e l’Inghilterra.
E così quella notte si decide di mettere un punto a quella fuga, e prima con filo spinato e poi blocchi di cemento, si crea una linea di confine lunga 156 km e alta 3,6 metri. L’altezza più crudele che la libertà abbia mai dovuto scalare.

Poi c’è l’altra notte. Quella del 9 novembre, quando dopo una conferenza viene ufficialmente annunciato che sarebbe stato “immediatamente” possibile passare da Est e Ovest. Un nuovo inizio. Nel quasi trentennio che ha separato Berlino, la Germania e il mondo in due, erano cambiate molte cose. Soprattutto la figura del nuovo leader del Partito Comunista Sovietico Mikhail Gorbachev aveva provato a rendere più libero e democratico il blocco Sovietico, che andava via via indebolendosi. Il muro era diventato un imbarazzo.

E così è arrivata la notte più luminosa. Quella in cui una fiumana di 50.000 persone strabordante umanità ha attraversato il confine. Quella in cui viene distrutto “il monumento al disprezzo del bene più grande dell’umanità: la libertà”, come dice il TG1 del tempo. E soprattutto quella in cui la Germania e tutto il mondo entrano in una nuova era. E anche a livello calcistico cambia tutto.

1991-92

Fatto questo doveroso quadro storico-politico del tempo, si può parlare del movimento calcistico tedesco. Uno sport che si rivela lo specchio della società in cui si sviluppa e che è un potentissimo mezzo per le folle, come decenni prima aveva capito Pier Paolo Pasolini a riguardo del calcio italiano. Ma anche in Germania le dinamiche sono le stesse. Una volta abbattuto il muro, il campionato tedesco è rinato nel vero senso della parola, perché ha cambiato radicalmente il suo modo d’essere, iniziando anche ad entrare in un’ottica di business e marketing che negli anni si è sempre più rinforzata.

Per riuscire ad organizzare il primo campionato della Germania unita, è stata inevitabilmente necessaria una stagione di transizione dopo la caduta del muro, per far sì che le squadre dell’Est confluissero nella stessa lega dell’Ovest. Nella stagione 1991-92 perciò, per la prima volta, la Bundesliga comprendeva le squadre provenienti da entrambe le parti della Germania: sia dall’ormai ex NOFV Oberliga – che aveva sostituito la DDR Oberliga nell’ultimo anno post caduta del muro – sia dalla Bundesliga occidentale.

Quell’anno di transizione è stato molto particolare a Est, in quanto non c’è stata soltanto la lotta per l’ultimo titolo di sempre di quella competizione, ma anche perché le prime due classificate avrebbero partecipato al primo campionato della Germania unita. Le squadre dal terzo al sesto posto invece sarebbero andate in 2. Fußball-Bundesliga – la nostra Serie B. E poi un’altra intricata serie di Playoff per stabilire le ultime squadre ammesse in quella stessa categoria.

Uno scatto di Dinamo Dresda – Stoccarda del 1988-89 in Coppa Uefa

UN NUOVO INIZIO

Per celebrare il primo campionato della Germania unita, si è scelto di impostare il campionato a 20 squadre invece che 18, così da far convergere le due squadre dell’Est senza creare scompensi negli equilibri della Bundesliga. Ma questa scelta è stata applicata solo per la prima stagione, perché da quella successiva si sarebbe tornati a 18, facendo retrocedere addirittura 4 squadre al termine della stagione.

L’ultima NOFV Oberliga era stata vinta dall’Hansa Rostock, con il secondo piazzamento della Dinamo Dresda: sarebbero state loro i due emblemi della nuova Germania nascente. Quando il 2 agosto 1991 è iniziata così l’edizione numero 82 della Bundesliga, tutto era cambiato. Tanto che nelle competizioni europee, quell’anno, tra squadre dell’ex DDR e squadre della Bundesliga, figuravano addirittura 10 team tedeschi a partecipare. Uno dei quali, il Werder Brema, a fine anno avrebbe vinto la Coppa delle Coppe battendo il Lione.

L’ennesima particolarità di quella stagione è che il Bayern Monaco non è stato tra i protagonisti. O almeno non in senso positivo, dato che i bavaresi hanno orbitato attorno alla zona retrocessione per gran parte del campionato, salvo poi stanziarsi in 10a posizione. Dopo aver vinto due titoli con Heynckes in panchina, il Bayern a causa di una forte crisi economica è stato costretto a cedere molti pezzi pregiati. I risultati inevitabilmente sono stati negativi tanto da portare all’esonero dello stesso Heynckes in quell’annata storica. Gli avvicendamenti di Søre Lerby e Erich Ribbeck non hanno portato a nulla di buono, se non a un magro posizionamento a metà classifica.

Fonte immagine: sito ufficiale Stoccarda

 ALL’ULTIMO SANGUE

Ma la situazione è stata più che mai elettrica sia riguardo la lotta per lo scudetto che per la retrocessione. Nel gruppetto di testa le tre potenze in continua disputa erano l’Eintracht Francoforte, il Borussia Dortmund e lo Stoccarda. A metà stagione il titolo di campione d’inverno era andato alla squadra di Francoforte, ma tutto è cambiato alla 21a giornata. Il Dortmund ha preso il comando e lo ha tenuto saldo tra le mani per 9 partite. Poi è tornato nuovamente in testa a tutti il Francoforte e nelle ultime partite è stata bagarre totale, tanto che all’inizio dell’ultima giornata di campionato, la numero 38, Eintracht, Dortmund e lo Stoccarda stesso si trovavano a pari punti.

La favorita per la vittoria era l’Eintracht Francoforte, dato che aveva la miglior differenza reti e con una vittoria sarebbe stata campione. Però la storia la pensava diversamente, perché l’Hansa Rostock – una delle due squadre che venivano dall’Est – nonostante fosse già retrocessa, è riuscita a vincere 1-2. Un colpo di scena che ha permesso allo Stoccarda di tagliare il traguardo per primo, sfruttando la miglior differenza reti accumulata rispetto al Borussia Dortmund. Un finale di stagione degno di un’annata dai risvolti storici.

Fonte immagine: sito ufficiale Stoccarda

Anche nella lotta per non retrocedere c’è stata una fibrillazione intensa. In particolar modo ha riguardato lo Stoccarda Kickers e il Wattenscheid. I Kickers sono riusciti a vincere l’ultima partita contro il Bochum per 2-0, regalandosi la possibilità di sperare in un passo falso del Wattenscheid, che però nell’adrenalinica partita contro il Borussia Mönchengladbach è riuscito a vincere 3-2, sopravvivendo per un punto. Fortuna Düsseldorf, Duisburg, Hansa Rostock e Kickers Stoccarda erano destinate a scendere in 2. Fußball-Bundesliga.

La prima stagione calcistica della Germania dopo la caduta del muro di Berlino è stata più che mai ricca di aneddoti, particolarità, e soprattutto legami con la storia, impossibile da valutare come un capitolo slegato. Conoscere la storia è la lente d’ingrandimento che permette di comprendere le dinamiche calcistiche più profonde.

E LE SQUADRE DELL’EST?

È anche per questo che non è difficile immaginare che le squadre di quella che era stata la Germania dell’Est, non hanno mai occupato stabilmente il centro dell’attenzione del calcio tedesco. Il motivo più esplicativo è probabilmente dovuto all’arretratezza generale della parte orientale, che da un punto di vista del calcio non ha permesso a quelle che erano considerate grandi squadre a Est, di confermarsi a Ovest.

In particolar modo la Dinamo Berlino, che prima della caduta del muro macinava titoli, ad oggi è affogata in Serie D. Sicuramente l’Hansa Rostock è stata una delle compagini più longeve a resistere nel calcio tedesco, perché ha partecipato stabilmente alla Bundesliga sino al 2005, salvo poi scendere in 3. Liga, a guardare da lontano i fasti di un tempo. La stessa Dinamo Dresda è crollata a partire dal 1995, quando è retrocessa e non si è più rialzata.

Fonte immagine: sito ufficiale Red Bull Lipsia

Ad oggi le uniche due squadre che provengono dall’Est sono il Red Bull Lipsia e l’Union Berlino, che però ai tempi della DDR e della NOFV Oberliga non esistevano, sono di creazione recente, specie il Lipsia, che ha visto la luce addirittura nel 2009.

Quella tedesca è una cultura enormemente cambiata da un muro.
Che era lungo 156 km ed era alto 3,6 metri.
Ma che non aveva limiti per chi la guardava da lontano, sognando di passarlo, ma sapendo di non poterlo fare.
Quelle due notti hanno cambiato tutto.
Una ha distrutto creando un limite.
L’altra ha creato distruggendo.

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Calcio Internazionale

Mazzarri torna in Champions dopo undici anni: a che punto è il suo Napoli per l’esame Real Madrid?

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Napoli - Real Madrid

Il Napoli si prepara alla grande sfida di Champions League contro il Real Madrid al Bernabeu. Dopo la sfida di andata vinta dai Blancos per 2-3, dove il Napoli aveva dato comunque dimostrazione di potersela giocare con una delle migliori squadre d’Europa, questa volta ci sarà un’importante differenza, ovvero chi si siederà nella panchina degli attuali campioni d’Italia. Walter Mazzarri torna nel palcoscenico più importante d’Europa a distanza di 11 anni, quando con i partenopei, riuscì a far sognare i tifosi anche nella massima competizione europea.

Il magico trio Lavezzi-Cavani-Hamsik, trascinatori del primo Napoli di Mazzarri, aveva infatti riportato dopo 21 anni gli azzurri in Champions League, trovando un girone ostico con Bayern Monaco, Manchester City e Villarreal. Nonostante il grande livello, i campani riuscirono a piazzarsi in seconda posizione, trovando quindi l’accesso agli ottavi di finale per la prima volta nella storia. Con il Chelsea si sfiorò l’impresa: all’andate al San Paolo finì 3-1 con doppietta di Lavezzi e un gol di Cavani. Allo Stamford Bridge poi la disfatta, con la vittoria da parte dei futuri campioni d’Europa di Roberto Di Matteo per 4-1 ai tempi supplementari con il decisivo gol di Ivanovic.

Come si farà trovare la formazione di Mazzarri?

LA SITUAZIONE NEL GIRONE

Il girone C composta da Real Madrid, Napoli, Braga e Union Berlino vede le prime due squadre in prima e seconda posizione, rispettivamente a 12 e 7 punti. La formazione di Carlo Ancelotti è infatti a punteggio pieno fino a questo momento. Il Napoli ha portato a casa due vittorie, la sconfitta appunto con il Real Madrid e l’ultimo risultato che è il pareggio con l’Union Berlino, che aveva già fatto mettere in dubbio la definitiva posizione di Rudi Garcia, che da lì a pochi giorni verrà esonerato da Aurelio De Laurentiis. Il patron del Napoli ha quindi deciso di affidare la panchina ad un traghettatore. Un uomo di fiducia, che come raccontato in precedenza, ha già portato buoni risultati e conosce l’ambiente.

“Quando mi ha chiamato gli ho fatto capire che una squadra così importante l’avrei allenata ancora volentieri, e lui avrà pensato che ero l’allenatore giusto. Col presidente c’è stato un po’ di gelo per un paio d’anni dopo che sono andato via, ma ora è un amico, mi ha chiamato anche in occasioni diverse, magari per chiedermi consigli sui giocatori. C’è un rapporto di stima reciproca e considerazione. Domani sarebbe bellissimo se riuscissimo a fare risultato e passare il turno già domani, però se non dovesse essere così ci sarà l’ultima che sarà come una finale. Contro un’avversaria di valore, ma non come il Real Madrid”.

Walter Mazzarri, intervista a Sky Sport

Con la fiducia dell’importante esordio con vittoria di Bergamo per 2-1 contro l’Atalanta, Mazzarri dovrà affrontare qualche dubbio di formazione per affrontare una della favorite al titolo.

“Continuità dopo i segnali di Bergamo? Quello lo vedremo. Siamo coscienti di giocare contro una squadra top nel mondo contro un allenatore bravissimo che ha vinto tutto. Conosciamo le difficoltà ma questo è affascinante e bello e speriamo di fare il meglio possibile”.

LA FORMAZIONE

Mazzarri pronto a confermare il 4-3-3 che ha convinto per compattezza del gruppo contro l’Atalanta in campionato. In porta torna Meret, in difesa Di Lorenzo a destra, centrali confermati Rrahmani e Natan. Sulla sinistra visto il grave infortunio di Olivera, è pronto Juan Jesus. A centrocampo con tutta probabilità verrà riproposto la mediana con Anguissa, in ripresa vista l’ottima prestazione di Bergamo, Lobotka e Zielinski.

In attacco ecco il grande dubbio: sono confermati Politano e Kvaratskhelia confermati come due ali d’attacco, resta da capire il grande dubbio su Raspadori e Osimhen. Il nigeriano è rientrato nello scorso turno di campionato ma anche Mazzarri ha voluto chiarire la situazione:

“Osimhen partirà titolare? Gli devo parlare. Quando ci sono partite così ravvicinate bisogna parlare con i ragazzi. Anche con chi ha fatto una partita intensa a Bergamo: devo capire se stanno bene. Di sicuro Osimhen non ha i 90′ nelle gambe: se partirà dall’inizio o giocherà a partita in corso lo deciderò dopo aver parlato con lui e con lo staff medico”.

Walter Mazzarri, intervista a Sky Sport

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Pioli in conferenza post Milan-BVB: “Non sono soddisfatto”

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Pioli

A margine della sconfitta rimediata contro il Borussia Dortmund, un evidentemente deluso Stefano Pioli ha parlato in conferenza stampa. Queste le sue parole.

PARTITA ED EPSODI – “Non sono soddisfatto, per vincere queste partite ci vuole più qualità Abbiamo avuto le occasioni per andare in vantaggio, la qualità doveva essere superiore. Krunic lo abbiamo già provato in quella posizione, può farlo”.

STRASCICHI – “Siamo sempre stati molto bravi a reagire a queste delusioni, ora dobbiamo dare continuità alla vittoria con la Fiorentina in campionato”.

IL GIRONE DEI RIMPIANTI – “I rimpianti ci sono soprattutto per la prima partita con il Newcastle. Questa sera non siamo stati precisi e abbiamo consentito all’avversario di giocare la partita che volevano. Ora non dipende più da noi, ma proveremo a vincere contro il Newcastle”.

RAMMARICO – “C’è rammarico per l’infortunio di Thiaw. Mi spiace perdere un giocatore così forte per un po’ di partite”.

CONFRONTO CON LA SOCIETÀ – “C’è stato nel corridoio come alla fine di ogni partita”.

STADIO – “Fin quando la squadra ha dimostrato di poter essere in partita lo stadio è stato con noi. I tifosi hanno tutto il diritto di essere delusi”.

 

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Milan-Borussia Dortmund 1-3, le pagelle: incubo Giroud, Chukwueze l’unica luce rossonera

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Il Milan perde malamente in casa contro il Borussia Dortmund ma tiene in vita i discorsi qualificazione agli ottavi sfruttando il pareggio tra Newcastle e PSG. A San Siro finisce 1-3 per il BVB: decisiva la serataccia di Giroud che sbaglia un rigore in apertura di primo tempo. Chukwueze l’unica luce. Queste le nostre pagelle.

LE PAGELLE DEL MILAN

Maignan 5.5: responsabilità sul gol di Adeyemi, l’estremo del Milan prova battezzare con troppo ottimismo il secondo palo, l’esterno del Borussia lo fredda sul primo. Inutile il disperato tentativo di tenere il pallone oltre la linea

Calabria 5: praticamente sempre in difficoltà nei duelli con Bynoe-Gittens, l’ingenuo fallo da rigore ne è l’emblema. Sciupa di testa una clamorosa palla gol nel recupero del primo tempo.

Thiaw 6: attento, mette i piedoni su un paio di cross dalla sinistra e controlla Fullkrug. Sfortunato, si fa male dopo un’ottima chiusura. (Dal 52′ Krunic 5.5: in difficoltà adattato a centrale, il gol dell’1-2 nasce dal suo lato).

Tomori 5.5: rimedia un giallo ingenuo in mischia, il cartellino lo condiziona.

Theo Hernandez 5.5: più timido del solito in attacco, il Borussia, che tiene gli esterni molto alti, ha dei meriti, ma poteva fare meglio.

Adli 6: sprazzi di grande classe nel primo tempo quando è bravo anche in difesa. Cala alla distanza, meriterebbe ugualmente più chances dal primo minuto. (Dal 76′ Jovic 6: sfortunato, coglie un palo al 85′).

Reijnders 5.5: la sensazione è che a volte manchi il dialogo con i compagni di reparto: spesso il Milan lascia delle voragini a centrocampo, e il Borussia le sfrutta.

Loftus-Cheek 5.5: fatica a trovare la sua posizione in mezzo al campo, soffre il duello con Emre Can.

Chukwueze 7: conferma alla grande il trend positivo intravisto con la Fiorentina. Il migliore dei suoi, ma il gol è solo una parte della sua partita: oltre a quello sono i dribbling e le corse a mandare in tilt la fascia sinistra del BVB. Finalmente, ma non basta per la vittoria. (Dal 76′ Traore s.v.).

Giroud 4.5: sbaglia il rigore al decimo del primo tempo ed esce da quel momento dalla partita. Da uno con la sua esperienza sarebbe servito altro.

Pulisic 5.5: imbrigliato, pochi spunti e una gara rivedibile.

All. Pioli 5.5: il suo Milan approccia bene, ma il rigore di Giroud soffoca un primo tempo sin lì ottimo. Prova a sistemare le cose pescando dalla panchina, ma le risorse sono limitate.

LE PAGELLE DEL BORUSSIA DORTMUND

Kobel 6.5: intuisce e para il rigore di Giroud, forse poco reattivo sul gol di Chukwueze, ma non era facile.

Ryerson 6: un crossaccio direttamente sul fondo a inizio partita gli suggerisce che forse sarebbe meglio badare più alla difesa, lo fa bene.

Hummels 7: il peso dell’esperienza, annulla Giroud e non buca un intervento. Bravo.

Schlotterbeck 5: prima “para” illegalmente un tiro di Chukwueze e provoca il rigore, poi tiene in gioco tutti sull’azione del gol dello stesso nigeriano. Esce per infortunio. (Dal 55′ Ozcan 6: da geometrie al centrocampo del Dortmund).

Bensebaini 5.5: soffre Chukwueze che lo saluta e segna nell’azione del pareggio. Le sue costanti discese sul fondo si concludono spesso con un nulla di fatto.

Emre Can 6.5: la sua duttilità un’arma tattica. Utile sia da mediano che da difensore centrale.

Sabitzer 6.5: ci mette quantità, realizza l’assist per il gol di Bynoe-Gittens

Malen 5.5: poco incisivo sia a destra che a sinistra, il cambio è la matematica conseguenza. (Dal 55′ Adeyemi 7: entra e chiude la partita).

Reus 6.5: una cosa ma fatta bene, il rigore che tira a Maignan è perfetto e vale il momentaneo 0-1. (Dal 79′ Brandt s.v.).

Bynoe-Gittens 7.5: si conquista il rigore e segna il gol dell’1-2 che, talaltro, si meritava per quanto fatto vedere fino a quel momento. Esser più decisivo di sarebbe stato difficile. (Dal 66′ Wolf 6: svaria sul fronte, ma è poco preciso).

Fullkrug 6.5: un colpo di testa pericoloso e una traversa, bravo anche nella gestione del pallone. Da una sua bella giocata nasce il gol del 1-2.

All. Terzic 7: imbriglia Theo e Pulisic, non soffre il dinamico centrocampo rossonero. Cambi tutti azzeccati, la qualificazione agli ottavi è un piccolo capolavoro.

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Dove vedere Real Madrid-Napoli di Youth League

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Dove vedere Real Madrid-Napoli di Youth League

DOVE VEDERE REAL MADRID-NAPOLI DI YOUTH LEAGUE – Non solo la prima squadra, a Madrid arriverà anche il Napoli Primavera, pronto ad affrontare il Real nel match di Youth League. Per gli azzurrini l’imperativo è quello di vincere per tenere in vita le residue chances di approdo al turno successivo. Le merengues, però, sembrano un ostacolo insormontabile. I giovani del Real Madrid, infatti, sono primi nel girone e hanno vinto il match d’andata a Napoli con un roboante 0-4.

DOVE VEDERE REAL MADRID-NAPOLI DI YOUTH LEAGUE – COME ARRIVANO LE DUE SQUADRE

Per i partenopei di mister Tedesco, dicevamo, la trasferta del campo intitolato ad Alfredo Di Stefano sembrerebbe proibitiva. Il Napoli infatti è ultimo nel suo girone di Youth League insieme all’Union Berlino a quota tre punti. Il Real, dall’altra parte, è primo con il Braga a quota otto. Questo vuol dire, dunque, che agli azzurrini serviranno due vittorie nelle ultime due gare del girone e dovranno sperare che i Blancos o il Braga non vincano la partita contro l’Union Berlino.

Una missione insomma quasi impossibile, soprattutto considerando che il Napoli dovrebbe infilare il doppio delle vittorie che ha messo a referto sin qui nella competizione (solo una, arrivata per 1-0 nell’ultimo match contro l’Union Berlino). Come se non bastasse, i ragazzi di Tedesco hanno deluso anche in Primavera 2, dove attualmente occupano la sesta posizione in classifica.

Tutt’altro discorso per il Real Madrid, che in Europa si sente a casa anche con le giovanili. Agli spagnoli potrebbe bastare un punto per la qualificazione al turno successivo, ma andranno sicuramente a caccia del bottino pieno. In tal caso, infatti, otterrebbero la certezza matematica di figurare tra le 32 squadre che rimarranno nella competizione anche a febbraio.

Guardando al calendario, inoltre, il Real non vince in Youth League da due partite: nella doppia sfida con il Braga sono infatti arrivati altrettanti pareggi per 0-0. Un motivo in più per trovare la vittoria dopo essere partiti con 6 punti ottenuti contro Union Berlino e Napoli.

DOVE VEDERE REAL MADRID-NAPOLI DI YOUTH LEAGUE

La partita tra Real Madrid e Napoli andrà in scena mercoledì 29 alle ore 16.00 e non ci sarà modo di seguire il match in diretta video. Il canale streaming ufficiale della UEFA, UEFA.TV, infatti, trasmette solo quattro partite a settimana sul suo sito e per questa non è previsto il match delle due squadre. Sarà comunque possibile seguire la diretta testuale sul sito della UEFA nella sezione dedicata alla Youth League, e guardare nella stessa area gli highlights del match a fine partita.

DOVE VEDERE REAL MADRID-NAPOLI DI YOUTH LEAGUE – LE PROBABILI FORMAZIONI

REAL MADRID (4-3-3): Gonzalez, Sanchez, Serrano, Ramon, Yusi; Manuel Angel, De Llanos, Palacios; Paulo Iago, Bravo, Yanez.

NAPOLI (4-3-3): Turi; Mazzone, Gambardella, De Luca, Di Lauro; Gioielli, De Chiara, Russo; D’Angelo, Vigliotti, Vilardi.

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