La vita ti mette davanti a sfide continue, anche quando tutto sembra andare per il verso giusto. Stai ottenendo il massimo, stai svolgendo le tue mansioni nel migliore dei modi, tutti ti riconoscono il duro lavoro e l’ottenimento di ottimi risultati, eppure c’è sempre qualcuno che deve metterti in discussione.
Il calcio, come sappiamo, è spesso metafora di vita, ed è per questo che molto spesso ci sono calciatori dal rendimento eccelso che vengono messi in discussione. Prendiamo il caso specifico del Manchester City di Pep Guardiola: 1° senza alcun rivale in Premier League, in finale di Coppa di Lega, sulla buona strada in FA Cup, e agli ottavi di Champions (con tanto di epiteto “una delle favorite”); calcio spettacolare e futurista, veloce e ordinato, verticale e compassato, tutto allo stesso tempo. Sembrano l’uno il contrario dell’altro, eppure sono tutti aggettivi che si addicono alle varie fasi di gioco dei Citizens.
Tra i singoli bene il portiere Ederson, la sicurezza acquisita da Otamendi gli sta permettendo di essere dominante in marcatura sugli attaccanti avversari, Fernandinho è il metronomo e la falce recupera palloni, mentre là davanti ci sono Sterling, De Bruyne e Sané che stanno facendo fuoco e fiamme. Anche gli altri giocatori non citati stanno contribuendo al massimo alla causa celeste, ma nonostante questo c’è un attaccante che fa faville in campo, ma che viene spesso criticato da chi è spettatore di questa meraviglia: Sergio Agüero.

SOME MIGHT SAY
Partiamo da ciò che, sempre e comunque, smentisce coloro che criticano a prescindere: i numeri. Parlando soltanto della stagione corrente, El Kun ha giocato 19 partite in Premier realizzando 16 gol (terzo marcatore ma tra i primi 10 è quello che ha giocato meno partite), ne ha segnati 3 in 5 match di Champions, ai quali aggiungiamo i 3 in 3 partite nelle due coppe inglesi. Per un totale di 27 partite e 22 gol, 0,8 gol a partita.
Probabilmente basterebbe questo a risolvere ogni minimo dubbio. Eppure i critici rimangono, le voci di mercato non si placano, e i rumors secondo i quali l’argentino e Guardiola non avrebbero un buon rapporto rimangono sempre nell’aria grigia di Manchester. Si parla tanto di una possibile cessione del classe ’88, se ne parlava maggiormente quando sembrava imminente il passaggio di Alexis Sanchez al City, ma tutto nasce da un arrivo che risale ad un anno fa: quello del talento brasiliano Gabriel Jesus.
Dallo scorso gennaio, visto l’impatto enorme avuto dal classe ’97 di San Paolo, e vista una piccola involuzione del folletto argentino, sono sempre diventate più insistenti le voci che riguardavano una possibile partenza del Kun Agüero. Eppure, anche durante questa stagione, Gabriel Jesus non è mai sembrato superiore né per rendimento, né nelle prestazioni: finora il centravanti della Seleçao ha totalizzato 10 gol e 4 assist nelle 27 partite giocate in questa stagione. Numeri sicuramente inferiori a quelli di Agüero, e anche lo stesso City non sembra beneficiare tanto di più della presenza di GJ, a discapito di quella del Kun.
Eppure sulla bocca di tutti, c’è sempre il secondo.

LITTLE BY LITTLE
Adesso però, poco alla volta, little by little, Agüero si sta riprendendo l’Etihad. Sarà l’assenza per infortunio di Gabriel Jesus, sarà una squadra che sta facendo faville, saranno le prestazioni scintillanti dell’argentino, ma finalmente El Kun sta tornando quel “gigante” di 173 cm che spadroneggia nelle aree avversarie.
Sta segnando in tutti i modi, di destro, di sinistro, da dentro o da fuori area. E che ci crediate o no, ha segnato anche di testa, su un cross dalla trequarti, in anticipo sul difensore di riferimento. Ve lo raccontiamo invitandovi a rileggere la sopracitata altezza dell’argentino. Molti lo definiscono la versione più simile al perfetto attaccante moderno: forse in questo è secondo solo a Suarez (che lo batte dal punto di vista fisico), ma la sua capacità di dialogo con i compagni di reparto – e non solo – mista al suo baricentro basso e alla rapidità di esecuzione che ha in area di rigore, lo rendono quasi inimitabile a livello mondiale. Verrebbe da dire che l’essere calcistico più vicino a lui, sia quel Lionel Messi che incanta a Barcellona. Ma se la Pulga si accosta al mito di Maradona, Agüero invece si accontenta dell’onore (e l’onere) di essergli parente.
Probabilmente un attaccante come Gabriel Jesus ha una maggiore funzione di riferimento offensivo, grazie ad una fisicità maggiore e anche ad un senso del gol probabilmente più affinato rispetto a quello di Agüero, ma allo stesso tempo il brasiliano si è dimostrato ancora troppo grezzo per competere con un Kun al top delle sue possibilità. E non è un caso che Guardiola abbia ricominciato a coccolare il suo bomber tascabile, perché segna e fa segnare tanto anche i suoi compari offensivi: basti chiedere ai vari Sané e Sterling quanto stiano beneficiando di una punta tanto mobile e forte tecnicamente davanti a loro.

Ci sta che la prossima estate riparta il tormentone Agüero di qua, Agüero di là, perché prima o poi Gabriel Jesus rientrerà dall’infortunio, reclamerà spazio, e probabilmente proseguirà il suo progresso di crescita esponenziale. Per adesso Guardiola si tiene il problema, perché si rende di quanti allenatori si farebbero carico di beghe del genere. La volontà è quella di portare a casa un titolo inglese che pare ormai abbastanza scontato, provare ad ottenere il massimo nelle due coppe britanniche e, perché no, sognare in grande nella speciale campagna europea.
E perché non continuare al ritmo della “Rock ‘n’ roll star” argentina?