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The GoalKEPAer

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The GoalKEPAer

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Chiamatela telenovela, chiamatela storia infinita, chiamatela come vi pare. Ormai da mesi si parla di Thibaut Courtois, portiere del Chelsea ed in scadenza 2019 con i blues, pronto a lasciare Londra e Stamford Bridge per tornare nella sua Madrid, quella che lo ha lanciato con i colori dell’Atletico, ma che vorrebbe ritrovare con quelli blancos del Real. Adesso il trasferimento del portiere belga sembra essere diventato realtà, per buona pace del Chelsea che ha fatto di tutto per provare a trattenere e a far rinnovare il suo fuoriclasse.

Niente da fare per il buon Sarri, che già pregustava di giocarsi le sue chance in Premier League avendo tra i pali uno dei portieri più forti del mondo, nonchè miglior portiere del mondiale 2018.

E se fino a poco tempo fa si accusava la dirigenza del Chelsea di essere poco attiva e attenta sul mercato – uno dei motivi che hanno portato all’addio di Antonio Conte – stavolta la DG Marina Granovskaia ha subito scomodato i suoi uomini per portare immediatamente un numero 1 di qualità al suo nuovo mister: non Reina, come molti avevano pensato, neanche Keylor Navas o Jan Oblak dalla Madrid dove andrà Courtois, bensì un giovane che nessuno aveva mai nominato. Il prescelto viene sì dalla Spagna, ma dalla nobile e orgogliosa regione dei Paesi baschi, in particolare dall’Athletic Bilbao: Kepa Arrizabalaga.

Per chi non lo conoscesse, proveremo a darvi dei motivi. Non 80 milioni di motivi, quelli può darveli colui che ha tirato fuori questa cifra per acquistarlo.

TRABAJO. SUERTE. SILENCIO.

Erano le parole, la metafora di vita del hombre vertical, di Hector Cuper. Lavoro, perchè quello ci vuole sempre. Fortuna, inimmaginabile pensare di far strada in un mondo come quello calcistico senza aver a che fare con la sorte. Silenzio, perchè parlare troppo può andare sempre a tuo sfavore, meglio lasciar parlare gli altri.

Kepa Arrizabalaga Revuelta da Ondarroa, nato il 3 ottobre del 1994, ha fatto a modo suo di queste parole uno stile di vita. Non è mai stato uno di quei nomi roboanti che già dalle giovanili fanno parlare di sè. Non è stato un Bojan Krkic già noto ai più quando ancora cresceva nella cantera blaugrana, non ha avuto la risonanza che hanno avuto i vari Odegaard o ancor prima Javier Portillo nel Real Madrid (alcuni di voi lo ricorderanno come meteora con la maglia della Fiorentina nel 2004/05); no, Arrizabalaga è sempre rimasto nell’ombra, nel buio del lavoro e della dedizione giornaliera.

Scontata la società in cui si è fatto le ossa: come la grande maggioranza dei baschi, si cresce e ci si costruisce nell’Athletic Bilbao, ed è proprio così che fa Kepa; dall’età di 9 anni fa parte della grande famiglia zurigorriak (biancorossi), a 16 anni inizia il percorso nelle trafile delle filiali dell’Athletic – prima il Baskonia e poi l’Athletic B – dove può iniziare a farsi le ossa confrontandosi col mondo del professionismo. Perchè nelle squadre B si può andare anche a 17 anni, ma soltanto se le squadre B si hanno.

Perdonate la polemica.

A 20 anni – nel 2015 – va in prestito per la prima volta fuori da Bilbao, 6 mesi al Ponferradina dove inizia ad assaggiare le categorie superiori, ossia quella della Segunda Division, mentre l’anno successivo riuscirà a farsi una stagione da titolare nella serie cadetta spagnola con il Valladolid, mettendosi in mostra e iniziando a fare l’occhiolino sia alle nazionali giovanili che alla sua casa base. E non è un caso che in quella stagione inizi a frequentare con grande continuità la nazionale U21 spagnola, dopo aver vinto l’europeo U19 con la maglia della roja.

2016/17. Anno assurdo in casa Athletic, perchè i baschi hanno tre portieri potenzialmente titolari: c’è la leggenda Iraizoz, cresciuto proprio all’ombra del Guggenheim e militante per ben 10 stagioni con la maglia biancorossa. C’è Iago Herrerin, per anni ritenuto il certo futuro dopo Iraizoz. Ed infine c’è il ragazzino, Kepa. Proprio quest’ultimo sfrutterà la rotazione voluta da mister Valverde, che decide di alternare nelle tre competizioni – Europa League, Copa del Rey e Liga – i suoi tre portieri; credo non ci sia bisogno di dirvi chi l’abbia spuntata alla fine.

Ed è così che ormai da una stagione e mezza Kepa Arrizabalaga è il titolare dell’Athletic Bilbao, oggi anche terzo portiere della nazionale spagnola, nonchè uno dei migliori estremi difensori di tutto il campionato. Il Real Madrid gli ha fatto la corte per un anno, qualcuno aveva già dato per fatte le visite mediche nello scorso gennaio (anche se pareva un accordo per giugno), ma alla fine ha prevalso il senso di appartenenza che ha portato Kepa a rinnovare con la sua squadra del cuore, e a mettere nel suo contratto una clausola monstre da 80 milioni di euro.

Che da qualche giorno non è più monstre. Almeno per il Chelsea.

 

IL GIOVANE MAI GIOVANE

Vuoi per un discorso anagrafico che lo ha portato a giocare il suo primo campionato intero di livello a 21 anni (ed in Segunda), vuoi perchè alla sua comunque giovane età non ha mai mostrato alcuna problematica o incertezza tipica dei ragazzini alle prime armi, Arrizabalaga ha sempre dato l’impressione di essere un portiere di grande sicurezza e di mentalità solida e fredda. Soltanto l’anno scorso, quando il Real gli ronzava attorno, il suo allenatore Ziganda lo mise temporaneamente in panchina, per poi rilanciarlo una volta concluse le sirene di mercato.

Kepa non fece una piega, tornò al San Mamés e come se nulla fosse si rimise a parare come ben sa fare. 189 centimetri ed un fisico molto longilineo (è più basso, ma ricorda molto Courtois), ha nel suo bagaglio tecnico un’ottima qualità tra i pali e dei riflessi a tratti mostruosi, ai quali aggiunge una gran dose di coraggio nelle uscite basse e un discreto quantitativo di carisma nella guida del reparto difensivo. Può ancora lavorare sulle uscite alte, ma come ben sappiamo ci sono tanti fattori esterni che possono contribuire alla riuscita o alla non riuscita di una presa aerea, mentre mostra grande tranquillità e naturalezza nel gioco coi piedi, secondo la tipica tradizione iberica.

https://www.youtube.com/watch?v=lFVeOZ37TYQ

E ciò non potrà far altro che piacere a Maurizio Sarri, che già ha saputo sfruttare al meglio le qualità tecniche di Pepe Reina al Napoli: con Kepa probabilmente avrà un portiere validissimo coi piedi, non con la tecnica da centrocampista di Reina, ma con un maggior margine di miglioramento e una già superiore qualità tra i pali. Basti pensare che, rispetto al nuovo portiere del Milan, ha diversi centimetri in più da sfruttare, ed oltretutto uno dei suoi marchi di fabbrica è la parata sui tiri rasoterra ad incrociare: quelli che sulla carta dovrebbero andare a battere sul punto debole di un portiere abbastanza alto.

Ancora tende troppo a dare l’impressione di voler apparire come il portiere “spettacolare”, dato che talvolta ricerca l’intervento noto ai più “per i fotografi”. Poco male però, l’importante è che la parata vada a segno, poi il come ed il perché è secondario. Di certo la sua mentalità da giocatore maturo e dedito al lavoro gli permetterà di crescere e formarsi al meglio, sia per diventare un goalkeeper tipico da calcio inglese, che per adattarsi al gioco spettacolare che vorrà Sarri.

Oggi il Chelsea ha finalmente il suo nuovo portiere, sicuramente ancora non all’altezza del suo predecessore, ma per fisico e qualità tecniche ci si può avvicinare molto. Ci sarà da vedere se la cifra del suo cartellino influirà – ha tolto dopo pochissimo tempo il record di portiere più pagato in Premier ad Alisson – ma vista la sua faccia di ghiaccio ed il suo orgoglio euskal, non ci sarà da sorprendersi se Kepa dimostrerà tutto il suo valore tra i pali e nel gioco dei blues.

Che dovrà assolutamente partire dai suoi piedi. Quelli del nuovo goalkeeper del Chelsea. O meglio, GoalKEPAer.

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Flash News

L’agente di Klaassen si espone sul futuro del centrocampista dell’Inter: l’intervista

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Klaassen, giocatore dell'Inter e Legowski, giocatore della Salernitana, Serie A, Coppa Italia

In una stagione giocata a livelli altissimi, l’Inter di Inzaghi si è dimostrata un gruppo unito e di alto valore tecnico, in cui anche i comprimari, a turno, sono riusciti a ritagliarsi un ruolo importante, seppur alcuni meno di altri. La principale vittima sacrificale del trio di centrocampo Barella-Calhanoglu-Mkhitaryan, indubbiamente il reparto migliore dei nerazzurri, è stata Davy Klaassen; l’olandese ha accumulato appena 16 presenze stagionali, in cui non è risultato estremamente convincente, oltre a portarsi addosso il peso del rigore sbagliato nella nottataccia al Wanda Metropolitano. Per l’ex Ajax tuttavia, l’esperienza italiana sembra tutt’altro che negativa, come traspare dalle parole del suo agente Steinar Dietz, intervistato da FcInterNews.it.

LE PAROLE DELL’AGENTE DI KLAASSEN

TEAM VINCENTE – “A Milano sta bene, la squadra è davvero forte, e apprezza l’allenatore. Si è adattato molto bene all’Italia, e sta cercando di imparare la lingua. Certo, non gioca moltissimo, ma fa parte di un team vincente, dove c’è la giusta competizione per scendere in campo”.

L’INTER TI SCEGLIE – “Tu non scegli l’Inter, bensì è l’Inter a sceglierti, e a quel punto tu dici di sì. Si tratta di uno dei club più importanti del mondo, è un sogno giocare in Italia. A Klaassen piacerebbe avere un maggior minutaggio, ma comprende la situazione, sa che la squadra è fortissima e si allena ogni giorno con abnegazione”.

PRESENTE E FUTURO – “Al momento Klaassen è concentrato solo sul presente. Lui è davvero, davvero felice in nerazzurro, il suo focus è sull’obiettivo da raggiungere con l’Inter. Mi ha proprio chiesto di non parlare adesso di altre eventuali possibilità che lo riguardano: vuole essere concentrato al 100% solo sul vincere lo scudetto con l’Inter. Poi vedremo, potrà restare o andare via, ma sono discorsi a cui uno penserà a tempo debito”.

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Bundesliga

Infortunio al ginocchio per Bensebaini in Nazionale: il Dortmund lo perde fino a fine stagione

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Ramy Bensebaini, giocatore del Borussia Dortmund e Randal Kolo Muani, giocatore del PSG, Champions League

Il Borussia Dortmund sarà impegnato in un finale di stagione di fuoco. In Bundesliga si trova attualmente al quarto posto della classifica, ma con la qualificazione in Champions League ancora in bilico. Per quanto riguarda invece la Champions, i gialloneri sfideranno l’Atletico Madrid per guadagnarsi un posto in semifinale, traguardo che manca dalla stagione 2012/13 (in quel caso fu finale contro il Bayern Monaco). Il Borussia Dortmund ha però perso un giocatore fondamentale per lo scacchiere di Terzic: Ramy Bensebaini resterà infatti fuori fino al termine della stagione, saltando tutti gli impegni nazionali e internazionali.

IL RENDIMENTO DI BENSEBAINI IN QUESTA STAGIONE

Il terzino sinistro algerino Bensebaini ha giocato 17 partite in Bundesliga in questa stagione, di cui 11 dal primo minuto. Una stagione non esattamente da ricordare quella dell’ex laterale del Borussia Mönchengladbach, visto che adesso dovrà rimanere ai box a lungo. Come riportato da TMW, Bensebaini ha riportato un infortunio al legamento collaterale mediale del ginocchio e ha finito in anticipo la stagione, anche se è riuscito a evitare l’operazione. L’infortunio è arrivato nella sfida amichevole giocata tra la sua Algeria e la Bolivia. Ennesimo infortunio dunque causato dalla sosta per le Nazionali, che ha creato problemi in tutto il mondo, non solo in Italia.

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Flash News

Si ferma Lazzari in allenamento: problema al polpaccio, da valutare per la Juventus

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Lazzari, Saelemaekers, Bologna, Lazio, Champions League, Serie A, Coppa Italia, EURO2024

La Lazio è attesa da una sfida importantissima contro la Juventus. Sabato alle 18 sarà tempo di big match all’Olimpico, con i biancocelesti che vogliono rilanciarsi al più presto per la corsa all’Europa che conta. Il cambio di allenatore, con l’arrivo di Igor Tudor, può aver dato stimoli nuovi alla squadra, che sta continuando a preparare quella che sarà soltanto la prima di tre sfide contro i bianconeri. La Lazio dovrà infatti affrontare la Juventus anche in Coppa Italia, con andata e ritorno, e la prima sfida sarà proprio mercoledì 3 aprile.

L’ULTIMO ALLENAMENTO IN CASA LAZIO

Prima però c’è da pensare al campionato e la squadra di Allegri, priva di Vlahovic squalificato, sarà affamata di riscatto, dopo aver conquistato appena sette punti nelle ultime otte partite. La Lazio invece ha vinto a Frosinone con Martusciello in panchina, ma Tudor è pronto a imporsi. Arrivano brutte notizie però dall’allenamento dei biancocelesti: Lazzari si è fermato per un problema al polpaccio e le sue condizioni saranno da valutare. Oltre a Lazzari, Rovella e Pellegrini hanno svolto lavoro differenziato e domani è in programma la rifinitura. Tudor ha provato la difesa a tre, con il trio formato da Gila, Romagnoli e Casale, mentre sugli esterni hanno agito Felipe Anderson a sinistra e Marusic a destra.

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Calcio Internazionale

Chi è Mateo Joseph, il talentino del Leeds decisivo con la Spagna U21

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Madueke, gioocatore del Chelsea, e Mateo Joseph, giocatore del Leeds United, Premier League

CHI È MATEO JOSEPH – Non è una rarità ormai assistere a casi come quello di Jamal Musiala, che dopo aver effettuato la trafila delle nazionali giovanili dell’Inghilterra (ossia il luogo dov’è cresciuto), ha deciso di intraprendere la propria carriera internazionale vestendo la maglia della Germania, sua terra natale. Seppur in misura minore, è ciò che è successo anche a Mateo Joseph Fernández-Regatillo, ventenne attaccante del Leeds United.

TRA SPAGNA E INGHILTERRA

Nato a Santander nell’ottobre del 2003, Mateo Joseph è dunque di nazionalità spagnola, ma il cognome del padre ne tradisce le origini inglesi, che sarebbero inevitabilmente tornate a bussare alle sue porte qualche anno più tardi. Dopo essersi formato nelle giovanili del Racing Santander prima, e dell’Espanyol poi, ecco il richiamo della foresta: a portarlo oltremanica è stato infatti il Leeds United nel gennaio 2022.

Nei successivi due anni, Joseph avrebbe proseguito il proprio stage nell’Under 21 dei Peacocks, mettendosi in mostra come attaccante un po’ atipico; i suoi 180 centimetri forse non sono tantissimi per essere un centravanti, tant’è che predilige soprattutto calpestare le zolle del mezzo spazio di sinistra per poi venire a giocare in posizioni più centrali. La convocazione dell’Inghilterra U20 non tarda ad arrivare, e il giovane puntero riesce anche a ritagliarsi un piccolo spazio durante lo scorso Mondiale della sopracitata categoria. Il ct Ian Foster lo impiega però come esterno sinistro nel proprio tridente, e l’avventura dei Tre Leoni si interrompe precocemente agli ottavi di finale contro l’Italia di Casadei.

IL DEBUTTO CON LE FURIE ROSSE

I tempi intanto sono ormai maturi per il debutto in prima squadra, seppur sul palcoscenico minore della Championship; Joseph però, in un Leeds che stradomina il campionato insieme al Leicester, non riesce ad accumulare abbastanza minuti, restando dunque a secco di gol. Per sbloccarsi sceglie dunque un’occasione speciale: gli ottavi di finale di FA Cup in casa del Chelsea, in cui mette a segno una doppietta che non basta per avere la meglio sui Blues, salvati da un gol allo scadere di Gallagher.

Sono a tutti gli effetti le sue due prime reti da professionista, ed è forse grazie alla notte di Stamford Bridge che la Spagna U21 lo ha convocato nell’ultima pausa per le nazionali; Joseph ha dunque deciso di accettare la chiamata delle Furie Rosse, che annovera ragazzi del calibro di Fermin Lopez Pablo Barrios, debuttando da subentrato nell’amichevole persa contro la Slovacchia. Poco male, perchè nel match successivo contro il Belgio, valido per le qualificazioni al prossimo Europeo U21, ha firmato il gol vittoria all’88’, dopo essere sceso in campo appena 5 minuti prima. Come inizio poteva andare decisamente peggio…

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