La nostra prima pagina
Un piccolo diez dal Portogallo

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5 anni fa:
Tiago Ribeiro. Questo il nome di uno degli astri nascenti più promettenti del panorama calcistico portoghese. Nato a Vila Nova de Gaia il 14 marzo del 2002, Tiago inizia la trafila delle squadre giovanili nel Porto, partendo dagli under 7 e arrivando fino alla categoria juniores.
IL GIOCATORE
Ribeiro nasce come un centrocampista centrale anche se nella scorsa stagione, l’allora mister degli under 15 del Porto lo ha posizionato saltuariamente nella porzione di campo dedicata al trequartista. Alto 1 metro e 85 fa della forza fisica un suo marchio di fabbrica. Difficilmente si può riscontrare nei suoi coetanei una statura come la sua. Non bisogna però immaginarsi un centrocampista puramente di sostanza. Tiago è dotato di una qualità tecnica sopraffina, estremamente rara a quell’età. Di piede mancino, possiede una gran capacità di tiro dal lungo raggio. Sintomatico è un gol realizzato la scorsa stagione, avvenuto da oltre 50 metri. Svariate sono comunque le reti siglate da fuori area. Molto abile nel liberarsi degli avversari in quanto assai veloce e dinamico, pur avendo una fisicità prorompente. Essendo un ottimo regista, spicca nella capacità di costruzione del gioco, partendo anche dal basso, arrivando quindi sulla linea mediana per raccogliere il pallone. Raramente effettua passaggi errati. Passaggi che quasi mai hanno un coefficiente di difficoltà basso. Si tratta difatti di verticalizzazioni a pescare l’inserimento di un esterno, oppure, se impegnato da trequartista, di assist minuziosi serviti fra le linee. Pur non svolgendo il ruolo di attaccante centrale, è dotato di un’ottima finalizzazione che gli ha permesso di siglare 21 realizzazioni in due stagioni.
FAMILIARITÀ
Probabilmente a Tiago il calcio scorre nelle vene. Sia il padre che il fratello sono o sono stati dei calciatori. Il padre, Sergio Ribeiro, oramai ha lasciato i campi da gioco. Di professione difensore, ha svolto quasi la sua intera carriera nel Neuchâtel Xamax, club svizzero grazie al quale Sergio ha potuto vantare 2 presenze in Coppa Campioni e svariate presenze nel massimo campionato elvetico. Il fratello maggiore, anch’egli di nome Sérgio Ribeiro, differentemente dal padre, ha voluto focalizzare il suo interesse sul fronte offensivo. Assai polivalente, può essere impiegato sia da ala destra che da prima punta. Ventiduenne, anch’egli era considerato qualche anno fa un’importante promessa del calcio lusitano, come testimoniano le svariate presenze nelle nazionali giovanili portoghesi. Arrivato la scorsa sessione di mercato estiva dal Porto B, adesso milita nel UD Oliveirense, club della serie b portoghese. Lo scorso anno da esterno destro ha siglato 1 rete e 4 assist in 29 presenze.
STATISTICHE E… MATURAZIONE
Tiago è un giovane che già può vantare parecchie presenze e gol pesanti nella oramai sua ex squadra quale il Porto e nelle nazionali under 15 e under 16 portoghesi. Nelle ultime tre stagioni il giovane lusitano ha effettuato ben 91 presenze condite da ben 21 reti. Dato che, come detto precedentemente, testimonia la forte abilità offensiva che può offrire l’atleta, pur essendo un centrale di centrocampo. Nel Portogallo under 16 la sua media realizzativa aumenta vertiginosamente. In sole 7 presenze è riuscito a gonfiare la rete in 10 occasioni. È anche vero che mai si è confrontato con una realtà professionistica o aver sfidato atleti più grandi di lui. Non mancherà comunque occasione, soprattutto adesso che il Monaco ha deciso di prelevarlo dal Portogallo per lasciarlo crescere nella sua seconda squadra. Squadra che milita nel categoria CFA, corrispondente alla nostra serie D. Essendo per distacco il giocatore più piccolo in rosa, dovrà faticare per ritagliarsi uno spazio importante nella rosa guidata da David Bechkoura. Non sarà agevole, ma Ribeiro ha tutte le potenzialità per potercela fare.
NUOVA AVVENTURA
Il suo passaggio al Monaco, difatti, si può considerare a tutti gli effetti una nuova avventura ed una nuova esperienza per lui. Da qualche anno il club francese ha deciso di puntare su una politica volta a fare esplodere giocatori giovani, che siano essi francesi o non. Ciò si può palesare con vari acquisti: Golovin, Henrichs, Geubbels, Pellegri, Tielemans. Pur con spese cospicue, quindi con una possibilità di fallimento alta ma preventivata, il club monegasco investe fortemente sui talenti da far sbocciare definitivamente. Tra tutte queste acquisizioni il nome di Ribeiro è passato naturalmente in secondaria importanza. D’altronde pochi addetti ai lavori conoscono il profilo del giocatore portoghese e, di conseguenza, Tiago non ha tutti i riflettori puntati addosso. Ciò è ottimo, perché favorirà il suo percorso di maturazione calcistica e personale. Non bisogna dimenticarsi che ha solamente 16 anni, e dar peso a cose futili per un ragazzo di quell’età è un gesto assai comune. Inoltre si troverà a rapportarsi con una realtà professionistica ed anche gli avversari potranno essere anche 20 anni più grandi di lui. Il salto di categoria è rilevante e il tempo per adattarsi bisognerà concederglielo
SOMIGLIANZE
Pur avendo una fisicità assai differente, nelle movenze in campo Tiago ricorda molto l’ex Porto e Barcellona, Anderson Luíz de Souza, comunemente riconosciuto con il nome di Deco. Anch’egli portoghese e di ruolo centrocampista centrale, Deco è riconosciuto universalmente come uno dei calciatori più forti della storia del paese lusitano. Dotato di una classe cristallina, aveva nel dribbling e nella costruzione del gioco i suoi punti di forza. Molto abile anche nel tiro dalla distanza e nel lancio lungo. Si spera che Tiago possa affinare le proprie caratteristiche tecniche, simili a quelle dell’ex Chelsea ma di molto inferiori, per rappresentare un giorno ciò che Deco ha rappresentato per il Portogallo.
Chissà se un giorno si sentirà parlare del nuovo talento proveniente dal Portogallo oppure se, come tanti prima di lui, cadrà nel dimenticatoio. Il talento è presente, bisognerà valutare se insieme ad esso saprà aggiungere una forte personalità. Sta a lui scegliere se diventare un futuro crack oppure se restare una stella inespressa.
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La decisione di Gerry Cardinale di interrompere il rapporto di lavoro con Paolo Maldini e Ricky Massara è stato un fulmine a ciel sereno per tutto il popolo rossonero. Sebbene il calciomercato non sia ancora iniziato ufficialmente, la nuova dirigenza del Milan sta comunque sondando il terreno per diversi soluzioni soprattutto nel reparto avanzato.
Per rinforzare l’attacco, i rossoneri sono interessati a Samuel Chukwueze, esterno nigeriano di proprietà del Villarreal. L’attaccante 24enne ha giocato 50 partite stagionali fra Liga, Conference League e Copa Del Rey, segnando 11 reti complessive e fornendo ben 13 assist ai propri compagni di squadra e secondo Sky Sport è un profilo seguito con interesse dal Diavolo.
La richiesta degli spagnoli è molto alta, ma il Milan c’è e ha avviato i primi contatti per provare a chiudere il primo colpo di mercato.
Calciomercato
Il Manchester City fa sul serio per Kovacic: le ultime

Pubblicato
6 ore fa:
Giugno 8, 2023
Si accende il calciomercato del Manchester City che, a causa della probabile perdita di Gundogan a parametro zero, si starebbe muovendo per prendere Kovacic. Quello che potrebbe essere l’approdo di Kovacic alla corte di Pep Guardiola dipenderà, soprattutto, dalla decisione in merito al futuro del centrocampista tedesco. La scelta verrà presa insieme alla società solo dopo la finale di Champions League contro l’Inter.
Nel mentre però il calciatore del Chlesea sembrerebbe essere il profilo preferito dai Citizens e infatti secondo Fabrizio Romano, la trattativa per portare Kovacic a Manchester è molto concreta. Negli ultimi giorni si sono svolte discussioni positive, con i Blues che hanno aperto a una possibile cessione e con il calciatore che ha già accettato di vestire la maglia del City.
Flash News
Finisce la stagione del Pescara: il Foggia trionfa ai calci di rigore
Pubblicato
6 ore fa:
Giugno 8, 2023
Il pareggio di quattro giorni ha dimostrato l’equilibrio e la sfacciataggine di due squadre capaci di offendere e trovare soluzioni di qualsiasi specie. In uno stadio Adriatico sold out (record di presenze stagionali), Pescara e Foggia si affrontano per la gara di ritorno valevole per le semifinali playoff di Serie C. Ci si gioca una finale, uno degli appuntamenti più importanti della stagione.
Zeman si presenta alla partita con una formazione rimaneggiata, facendo addirittura a meno di Plizzari (infortunato), Mesik, Palmiero e Delle Monache. Al centro dell’attacco torna Lescano con Cuppone spostato sull’esterno, mentre c’è Aloi in mezzo al campo. Tra i pali spazio al classe 2003 Andrea D’Aniello, alla seconda presenza stagionale. Per gli ospiti fuori gli squalificati Di Noia e Kontek, con Delio Rossi che può contare su una panchina cortissima causa infortuni.
PESCARA-FOGGIA: IL RACCONTO DELLA PRIMA FRAZIONE
Pronti via inizio da sogno degli uomini di casa: Rafia pennella sulla testa di Cuppone che insacca Dalmasso e porta avanti subito il Delfino. Dopo due minuti il Foggia è costretto già a inseguire, con addirittura due gol da segnare per poter passare il turno. I primi dieci minuti sono un monologo Pescara, ma i rossoneri in ben due occasioni vanno vicinissimi al gol del pareggio con Bjarkason prima e Ogunseye dopo.
Col passare dei minuti il Foggia guadagna metri, con i biancazzurri che concedono il pallino del gioco pronti a sfruttare gli spazi in ripartenza. La partita è subito caldissima, con ritmi altissimi e capovolgimenti di fronte improvvisi da una parte e dell’altra. Come sempre, a fare il bello e il cattivo tempo è Hamza Rafia: altro cross di esterno destro perfetto per Lescano che però liscia clamorosamente il pallone e manca l’appuntamento col gol del 2 a 0.
Le occasioni però arrivano a raffica: Bjarkason sbaglia ancora davanti a D’Aniello, sulla ripartenza Gozzi si fa tutta la fascia e pesca Cuppone che però sbaglia l’aggancio e getta alle ortiche un’occasione enorme. I ritmi sono frenetici, con i quinti del Foggia che fanno malissimo alla difesa abruzzese costretta a concedere qualcosa sulle discese di Costa e Bjarkason. Al 38′ arriva anche la prima ammonizione della partita, dopo un’intervento pericoloso di Di Pasquale su Merola.
Al 41′ il Pescara va a un passo dal raddoppio: calcio d’angolo perfetto per la corrente Brosco che incorna e centra in pieno la traversa. Lescano qualche minuto dopo impensierisce Dalmasso con un destro secco appena dentro l’area. Si chiude così dunque la prima frazione, con il Pescara avanti 1 a 0 ma reo di aver sciupato moltissime occasioni per chiudere la pratica.
PESCARA-FOGGIA: IL RACCONTO DEL SECONDO TEMPO
Rossi attinge subito dalla panchina, inserendo Vacca al posto di un Petermann in ombra. Il secondo tempo ripercorre il primo, con il Foggia che sfiora subito il pari con un tacco al volo: miracolo di D’Aniello, uno dei protagonisti indiscussi tra le fila casalinghe. Arrivano altre brutte notizie però per l’allenatore romagnolo, costretto a far entrare Garattoni a causa di un infortunio muscolare di Bjarkason.
A fare la partita adesso è il Foggia, cosciente che il cronometro non è suo amico, non riuscendo però mai a impensierire più di tanto la retroguardia biancazzurra. La prima vera occasione arriva al minuto 65: Boben e D’Aniello non si intendono e Garattoni tenta il pallonetto che si spegne sul fondo. Zeman si accorge della stanchezza dei suoi e opta per un triplo cambio inserendo Vergani, Mora e Delle Monache.
I cambi danno subito i suoi frutti, col Pescara che trova la rete del raddoppio al 70′ con Merola imbeccato da una giocata fantastica del classe 2005. Il direttore di gara Monaldi però interrompe i festeggiamenti annullando il gol per fuorigioco, tra i fischi dell’Adriatico. L’ex allenatore di Palermo, Bologna e Sampdoria prova il tutto per tutto, togliendo Costa e inserendo un altro attaccante come Iacoponi.
Al 78′ gli ospiti si lamentano per un contatto su Garattoni, ma il VAR non richiama l’arbitro di Macerata lasciando la valutazione del campo. La tecnologia viene interpellata nuovamente qualche giro di orologio dopo, negando il rigore agli ospiti per una posizione di fuorigioco in fase di impostazione. Zeman butta dentro anche Desogus, cambiando tutto il trio offensivo per sfruttare le possibili occasioni in ripartenza. Il Foggia però, come ci ha abituato quest’anno, non molla mai: all’ultimo minuto di gioco sponda di Ogunseye e Rizzo firma il gol del pareggio che vale i supplementari.
PESCARA-FOGGIA: I SUPPLEMENTARI
I primi 5 minuti scorrono lisci ma poi il solito Rafia decide di caricarsi il Pescara sulle spalle con una giocata al limite e cross morbido con l’esterno: Desogus mette giù, finta e piazzato che non lascia scampo a Dalmasso. Col passare dei minuti il Foggia si apre e Delle Monache sfiora il gol su un’altra invenzione di un ispirato Desogus.
Rossi rischia il tutto per tutto inserendo Odjer e Rutjens al posto di Di Pasquale e Schenetti. Le offensive del Foggia però si fermano tutto contro la retroguardia biancazzurra, con un Brosco autore di una partita stratosferica nella sua metà campo. I rossoneri però non vogliono abbandonare il sogno Serie B e al 10′ minuto del secondo tempo supplementare trovano la zuccata vincente di Markic da calcio d’angolo che vale il 2 a 2. Si va dunque ai calci di rigore, in una vera e propria lotteria fatta di nervi freddezza dal dischetto.
Markic segna il primo con qualche brivido, stesso esito per Mora che spiazza Dalmasso. Il secondo rigore spetta a Garattoni che tira altissimo sopra alla traversa. Il Pescara ha l’occasione per portarsi in vantaggio ma Cancellotti emula l’avversario. Gli errori continuano a fare da padroni con Ogunseye che non trova la porta. Rafia invece non sbaglia e porta il Delfino sul 2 a 1. È la volta di Peralta che sceglie lo stesso angolo del tunisino e spiazza D’Aniello. Dalmasso ipnotizza Aloi e rimette tutto in bilico, mentre Vacca e Vergani non sbagliano. Si va ad oltranza e il primo a calciare è Rutjens con l’estremo difensore biancazzurro che sfiora ma non riesce a parare. L’errore decisivo è dell’uomo che aveva riacceso la partita nel supplementare: Desogus apre troppo il piattone e il Foggia vola alla finale playoff contro il Lecco.
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Clamoroso al Manuzzi! Il Lecco elimina il Cesena ai rigori grazie a un super Melgrati ed è in finale
Pubblicato
6 ore fa:
Giugno 8, 2023
La sfida di questa sera, la semifinale di ritorno dei playoff di Serie C Cesena–Lecco, ha emesso il suo verdetto: sono i blucelesti che, ai rigori, approdano in finale, dove dovranno contendersi la promozione in Serie B contro il Foggia (che ha anch’esso superato il Pescara dopo i calci di rigore).
Una partita emozionante che, dopo un primo tempo equilibrato ma in cui è il Cesena ad avere le occasioni più grandi per segnare, vede passare in vantaggio, al 56′, il Lecco con Buso. Il parziale, grazie ad un super Melgrati che tiene in vita i blucelesti con le sue parate, non cambia nei novanta minuti: visto il risultato della gara di andata, terminata 1-2 per i bianconeri, si va ai tempi supplementari. Niente da fare neanche nei trenta minuti addizionali: si decide tutto ai calci di rigore. Dal dischetto è decisivo l’errore di Mustacchio, ipnotizzato dal migliore in campo Melgrati, e il successivo penalty trasformato da Lepore che fa partire la festa per la squadra lombarda.
LA CRONACA DELLA PARTITA
Il primo squillo è del Cesena, che va vicino al vantaggio con una conclusione di Silvestri, respinta in corner da Melgrati. Dopo lo spavento iniziale, il Lecco comincia a creare buone trame offensive, non riuscendo però ad andare al tiro. È poi Cristian Shpendi ad avere la palla dell’1-0, ma è ancora una volta super Melgrati. Dopo pochi minuti, si accende anche l’altro gemello Shpendi, quello con il numero 11 che fa di nome Stiven, che in progressione palla al piede arriva a tu per tu con l’estremo difensore bluceleste ma allarga troppo la conclusione, con la sfera che termina a fil di palo spegnendosi sul fondo. Il primo tempo termina sullo 0-0: è il Lecco a fare la partita, senza però essere concreto davanti. Il Cesena, invece, si difende in modo ordinato e cerca di rendersi pericoloso quando recupera palla sfruttando la velocità dei “gemelli del gol” Shpendi.
La ripresa inizia con un’occasione colossale per il Cesena. In un’azione offensiva bianconera, dopo un rimpallo la palla arriva sui piedi di Cristian Shpendi: la punta spara però clamorosamente alto da due passi, mentre i tifosi di casa stavano già liberando l’urlo di gioia per la rete dell’1-0. Gol mangiato, gol subito: su una ripartenza, Girelli mette uno splendido filtrante per Buso, che finta il tiro, supera Prestia e incrocia battendo Tozzo, per poi andare ad esultare sotto il settore dedicato agli ospiti. È un gol importantissimo, che rimette in parità la doppia sfida al 56′. Il Cesena risponde con Stiven Shpendi, ma Melgrati si supera ancora sull’attaccante classe 2003 con due autentici miracoli.
I canonici novanta minuti terminano sul risultato di 0-1, si va quindi ai tempi supplementari: le squadre, molto stanche, non riescono a schiodare il risultato dal 2-2 complessivo neanche nei trenta minuti addizionali. Si decide tutto ai calci di rigore: sotto la curva del Cesena parte a battere il Lecco, segnano Celjak, Mercadante, Zuccon, Stiven Shpendi, Bunino, Chiarello, Scapuzzi, poi sbaglia Mustacchio, ipnotizzato da Melgrati. Il Lecco ha il match-point con Lepore: il 32 non sbaglia e regala il passaggio del turno alla squadra lombarda.
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