Hai 24 anni e stai giocando da capitano della tua nazionale le olimpiadi. Già ti sembra di vivere un sogno, ma poi batti a sorpresa, con la tua “piccola” Australia, l’Argentina e lo fai laureandoti migliore in campo. A quel punto sei in estasi, credi di essere giunto al punto più alto della tua carriera. Tutto questo, che per molti equivale allo straordinario, in realtà è solo un altro capitolo dell’incredibile storia di Thomas Deng. Storia che merita di essere raccontata ed ascoltata, perché è molto più di una semplice vicenda calcistica, è il racconto di un’infanzia tormentata e dei sogni di un bambino che nessuno mai potrà cancellare.
PAURA
Paura è l’unica cosa che provi in momenti del genere. È la paura di un bimbo di 6 anni, al primo grande viaggio della sua vita, finito su un aereo diretto chissà dove. Lontano dai suoi amici, lontano dalla sua vita e lontano dal suo papà, rimasto in Kenya, dove quel bambino di 6 anni era nato nel 1997, a fornire aiuto come volontario medico. Il bambino su quell’aereo è Thomas Deng, e comunque lì non ci è finito per caso e non è solo. Ci sono i suoi quattro fratelli maggiori e soprattutto c’è sua madre, che su quel benedetto aeroplano non sarebbe mai voluta salire, ma alla fine si è decisa e ci ha portato tutti e cinque i suoi figli. Thomas comunque non è l’unico ad aver paura. Anzi, forse è quello che, data l’ingenuità dovuta alla sua tenerissima età, ne ha meno. Lì, su quell’aereo, sono tutti terrorizzati, lo sono perché stanno scappando dalla cosa più brutta che possa mai capitare ad un popolo: la guerra. Nello specifico stiamo parlando della seconda guerra civile sudanese. Conflitto che si porterà via circa 2 milioni di anime, tra le quali anche il padre del piccolo Thomas, scomparso tragicamente nel 2007.

Fonte: Socceroos
SOGNI
La scelta della madre di Thomas è stata la più difficile, ma alla fine anche la più giusta, mai presa nella vita della donna. Questa sapeva benissimo che partendo dal Kenya non avrebbe mai più rivisto suo marito, ma aveva allo stesso modo compreso che partire sarebbe stato l’unico modo per offrire ai suoi figli una vita felice.
Nostra madre ci ripeteva che lo facevamo per una buona ragione, per studiare, per avere delle opportunità, però è stato comunque duro da affrontare.
È stato duro, sì, durissimo, anche perché la famiglia Deng in Australia non ci arriva subito. Prima i sei passano per un campo profughi. In quel campo, dove il futuro (qualora ce ne fosse uno) appare più che mai incerto, Thomas passa il tempo a giocare con un pallone fatto di stracci o con dei sassi, inseguendo quel sogno che nemmeno la guerra era riuscita a cancellare.
NUOVA CASA
La prima tappa del viaggio australiano di Thomas Deng e famiglia è la città di Adelaide, raggiunta nel 2004. Inserito in un contesto sociale completamente differente rispetto a quello della “sua” Nairobi (città natale dei Deng), il piccolo Thomas passa i primi mesi in Australia chiuso in casa a giocare con i suoi fratelli. Tristemente, come raccontato da lui stesso in un’intervista, Deng si ritrova anche a combattere i pregiudizi dovuti al colore della sua pelle.
Il momento più brutto? Essere seguito al supermercato per paura che rubassi qualcosa.
Salvo un primo periodo buio però, poi la vita riserva a Thomas tutte le gioie che aveva sognato da bambino. Sarà proprio il calcio, infatti, che gli consentirà di farsi nuovi amici e di vivere all’insegna della felicità e della spensieratezza.
La carriera calcistica di Thomas Deng inizia a Melbourne, dove l’osservatore Darren Davies lo nota nei campi di periferia e gli offre un contratto giovanile tra le fila del Melbourne Victory. Proprio con il Victory, Thomas esordirà nel 2015 nella serie A Australiana.

Fonte: ESPN
MARCANDO INIESTA
Deng in Australia si comporta benissimo, sembra mostrare un ottimo potenziale e gli arriva la chiamata della vita dal vecchio continente. È il 2016 e, dopo un anno dal suo esordio con i grandi, la squadra B del PSV Eindhoven propone a Deng un contratto. Thomas non ci pensa due volte e vola in Olanda, pronto a scrivere un nuovo capitolo della sua storia.

Fonte: Ed.nl
Purtroppo però l’esperienza europea di Deng terminerà dopo solo una stagione e cinque presenze ufficiali in maglia biancorossa. Attualmente Thomas gioca in Giappone, nell’ Urawa Reds, dove si è trasferito nel 2020 a seguito di un ritorno nel Melbourne Victory. In terra nipponica Deng ha realizzato il suo sogno, affrontando in una sfida contro il Vissel Kobe il grande Andres Iniesta. Esperienza che Thomas poteva solo sognare in quell’oscuro 2003 trascorso tra guerra e campi profughi.
NAZIONALE
Scegliere la nazionale australiana è sembrato a Thomas il miglior modo per ripagare il paese che lo aveva accolto nel periodo più brutto della sua vita. Il suo esordio con la rappresentativa oceanica è avvenuto nell’Ottobre 2018, in un’amichevole contro il Kuwait. Curiosamente quel giorno al fianco di Thomas ad esordire con lui c’era un altro oriundo: Awer Mabil attaccante 26enne in forze al Midtjylland. Mabil e Deng hanno alle spalle praticamente la stessa storia e per questo sono amici fraterni. Entrambi sono stati rifugiati, fuggiti dal loro paese natale dilaniato dalla guerra, banalmente entrambi sono calciatori e a Melbourne hanno frequentato la stessa scuola. Una storia, insomma, che sembra essere stata scritta nel destino e che somiglia molto alla trama di un meraviglioso romanzo calcistico.
Adesso, dopo tre anni dal suo esordio, Deng è il capitano dell’Australia olimpica a Tokyo 2020 ed ha già compiuto una mezza impresa battendo la ben più quotata Argentina. Guai a pensare, però, che Thomas si sia già accontentato, il suo obiettivo, infatti, è quello di portare in Oceania una medaglia e guardando la sua vita nulla sembra impossibile.
Questa è una storia che deve insegnarci a non mollare mai, che deve insegnare a tutti, dai più grandi ai più piccoli, a non smettere mai di inseguire i propri sogni. Questa è l’incredibile storia di Thomas Deng, da rifugiato a calciatore.