Evidente che sia la moda del momento. Sui social – Instagram su tutti – rimbalza la Ten Years Challenge, una sfida che vede, chiunque voglia, mettere una propria foto attuale, a fianco di una che sia di 10 anni fa. C’è chi ride, chi ricorda i bei tempi andati, o chi tutto sommato – beato lui – non nota tutte queste differenze tra il passato ed il presente.
Come nella vita, dieci anni sono tanti anche a livello calcistico. Anzi, dieci stagioni. Il calcio ha un’unità di misura differente per scandire il tempo, ma i segni che quest’ultimo lascia sono gli stessi. Chiedetelo alla Fiorentina, che dieci campionati fa si trovava costantemente a lottare per le vette della Serie A, stabilmente in zona Champions League, e con un entusiasmo nell’ambiente che da poche altre parti si respirava così a fondo.
LA FORMAZIONE 2008/09
Reduce da un’annata che vide i viola arrivare 4° in campionato e ad un passo dalla finale di Coppa UEFA (catastrofica la sconfitta ai rigori contro i Rangers, che mai tirarono in porta tra andata e ritorno), la società decise di dar seguito ad un periodo fiorente e di mettere con vigoria mano al portafoglio: fu una campagna acquista di prim’ordine quella capitanata dall’allora D.S. Pantaleo Corvino (oggi direttore generale), dove oltre ai soliti giovincelli di belle speranze – ma mai realmente sbocciati – arrivarono colpi da 90 quali il bomber Alberto Gilardino dal Milan, il mastino brasiliano Felipe Melo dall’Almeria, el loco Juan Manuel Vargas da Catania ed il riccioluto serbo rock ‘n’ roll Stevan Jovetic dal Partizan Belgrado.
Arrivarono anche usati sicuri quali Gianluca Comotto dal Torino, Luciano Zauri dalla Lazio, Sergio Almiron dalla Juventus e Marco Storari dal Milan. Un mix di gioventù pronta a dimostrare il proprio valore e una vecchia guardia in cerca di rivalsa o di qualche anno in più di carriera ad alti livelli.
Nel classico 4-3-3 in porta andava il francese Sebastien Frey, uno dei portieri più forti mai visti nella storia viola: tra i pali secondo a pochi, qualche incertezza in uscita lo rendeva “normale”, ma quando si alzava col piede giusto non ce n’era veramente per nessuno (chiedere ai laziali se si ricordano l’1-0 a Firenze di quella stagione).
A destra si alternavano proprio i due terzini arrivati nel mercato estivo, Comotto e Zauri, affidabili e precisi in fase difensiva, senza disdegnare qualche cavalcata: non certo fenomeni, ma la perfetta definizione di “usato sicuro”. A sinistra Manuel Pasqual e Massimo Gobbi, due giocatori che tutt’oggi militano in Serie A e che all’epoca si alternavano nel ruolo di terzino (col secondo che talvolta veniva spostato nell’originaria posizione di mezzala); questi secondi due erano sicuramente i terzini di spinta. Assieme a loro il treno Vargas, che iniziò da terzino per poi essere spostato davanti, dove iniziò a seminare il panico tra le difese di tutta Italia. I centrali fanno parte di un unicuum calcistico: Dario Dainelli ed Alessandro Gamberini erano i titolari, ed è curioso come per anni la loro carriera sia stata del tutto parallela (9 stagioni assieme tra Fiorentina, Genoa e Chievo), mentre Per Kroldrup e la meteora portoghese Manuel Da Costa avevano il ruolo di rincalzo.
Davanti alla difesa, in sostituzione del più geometrico Liverani (al quale era scaduto il contratto la stagione precedente), ecco appunto Felipe Melo: arriva a Firenze da sconosciuto, ma si consacra dopo pochi minuti; un rosso contro la Juventus per un calcione a Poulsen lo fa entrare da subito nel cuore dei tifosi viola, ma soprattutto saranno i milioni di palloni recuperati e quella grinta trascinante che faranno innamorare il Franchi di questo brasiliano furioso. Ai suoi lati dinamismo ed eleganza: da una parte Zdravko Kuzmanovic, all’epoca un diamante grezzo che sembrava poter brillare da un momento all’altro (notevole per la qualità che abbinava a cotanta quantità) e il talentuosissimo Riccardo Montolivo, che si stava apprestando a fare quel salto di qualità che – purtroppo per lui – mai riuscirà a fare definitivamente. Gobbi faceva la spola tra la fascia e il centrocampo, nel ruolo di riserva assieme al gladiatore Marco Donadel e il già citato Almiron.
Poi Martin Jorgensen. Lo infiliamo tra centrocampo e attacco, perchè di fatto il suo ruolo naturale sarebbe quello di esterno, ma già nella stagione precedente lo si è visto ovunque: terzino destro, interno di centrocampo, regista, trequartista e chiaramente esterno. A Firenze lo hanno sempre adorato tutti, per dedizione, amore (silenzioso) per la maglia e regalità in campo e fuori.
Arriviamo all’attacco. Pochi tifosi viola non verseranno lacrime. Mario Alberto Santana era il fútbol bailado, tutto finte e controfinte che prendono gli occhi come l’eleganza del tango argentino, mentre Franco Semioli era invece il sostituto più pratico e concreto, tranne quando sceglieva di prendere la mira e colpire sistematicamente l’uomo davanti a lui coi suoi cross. Ma qualche gol importante lo ha siglato anche lui. Dall’altro lato i gioielli più splendenti: brillantul, il numero 10 Adrian Mutu, testa che a volte avresti battuto contro il muro, piedi che avresti baciato e venerato quotidianamente. Alle sue spalle un degno erede, quel Jovetic già citato, che con quella pettinatura un po’ Led Zeppelin ed un po’ Cugini di Campagna avrebbe fatto innamorare Firenze di lì a poco.
In area di rigore invece c’era Alberto Gilardino. Sempre. Arrivato dal Milan in cerca di rivalsa dopo alcune stagioni tra luci ed ombre, ritroverà minuti, fiducia e soprattutto reti. Alle sue spalle prima Pazzini (poi ceduto alla Samp a gennaio) e poi Emiliano Bonazzoli.
Squadra di calciatori di valore prima, ma soprattutto di uomini che costituirono uno dei gruppi più solidi e uniti mai visti a Firenze. Molto per merito di quel signore in panchina, dai capelli lunghi e dall’aria un po’ cupa e taciturna, ma che sapeva trattare i suoi giocatori come figli: Cesare Prandelli per la Fiorentina non è stato solo un uomo, è stato un vero e proprio marito fedele, responsabile, capace sempre di offrirti una buona parola o di agire con vigoria quando necessario. Troppo affezionato alla sua squadra, troppo innamorato della sua città, tanto da scegliere di acquistare di suo pugno un abbonamento in tribuna per la stagione corrente della Fiorentina (prima che i suoi impegni col Genoa si sovrapponessero).
DIECI ANNI DOPO
La Fiorentina di Prandelli riuscì anche in quella stagione a confermarsi tra le top 4 del campionato, arrivando per un soffio alle spalle del Milan e dietro alle più quotate Roma e Inter, poi vincitrice di quello scudetto. La Champions fu invece un banco di prova per iniziare a relazionarsi con una realtà che di lì a poco avrebbe visto i viola protagonisti, mentre il terzo posto nel girone di quella stagione (alle spalle di Bayern Monaco e Olympique Lione) portò i gigliati a disputare i sedicesimi di Coppa Uefa, dove vennero eliminati dall’Ajax. Male invece in Coppa Italia, dove i viola furono estromessi a sorpresa a domicilio dal Torino.
L’epoca vissuta sotto la guida di Cesare Prandelli fu eccezionale, un periodo fiorente nel quale la Fiorentina riuscì a tornare ad alti livelli dopo gli anni difficili post fallimento. In seguito, invece, qualcosa andò storto: l’era Mihajlovic non ha mai entusiasmato nessuno, figuriamoci le clamorose vicende dei mesi in cui al timone comandava Delio Rossi. La rissa con Ljajic fu uno dei momenti più tristi della storia recente del calcio a Firenze.
Poi il Rinascimento – e dove, se non a Firenze? – con Montella in panchina e Pradè come D.S., il rinnovamento totale di una rosa che era arrivata alla fine di un ciclo, ed il ritorno in Europa con gli ultimi colpi di Jovetic in maglia viola e i primi di Borja Valero, Gonzalo Rodriguez, Juan Cuadrado e compagnia bella. Poi l’assalto alla Champions – mai riuscito – con gli acquisti di Giuseppe Rossi, Mohamed Salah e, soprattutto, Mario Gomez, arrivato da eroe e ripartito nell’indifferenza più totale. Fino ad arrivare alla storia recente, ai brevi exploit di Paulo Sousa e al durissimo momento della perdita di Capitan Astori, sotto l’egida di un altro grande uomo quale Stefano Pioli.
Oggi i Della Valle non hanno più quella voglia matta di investire che avevano dieci anni fa: se all’epoca sembravano decisi ad imporsi e a volersi consacrare stabilmente nell’élite del calcio italiano (addirittura lanciarono la “bomba”, dichiarando di voler arrivare allo scudetto entro il 2012), attualmente quella degli imprenditori marchigiani è la classica condotta di chi non vuole più compromettersi. Acquisti giovani, ragazzi di qualità (quando non si rivelano dei flop come molto spesso è accaduto) che possano essere rivenduti a cifre notevoli, così da rifinanziare il mercato futuro. Per usare un termine che va molto di moda a Firenze in questo contesto, la famiglia proprietaria del marchio Tod’s ha scelto di vivacchiare.
Proprio per questo, all’ombra della Cupola del Brunelleschi, i bei ricordi che sorgeranno nel leggere questo articolo saranno offuscati da una sensazione di nostalgia. Nostalgia canaglia…
Spesso, l’andamento di una partita, viene condizionato dall’ambiente in cui si gioca. La nostra Serie A è teatro di grandi sfide anche sugli spalti, merito di calorosissime tifoserie. Le settimane che precedono l’avvio della stagione sono davvero caratterizzanti: nel corso delle stesse, infatti, è caccia agli abbonamenti, quasi sempre completamente venduti. Purtroppo, però, c’è chi, come l’Empoli e altre squadre di bassa classifica, anche in casa ha poco seguito.
Recentemente il dato sulle presenze medie allo stadio poneva i toscani alle spalle addirittura di club di categorie inferiori come la Serie B e la Serie C. Per ovviare a questo problema, però, la dirigenza dell’Empoli ha optato per una soluzione del tutto originale. Sui canali social ufficiali del club, nelle ultime ore, è apparso un post che ha un messaggio chiaro: incentivare le persone a supportare l’Empoli. L’iniziativa prevede che per chi acquisti merchandising per una spesa minima di 15,00 euro allo store ufficiale ci sia la possibilità di richiedere un tagliando omaggio di Curva Nord per la sfida contro il Lecce, in programma lunedì 11 dicembre alle ore 20:45.
L’esito dell’iniziativa verrà reso noto solamente in seguito alla gara, sperando di riaccendere lo spirito calcistico in quel di Empoli.
Per una spesa minima di 15,00 euro al nostro Store, sarà possibile richiedere un tagliando omaggio di Curva Nord per la sfida contro il Lecce pic.twitter.com/SBBuqXtnWH
Il pareggio acciuffato all’ultimo respiro contro il Bologna ha regalato una settimana molto più tranquilla da vivere al Lecce. I salentini non vincono da settembre: l’ultimo successo è arrivato contro il Genoa, ma hanno mantenuto un ampio margine sulla zona retrocessione. In uno dei posticipi del lunedì, gli uomini di D’Aversa renderanno visita al Carlo Castellani Computer Gross Arena all’Empoli di Andreazzoli, una delle dirette concorrenti alla corsa per la salvezza. In vista della trasferta in Toscana giungono buone notizie per i giallorossi. Il centrocampista guineano, Kaba, ha ripreso ad allenarsi in gruppo dopo aver saltato la gara col Bologna.
Report positivi, secondo gli ultimi aggiornamenti di tuttomercatoweb.com, arrivano anche da Falcone e Berisha. Dopo un programma di lavoro differenziato a causa di un leggero stato influenzale, i due torneranno a piena disposizione di mister D’Aversa e non è in dubbio la loro convocazione per la partita di Empoli. Anche Almqvist dovrebbe essere reintegrato in gruppo dopo che questi ha smaltito gli ultimi guai fisici. Lo svedese ha giocato uno spezzone nella gara contro il Bologna, nella quale non era apparso al top della forma fisica. Le sue condizioni restano ancora da monitorare.
Intanto, D’Aversa inizia a studiare la formazione da schierare in vista della gara con l’Empoli. Il Lecce andrà alla ricerca di una vittoria dal duplice valore: i tre punti infatti gli consentirebbero di staccarsi dalle zone basse della classifica e centrare il primo successo esterno in questo campionato.
Da poco rientrato in campo nell’ultimo match match col Frosinone, a seguito del grave infortunio al ginocchio destro, Ismael Bennacer ha le idee nitide sul suo futuro. Intervistato da Milan Tv, il centrocampista algerino ha espresso come suo più grande obiettivo personale il Pallone d’Oro. Un vero e proprio azzardo quello di Bennacer che prima è intenzionato a riconquistare un posto da titolare nella mediana del Milan. Nel corso della chiacchierata c’è stato tempo per discutere di diversi temi, dalle radici al trasferimento all’Arsenalfino al memorabile scudetto di due stagioni fa. Queste le parole rilasciate da Bennacer.
RADICI – “Non devo dimenticare da dove vengo, è molto importante per me e per la mia famiglia. Il pallone lo portavo ovunque, veramente. A scuola con la mia classe facevo calcio e quindi facevo allenamento con loro; poi facevo allenamento con la squadra ad Arles; dopo tutto quello giocavo a futsal con la gente che vive nel quartiere. Facevo tre allenamenti. Sapevo che se lavoravo più degli altri, era normale che avrei avuto qualcosa di più”.
ARSENAL – “Non volevo andare via dalla Francia ma poi avevo bisogno di una formazione perché ad Arles l’avevo avuta ma all’Arsenal era diverso: uno dei settori giovanili migliori d’Europa. Un’esperienza molto molto bella. Ad Arles dove vivo è un piccolo quartiere e non c’è niente: a Londra invece c’era tutto”.
SCUDETTO – “Fino al Sassuolo ero normale ma poi quando lo abbiamo vinto è stata un’altra cosa: era incredibile da vivere con i tifosi. Ero molto contento per loro e di avergli fatto questo regalo, di aver scritto la storia per questa società. Ho festeggiato tantissimo”.
PALLONE D’ORO – “Personalmente il Pallone d’Oro è il mio obiettivo: è la cosa più prestigiosa nel calcio. Mi metto questo obiettivo nella testa, così non avrò rimorsi: devo fare tutto per averlo e devo lavorare tantissimo. Vincerlo significherebbe tante cose: aver fatto bene con la tua squadra e con la Nazionale”.
Nel corso della cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria al commissario tecnico della NazionaleLuciano Spalletti, ha parlato il patron del Napoli, Aurelio De Laurentiis, uno degli invitati speciali all’evento. Tanti i temi snocciolati dal presidente azzurro, a partire dallo scudetto, a cui il Napoli, dopo il ko con l’Inter, sembra avere detto addio. Tuttavia, De Laurentiis ha le idee abbastanza chiare e promette di ripetere la meravigliosa scorsa stagione culminata con la riconquista del tricolore. Il recente terzo scudetto porta la firma di Spalletti con cui i rapporti, dopo una fase di gelo, sembrano essersi distesi. Per lui De Laurentiis ha speso solo parole di stima ed elogio per quanto fatto a Napoli. Ecco di seguito le dichiarazioni di De Laurentiis.
SCUDETTO – “La vittoria dello scudetto è stata un’esperienza “straordinaria, unica, speriamo ripetibile, anzi vi prometto che sarà ripetibile. Abbiamo sempre detto che non si può, se non con gli imbrogli, vincere ogni anno, perché per vincere uno scudetto ci vogliono delle condizioni che non sono sempre le stesse. Anche i giocatori, seppure non siano cambiati, non rispondono sempre nella stessa maniera”.
SPALLETTI – “Spalletti è un esemplare motivatore. Quello che ho imparato in 19 anni è che l’attenzionalità di un giocatore è molto corta, gli parli ma se non usi le copyline che ha inventato, che ha voluto sulle maglie di allenamento e nei corridoi di Castel Volturno, recitandole a ripetizione nello spogliatoio, sono quelle grandi doti che lui ha, perché è un grande comunicatore. I complimenti a Luciano sono strameritati, quindi gli auguro adesso con la Nazionale di avere un limpido cammino“.
Il rispetto della tua riservatezza è la nostra priorità
Noi e i nostri fornitori archiviamo informazioni quali cookie su un dispositivo (e/o vi accediamo) e trattiamo i dati personali, quali gli identificativi unici e informazioni generali inviate da un dispositivo, per personalizzare gli annunci e i contenuti, misurare le prestazioni di annunci e contenuti, ricavare informazioni sul pubblico e anche per sviluppare e migliorare i prodotti. Con la tua autorizzazione noi e i nostri fornitori possiamo utilizzare dati precisi di geolocalizzazione e identificazione tramite la scansione del dispositivo. Puoi fare clic per consentire a noi e ai nostri fornitori il trattamento per le finalità sopra descritte. In alternativa puoi accedere a informazioni più dettagliate e modificare le tue preferenze prima di acconsentire o di negare il consenso. Si rende noto che alcuni trattamenti dei dati personali possono non richiedere il tuo consenso, ma hai il diritto di opporti a tale trattamento. Le tue preferenze si applicheranno solo a questo sito web. Puoi modificare le tue preferenze in qualsiasi momento ritornando su questo sito o consultando la nostra informativa sulla riservatezza.
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. These cookies ensure basic functionalities and security features of the website, anonymously.
Cookie
Durata
Descrizione
cookielawinfo-checkbox-analytics
11 months
This cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Analytics".
cookielawinfo-checkbox-functional
11 months
The cookie is set by GDPR cookie consent to record the user consent for the cookies in the category "Functional".
cookielawinfo-checkbox-necessary
11 months
This cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookies is used to store the user consent for the cookies in the category "Necessary".
cookielawinfo-checkbox-others
11 months
This cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Other.
cookielawinfo-checkbox-performance
11 months
This cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Performance".
viewed_cookie_policy
11 months
The cookie is set by the GDPR Cookie Consent plugin and is used to store whether or not user has consented to the use of cookies. It does not store any personal data.
Functional cookies help to perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collect feedbacks, and other third-party features.
Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.
Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.
Advertisement cookies are used to provide visitors with relevant ads and marketing campaigns. These cookies track visitors across websites and collect information to provide customized ads.