Qualche giorno fa ci siamo domandati se il tempo effettivo fosse la soluzione ai problemi del calcio italiano. Ovviamente, non è la soluzione a tutti i mali. Ma, altrettanto evidentemente, i dati statistici parlano chiaro.
Genoa-Udinese dell’ultimo week-end è stata la partita con il più basso tempo effettivo della storia. Su 95’20” “disputati“, si è giocato solo per 30’27”, complici i molti falli: 44 in totale. Ma anche gli ormai arcinoti stratagemmi, adottati per “perdere tempo“.
La diretta conseguenza è stata una partita molto noiosa, terminata 0-0, con solo 1 tiro complessivo nello specchio della porta.
Il match del Ferraris è stato giocato solo a qualche giorno di distanza dallo scontro di Coppa D’Africa tra Mali e Tunisia. In tale occasione, l’arbitro Janny Sikazwe si è messo in mostra in negativo, per aver fischiato ben due volte la fine della partita con largo anticipo e prima ancora dello scoccare del 90′.
I DATI PARLANO CHIARO
Il problema del tempo effettivo non è argomento nuovo, dalle parti della Lega Serie A. Il 19 settembre 2021 è andato di scena un classico del calcio italiano. L’Allianz Stadium di Torino ha ospitato Juventus-Milan. Ai margini della sfida, l’allenatore dei rossoneri Stefano Pioli affermava di aver disputato solo 48 minuti di match effettivo. Oltre che un pessimo spot , trattasi anche di una grossa colpa per il calcio nostrano. Che soffrirebbe, a detta del tecnico del Diavolo, questa mentalità, improntata sulla perdita di tempo, una volta superati i confini nazionali per giocare le competizioni europee.
La sorte ha voluto che l’ultimo week-end calcistico presentasse in calendario non solo Genoa-Udinese, ma anche la gara di ritorno tra Milan e Juventus, a San Siro. Entrambe conclusesi con pochi tiri in porta e un impietoso 0-0 sul tabellino.
Ebbene, la tre-giorni calcistica del 21-22-23 gennaio e valevole per la 23ª giornata del campionato di Serie A, ha registrato la media di tempo effettivo di gioco più bassa, tra i top-5 campionati europei. Poco meno di 53′ effettivi, caratterizzati da gesti tecnici e atletici. Solo Lazio-Atalanta ha fatto da copertina in positivo, “regalando” ben 63′ 25″ in relazione a tale statistica.
Poco meglio è andata a La Liga, con 53’29”, coperti da situazioni di gioco. Mentre, a dominare, è la Ligue 1, in cui si è giocato fino a quasi un’ora di tempo effettivo.
L’indagine, condotta da MARCA, lascia ben poco all’immaginazione.
PARLA INFANTINO
Il problema non è invisibile alle autorità. Il presidente FIFA, Gianni Infantino ha preso parola, esprimendosi sulla situazione che concerne il calcio nel Belpaese. Tuttavia la sua analisi ha gettato uno sguardo anche alle competizioni internazionali:
“Non è ammissibile che in partite di 90 minuti, si giochino soltanto 47-48 minuti“
ha esordito il capo del calcio mondiale ai microfoni di “Radio anch’io sport“. Nel corso del suo intervento ha chiarito anche le idee attraverso cui operare su questo aspetto:
“Stiamo studiando delle soluzioni per migliorare questo aspetto. Non so se il tempo effettivo sia realmente la soluzione, ma qualsiasi cosa possa aiutare il calcio, ben venga. Ero contrario anche al VAR, ma ho cambiato idea“.
Sul piatto della discussione non solo una modifica all’esterno del campo, ma anche all’interno di esso. Marco Van Basten, con una dichiarazione che ha fatto scalpore, qualche mese fa ha proposto l’abolizione del fuorigioco. Difficile che tale soluzione possa essere adottata. Più facile che possano essere modificati alcuni aspetti della regola, per avvantaggiare gli attaccanti, contro difese ormai super-tutelate.
Il presidente della FIFA, infine, si è espresso anche in merito al benessere fisico dei giocatori. La loro stanchezza, magari unita alla dotazione di campi inadatti, portano a partite lente e compassate; contesto poco gradevole, soprattutto per il pubblico, a detta dello stesso Infantino.
“Bisognerà dare dei tempi di riposo adeguati ai giocatori e tutelare la loro salute. L’importante è trovare la quadratura del cerchio, per far crescere il calcio mondiale“
LE POSSIBILI SOLUZIONI
Passando all’atto pratico, ritorniamo alla domanda iniziale: “Il tempo effettivo è la salvezza per il calcio italiano?“. Nessuno può dare certezze. Ma è evidente che debba essere una soluzione da tenere in conto.
Con il tempo effettivo si garantirebbero gare di grande intensità e sempre sul filo del rasoio. Verrebbe assicurata una durata di partite ad almeno a 60′ effettivi. Ci sarebbero meno perdite di tempo, studiate a tavolino. Ma, allo stesso tempo, tutti i “tempi morti”, tutt’ora presenti, potrebbero essere valorizzati tatticamente. E sarebbero garanzia di spettacolo.
Si sta parlando, evidentemente, del tempo necessario per calciare un piazzato o di quello trascorso tra il fallo da rigore e l’esecuzione. Tempo che, nella maggior parte dei casi, non viene recuperato, perchè reputato parte integrante dei 90 minuti. E che, con il tempo effettivo, potrebbe amplificarsi, se, in compenso, ci fossero azioni offensive e difensive interessanti.
Infine, anche una minore percentuale di interventi arbitrali potrebbe garantire maggiore spettacolo. La modifica della regola in merito al fuorigioco, così come una maggiore tolleranza nei contatti di gioco, nella maggior parte dei casi espressamente “cercati” dai giocatori più scaltri, garantirebbero capovolgimenti di fronte più frequenti e match più divertenti.
ESISTE UN COLPEVOLE?
Ci si è chiesti anche se esiste un colpevole, di questa tendenza negativa al non-gioco.
Così come in tutte le situazioni, trovare un solo colpevole è impossibile.
Senza dubbio, la fetta più grossa della colpa, senza dubbio, la hanno allenatori e giocatori. I quali, spesso, scendono in campo con il solo fine di giocare di rimessa e guadagnare tempo prezioso, nel corso di partite in cui sono inaspettatamente in vantaggio, poiché sfavoriti.
Infine, non vanno esclusi dal concorso di colpa anche i tifosi. Spesso artefici diretti di provocazioni o atteggiamenti controproducenti . É importante ricordare che si tratta di un gioco, in cui tutti vogliono godersi il miglior spettacolo possibile.